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Homo di Denisova

Post n°2275 pubblicato il 04 Luglio 2019 da blogtecaolivelli

Fonte: Internet

Homo di Denisova

.

Ingresso della grotta luogo di ritrovamento

dei resti dell'Homo di Denisova

L'Homo di Denisova o donna X è il nome dato

ad un ominide i cui scarsi resti sono stati ritrovati

nei Monti Altaj in Siberia.

La scoperta è stata annunciata nel marzo 2010,

quando al termine della completa analisi del DNA

mitocondriale (mtDNA) è stato ipotizzato che

possa trattarsi di una nuova specie.

Questo esemplare di ominide è vissuto in un

periodo compreso tra 70.000 e 40.000 anni fa 

in aree popolate principalmente da sapiens e in

parte da neanderthal; ciononostante, la sua

origine e la sua migrazione apparirebbero distinte

da quelle delle altre due specie, e il mtDNA del 

Denisovarisulterebbe differente dai mtDNA di H.

neanderthalensis e H. sapiens

L'uomo di Denisova è strettamente imparentato

con l'uomo di Neanderthal: le due specie si

sarebbero separate circa 300.000 anni or sono.

Scoperta

Un team di scienziati dell'Istituto Max Planck 

di antropologia di Lipsia guidati da Svante Pääbo

 sequenziò il DNA mitocondriale (che si eredita

solo per linea materna), estratto dal frammento

osseo di un dito mignolo di un giovane individuo

di età stimata tra i 5 e i 7 anni e di sesso incerto

nonostante gli fosse stato attribuito il soprannome

di donna X.

Il reperto venne alla luce nel 2008 nelle grotte di

 Denisova sui Monti Altaj in Siberia.

Nello stesso strato di terreno apparvero piccoli oggetti

lavorati riconducibili all'Homo di Denisova.

L'analisi del mtDNA ha inoltre suggerito che

questa nuova specie di ominidi sia il risultato di

una migrazione precoce dall'Africa, distinta dalla

successiva migrazione dall'Africa associata a

uomini di Neanderthal e umani moderni, ma

anche distinta dal precedente esodo africano

di Homo erectus.Pääbo ha rilevato l'esistenza

di questo ramo lontano che crea un quadro

molto più complesso del genere umano durante

il tardo Pleistocene.

Nel 2010, un secondo documento del gruppo

di Svante Pääbo ha riferito di una prima scoperta

del 2000, di un terzo molare superiore di un

giovane adulto, risalente a circa lo stesso periodo

(il dito era nel livello 11 della sequenza della grotta,

il dente nel livello 11.1).

Il dente differiva in diversi aspetti da quelli di

Neanderthal pur avendo caratteristiche arcaiche,

simili ai denti dell'Homo erectus.

Il gruppo eseguì nuovamente l'analisi del DNA

mitocondriale sul dente e rilevò che la sequenza

era diversa, ma simile a quella dell'osso del dito,

indicando un tempo di divergenza di circa 7500

anni, e suggerendo che appartenesse ad un

individuo differente della stessa popolazione.

Nel 2011 un osso del dito di un piede è stato

scoperto nello strato 11 della grotta, quindi

contemporaneo all'osso del dito della mano.

La caratterizzazione preliminare del DNA

mitocondriale del midollo suggerisce che appartenesse

ad un uomo di Neanderthal e non ad un Denisovano.

La grotta Altaj contiene anche reperti ossei e strumenti

di pietra fatti da esseri umani moderni e Pääbo ha

commentato: "L'unico posto in cui siamo sicuri che

tutte e tre le forme umane hanno vissuto anche se

in diversi periodi temporali, è qui nella grotta Denisova".

Ibridazione con Homo sapiens

Studi genetici indicano che approssimativamente il

4% del DNA dell'Homo sapiens non africano è lo

stesso trovato nell'Homo neanderthalensis suggerendo

una origine comune.I test che mettano in comparazione

il genoma dell'Homo di Denisova con quello di 6 differenti 

Homo sapiens come un ǃKung dal Sudafrica, un

nigeriano, un francese, un Papua della Nuova

Guinea, un abitante dell'isola di Bougainville e

uno della stirpe Han, dimostrano che dal 4 al

6% del genoma deimelanesiani (rappresentato

dagli uomini dell'isola di Bougainville), derivano

dalla popolazione di Denisova.

Questi geni sono stati verosimilmente introdotti

durante la prima migrazione umana degli antenati

dei melanesiani nel sud-est asiatico.

Quindi, concludendo, è verosimile ipotizzare

un'ibridazione tra Homo di Denisova e Homo sapiens,

che ha interessato le popolazioni del sud-est asiatico

antico e quelle, loro dirette discendenti, australiane.

L'apporto genetico denisoviano alle altre popolazioni

asiatiche è limitato e, come in quelle europee e

amerindie, deriva in buona parte dall'ibridazione,

avvenuta in precedenza, con i Neanderthal (che

a loro volta si erano ibridati con i Denisova).

Nel 2019, un team internazionale di ricercatori,

dopo aver analizzato il genoma completo di 161

persone provenienti da 14 gruppi differenti in

Indonesia e Papua Nuova Guinea, suggerisce

l'ipotesi che un gruppo di denisoviani si sia ibridato

tardivamente con le popolazioni locali diHomo sapiens

 circa 15.000 anni fa. Come affermato nello studio gli

abitanti della Papua Nuova Guinea recano infatti

tracce nel dna di due popolazioni denisoviane

differenti, denominate D1 e D2, e divergenti tra

loro di circa 283.000 anni.

Mentre la seconda tipologia è molto più diffusa,

la prima è identificabile unicamente negli abitanti

dell'isola.

Non tutto il mondo accademico tuttavia si è detto

convinto delle conclusioni della ricerca.

Un altro scenario ipotizzato prevede un primo incontro

tra umani moderni e denisoviani.

Dopo un'ibridazione iniziale, il gruppo si sarebbe

separato portando con sé due differenti "set" di geni

denisoviani.

Infine, le due popolazioni sarebbero venute nuovamente

a contatto, incrociando nuovamente il dna.

Aspetto fisico

Data l'estrema limitatezza dei reperti, ben poco si sa

sulle caratteristiche fisiche di questi individui.

Il sequenziamento del genoma estratto dalla falange

ritrovata nel 2008 a Denisova (Siberia meridionale) ha

permesso di definire che il soggetto esaminato, una

femmina, avesse carnagione scura con occhi e capelli

castani.

Dalle ultime analisi del mtDNA e del DNA nucleare risulta

che l'Uomo di Denisova si sarebbe separato dal comune

antenato di Neanderthal e uomo moderno circa 1.000.000

di anni fa e che in seguito si sarebbe incrociato con

l'Homo sapiensprogenitore dei moderni abitanti della

Papua Nuova Guinea, con i quali condivide il 4-6%

del genoma; provando così (come già con l'uomo di

Neanderthal) l'Ipotesi multiregionale di interscambio

genetico tra antichi e moderni Homo sapiens

Analisi del DNA mitocondriale

Il DNA mitocondriale (mtDNA) proveniente dall'osso

del dito è diverso da quello degli esseri umani moderni

per 385 basi (nucleotidi), su un totale di circa 16.500

basi presenti in un lfilamento del DNA mitocondriale,

mentre la differenza tra gli esseri umani moderni ed i

Neanderthal è di circa 202 basi.

Considerando che la differenza tra scimpanzé e gli esseri

umani moderni è di circa 1.462 paia di basi del DNA

mitoconpdriale ciò suggerisce un tempo di divergenza

di circa un milione di anni.

L'mtDNA di un dente aveva una somiglianza elevata con

quella dell'osso del dito, indicando che entrambi

appartenevano alla stessa popolazione.

È stata recuperata una sequenza di mtDNA su un secondo

dente che ha mostrato un numero inaspettatamente

elevato di differenze genetiche rispetto a quella riscontrata

nell'altro dente e nel dito, suggerendo un elevato

grado di diversità mtDNA.

Questi due individui, rinvenuti nella stessa grotta,

hanno mostrato una diversità tra loro maggiore di

quella rilevata campionando gli uomini di Neanderthal

di tutta l'Eurasia.

Un tasso di diversità paragonabile a quello che

distingue gli esseri umani moderni provenienti da

diversi continenti

Analisi del DNA nucleare

Nello stesso studio del 2010, gli autori hanno

effettuato l'isolamento e il sequenziamento del

DNA nucleare dell'osso del dito del Denisova.

Questo esemplare ha mostrato un insolito grado

di conservazione del DNA e un basso livello di

contaminazione.

Sono stati in grado di raggiungere quasi il completo

sequenziamento genomico, consentendo un confronto

dettagliato con i Neanderthal e gli umani moderni.

Da questa analisi hanno concluso, nonostante l

'apparente divergenza della loro sequenza mitocondriale,

che gli uomini di Denisova e i Neanderthal hanno

condiviso un ramo comune ancestrale che porta

ai moderni esseri umani africani.

Il tempo medio stimato di divergenza tra le sequenze

dei denisoviani e dei Neanderthal è di circa 640 000

anni fa, mentre il tempo di divergenza tra le sequenze

di ciascuno di essi e le sequenze degli africani moderni

è di 804 000 anni fa.

Ciò suggerisce che la divergenza dei risultati mitocondriali

del Denisova derivi o dalla persistenza di un lignaggio

epurato dagli altri rami attraverso deriva genetica

oppure da un'introgressione di un lignaggio di un ominide

più arcaico.

Nel 2013, la sequenza di mtDNA prelevata dal femore di

un Homo heidelbergensis di 400.000 anni fa proveniente

dalla Grota Sima in Spagna è risultata essere simile a

quella di Denisova.

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