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Post n°1519 pubblicato il 17 Novembre 2017 da blogtecaolivelli
Olocene: così chiamano gli studiosi il periodo di clima caldo e stabile in cui ci troviamo da 11.000 anni circa, durante il quale le migrazioni umane in Europa sono aumentate considerevolmente, ma non in modo graduale: si sono concentrate in tre ondate distinte, secondo quanto stabilito da un nuovo studio pubblicato su "Proceedings of the National Academy of Sciences". un nuovo metodo di datazione in grado di quantificare, grazie all'analisi di dati genetici, i cambiamenti nelle migrazioni degli ultimi 30.000 anni. La storia delle migrazioni della nostra specie è di estrema rilevanza per gli archeologi. La mobilità umana ha infatti influenzato molti aspetti della nostra evoluzione: ha plasmato il nostro corredo genetico, contribuito a diffondere idee e tecnologie e influenzato la nostra capacità di adattamento all'ambiente. preceduto l'avvento delle documentazioni scritte, gli studiosi si concentrano anzitutto i cambiamenti rilevabili nelle tecniche di realizzazione di manufatti come utensili di pietra, vasellame e monete, o nelle varietà agricole. possono dar luogo a varie interpretazioni. Un contributo molto più affidabile viene dalla genetica: le recenti tecniche di analisi del DNA estratto dagli antichi reperti umani hanno infatti raggiunto una notevole accuratezza, permettendo di confrontare i tassi di mobilità delle popolazioni preistoriche in diversi periodi e in diverse regioni geografiche. attività di agricoltura Secondo i risultati, la prima ondata migratoria si verificò quando l'agricoltura si diffuse dal Medio Oriente verso tutta l'Europa, a partire da 9000 anni fa. La seconda coincise con l'inizio dell'Età del bronzo (circa 5500 anni fa), quando iniziarono a fiorire le prime civiltà complesse, si cominciarono a sfruttare i cavalli per il trasporto e furono inventati il carro e la biga, e si stabilirono nuove rotte commerciali attraverso l'Asia e l'Europa. La terza ondata avvenne durante l'Età del ferro (a partire da 3000 anni fa), un periodo che vide un notevole incremento nella dimensione delle popolazioni, dei commerci e delle guerre. popolazioni di cacciatori-raccoglitori che vivevano in Europa prima dell'arrivo degli agricoltori, in particolare durante l'ultima glaciazione circa 20.000 anni fa. tra la mobilità umana e i cambiamenti tecnologici. "Questi risultati sono interessanti: tradizionalmente, gli studiosi hanno associato l'economia legata a caccia e raccolta al nomadismo e all'elevata mobilità, e lo sviluppo dei primi villaggi di agricoltori alle società sedentarie", ha sottolineato Marta Mirazón Lahr della Università di Cambridge coautrice dello studio. "Ora siamo venuti a conoscenza di dinamiche meno scontate: i primi agricoltori erano in movimento per cercare sempre più territori e così soddisfare le necessità di popolazioni sempre più grandi, mentre sembra che i cacciatori del periodo post glaciale siano riusciti a soddisfare localmente le loro necessità di sussistenza". che il metodo utilizzato non è limitato ai dati genetici ma consente di studiare anche le variazioni di forma degli antichi fossili. dietro il nostro metodo può essere esteso oltre gli studi delle migrazioni umane", ha detto Liisa Loog, che ha partecipato allo studio. "Potremmo studiare anche le migrazioni di animali estinti da molto tempo, e in teoria anche dati culturali: questo ci permetterebbe di identificare non solo le variazioni dei tassi delle migrazioni delle popolazioni, ma anche i tassi di diffusione delle idee e degli oggetti". |
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