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Post n°1545 pubblicato il 23 Gennaio 2018 da blogtecaolivelli
Fonte: Internet 25 ottobre 2013 Come la Peste Nera favorì lo sviluppo del capitalismo Sterminando quasi un terzo della popolazione europea, la peste del XIV secolo ruppe quell'equilibrio fra crescita della produzione e crescita demografica che aveva lasciato quasi invariati per secoli gli standard di vita. Dando maggior valore al lavoro e opportunità di impiego anche alle donne, l'epidemia ridusse stabilmente la natalità, almeno nelle regioni protestanti, rendendo possibile l'accumulazione di capitale(red) La famigerata Peste Nera è stata uno dei fattori chiave che ha permesso la rivoluzione industriale, l'instaurarsi di un'economia di tipo capitalista e lo sviluppo e la prosperità di molte nazioni europee. A sostenerlo è Alberto Alesina, economista italiano che insegna alla Harvard University, in un articolo Com'è noto, agli inizi del XX secolo Max Weber nel famoso saggio L'etica protestante e lo spirito del capitalismo sostenne che l'insegnamento luterano e calvinista di una vita improntata al duro lavoro e alla frugalità, ma anche del successo economico come segno di benevolenza divina, aveva posto le basi per l'accumulazione di capitale indispensabile a creare le condizioni necessarie per attività che andassero al di là della dimensione artigianale. Queste basi erano poi ulteriormente rafforzate dall'incoraggiamento all'alfabetizzazione, indispensabile per leggere in prima persona la Bibbia, che stimolò anche l'accumula= zione di capitale umano nelle regioni protestanti. una premessa: che ci siano i margini e la possibilità di accumulare capitale. In realtà, "prima della rivoluzione industriale - osserva Alesina - il reddito pro capite (in termini di cibo, vestiario e alloggio, per esempio) general= mente non è cambiato. Gli standard di vita media in Europa sono rimasti pressoché costanti", sostanzial= mente al livello di sussistenza. Miniatura tratta da un manoscritto svizzero del 1411 che illustra l'epidemia di peste. (Corbis). .Per la maggior parte della storia umana, infatti, al crescere della produzione economica totale ha corrisposto un aumento parallelo della popolazione totale, lasciando il loro rapporto (ossia il reddito pro capite) sostanzialmente stabile. Questo parallelismo è stato interrotto solo dalla diffusione della Peste Nera fra il 1348 e il 1350, che ridusse di un terzo la popolazione europea, con un importante effetto indiretto: a fronte di una terra sempre abbondante, la forza lavoro diventò una risorsa scarsa. sviluppo di tecnologie (come l'uso di migliori aratri) che permettessero pratiche di coltivazione più intensiva e anche a opportunità di lavoro per le donne e dei bambini. Un'ulteriore conseguenza fu l'aumento dell'età a cui si sposavano le donne e quindi una diminuzione della natalità. subentra il fattore religioso descritto da Weber, al quale è possibile attribuire le differenze di sviluppo fra le varie regioni del continente, con il Centro e Nord Europa incamminato verso una rapida accumulazione di capitale economico e umano, e l'Europa meridionale e orientale, dove tassi di natalità e popolazione tornarono ai livelli precedenti all'epidemia in tempi relativamente brevi. |
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