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Il cortocircuito

Post n°178 pubblicato il 15 Novembre 2013 da LP.CALO

Per amministrare un paese come Latiano, forse semplicemente per amministrare, occorrono onestà, competenza e fantasia. Onestà, perché si amministra denaro pubblico; competenza, che significa conoscenza del territorio e idee chiare sulla base del proprio orientamento politico , che sia di destra, di sinistra o di centro (se il centro esiste e se non è uno sgabello da cui saltare su un treno o su un altro secondo la convenienza); fantasia, perché servono soluzioni e proposte in grado di cambiare veramente le cose imboccando strade che altri, magari, non hanno mai percorso.
Al di là del giudizio sui sindaci e sui singoli assessori, io credo che nessuna amministrazione da venti anni in qua, che è la storia che conosco meglio, sia riuscita a dare a Latiano la scossa di cui aveva bisogno per uscire da una condizione di difficoltà che oggi, se possibile, si è acuita.
Forse qualche amministrazione aveva le potenzialità per farlo ma, ora per un motivo, ora per un altro, non ci è riuscito nessuno: neppure l'amministrazione De Giorgi.
Per quanto riguarda quest'ultima, credo che alla base di questo obiettivo mancato ci sia un peccato d'origine, cioè il tentativo di conciliare l'inesperienza dei giovani amministratori con il coinvolgimento di uomini politici di un passato neppure recente. Era nelle cose che questi ultimi prevalessero, per quanto riguarda la determinazione delle linee amministrative di fondo, sull'entusiasmo non sufficientemente consapevole di chi, per la prima volta, si affacciava alla politica.
Alcuni pensano che ciò che questa amministrazione sta facendo, o non sta facendo, dipenda semplicemente da “peccati di omissione” dovuti all'inesperienza o all'assenza di una linea politica chiara. Io credo, invece, che sulle questioni importanti siano state fatte delle scelte precise e consapevoli. Solo per portare alcuni esempi.
Il Piano Urbanistico Generale è bloccato, nei fatti, perché nella maggioranza ha prevalso l'idea che allo sviluppo dell'economia locale, che si presume legato all'edilizia, debba essere sacrificato il ruolo della politica nella pianificazione urbanistica. Esattamente la convinzione che ha caratterizzato la politica degli anni del dopoguerra, fino agli anni 90. Da qui l'intervento per stimolare i piani di lottizzazione. Per inciso e senza entrare troppo nel merito di tale orientamento, forse, se la costruzione di un quartiere a ridosso della foce di tutte le acque di scolo di Latiano avesse potuto essere sottoposta al vaglio di uno strumento urbanistico adeguato, oggi non ci sarebbe il problema dell'allagamento delle case in via Cavour, la cui soluzione costerà, mi pare di capire, oltre due milioni di euro.
Il ritrarsi del pubblico per lasciare sempre più spazio al privato – è quello che è accaduto per l'area della ex Biblioteca di via Roma – è certamente determinato dalla crisi economica che attanaglia tutto il Paese, ma è una derivazione diretta della politica socialista craxiana e decisionista (intendo politica e non malaffare) degli anni 80, di cui in maggioranza ci sono autorevoli esponenti.
Lo stesso dicasi della costruzione del consenso attraverso un uso della politica “di potere” a discapito di una politica “di responsabilità”, che non mi pare fosse una delle premesse della giovane compagine risultata vittoriosa nelle ultime elezioni.
E che dire degli strumenti di partecipazione democratica, completamente affossati e dimenticati?
L'inesperienza dei giovani a contatto con l'avveduta furbizia, mi si passi il termine, dei politici di lungo, lunghissimo corso ha prodotto un cortocircuito che ha fulminato gli entusiasmi sul nascere imponendo una linea di pensiero già conosciuta, che in passato non ha prodotto risultati condivisibili, almeno dal mio punto di vista.
Forse, se i giovani amministratori prendessero coscienza di questa situazione, potrebbero non dico dare l'ordine di “indietro tutta”ma almeno di una bella virata che riproponesse i temi posti a base del programma con il quale Antonio De Giorgi è divenuto primo cittadino.


 
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