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ESSERE MAMMA OGGI

Post n°360 pubblicato il 11 Febbraio 2008 da morton0
 

Io, che pure una sprovveduta non sono mai stata, da quando sono mamma mi sono talvolta trovata in difficoltà oggettive perchè, tra problemi logistici, lavoro e quant'altro non avevo modo di confrontarmi seriamente con le istituzioni che dovrebbero essere preposte a sostegno delle famiglie.
Basti pensare alla tragica trafila burocratica che si deve subire per iscrivere un bambino al nido, alla scuola materna et cetera.
Nessuno si diverte a non trascorrere buona parte della giornata col proprio figlio, lavorare è diventato necessario ed il costo della vita non consente di stare a pensarci troppo. E lo dico io che pure non ho difficoltà economiche,grazie al cielo.

Tuttavia ti segano da qualunque parte tu ti possa girare. Le limitazioni si sprecano e cadono a pioggia su qualunque donna abbia desiderato o anche lontanamente progettato di mettere al mondo dei figli.
Se, ad esempio, una donna non può allattare personalmente a causa della scarsità del proprio latte, è costretta a comprarne di artificiale, insomma, quello in polvere.
Quante famiglie se lo possono permettere? E' sempre troppo caro, e i bambini devono pur essere nutriti. Ma appena varcato il confine, le stesse marche te le vendono a prezzi irrisori in qualunque supermercato o farmacia!!!

Consideriamo anche che all'estero o in alcune aziende italiane, sono stati creati i nidi e le scuole materne aziendali, per consentire alle madri che lavorano di stare più vicine ai propri figli? E, ultimo ma non meno importante, senza svenarsi economicamente?
Qui in Italia gli incentivi economici per la nascita dei figli sono irrisori.
Una famiglia media spesso non ce la fa ad arrivare nemmeno a metà del mese, non dico alla fine.
Se poi gli altri figli vanno a scuola, molti di voi sapranno che, anche senza sprecare nulla, zaini anche non firmati, libri di testo, abiti normalissimi, trasporti pubblici per arrivare a scuola incidono largamente sul bilancio delle famiglie.
Anche l'istruzione è un diritto, però di questo passo sarà così per pochi, ma non per tutti.

Ma, tanto per rimanere ai figli più piccoli, l'accesso a nidi e scuole materne pubbliche è una specie di girone dantesco. Ho provato personalmente questa esperienza e vi assicuro che non è affatto divertente. Sembra di chiedere la carità a quello Stato che dovrebbe garantire un servizio degno di questo nome. O non rientri nella graduatoria a causa del reddito "troppo alto" o il limite massimo di accoglienza è già stato raggiunto nei pochi nidi e scuole materne cittadine.
Perdere un lavoro conquistato con anni di sacrifici non è sempre una buona idea.
Quindi o si paga profumatamente la baby sitter di turno, che è quasi una specie di mutuo mensile, o si sborsano mensilmente ingenti somme di denaro per tenere i figli in istituzioni private similari, magari con orari maggiormente flessibili.

Vogliamo dedicare un fuggevole pensiero anche alla pochezza mentale dei tanti impiegatucci frustrati che stanno dietro a certi sportelli? E che non sanno nemmeno fornire quelle poche semplici indicazioni necessarie a semplificare la vita delle mamme? Che dire poi delle assurde limitazioni che i datori di lavoro impongono, a parità ufficiale (non ufficiosa, badate bene) dei sessi, a noi donne quando facciamo carriera ma anche non, o ci presentiamo ad un colloquio di lavoro e mettiamo al mondo dei figli o ne attendiamo uno?

E tutte le limitazioni delle nostre leggi, così illuminate, a proposito della fecondazione assistita? Sappiamo tutti quanto costa sulla pelle di noi donne se solo dobbiamo ricorrervi.

Per questo, e non mi sento proprio di biasimarle, molte di noi vanno all'estero per poter avere la gioia di diventare mamme. Mentre qui, la miopia dei politici e le ingerenze della Chiesa fanno il bello e il cattivo tempo. La Chiesa influenza le leggi italiane. Ma le leggi italiane non possono entrare in merito alle decisioni della Chiesa. Non fa una grinza eh?

Poi rimpolpiamo il pietoso palinsesto e andiamo a protestare platealmente in trasmissioni da naftalina. Il tutto allietato da gran scornarsi di luminari, sociologi, e tutto il bestiario di macchiette che fa da tappezzeria o leit motive. Così è,se vi pare.

Se l'Italia è un paese a crescita prossima allo zero, non lamentiamoci troppo. Proviamo a svecchiare leggi obsolete e anacronistiche, creiamo nuove opportunità per le famiglie anche di fatto, guardiamo al futuro senza paraocchi.

Governo,sveglia!!! Invece di consentire ai politici di aumentarsi lo stipendio a dismisura, investi nella famiglia. Ma non solo, chiaramente. E' ora di cambiare un mucchio di cose.

Scritto da bimbayoko   su: Around my heart ...

Commenti al Post:
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 11/02/08 alle 19:12 via WEB
sono la persona meno indicata per commentare questo post dal momento che non vivo in prima persona il ruolo di madre. Tuttavia è innegabile la difficoltà che le donne-mamme abbiano a conciliare l'esigenza lavorativa con il proprio compito di madri. Così come è innegabile che, spesso proprio per certi limiti, la carriera lavorativa della donna finisca per avere un brusco stop o peggio finisca per non giungere, salvo rarissime ipotesi a posizioni di alto livello. Hai perfettamente ragione Martina, il mondo politico dovrebbe investire sulla famiglia, prevedere agevolazioni più concrete. Sarebbe il primo passo, insieme a quello di arrestare la precarietà del lavoro, per ridare uno slancio anche al numero di nascite. Il nostro è un paese che sta invecchiando sempre di più e gli aspetti che tu hai evidenziato nel tuo post sono senza dubbio una concausa di questo invecchiamento. Ross
 
shosha07
shosha07 il 11/02/08 alle 19:19 via WEB
Penso sia una delle contraddizioni del nostro tempo lamentarsi del decremento delle nascite e, nello stesso tempo, non garantire le condizioni perchè la famiglia possa svilupparsi. Con uno scenario di questo tipo, così ben illustrato in questo post, come si può credere che i giovani possano pensare di mettere su casa?!?
 
morton0
morton0 il 11/02/08 alle 19:26 via WEB
Pensiamo anche solamente ai servizi per la prima infanzia e al problema delle rette, esorbitanti per tutte le fasce di reddito. Oggi con il precariato e le condizioni di instabilità lavorativa, diventa pressochè proibitivo tutto questo! Se pensiamo che ai liberi professionisti in genere, e ben sappiamo che in questa categoria può rientrare chiunque, dal dirigente all'educatore a contratto determinato, viene applicata indiscriminatamente la retta massima (con la differenza di stipendi che ben conosciamo), allora capiamo come e in quale vuoto sociale, economico ed istituzionale le famiglie siano costrette a barcamenarsi ...
 
pinosilvestre1
pinosilvestre1 il 11/02/08 alle 19:56 via WEB
Sottoscrivo e aggiungo che i bambini sono un bene prezioso per ogni comunità e che la civiltà di un Paese si misura dal rispetto e dall'amore per l'infanzia. Ma i nostri governanti (s'è capito da un pezzo!) amano solo se stessi. Vorrei che la gente se ne ricordasse al momento giusto e lanciasse messaggi chiari a questa classe politica capace unicamente di abbindolare con false promesse gli sprovveduti italiani.
 
ventodamare
ventodamare il 11/02/08 alle 20:13 via WEB
Sono assolutamente d'accordo col post. Meno family day ipocriti di solo marketing, e piu' fatti a sostegno di chi vuole crescere dei bambini.
 
PietroSergi
PietroSergi il 11/02/08 alle 20:29 via WEB
Fino a qualche anno fa, i genitori potevano ancora scegliere se lavorare entrambi sottraendo tempo alla famiglia per avere una posizione economica più tranquilla e soddisfacente oppure arrangiarsi con un reddito solo e badare da soli alla propria prole. Adesso non c'è alcuna alternativa, perché senza il doppio reddito non si va avanti. Se una cosa la si fa per scelta, allora bisogna mettere in preventivo i pro e i contro. Quando i genitori, invece, sono costretti a lavorare è chiaro che vorrebbero da chi ha creato questa situazione di necessità del doppio reddito, dei servizi per i bambini che consentano ai genitori di lavorare tranquilli. Nel momento in cui non si ha scelta e si ha il bisogno di tornare al lavoro prima possibile, i servizi diventano indispensabili. Prima, questi servizi, erano solo per coloro che sceglievano di lavorare entrambi e quindi erano sufficienti; ora che la domanda si è moltiplicata questi sevizi sono diventati ormai insufficienti. Nel programma del Governo Prodi, ad onor del vero, c'era l'impegno a costruire un buon numero di asili nido. Non so se e quanti siano stati costruiti, ma mi auguro che questa necessità per le famiglie non diventi motivo di differenziazione tra le forze politiche dei diversi schieramenti e che chiunque andrà al Governo si impegni a mantenere questa promessa.
 
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