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Messaggi del 02/09/2007

Messaggio N° 2347 02-09-2007 - 20:23

Otto Per Mille

...quando la matematica è un'opinione !
...
L' Italia è l'unico paese in cui il Silenzio ha molto più valore di un voto dato, di una preferenza espressa, di una decisione presa.
In questi giorni, non si fa che parlare degli sgravi fiscali della Chiesa ottenuti dall' Erario.
In termini quantitativi, la Santa Sede possiede all' incirca 100 mila fabbricati, molti dei quali destinati ad attività economiche, per un' Ici non versata di molti milioni di euro. Una perdita ingente per i Comuni.
Un'agevolazione che, da un punto di vista morale, ha una precisa ragion d'essere, tenuto conto delle attività di sostegno, numerosissime, che porta avanti la Chiesa.
Indubbiamente, l' Italia, pur essendo un paese laico, è religiosamente orientato: su tale punto, nulla quaestio.
Il problema sorge nel momento in cui tale orientamento va ad intaccare la sfera decisionale di cittadini che si avvalgono di un loro diritto, quello di non scegliere. Ma vediamo esattamente che cosa accade.
Il comma 3 della legge 222/85 stabilisce: " le destinazioni dell ' 8 per mille dell' Irpef vengono stabilite sulla base delle scelte espresse dai contribuenti in sede di dichiarazione annuale dei redditi. In caso di scelte NON ESPRESSE la destinazione si stabilisce in proporzione a quelle espresse ".
Un comma che all'apparenza sembra innocuo, se non fosse che circa il 60 per cento degli italiani non effettua questa scelta all'atto della dichiarazione. L' altro 40 per cento sceglie.
Cosa sceglie? In maggioranza viene barrata la casella della Chiesa, circa il 36 per cento.
Per cui in proporzione, tutto il resto va sempre alla Chiesa.
Tradotto in parole povere, il 90 per cento dell' Irpef finisce nelle casse della Santa Sede. Deo Gratias.
Domande: quanti cittadini conoscono questa disposizione ? Quanti cittadini sono consapevoli del fatto che la loro NON SCELTA equivale ad un favoreggiamento del più votato ? Quanti cittadini, potendo conoscere questo cavillo, deciderebbero di effettuare la propria scelta ?
Essa è una norma che per essere modificata dovrebbe comportare la modifica degli accordi Stato-Chiesa.
Impensabile.
Quanto meno ci si aspetterebbe una campagna informativa più precisa.
Non sempre NON SCEGLIERE equivale ad una scelta.
Siamo in Italia, non ce lo dimentichiamo mai.
...

Scritto da: Julia974

Messaggio N° 2346 02-09-2007 - 20:10

Guerra e Pace

Ritenete possibile una discriminazione morale fra le guerre?

"Una discriminazione morale è possibile e ha un senso riferita a coloro che fanno la guerra. Si può fare la guerra per umile obbedienza senza cercarne le cause; si può fare la guerra, come io l'avrei fatta a diciotto anni, perché quel sapore di sacrificio e di sublimità che ci vedevo era per me migliore dell'insipida vita quotidiana senza mete e senza scopi; si può fare la guerra per un rozzo ma generoso desiderio di vendicare un'ingiustizia,  o per disperazione; e si può fare la guerra per cieco odio, per desiderio di ricchizza e di preda, o per stroncare un emulo ascendente, per sadismo, per pazzia, per mestiere".

Fino a qua o citato Quinzio Sergio. Passiamo oltre.

Guerra giustificabile dunque a seconda dei "motivi" che vi stanno dietro? Per Agostino di Ippona, come fa notare nella Città di Dio, l'uomo, amando i beni temporali, la vita, la sicurezza, considera gravissime colpe quelle che attentano  a tali beni, come l'omicidio e il furto, mentre crede minori colpe l'ipocrisia, l'egoismo, l'invidia, ecc.

Ed essendo la guerra sommamente cruente (e capace di danneggiare i beni "temporali" che tanto ama l'uomo), si è ritenuto appropriato ritenerla un sommo "male".

Aldilà delle varie argomentazioni filosofiche, sociologiche, teologiche... considero la guerra come un evento da evitare, sempre e comunque. Non esistono guerre giuste. Esistono invece guerre "necessarie" onde evitare un male maggiore. Potrà non piacere a tutti, ma Sant'Agostino tanto stupido non era.

Scritto da: Janus_81


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