blogtecaolivelli
blog informazione e cultura della biblioteca Olivelli
TAG
TAG
« Ancora sui buchi neri | La rinascita del tempo » |
Post n°2529 pubblicato il 02 Marzo 2020 da blogtecaolivelli
La relatività generale supera un'altra prova Nuovo test superato per Einstein: il redshift - cioè lo spostamento verso il rosso - gravita- zionale della luce di una stella che orbita intorno al buco nero supermassiccio al centro della Via Lattea è quello previsto dalla sua teoria Cento anni e gode ancora di ottima salute. La teoria generale della relatività di Einstein, pubblicata nel 1916, è stata verificata sperimental- mente con grande successo nel corso dei decenni, e non accenna a vacillare. sulla rivista "Science" da Tuan Do, dell'Università della California a Los Angels (UCLA) e colleghi di un'ampia collaborazione internazionale, l'ha messa a dura prova grazie all'osservazione di una stella che orbita intorno al buco nero supermassiccio che si trova al centro della Via Lattea. E' lì infatti che si può osservare all'opera l'intera- zione fondamentale tra luce e forza gravitazionale, una delle previsioni più originali e inattese della teoria della relatività. Nella sua formulazione generale, la teoria non è altro che una formulazione moderna di quella della gravitazionale universale. Essa prevede che le tre dimensioni spaziali e la dimensione temporale formino un continuo quadri- dimensionale, lo spazio-tempo, che viene deformato, o meglio curvato, dalle masse propor- zionalmente alla loro entità. Questa curvatura, a sua volta, influenza i corpi dotati di massa, facendoli attrarre tra di loro. peculiare è il redshift - cioè lo spostamento verso il rosso - gravitazionale. Questo è un allungamento della lunghezza d'onda della radiazione, che così appare spostata verso la parte rossa dello spettro, quando è emessa da una sorgente posta in un campo gravitazionale molto intenso e osservata da un punto in cui il campo è meno intenso. L'effetto si combina con un altro contributo all'effetto Doppler, dovuto al rapido movimento orbitale della stella. Un secolo di relatività... sperimentale!di Emiliano Ricci L'effetto è particolarmente evidente nel caso della stella S0-2, che orbita, con un periodo di 16 anni circa, intorno al buco nero super- massiccio - dotato di una massa di circa quattro milioni di volte quella del Sole - che si trova al centro della nostra galassia. Usando agli strumenti dell'Osservatorio Keck, nelle Hawaii, Do e colleghi hanno raccolto lo spettro della radiazione emessa da S0-2, map- pando il suo moto orbitale in tre dimensioni e con una precisione senza precedenti e combi- nando i dati ottenuti con quelli raccolti negli ultimi 24 anni di osservazioni. Conclusione: il redshift presente nei dati spet- trografici è compatibile con le previsioni della relatività generale. "Stiamo imparando come funziona la gravità: è una delle quattro forze fondamentali e quella che abbiamo testato meno", ha commen- tato Andrea Ghez, professore di fisica e astronomia dell'UCLA e coautore dello studio. "Ci sono molte regioni in cui non ci siamo ancora chiesti: 'Come funziona la gravità qui?'". I dati in realtà erano già disponibili l'anno scorso, ma gli autori hanno controllato con cura la loro analisi. "È facile essere troppo sicuri di sé e ci sono molti modi per interpretare erroneamente i dati, molti modi in cui piccoli errori possono accumularsi in errori significativi, motivo per cui non abbiamo affrettato la nostra analisi", ha aggiunto Ghez. "I risultati hanno un profondo impatto sulla nostra comprensione dell'esistenza dei buchi neri supermassicci e dell'astrofisica dei buchi neri". |
https://blog.libero.it/blogtecaolivelli/trackback.php?msg=14817602
I blog che hanno inviato un Trackback a questo messaggio:
AREA PERSONALE
MENU
CHI PUÒ SCRIVERE SUL BLOG
I messaggi e i commenti sono moderati dall'autore del blog, verranno verificati e pubblicati a sua discrezione.