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Messaggi del 22/05/2007

Messaggio N° 225222-05-2007 - 12:05

G8, Genova 2001, condannato il Ministero

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Prima condanna per le violenze delle forze dell’ordine contro i manifestanti: "Non furono iniziative isolate"



L’articolo seguente, a firma del giornalista Massimo Calandri e pubblicato il 29.04.07 "solo" sull’edizione genovese del quotidiano “La Repubblica” è passato quasi inosservato agli occhi dell’opinione pubblica nazionale; grazie al senso del dovere d’informazione di qualche giornalista ed alla buona volontà di qualche blogger forse lo si potrà far conoscere ad un pubblico più ampio di quello dei lettori della cronaca locale di Genova. I più importanti media hanno taciuto, malgrado si tratti di una notizia interessante, di livello nazionale datà la gravità dei fatti. L’Italia ha una classificazione internazionale di “paese ad informazione parzialmente libera”, dove la censura a scopo di comodità politica non manca.

La prima condanna nei confronti del Ministero dell’Interno per le illecite e gratuite violenze dei suoi poliziotti è arrivata nei giorni scorsi, e cioè circa sei anni dopo la vergogna del G8 genovese. Ma le parole con cui il giudice istruttore Angela Latella ha motivato la sua decisione rinfrescano la memoria. Ricordando a tutti che quelle cariche sanguinarie, quelle teste rotte a manganellate, quei lacrimogeni sparati contro le persone inermi, non erano frutto dell’iniziativa isolata o dell’autonomo eccesso di qualche agente. Facevano invece parte di un più ampio disegno - così come le menzogne raccontate più tardi per coprire le nefandezze - , che rappresenta una delle pagine più buie nella storia della Polizia di Stato.

Il tribunale del capoluogo ligure ha dato ragione a Marina Spaccini, pediatra cinquantenne di origine triestina, pacifista che per quattro anni ha lavorato in due ospedali missionari del Kenia. Alle due del pomeriggio del 20 luglio, era il 2001, venne pestata a sangue in via Assarotti. Partecipava alla manifestazione della Rete Lilliput, era tra quelli che alzava in alto le mani dipinte di bianco urlando: "Non violenza!". Gli agenti e i loro capi avrebbero poi raccontato che stavano dando la caccia ad un gruppo di Black Block, che c’era una gran confusione e qualcuno tirava contro di loro le molotov, che non era possibile distinguere tra "buoni" e "cattivi": bugie smascherate nel corso del processo, come sottolineato dal giudice. I cattivi c’erano per davvero, ed erano i poliziotti che a bastonate aprirono una vasta ferita sulla fronte della pediatra triestina. Dal momento che quegli agenti, come in buona parte degli episodi legati al vertice, non sono stati identificati, Angela Latella ha deciso di condannare il Ministero dell’Interno. La cifra che verrà pagata a Marina Spaccini non è certo clamorosa - cinquemila euro tra invalidità, danni morali ed esistenziali - , ma il punto è evidentemente un altro.

«Se risulta chiaramente che la Spaccini sia stata oggetto di un atto di violenza da parte di un appartenente alle forze di polizia - scrive il giudice - , non si può neppure porre in dubbio che non si sia trattato né di un’iniziativa isolata, di un qualche autonomo eccesso da parte di qualche agente, né di un fatale inconveniente durante una legittima operazione di polizia volta e riportare l’ordine pubblico gravemente messo in pericolo». Perché l’intervento della polizia non fu «legittimo», è ormai abbastanza chiaro. Lo hanno confermato i testimoni e in un certo senso gli stessi poliziotti e funzionari, con le loro contraddizioni: «Gli aggressori erano diverse decine; l’ordine era di caricarli, disperderli ed arrestarli», hanno detto, interrogati. Ma poi risulta che furono arrestati solo due ragazzi (non feriti), la cui posizione fu in seguito peraltro archiviata.

La pacifista era assistita dagli avvocati Alessandra Ballerini e Marco Vano. Il giudice ha sottolineato come fotografie e filmati portati in aula «siano stati illuminanti»: «Si vedono ammanettare persone vestite normalmente; più poliziotti colpire con i manganelli una persona a terra, inerme. La stessa Spaccini è una persona di cinquant’anni, di cui giustamente si sottolinea l’aspetto mite». E poi, le testimonianze come quella di una signora settantenne che parla di una «manifestazione assolutamente pacifica e allegra» e di aver quindi visto agenti «bastonare ferocemente persone con le mani alzate ed inermi come lei». Marina Spaccini ha accolto il giudizio con un sorriso: «Era semplicemente quello che attendevo da sei anni. Giustizia».

Le fonti di questo post sono tratte dal sito del “
Comitato Verità e Giustizia per Genova”, il cui presidente onorario è l’europarlamentare Giulietto Chiesa. Il sito, oltre a tenere links e aggiornamenti sui processi in corso conseguenti ai terribili fatti del luglio 2001, riporta testimonianze sugli accadimenti avvenuti durante l’irruzione da parte delle forze dell’ordine alla scuola Diaz e sui successivi maltrattamenti avvenuti nella caserma Bolzaneto nei confronti di manifestanti di diverse nazionalità ed appartenenza associazionistica cattolica e non.

La proposta avanzata tempo fa da qualche parlamentare che prevede l'identificazione immediata tramite tesserino degli appartenenti alle forze dell'ordine sarebbe da prendere maggiormente in considerazione.

di: fabri.t

Messaggio N° 225122-05-2007 - 10:46

MILLE MIGLIA 2007



80 anni fa nacque una corsa automobilistica su strada, un percorso lungo e difficile, che partendo da Brescia arrivava fino a Roma e ritornava a Brescia attraverso sette Regioni con passi Appenninici da valicare per un totale di 1600 km cioè MILLE MIGLIA.

Il 27 maggio 1927 parte un’ Isotta Fraschini contraddistinta dal numero 1, è l’inizio della leggenda della Mille Miglia.

In questa fase iniziale l’automobilismo è ancora considerato eroico e le gesta dei piloti fanno diventare epiche le prime edizioni. Il campione TAZIO NUVOLARI, per citarne uno dei big, alla guida di un alfa Romeo conquista la vittoria tenendo una media dei 100km orari (sulle strade sterrate di allora!).

Purtroppo i numerosi incidenti mortali dovuti all’aumentata potenza dei motori portarono poi all’interruzione di questa gara nel 1957. Alcuni appassionati però verso la fine degli anni 70 organizzarono la “Mille Miglia storica”, una gara di regolarità per auto d’epoche che ripercorre lo stesso circuito.

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Vedere questo museo viaggiante e rombante sulle strade di oggi mentre attraversa le nostre città è veramente uno spettacolo che da sempre un nodo alla gola… i fumi dei gas arriccihti con l’olio di ricino, l’interesse della gente e l’orgoglio dei proprietari di questi tesori, che rendono unica questa competizione, riporta ai fasti dei ruggenti anni Venti…e chi l’ha detto che le automobili non hanno un’anima? Sembrano tutte vecchie signore consce del loro passato e ogni anno sfilando ci dimostrano che per loro il tempo non passa mai….grazie anche a numerosi ritocchini e cure costosissime!

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Ovviamente, come ogni anno, io e Caffeina non possiamo che prendere parte alla kermesse, prima di tutto partecipando alla punzonatura delle macchine….e con la faccia di bronzo di Caffeina riusciamo sempre ad entrare nella zona riservata agli addetti e scattare foto stupende…domani è il gran giorno…vi terremo informati…e ora  a dormire! Domani ci sarà da faticare..

di: latripladea


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