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Messaggi del 21/08/2007

Messaggio N° 233521-08-2007 - 11:28

Caro Messori: non si può giustificare così la CHIESA!!


Ho sempre letto e seguito con interesse ogni intervento di Vittorio Messori, noto giornalista e scrittore di ispirazione cattolica, in quanto l’ho sempre ritenuto un maestro di sagacia, equilibrio ed assolutamente esperto in questioni religiose. Non dimentichiamo che ha anche scritto numerosi libri tra cui “Ipotesi su Gesù”, “Varcare la soglia della Speranza (insieme a Giovanni Paolo II) e “Rapporto sulla Fede” (intervista all’allora Cardinale Joseph Ratzinger). Quindi si potrebbe dire un maestro nel suo campo …

Sta di fatto che sono sobbalzato dalla sedia quando ho letto l’intervista del 12 Agosto rilasciata al giornale “La Stampa” relativa agli ultimi scandali di pedofilia e omosessualità avvenuti all’interno della Chiesa, che riporto integralmente qui di seguito in modo da poter esprimere con più precisione eventuali giudizi:




Vittorio Messori qual è la sua idea sugli scandali sessuali nella Chiesa dopo gli ultimi casi giudiziari di don Gelmini e dei sacerdoti ricattati a Torino? «Un uomo di Chiesa fa del bene e talvolta cade in tentazione? E allora? Se fosse così per don Pierino Gelmini, se ogni tanto avesse toccato qualche ragazzo ma di questi ragazzi ne avesse salvati migliaia, e allora? La Chiesa ha beatificato un prete denunciato a ripetizione perché ai giardini pubblici si mostrava nudo alle mamme. Queste storie sono il riconoscimento della debolezza umana che fa parte della grandezza del Vangelo. Gesù dice di non essere venuto per i sani, ma per i peccatori. E’ il realismo della Chiesa: c’è chi non si sa fermare davanti agli spaghetti all’amatriciana, chi non sa esimersi dal fare il puttaniere e chi, senza averlo cercato, ha pulsioni omosessuali. E poi su quali basi la giustizia umana santifica l’omosessualità e demonizza la pedofilia? Chi stabilisce la norma e la soglia d’età?»

La Chiesa non controlla più i sacerdoti?
«Nessuno osa più comandare, si pretende dalla Chiesa il dialogo invece della disciplina. Ci si scandalizza del sacerdote molestatore, poi però il vescovo diventa un odioso despota se nega l’ingresso in seminario ad un gay. Ci si indigna dei peccati dei sacerdoti ma se l’autorità ecclesiastica cerca di imporre le regole scoppia il finimondo e si grida alla repressione, all’autoritarismo, alla discriminazione. Casi come quelli esplosi in questi giorni, la Chiesa li ha sempre ricondotti sotto il proprio controllo. Ma oggi il “vietato vietare” le proibisce di esigere disciplina al suo interno. La Chiesa ha sempre saputo che seminari e monasteri attirano omosessuali. Prima era molto attenta a porre barriere all’ingresso e a sorvegliare la formazione. Chi dimostrava tendenze gay veniva messo fuori. Poi il no alla discriminazione ha permesso l’ingresso in forze degli omosessuali e ora la Chiesa paga quell’imprudenza».

I suoi sostenitori definiscono don Gelmini un «santo»
«Non entro nel caso giudiziario, però è indubbio che nella storia della Chiesa una sessualità disordinata ha potuto convivere agevolmente con la santità. Sono legato al segreto richiesto dai Postulatori, ma potrei fare nomi celebri. Il fondatore di molte istituzioni caritative in Europa è stato proclamato Beato nonostante le turbe sessuali che per un istinto incoercibile lo spingevano a compiere atti osceni in luogo pubblico. Non mi scandalizzo, penso ai drammi umani che ci sono dietro. San Giovanni Calabria era un benefattore dell’umanità, ma è stato sottoposto a sette elettroshock: da psicopatico grave, da manicomio».

Perché scoppiano adesso questi scandali?
«In America è stata assolta la maggior parte delle diocesi che invece di patteggiare hanno tenuto duro e sono arrivate in giudizio. Però è innegabile che oggi nella Chiesa la castità fa problema. Sul piano umano è disumana. Si resta casti solo se si ha fede salda, fiducia nella vita eterna. Il deficit non organizzativo, ma di fede. E non si risolve abolendo il celibato ecclesiastico perché l’80% sono casi gay. Deviazioni sessuali di preti che mettono le mani addosso agli uomini e ai ragazzini. La caduta della fede e la rivoluzione sessuale accrescono il problema. Chi è causa del suo mal pianga se stesso: sono stati eliminati i controlli per ammettere in seminario pure gli effeminati il cui sogno era stare in mezzo agli uomini».

Le comunità antidroga sono terra di nessuno?
«La Chiesa deve tappare i buchi della società laica. I preti antidroga nessuno li controlla, sfuggono alla sorveglianza dei vescovi e dei superiori perché diventano superstar, con i rispettivi supporter politici. E così c’è lo schieramento dei buoni samaritani di destra e di quelli di sinistra, don Ciotti contro don Gelmini. I preti di Torino sono finiti nella rete dell’estorsione perché si è inventato il concetto ipocrita di pedofilia. Così un ricattatore senza arte né parte campa con la minaccia di far esplodere uno scandalo. Una volta ricattavano i notai con l’amante, oggi la categoria più esposta è il prete gay».

Un business, come dice Bertone?
«Sì. Negli Usa gli avvocati mettono cartelli per strada: “Vuoi diventare milionario? Manda tuo figlio un anno in seminario e poi passa da noi”. Le diocesi sono facilmente ricattabili, preferiscono pagare anche se innocenti. Temono un danno d’immagine. E l’inquinamento riguarda anche noi. Il politicamente corretto sta prendendo campo anche nel cattolicesimo italiano. E i risultati si vedono, purtroppo».

Come ho detto sopra, sono rimasto abbastanza sconcertato dalle dichiarazioni di Messori, le quali vorrebbero trovare fondamento nel dilagare di notizie relative a scandali nel mondo della Chiesa tra omosessualità, ricatti e pedofilia.

Ricordo anche che nei giorni in cui scoppiava il caso Don Gelmini, la curia torinese doveva far fronte all’inchiesta sulle accuse di un giovane pregiudicato, ricattatore di preti, ma anche, per sua stessa ammissione, rapinatore di trans.

Da cattolico quello che modestamente posso dire è che non è in NESSUN MODO giustificabile per un uomo di chiesa un comportamento deviante da quello che è il suo magistero.

Questo indipendentemente se tale sacerdote ha salvato migliaia di ragazzi dalla droga, dalla strada o altro. Poi trovo francamente imbarazzante e odioso quel non tanto velato accostamento tra omosessualità e pedofilia come se il fatto di aver aperto le porte ai seminari a giovani gay sia la causa dei molteplici casi denunciati di pedofilia nel clero.

A questo punto ci sarebbe proprio da stare alla larga da oratori, catechismo e qualsiasi altro posto religioso.
Ho fatto il catechista per qualche anno, conosco quindi quegli ambienti e non ho mai trovato nulla di anomalo ma chiaramente parlo a titolo personale.
Poi è assolutamente ridicolo dire che per un sacerdote la castità è un problema in quanto non si ha più una fede salda.
Ma se non ce l’ha il sacerdote la fede salda, mi spiegate chi ce l’ha? Solo i vescovi? O forse solo il Papa? Certo che non serve abolire il celibato ecclesiastico, ma solo perché un sacerdote di una parrocchia avrebbe comunque altro da fare che occuparsi anche di una famiglia; e non perché l’80% dei giovani che entrano in seminario sono omosessuali!

La Chiesa deve fare selezione e pulizia al suo interno, cacciare le mele marce, solo così riacquisterà credibilità! Sostanzialmente sono le stesse che dicevo dopo la messa in onda del documentario della BBC sulla “Crimen Sollecitationis”.

Nell’intervista l’unica parte in cui sono d’accordo con Messori è quando parla dei preti anti-droga e anti-prostituzione che poi diventano automaticamente superstar con i loro appoggi politici sia di destra che di sinistra.

Concludo con una frase che ha detto un Uomo circa 2000 anni fa ma credo sia ancora attuale:

« Chi scandalizza anche uno solo di questi piccoli che credono in me, sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa al collo una macina girata da asino, e fosse gettato negli abissi del mare » (Mt 18, 6).

E questo vale per tutti, preti compresi.

Vito

di: svitol5


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