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L'inquinamento elettromagnetico

Post n°2805 pubblicato il 22 Aprile 2020 da blogtecaolivelli

Fonte: Wikipedia

I soggetti portatori di pacemaker dovrebbero rispettare

una distanza maggiore di 1 metro fra il telefono e il

dispositivo medico, poiché le onde E.M. prodotte potreb-

bero generare problemi di 

compatibilità elettromagnetica ovvero creare dei falsi

impulsi nei circuiti da scoordinare il ritmo cardiaco prodotto

con genesi di aritmie.

Esistono studi che documentano svariati effetti dei campi

elettromagnetici sulla salute umana.

I limiti imposti dall'ente americano tengono finora esclusiva-

mente in considerazione gli effetti termici, di riscaldamento

cutaneo causato dalle microonde.

Le radiazioni di microonde causano almeno due meccanismi

che sono alla base dello sviluppo di un cancro: micronuclei

e shock termico delle proteine.

Shock termico delle proteine: Quando avviene il surriscalda-

mento di punti nei tessuti umani, il corpo produce proteine

per far fronte allo shock termico nel tentativo di proteggere

e riparare le cellule surriscaldate.

Queste proteine proteggono anche le cellule cancerose

rendendole resistenti alle terapie. In molti tumori il numero

di queste proteine risulta altissimo.

Formazione di micronuclei: I micronuclei sono filamenti

spezzati del DNA e indicano che le cellule non sono più in

grado di ripararsi correttamente.

Gli studi condotti dall'industria delle telecomunicazioni

confermano che le radiazioni dei cellulari producono

micronuclei nelle cellule ematiche umane a livelli ben più

bassi rispetto a quelli previsti dalle normative in materia

di esposizione del governo statunitense.

Tutti i tumori sono causati da un danno genetico e la

presenza di micronuclei nelle cellule è il primo segnale

d'allarme del cancro.

I medici che curavano le vittime del disastro di Černobyl' 

del 1986 usavano l'esame dei micronuclei per determinare

l'estensione del danno causato dalle radiazioni.

A proposito, David de Pomerai, tossicologo molecolare

britannico, ha confermato che le cellule con danni genetici

non risanati possono diventare cancerogene in maniera

molto più aggressiva.

Il ricercatore britannico Alisdair Phillips ha effettuato un'analisi

più quantitativa che dà un'idea di questo aumento di

aggressività delle cellule cancerogene con danni genetici,

ed ha scoperto che pochi minuti di esposizione a radiazioni

simili a quelle emesse dei cellulari possono trasformare un

cancro attivo al 5% in uno attivo al 95%, il tutto durante

l'esposizione e per un po' di tempo dopo.

Sommando i risultati di questi studi, alcune ore di esposizione

a microonde molto basse rispetto ai limiti di legge attuali

causerebbero un forte aumento dell'attività delle cellule

tumorali, e danni genetici a queste non più sanabili, e trasmessi

alle generazioni di cellule successive. Infatti, nel 2004, una

serie di studi commissionati dall'Unione Europea ha

confermato che i danni causati dalle onde emesse dai

cellulari vengono trasmessi alla generazione successiva

di cellule.

Effetti sulla tiroide: le radiazioni di microonde producono

sul cervello effetti quali il rallentamento o l'arresto della

produzione da parte della ghiandola pituitaria, detta anche

ipofisi, dell'ormone stimolante tiroideo (TSH), determinando

così una drastica riduzione degli ormoni tiroidei T4 e T3

Differenza fra radiazioni ionizzanti e radiazioni non ionizzanti:

spesso viene operata una distinzione fra gli effetti di queste

due categorie.

Gli effetti dei cellulari sarebbero più contenuti, dipendendo

da radiazioni non ionizzanti.

Riguardo agli effetti delle radiazioni ionizzanti c'è un sostanziale

accordo (un esempio di studio documentato, dell'Accademia

Nazionale delle Scienze, il quale ha confermato che anche

dosi molto basse di radiazioni ionizzanti, dai raggi X ai raggi

gamma, nel corso di tutta la vita, causano il cancro).

Permeabilità della barriera emato-encefalica: svariati studi

effettuati su animali hanno dimostrato che i c.e.m. usati

nella telefonia mobile provocano la distruzione della barriera

emato-encefalica, provocando massicci danni al cervello

degli animali nonostante la potenza impiegata per generare

questo effetto sia molto più bassa di quella oggi considerata

come sicura per l'uomo dalle autorità sanitarie. 

Qualora questi danni vengano confermati nell'uomo, non è

da escludere un massiccio aumento delle malattie neurode-

generative come Alzheimer in persone di mezza età le quali

abbiano usato telefoni cellulari per alcuni decenni.

Effetti maggiori nei bambini.

Gli effetti delle radiazioni elettromagnetiche sono più gravi

se si accumulano nel tempo, ma esistono delle età più

sensibili di altre.

In altre parole, avere un'esposizione dai 30 ai 40 anni, ha

un effetto minore di una subita dai 20 ai 30 anni, sebbene

la durata sia la stessa.

I bambini assorbono molte più radiazioni degli adulti.

La distruzione fin dalla giovane età di cellule neuronali annulla

una "riserva cerebrale" che nella vecchiaia potrebbe

compensare la morte di neuroni causata dalla

 malattia di Alzheimer o da altre malattie degenerative.

Se il cervello ha un eccesso di neuroni utilizzati poco o

nulla, questi possono tornare utili per sostituire quelli morti

a causa di malattia della tarda età.

I ricercatori dell'Università dello Utah hanno scoperto che

il cervello di un bambino di 5 anni assorbe una quantità di

radiazioni quattro volte maggiore rispetto al cervello di un

adulto, e il fluido oculare di un bambino di 5 anni assorbe

una quantità di radiazioni oltre 10 volte maggiore

rispetto all'occhio di un adulto.

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