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Sulla celiachia

Post n°1482 pubblicato il 07 Ottobre 2017 da blogtecaolivelli

da Internet

Celiachia: tante false diagnosi

e troppo fai-da-te

La celiachia è una malattia autoimmune scatenata

da reazione impropria al glutine, che è la

principale proteina del grano

A cura di Filomena Fotia 6 ottobre 2017 - 13:19

Gran parte di coloro che hanno un sospetto di

celiachia sono in realtà soggetti a intestino irritabile

o hanno un'allergia alimentare, ma non al glutine.

Se ne parla in occasione di un workshop organizzato

presso la Fondazione Policlinico A. Gemelli di Roma,

per fare il punto sulle difficoltà diagnostiche riguardanti

la malattia celiaca. Speciale importanza assume questo

meeting scientifico ora che la celiachia non è più considerata

tra le malattie rare ed è entrata nei nuovi Lea.

Tra tutti i pazienti che si rivolgono all'ambulatorio dedicato

presso la Fondazione Policlinico A. Gemelli di Roma, convinti

di essere celiaci, la maggior parte è in realtà affetta da sindrome

del colon irritabile e circa il 20% è portatore, senza saperlo, di

allergia al grano che non ha nulla a che vedere con la celiachia e

che invece è una allergia a proteine del grano diverse dal glutine.

È quanto emerso da una indagine curata dal professor Italo De Vitis,

UOC Medicina Interna e Gastroenterologia, Responsabile UOS

Patologie dell'assorbimento intestinale, Area Gastroenterologia,

Polo delle Scienze Gastroenterologiche ed Endocrino-Metaboliche

Fondazione Policlinico Universitario Gemelli presso il Presidio

Columbus di cui si parla in occasione del workshop "Il grano: 

alimento amico o subdolo nemico" che si svolge sabato 7 ottobre

2017 nella  Sala Cabrini.     

Tra le principali finalità del workshop è fornire agli addetti ai

lavori le basi per le diagnosi di tutte le patologie grano/glutine

correlate: celiachia, allergia al grano/gastroenterite eosinofila e

gluten sensitivity, che sono tre distinte patologie.

Celiachia, il percorso difficile della diagnosi e la lotta ai "falsi miti"

La celiachia è una malattia autoimmune (in cui il sistema

immunitario attacca le pareti dell'intestino) scatenata da

reazione impropria al glutine, che è la principale proteina

del grano. Ne soffre l'1% degli italiani.

Prima considerata malattia rara, proprio per questi numeri

(una persona su 100) con la elaborazione dei nuovi LE

(Livelli Essenziali di Assistenza), la celiachia è approdata

nella categoria di malattia cronica invalidante.

Il percorso diagnostico della celiachia è ancora irto di ostacoli.

Infatti, nonostante le numerose iniziative volte a divulgare le

modalità per giungere correttamente alla diagnosi e per tentare

di omologare quanto più possibile la prassi che i medici dovrebbe

adottare, esistono ancora incertezze e perplessità nel percorso

diagnostico della malattia celiaca.

"Questo contesto è poi aggravato dal fatto che da tante parti il

glutine viene ingiustamente demonizzato- considera il professor

De Vitis -, portando a troppe autodiagnosi di celiachia che poi

sono di frequente sbagliate e che limitano gravemente l'ulteriore

iter diagnostico. Occorre seguire le direttive scientifiche riprese

in toto dal Ministero della Salute e diramate a tutti gli addetti ai

lavori, ma che pochi conoscono e applicano".

La vera sensibilità al glutine non celiaca, la cosiddetta gluten

sensitivity, è molto meno frequente di quanto si creda. I primi

dati disponibili sulla gluten  sensitivity  relativi a  circa  il 6% si

basano su studi  epidemiologici  eseguiti  negli  USA, ma non vi

sono ancora evidenze scientifiche in merito. Con gli studi fatti in

Italia (studio epidemiologico  multicentrico coordinato dall'Università 

di Bologna) si scende intorno all'1% della popolazione  che lamenta

disturbi (soggettivi) dopo aver mangiato grano. Ma al momento

non ci sono dati certi.

"Dal nostro studio (che ha riguardato oltre 400 persone che sono giunte

all'ambulatorio di Patologie dell'assorbimento intestinale del Presidio

Columbus-Gemelli nel 2016 e che è in corso  di verifica  su  più larga) -

prosegue il professor De Vitis - è emerso anche che il 25-30% delle

richieste di visita sono per presunta sensibilità al glutine, e che quasi

tutti questi pazienti ricadono invece nella diagnosi di intestino 'irritabile',

che nulla ha a che vedere con il consumo di grano. Ma dai nostri dati

preliminari quasi 1/5 di questi presunti sensibili al glutine (circa il 19%) -

esclusa con certezza la celiachia - potrebbero nascondere altre condizioni

immunologiche ancor oggi poco note sebbene scientificamente provate

come le allergie alle altre proteine del grano".

Questo tipo di allergie ha una prevalenza dello 0,5% (in base a studi

epidemiologici effettuati negli USA) ma potrebbero essere ancora 

sottostimate perché poco ricercate.

"Oggi è possibile fare una diagnosi certa di celiachia, ma occorre

seguire scrupolosamente gli algoritmi che la scienza e il Ministero

mettono a disposizione di tutti i medici - ribadisce De Vitis - ; è

preferibile per una maggiore utilizzazione di mezzi e di risorse

umane che la diagnosi rimanga appannaggio di centri di eccellenza

(i cosiddetti centri di riferimento) perché dietro la presunta diagnosi

(spesso auto-posta) di gluten sensitivity (che porta come conseguenza

a una autoprescrizione di dieta senza glutine, che impedisce poi una

diagnosi certa di malattia celiaca) si possono nascondere altre patologie

che è necessario evidenziare e non mimetizzare".

Presso la Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli sono in atto

diverse ricerche su più fronti per capire i meccanismi biologici in gioco

(microbiota, assetto immunologico etc) per tutte queste patologie per

arrivare a individuare marker diagnostici più precisi per ciascuna di esse.

In questo senso il meeting scientifico sarà occasione per presentare le

patologie note che possono essere scatenate dal contatto ripetuto

con il glutine e di chiarire quali debbano essere i criteri diagnostici

utilizzabili per arrivare a una diagnosi di certezza.

"Raccomandazioni" per evitare il fai-da-te e fare attenzione alle false

diagnosi

Innanzitutto mai mettersi a dieta spontaneamente senza prima aver

consultato medici esperti e affrontato i test necessari e appropriati

per giungere alla diagnosi.

Se si ha un sospetto di celiachia, rivolgersi al presidio di rete per la

diagnosi della celiachia della ASL.

Se di fronte a un sospetto di patologia glutine correlata, i test della

celiachia sono negativi, il medico deve approfondire il quadro clinico

con ulteriori accertamenti e se ha dei dubbi deve inviare il paziente a

un centro esperto, in particolare per effettuare quegli esami allergologici

che permettano di evidenziare o escludere una allergia alle altre proteine del grano.

E utile ricordate che solo se si risulta negativi sia in primis per la celiachia

che successivamente all'allergia ad altre proteine del grano, si può

ragionevolmente supporre la presenza della cosiddetta gluten sensitivity.

Per approfondire http://www.meteoweb.eu/2017/10/celiachia-tante-false-

diagnosi-e-troppo-fai-da-te

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