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Post n°1540 pubblicato il 18 Gennaio 2018 da blogtecaolivelli
Fonte: Internet Lo svantaggio culturale che segnò il destino dei Neanderthal Neanderthal: nessuna prova di inferiorità cognitiva di analizzare il DNA di diverse popolazioni arcaiche, alcuni ricercatori dell'Università dello Utah, guidati da Alan R. Rogers, sono riuscito a ricostruire in modo nuovo e più dettagliato alcuni passaggi cruciali della storia evolutiva dei nostri antenati. Confrontando il genoma di quattro popolazioni distinte: due moderne, eurasiatica e africana, e due arcaiche, neanderthaliana e denisovana, i ricercatori hanno individuato le mutazioni genetiche condivise dalle specie. Come si legge sui "Proceedings of the National Academy of Sciences", sono così risaliti al periodo in cui il lignaggio comune ai Neanderthal e ai Denisova si è separato dalla linea evolutiva più arcaica condivisa con gli uomini moderni. Secondo le stime di Rogers e colleghi, l'evento sarebbe avvenuto circa 744.000 anni fa, quindi molto prima di quanto ipotizzato in studi precedenti. Circa 300 generazioni dopo, le popolazioni di Neanderthal e Denisova hanno poi seguito traiettorie evolutive separate. Nuove analisi del DNA ricostruiscono la storia evolutiva degli umani arcaici (Science Photo Library / AGF) dimensione delle popolazioni, giungendo alla conclusione che dopo la separazione dai denisovani i Neanderthal sarebbero cresciuti fino a contare decine di migliaia di individui, distribuendosi nell'Eurasia in piccole comunità, geograficamente separate "come isole; individui che a volte interagiscono, ma dato che è difficile spostarsi da un'isola all'altra, tendono a rimanere con la propria popolazione di origine", commenta Ryan J. Bohlender, seconda firma dello studio. Anche in questo caso, le stime contraddicono studi precedenti che ipotizzavano un numero di individui molto più limitato. I risultati ottenuti grazie al nuovo metodo confermano invece che i moderni euroasiatici condividono circa il 2 per cento del DNA con i Neanderthal, come già indicato alcuni anni fa dalle analisi del gruppo di Svante Pääbo su un fossile di Neanderthal rinvenuto in Siberia. La ricerca attuale ha tuttavia permesso di accertare che il contributo dei neanderthaliani al genoma moderno va attribuito a una popolazione ben più ampia di quella locale a cui apparteneva il reperto siberiano. |
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