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Un antico Hashtag.

Post n°2270 pubblicato il 29 Giugno 2019 da blogtecaolivelli

Fonte: Le Scienze

13 settembre 2018

Somiglia a un hashtag il più antico disegno di Homo sapiens

Somiglia a un hashtag il più antico disegno di Homo sapiens

Scoperto nella Grotta di Blombos, in Sudafrica, risale a

73.000 anni fa: si tratta di uno schema grafico di linee

ottenute con uno strumento di ocra su una superficie di pietra.

Il ritrovamento dimostra che il disegno faceva parte del

repertorio comportamentale delle popolazioni di Homo

sapiens che abitavano in Africa in un'epoca molto antecedente

a quella stimata sulla base di analoghi manufatti in altre parti

del mondo.

arteantropologiaarcheologia

La grotta di Blombos, lungo la costa meridionale del Sudafrica,

a est di Cape-Town, è un sito archeologico che ha restituito

alcune delle più antiche prove di un'attività culturale degli

esseri umani moderni.

Lì sono infatti stati scoperti collane di conchiglie, ossa e

utensili in pietra incisi inequivocabilmente con intenzione

decorativa e datati tra 70.000 e 100.000 anni fa, vale a dire

a un periodo che precede di alcune decine di migliaia di anni

i manufatti dello stesso tipo prodotti dagli esseri umani in

qualsiasi altra parte del mondo.

Ma quello scoperto da Christopher Henshilwood e colleghi

descritto sulle pagine di "Nature" è destinato a essere ricordato

come il pezzo più significativo: è infatti il primo disegno

noto della preistoria, realizzato applicando un pigmento

su una superficie, e graficamente ricorda molto il simbolo

"#" dell'attuale hashtag usato sui social network.

Somiglia a un hashtag il più antico disegno di Homo sapiens

Il frammento di silcrete con il motivo grafico segnato

con l'ocra scoperto nella grotta di Blombos

Si tratta di un frammento roccioso di silcrete nero, una

concrezione di sabbia e ghiaia, cementata da silice disciolta

e poi indurita. Sulla superficie levigata di questo frammento

c'è un motivo grafico in rosso, intenzionalmente tracciato

secondo uno schema sei per tre di linee incrociate.

La brusca interruzione delle linee sul bordo del frammento

suggerisce che lo schema originariamente copriva una

superficie più ampia e forse era nella sua interezza era

anche più complesso. 

Le analisi chimiche e microscopiche confermano che le

linee sono composte da una polvere ricca di ematite,

comunemente chiamata ocra.

Grazie a una serie di simulazioni condotte in laboratorio,

Henshilwood e colleghi sono risaliti anche al probabile

strumento usato per l'incisione: si tratta di un attrezzo

ocra con una punta di circa 1-3 millimetri di larghezza.

Che l'antico artista abbia scelto di usare con ocra rossa

non è una sorpresa per i ricercatori.

Il minerale, in gran parte costituito da ossido di ferro, è

stato usato come pigmento da tempo immemorabile.

Ed è fuori di dubbio che i primi abitanti moderni della

Grotta di Blombos e altri siti vicini lo conoscessero:

sono numerosi i reperti di ocra incisi scoperti nella

zona e risalenti fino a 100.000 anni fa.

Fondamentale infine la datazione del disegno di Blombos:

le tecniche utilizzate dagli autori dello studio indicano

che risale a circa 73.000 anni fa.

Disegni figurativi e astratti sono stati scoperti in numerosi

siti archeologici ma, le precedenti documentazioni

preistoriche di tecniche di disegno riguardano siti molto

più recenti, come la grotta di Chauvet, in Francia,

considerato il più antico esempio di arte preistorica del

mondo, quella di El Castillo, in Spagna, quella di Apollo

11, in Namibia, e infine in quella di Maros, in Indonesia.

Il nuovo reperto della grotta di Blombos dimostra

dunque che il disegno faceva parte del repertorio

comportamentale delle popolazioni di Homo sapiens 

che abitavano in Africa circa 73.000 anni fa.

E dimostra anche la loro capacità di applicare disegni

su differenti supporti usando tecniche diverse. 

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