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L a gestione dei rifiuti oggi.

Post n°2826 pubblicato il 27 Aprile 2020 da blogtecaolivelli

Fonte: articolo riportato dall'Internet

Ormai da diverso tempo la città di Palermo vive una situazione

difficile per quanto riguardo il sistema di gestione dei rifiuti.

Il Comune del capoluogo siciliano e la RAP, azienda di raccolta e

igiene ambientale, con notevoli sforzi stanno cercando di aumentare

la percentuale di raccolta differenziata (ancora sotto il 20%),

combattendo contro lo scarso senso civico di molti cittadini e l'eredità

di una pessima gestione del servizio da parte delle amministrazioni

passate.

Una città dunque lontana dagli standard europei dove però, come nel più

classico dei contrasti siciliani, batte un cuore "green".

Il riciclo parte dal centro storico

Nel dedalo di viuzze del centro storico esiste infatti un mosaico composto

da piccoli negozi e laboratori artigianali che promuovono il riuso ed

il riciclo di oggetti e materiali.

Una città nella città, questa volta molto più vicina ad altri contesti

virtuosi del nostro Paese, dove le politiche del riciclo, del riutilizzo e

della prevenzione suggerite dalla direttiva europea 2008/98 trovano

spontanea applicazione.

Legno, vele, cestelli per lavatrice, caffettiere, pneumatici, vinili, polistirolo,

plastica: dalle mani di questi artigiani del riciclo tutto torna a nuova vita.

Materiali ed oggetti sono spesso merce di scambio tra i laboratori, mentre

in molti casi sono i cittadini stessi a rifornire le botteghe.

È il caso di Moon It's (che foneticamente ricorda la parola "munnizza" =

immondizia in siciliano), laboratorio in Via Alloro gestito da Fabrizio D'Ancona

e William Giocoso, dove i contenitori per uova e vecchi vasi di terracotta

portati dai clienti si fanno lampade, mentre le candele usate vengono sciolte

per crearne di nuove. A breve distanza l'Officina dei Giusti di Gwena Cipolla

 recupera tessuti in cuoio e jeans usati per abbellire lavorazioni in ceramica,

ma il vero pezzo forte del laboratorio è "la lampadrice": una lampada

realizzata con i cestelli delle lavatrici.

In Piazza Aragona, piccolo vero e proprio "green district", si trova la 

Piccola Fabbrica di Ilaria Sposito, un laboratorio dove le vele di optimist,

laser e barche d'altura, diventano astucci, borse, sedute e marsupi colorati;

stessa sorte per i ritagli in pvc. «Le vele dismesse arrivano dalla Toscana

e dalla Liguria- spiega Ilaria -.

La maggior parte sono regalate; per le velerie infatti i costi di smaltimento

del materiale inutilizzabile sono molto alti».

Dalle barche alle automibili, basta andare dai dirimpettai del laboratorio

 Ciatu di Elena Gambino e Fabrizio Lisciandrello per vedere tornare a

nuova vita pneumatici, camere d'aria e cinture di sicurezza sotto forma

di zaini, gioielli e marsupi.

La sinergia dei lab creativi

Un orgasmo di creatività che coinvolge anche il laboratorio Azyzo di

Giada Giametta e Giovanni Casu, dove le confezioni dei formaggini si

trasformano in incredibili scatole portaoggetti, le cialde del caffè in

originali ciondoli, mentre la pallina del deodorante roll-on 

(si, avete capito bene) diventa un comodo portachiavi.

C'è poi chi ha lavorato anche sul concetto di prevenzione del rifiuto,

fattore che sta molto a cuore alla Comunità Europea: presso il Clab Arte

 i pennelli di Maria Diliberto trasformano tagli, strappi e macchie di

borse rovinate in splendide opere pittoriche.

A breve distanza da Piazza Pretoria, Basura (che in spagnolo significa

"immondizia") di Valeria Leonardi è il luogo dove strappare gli oggetti

alla via certa dello smaltimento: vecchie caffettiere bruciate, lampade,

RAEE e dischi, rinascono dopo un meticoloso restauro o una originale

trasformazione.

C'è poi chi sta lavorando per creare a Palermo un vero e proprio punto

di riferimento del riuso: è il caso di Madlab, di Antonella Cataldo.

B&b e laboratorio creativo, a Madlab tutto è riutilizzato o riciclato,

persino gli arredi.

I turisti dunque possono così dormire tra abat-jour create con vecchie

tastiere di pc e portapenne realizzati con i floppy disc.

Ma non solo: la presenza del laboratorio permette anche dei piccoli

momenti di mini-workshop del riuso. 

«Chiediamo al visitatore di venire con una vecchia camicia -  spiega

Antonella Cataldo -. Se è estate, per esempio, questa può facilmente

diventare una borsa da mare pronta all'uso ed è il turista stesso a

lavorare i material».
E i residui di lavorazione? I laboratori riescono a minimizzare o persino

azzerare gli scarti di produzione mettendo in moto un vero e proprio

scambio di sfridi e scarti; così piccoli pezzi di cuoio diventano intarsi

per qualcuno o pezzi di legno e polistirolo espositori per qualcun altro.

Tutti i laboratori appartengono alla rete Alab, l'Associazione Liberi

Artisti ed Artigiani di Palermo, un gruppo di persone che senza clamori

sta promuovendo l'arte e l'artigianato, riqualificando il centro storico

del capoluogo siciliano secondo i più alti standard di sostenibilità.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
RIPRODUZIONE CONSENTITA CON LINK A ORIGINALE E

CITAZIONE FONTE: RIVISTANATURA.COM 

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