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LA NOTTE DEI CRISTALLI..

Post n°1578 pubblicato il 17 Marzo 2018 da blogtecaolivelli

 

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

 


The day after Kristallnacht.jpgVetrine di un negozio di proprietà di ebrei distrutte durante la notte dei cristalli


Con Notte dei cristalli (Reichskristallnacht o Kristallnacht, ma anche Reichspogromnacht o Novemberpogrom

 viene indicato ilpogrom condotto dai nazisti

 (SA) nella notte tra il 9 e 10 novembre1938 in

 GermaniaAustria e Cecoslovacchia.

Nei giorni tra il 7 e il 13 di novembre furono

distrutte o incendiate quasi tutte le sinagoghe,

i cimiteri e i luoghi di aggregazione della comunità

ebraica, migliaia di negozi e di case private.

Il numero delle vittime decedute in quei giorni

per assassinio o in conseguenza di maltrattamenti,

di atti terroristici o di disperazione, considerando

anche i suicidi, è di difficile determinazione ed è stato

stimato essere tra i 1 300 e i 1 500.

Circa 30 000 ebrei furono deportati nei campi di

concentramentodi DachauBuchenwald e 

Sachsenhausen Relativamente al campo di

Dachau, nel giro di due settimane vennero

internati oltre 13 000 ebrei; quasi tutti furono

liberati nei mesi successivi (anche se oltre 700

persero la vita nel campo), ma solo dopo esser

stati privati della maggior parte dei loro beni.

La polizia ricevette l'ordine di non intervenire e

i vigili del fuoco badavano soltanto che il fuoco

non attaccasse anche altri edifici. Tra le poche

eccezioni ci fu l'agente Wilhelm Krützfeld che

impedì che il fuoco radesse al suolo la Nuova

Sinagoga di Berlino, e che per la sua azione

venne sanzionato internamente. Nessuno tra i

vandali, assassini e incendiari venne processato.

[secondo la documentazione storica di Hilberg alcuni

processi ci furono: mentre è vero che i burocrati

nazisti pilotarono il tutto per non processare soprattutto

i responsabili del Partito, quelli verso i quattro nazisti

violentatori sessuali di donne ebree ci furono, questi

vennero prima espulsi dal Partito e poi processati

da tribunali regolari]

L'origine della definizione "notte dei cristalli", più

correttamente "Notte dei cristalli del Reich" è una

locuzione di scherno che richiama le vetrine distrutte,

fatta circolare da parte nazionalsocialista e diffusa

poi anche nella storiografia comune. Dello stesso

atteggiamento di beffa nei confronti dei cittadini

classificati "ebrei" fa parte anche l'obbligo imposto

alle comunità ebraiche di rimborsare il controvalore

economico dei danni arrecati.

Il 7 novembre 1938 presso l'ambasciata tedesca

di Parigi, il diciassettenne Herschel Grünspan 

(o Grynszpan) sparò, ferendo gravemente il

diplomatico tedesco Ernst Eduard vom Rath.

Il movente comunemente accettato furono le

sofferenze imposte ai genitori di Grünspan

nel loro esilio forzato dalla Germania alla 

Polonia nel 1938e che vom Rath fu "scelto"

casualmente per la vendetta.

Nel 2001, è stata avanzata l'ipotesi (a opera

dello storico tedesco Hans-Jürgen Döscher) che

Grünspan e vom Rath avessero una relazione 

omosessuale e che quindi l'omicidio avvenisse

per motivi passionali. Comunque sia stato, due

giorni dopo vom Rath morì a causa delle gravi ferite.

Dal 7 al 9 di novembre

Gli assalti e atti di violenza nei confronti di persone

di religione ebraica, le loro abitazioni ed edifici di culto

come "rappresaglia" per l'attentato di Parigi non

cominciarono però il 9 novembre. Già a partire dal 7

novembre ci furono pogrom in molte località delle aree

(Gau) Kurhessen e Magdeburg-Anhalt. Gli esecutori

erano appartenenti alle SA e SS che però agirono

vestiti in borghese.

La sera del 7 novembre furono danneggiate la 

sinagoga e altri edifici di persone di religione ebraica

Kassel e nei dintorni.

La sera dell'8 novembre fu data alle fiamme la

sinagoga di Bad Hersfeld. Nei pressi di Fulda e

di Melsungenfurono danneggiate sinagoghe e

abitazioni. Nel corso della nottata vi furono ripetuti

maltrattamenti di persone di religione ebraica fino

a giungere alla prima vittima nella località di Felsberg (Assia).

Nel pomeriggio del 9 novembre iniziarono i pogrom

Dessau, la sinagoga e l'edificio della comunità

ebraica furono incendiati. Alle 19 iniziarono

i danneggiamenti anche a Chemnitz.

La notte fra il 9 e il 10 novembre 1938

Il 9 novembre ebbe luogo l'annuale incontro di

Hitler e altri funzionari di partito con i reduci a 

Monaco di Bavieraper l'anniversario del (fallito) 

putsch di Monaco del 9 novembre 1923. Verso

le ore 22 il Ministro della Propaganda Joseph Goebbels

 tenne un discorso molto acceso nel quale incolpava

"gli ebrei" della morte di von Rath. Goebbels si riferì

ai pogrom dei giorni precedenti e fece l'osservazione

che il partito non organizzava azioni antisemite ma,

laddove fossero accadute, non le avrebbe ostacolate.

Gauleiter e Comandanti delle SA presenti

interpretarono questa frase come un invito all'azione.

Dopo il discorso di Goebbels telefonarono ai loro comandi

locali che a loro volta passarono gli ordini alle squadre.

Dopodiché membri delle SA in borghese entrarono in

azioneAlcune centinaia di sinagoghe vennero danneggiate

e molte furono incendiate. Migliaia di appartamenti e

negozi furono distrutti e saccheggiati. Le persone che

vi si trovavano furono seviziate e ci furono casi di stupro.

Nel corso dei pogrom vi furono circa 400 vittime,

ufficialmente 91 secondo una lettera di Heydrich a

Göring dell'11novembre 1938.

10 novembre 1937. I pogrom continuarono fino alla

mattina del 10 novembre e in alcune zone rurali

si protrassero fino nel pomeriggio. A partire dal 10

novembre e nei giorni seguenti circa 30 000 uomini

di religione ebraica furono arrestati dalla Gestapo

 e dalle SS e deportati nei campi di concentramento

di BuchenwaldDachau eSachsenhausen. La maggior

parte di loro fu rilasciata solo quando si "dichiararono"

disposti all'esilio. Parecchie centinaia persero la vita

durante la detenzione.Dai pogrom di novembre

all'olocausto                          

I pogrom del novembre 1938 non rappresentarono

assolutamente l'inizio della persecuzione ai danni

delle persone di religione ebraica, in quanto già poco

dopo la presa di potere vi fu un invito al boicottaggio

(aprile1933) e nel 1935 vi furono le leggi razziali di

Norimberga.

Conseguenze dei pogrom

Già pochi giorni dopo i pogrom, tra i massimi dirigenti

del partito si diffuse l'opinione che essi erano stati

una sorta di passo falso.

La violenza applicata venne ritenuta eccessiva da

molti funzionari.I saccheggi compiuti ottenendo

vantaggi personali crearono alcuni problemi al

partito e, all'interno del partito, vi furono forti

critiche per la "distruzione di beni patrimoniali

priva di senso ai fini economici".

La risonanza all'estero fu ampia, gli Stati Uniti

 richiamarono l'ambasciatore affinché riferisse

sull'accaduto

Da parte della popolazione ci fu una partecipazione

nulla o minima ai pogrom - a parte alcuni curiosi o

isolati casi di saccheggio. La versione fornita dalla

propaganda nazionalsocialista "di una sollevazione

popolare spontanea contro gli ebrei" non fu considerata

realistica dalla popolazione.

Ci furono rari e isolati casi di protesta contro i pogrom.

L'opinione interna al partito che i pogrom fossero

poco utili nel contesto dell'indiscusso obiettivo di

rendere la Germania "judenfrei" cioè libera da persone

di religione ebraica è rilevante per due motivi:

  • Molti alti funzionari di partito dopo il 9 novembre
  • presero le distanze dalla pianificazione e esecuzioni
  •  dei pogrom e il ruolo del "capro espiatorio" cadde
  •  completamente sul ministro della propaganda 
  • Joseph Goebbels, un comportamento che proseguì
  •  fin dopo il 1945.
Recenti ricerche mettono in dubbio la tesi di

Goebbels come unico responsabile. Fino ad

oggi non è chiaro in quale misura Hitler stesso

fosse coinvolto nella pianificazione dei pogrom.

Può essere considerato probabile che Hitler e

altri alti funzionari come Hermann Göring e

 Heinrich Himmler sapessero già a partire dal

7 novembre dei pogrom pianificati per il 9 novembre

ed è possibile che fossero coinvolti in modo attivo

nella pianificazione. Insieme a Himmler anche la

partecipazione delle SS nella preparazione ed

esecuzione dei pogrom probabilmente fu maggiore

di quanto ritennero gli storici dell'immediato dopoguerra.
  • I pogrom del novembre 1938 furono un caso unico in
  •  Germania. Negli anni di attuazione della soluzione finale
  •  ne vennero organizzati altri dai nazisti e i loro alleati
  •  (anche di più sanguinosi, come il Pogrom di Leopoli 
  • e il Pogrom di Jedwabne in Polonia, o il Pogrom di Iași
  •  in Romania). Essi tuttavia furono limitati ai paesi 
  • dell'Europa dell'est occupata dove i sentimenti 
  • antisemiti erano più radicati tra le popolazioni locali 
  • e comunque solo come forma iniziale di intimidazione 
  • e terrore, che "giustificasse" l'istituzione di ghetti.
  •  Al posto dei progrom, le autorità naziste preferirono
  •  
  • seguire una linea diversa, che desse al genocidio uno 
  • svolgimento più ordinato ed efficace e garantisse uno
  •  sfruttamento più razionale delle proprietà delle vittime
  •  (vestiti, case, gioielli, ecc.), che non era loro interesse
  •  andassero distrutti o dispersi in disordini incontrollati.
  •  La popolazione di "razza" ebraica fu discriminata e
  •  umiliata pubblicamente e segregata dalla popolazione
  •  "ariana" con leggi e regolamenti, e i loro beni 
  • sistematicamente confiscati, mentre le uccisioni 
  • (specie di anziani, donne e bambini) furono limitati
  •  il più possibile all'interno dei Lager, dei ghetti o dei
  •  campi di sterminio, o compiuti in luoghi isolati, 
  • lontani da occhi indiscreti.

La conferenza del 12 novembre 1938 e sue conseguenze

Il 12 novembre 1938 vi fu una conferenza

presieduta da Hermann Göring con oltre 100

partecipanti che si proponeva di coordinare il

prosieguo delle politiche statali nei confronti della

popolazione di religione ebraica.

Le conseguenze furono molte disposizioni che

provocarono l'allontanamento sistematico dalla

vita economica e culturale tedesca di tutti gli ebrei.

Le aziende di proprietà di ebrei furono chiuse e

molti furono espropriati o costretti a vendere le

loro proprietà. Furono esclusi dalla partecipazione

a eventi pubblici, dalla frequenza di scuole e scuole

superiori e dall'assistenza pubblica. Tutte queste

misure erano mirate a mettere in difficoltà gli ebrei e

costringerli all'emigrazione. Con lo scoppio della 

seconda guerra mondiale le repressioni aumentarono:

restituzione della patente di guida e dei veicoli, esilio

forzato, orari fissi per fare la spesa, coprifuoco,

sequestro di biciclette, apparecchi elettrici e abiti

di lana, divieto di utilizzo dei mezzi di trasporto pubblici,

di entrare in ospedali, divieto di uso del telefono,

d'acquisto dei giornali, libri, fiori e alcuni alimenti, ecc

Come identificazione pubblica vi fu, a partire dal 1º

settembre 1941, la stella ebraica.

Le misure di oppressione culminarono nella

ghettizzazione sistematica, nella deportazione e infine

nell'Olocausto.

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