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Post n°1988 pubblicato il 28 Febbraio 2019 da blogtecaolivelli

fonte: Le Scienze

Cresce l'interesse per la carne coltivata in laboratorio

Negli ultimi anni, diverse aziende hanno investito

decine di milioni di dollari nello sviluppo della

cosiddetta "carne pulita", come è spesso chiamata l

a carne ottenuta in laboratorio a causa del suo

carattere ecologico ed etico.

Tuttavia, malgrado l'aumento di interesse, ci sono

ancora vari ostacoli tecnici, dovuti in parte alla

carenza di ricerche scientifiche non coperte dal

segreto commercialedi Elie Dolgin / Nature

alimentazionebiologiatecnologia

Gli investimenti privati nella carne prodotta in

laboratorio sono in forte crescita, e le aziende

inseguono la promessa di polpette, bistecche

e hamburger coltivati in vitro invece che ottenuti

da bestiame d'allevamento.

Negli ultimi due anni, le start-up per la "carne pulita"

hanno rastrellato decine di milioni di dollari da

miliardari come Bill Gates e Richard Branson, e

dai giganti dell'agricoltura Cargill e Tyson.

Ma i finanziamenti alla ricerca accademica sulla

carne prodotta in laboratorio sono rimasti indietro,

e alcuni ricercatori dicono che è assolutamente

necessaria.

Nonostante il boom dell'interesse commerciale per lo

sviluppo di una carne ecologica ed eticamente corretta,

i critici sostengono che l'industria non possiede

gran parte delle competenze scientifiche e ingegneristiche

necessarie per portare la carne prodotta in laboratorio

alle masse. Inoltre, i progressi compiuti dalle aziende

commerciali sono spesso protetti dal segreto commerciale.

"Ci sono molti ostacoli tecnici da superare",

dice Paul Mozdziak, un biologo esperto in strutture

muscolari della North Carolina State University a Raleigh,

che studia la carne di pollo e tacchino prodotta in

laboratorio.

Le sfide includono lo sviluppo di linee cellulari migliori

e di mezzi nutritivi per alimentarle, di materiali

"da impalcatura" che aiutino a trasformare le cellule

coltivate in tessuto, e una piattaforma per i bioreattori

necessari alla produzione di carne su larga scala.

In questo campo, la ricerca open-source ha avuto una

spinta il 6 febbraio, quando il Good Food Institute (GFI)

- un think-tank di Washington DC che promuove

alternative alla carne convenzionale - ha annunciato

i vincitori del suo primo programma di sovvenzioni.

I 14 progetti vincitori si divideranno 3 milioni di dollari:

6 di essi sono dedicati allo sviluppo della carne di l

aboratorio e 8 che si concentrano sulle proteine vegetali.

Ogni gruppo riceverà fino a 250.000 dollari in due anni.

"A quanto ne so, è il più maggiore contributo alla

ricerca sull'agricoltura cellulare", dice Kate Krueger,

direttrice della ricerca alla New Harvest,

un'organizzazione no-profit di New York City che nell'ultimo

decennio ha contribuito con quasi un milione di dollari

agli studi accademici sulla ricerca sulle carni pulite.


Distribuire i finanziamenti
Un settore in cui il denaro potrebbe fare la differenza

è lo sviluppo di linee cellulari pubblicamente disponibili

derivate dai muscoli di mucche, maiali, pesci e altri

comuni animali da alimentazione.

Senza quelle cellule, i ricercatori devono ottenere

tessuti freschi dai macelli o condurre i loro esperimenti

con cellule di topo. Il Norwegian Center for Stem Cell

Research di Oslo prevede di usare una sovvenzione

del GFI per aiutare a costruire il suo Frozen Farmyard,

un deposito di linee cellulari di rilevanza agricola.

Altri ricercatori vogliono applicare quanto appreso in

decenni di ricerca nel campo della medicina rigenerativa.

Amy Rowat, biofisica all'Università della California a Los

Angeles, che normalmente studia la biomeccanica delle

cellule tumorali, sta cercando di progettare impalcature

su cui possano crescere combinazioni di diversi tipi di

cellule bovine allo scopo di permettere la marmorizzazione

del grasso nelle bistecche coltivate in laboratorio.

Cresce l'interesse per la carne coltivata in laboratorio

AGF"Si tratta degli stessi principi di base

dell'ingegneria tissutale", dice Andrew Stout,

un membro della New Harvest e specializzando

alla Tufts University a Medford, in Massachusetts.

"Ma dobbiamo iniziare a pensare ai vincoli di

progettazione da una prospettiva alimentare e

di sostenibilità".

Gli imprenditori del settore, da parte loro, dicono

che sperano di vedere un maggior numero di

scienziati dedicarsi a queste ricerche.

L'industria ha bisogno di "approcci innovativi alla

produzione biologica ad alto rendimento di carne

a base di cellule", dice Nicholas Genovese, direttore

scientifico della Memphis Meats a Berkeley.

"La ricerca accademica può svolgere un ruolo

significativo e duraturo nell'accelerare il cammino

verso il mercato".

Dov'è il manzo?
Le ricerche per la coltivazione di carne in provetta

risalgono a decenni fa. Negli anni novanta, il ricercatore

e imprenditore olandese Willem van Eelen raccolse

fondi per la ricerca da investitori privati, ottenendo 

il primo brevetto per una carne pulita.

In seguito convinse il governo olandese a concedere

2 milioni di euro a un consorzio di scienziati interessati

a portare avanti il lavoro.

Questo portò Mark Post, un biologo vascolare

dell'Università di Maastricht, a presentare al mondo

nel 2013 il primo hamburger coltivato in laboratorio,

al costo di 250.000 euro.

Ma i finanziamenti pubblici per il progetto non arrivarono

perché i legislatori olandesi diedero la priorità alla ricerca

di fonti proteiche vegetali più economiche, come le farine

di fagioli e le proteine dei piselli, dice Post, che da allora

ha fondato a Maastricht l'azienda di tecnologia

alimentare Mosa Meat.

E a parte alcune occasionali sovvenzioni pilota, come

quella della NASA alla fine degli anni novanta per lo

sviluppo di carne di pesce in vitro, poche agenzie

governative hanno investito cifre significative in

questa ricerca, in gran parte - dicono gli esperti -

perché è rischiosa, complessa e interdisciplinare.

Negli Stati Uniti, il National Institutes of Health

finanzia la maggior parte delle ricerche sull'ingegneria

tissutale, ma si concentra sulle applicazioni biomediche;

il Dipartimento dell'agricoltura finanzia la maggior parte

degli studi di scienza alimentare, ma spende poco

per la carne coltivata in laboratorio.

"E' una terra di mezzo", dice Amit Gefen, bioingegnere

all'Università di Tel Aviv, in Israele, che sta cercando

di coltivare carne di pollo su impalcature create

spogliando la polpa di mela delle sue cellule.

In alcuni paesi, le opportunità di finanziamento

stanno lentamente cominciando a spuntare.

L'Israel Innovation Authority finanzia la start-up Aleph Farms,

il cui lavoro si basa sulla ricerca dell'ingegnere

biomedico Shulamit Levenberg al Technion-Israel

Institute of Technology ad Haifa. L'IIA sta mettendo

a disposizione più di 100 milioni di shekel

(27,7 milioni di dollari) in otto anni per creare un

incubatore tecnologico alimentare che concorra a

sostenere molti altri spin-off universitari di questo tipo.


Non così di base
Gli investimenti privati nel settore delle carni

pulite hanno già ridotto i costi di produzione.

Post dice di poter produrre un hamburger da

140 grammi per 500 euro. Secondo Levenberg

la sua azienda può coltivare una piccola bistecca

per circa 50 dollari.

E in vista della prevedibile ulteriore discesa dei

prezzi, alcuni scienziati contestano che la ricerca

di base nella coltivazione della carne  sia carente.

"Stiamo prendendo una cosa che funziona con

gli esseri umani e con i topi e la trasferiamo

nelle cellule bovine", dice Yaakov Nahmias,

ingegnere biomedico all'Università ebraica di

Gerusalemme, e amministratore delegato della

Future Meat Technologies, una start-up israeliana.

"Non sono così sicuro che stiamo ancora parlando

di scienze di base."

Ma, come per qualsiasi prodotto di prima

generazione, c'è spazio per miglioramenti, dice Ido

Savir, amministratore delegato della SuperMeat

a Rehovot, Israele. Le prime carni coltivate in laboratorio

saranno più simili a quelle che si trovano nei fast food

che nell'alta cucina, osserva Ido Savir.

Quel primo gruppo aiuterà a "gettare le basi per una

nuova industria", ma quello che serve, dice Savir, è

"creare un nuovo campo scientifico".

--------------------------
(L'originale di questo articolo è stato pubblicato su

"Nature" il 6 febbraio 2019. Traduzione ed editing a

cura di Le Scienze. Riproduzione autorizzata, tutti

i diritti riservati.)

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