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Misure anti-Covid19.

Post n°2980 pubblicato il 28 Maggio 2020 da blogtecaolivelli

Fonte: articolo riportato dall'Internet

Rischi post-quarantena: dove e come

è più facile infettarsi.

Con la riapertura di varie attività, si cerca di

prepararsi a quella che l'OMS definisce "nuova

normalità": ecco quali sono i rischi e dove siamo

più esposti al virus.

Goccioline con coronavirus...Il SARS-CoV-2 si diffonde e si trasmette principalmente

per via aerea, a cavallo delle goccioline del nostro respiro. 

| INGO BARTUSSEK | SHUTTERSTOCK  

«Sembra che in molti stiano tirando un sospiro di sollievo,

e non riesco a capire bene il perché...», esordisce così Erin

Bromage, biologo della University of Massachusetts a Dartmouth,

 nell'articolo pubblicato sul suo blog dove spiega in modo chiaro

quali sono i rischi dell'allentamento delle misure restrittive

adottate per contenere la pandemia da CoViD-19.

«Comprendo le ragioni economiche dietro la riapertura», spiega

Bromage: «ma se non risolviamo l'aspetto biologico,

l'economia non migliorerà.»

 

Secondo le stime degli esperti, affinché il contagio avvenga è

necessario entrare in contatto con almeno un migliaio di

particelle virali (o virioni) di SARS-CoV-2.

Con questo dato (non ancora confermato sperimentalmente,

ma utile per dimostrare in che modo avviene l'infezione) è

possibile capire quanto il virus rilasciato nell'ambiente sia

pericoloso e quali siano i luoghi dove il rischio di contagio

è più alto.

RESPIRARE. 

Un respiro rilascia tra le 50 e le 5.000 goccioline (o droplets),

che viaggiano lente nell'aria e cadono al suolo rapidamente:

al contrario di quanto avviene con uno starnuto o un colpo

di tosse, quando vengono espulse grandi quantità di particelle

virali, la carica virale che emettiamo respirando è minima.

Per venire contagiati dovremmo rimanere chiusi in uno stesso,

piccolo ambiente in cui si trova un soggetto infetto che non

tossisce, starnutisce né parla per almeno 50 minuti.

Sapendo che il contagio avviene quando si entra in contatto con

un migliaio di virioni, considerato che, respirando dal naso, si

emettono circa 20 virioni al minuto, basta dunque fare 1.000/20

per capire in quanto tempo può avvenire il contagio.

Si tratta di una estrapolazione, naturalmente, come gli altri

esempi in questa pagina: nulla è per davvero così matematica-

mente certo, ma tanto basta (o dovrebbe bastare) per non fidarsi

di chi dice che "la covid è ormai dietro le spalle", perché non è vero.

PARLARE. Rispetto al solo respirare, parlare aumenta l'esalazione

di goccioline e virioni di dieci volte: immaginando di essere esposti

senza alcuna protezione, basterebbero cinque minuti per

essere contagiati (perché 1000 virioni necessari al contagio /

200 virioni al minuto = 5 minuti).

TOSSIRE E STARNUTIRE. 

Con un colpo di tosse si possono rilasciare circa 3.000 goccioline

 che viaggiano a 80 km/ora.

La maggior parte di queste goccioline sono grandi e cadono in fretta

a causa della gravità, ma altre rimangono in sospensione nell'aria e

possono essere trasportate lontano.

Uno starnuto, invece, rilascia circa 30.000 goccioline che percorrono

molti metri a 320 km orari: è un aereosol di particelle anche molto

piccole e che possono arrivare lontano.

Se il soggetto è infetto può arrivare a seminare in giro, con ogni

starnuto, anche 200 miliardi di particelle virali.

 

IL RUOLO DEGLI ASINTOMATICI.

 Almeno il 44% dei contagi avviene tramite soggetti asintomatici o

presintomatici; è possibile diffondere il SARS-CoV-2 anche cinque

giorni prima del manifestarsi dei primi sintomi.

Le quantità di coronavirus rilasciate nell'ambiente cambiano durante

il corso dell'infezione e variano da persona a persona.

La maggiore carica virale viene rilasciata nell'ambiente poco prima

dell'inizio dei sintomi: secondo i dati, il 20% degli infetti è responsabile

del 99% della carica virale che potrebbe potenzialmente essere

rilasciata nell'ambiente.

I LUOGHI PIÙ A RISCHIO. 

Quello che è importante capire, ora che i nostri tragitti non saranno

più casa-supermercato-casa, è dove siamo più esposti al virus.

Tenendo sempre ben presente che stare in ambienti chiusi a lungo

aumenta il rischio contagio, ecco quali sono i luoghi più a rischio.

RISTORANTI. 

Con la riapertura di ristoranti e bar, dopo lo stop forzato, si impone

la questione della sicurezza sanitaria in queste tipologie di locali,

sicurezza reale e sicurezza percepita.

Nel suo articolo Erin Bromage cita un esempio di "catena di contagi"

di cui si è parlato molto anche in Italia, quando 

un articolo pubblicato sul sito dei CDC statunitensi denunciò come in

un ristorante di Guangzhou, in Cina, un singolo asintomatico 

avesse contagiato ben nove persone, sedute a tavoli diversi.

Il virus sarebbe stato trasportato da un tavolo all'altro a cavallo

del flusso di aria condizionata: sebbene il meccanismo ipotizzato per

il contagio sia stato messo in dubbio e contestato da molti esperti,

anche in Italia, gli ambienti della ristorazione restano sorvegliati

speciali, oggetto di misure preventive per la sicurezza che certamente

impediranno a molti locali di riaprire. 

UFFICI. Un altro esempio viene da un call center in Corea del Sud,

dove un unico soggetto affetto da CoViD-19 ha contagiato in

una settimana 94 colleghi che lavoravano con lui sullo stesso

piano dell'edificio.

«Questo caso ci fa capire che stare in spazi chiusi, condividendo la

stessa aria per un lungo periodo di tempo, aumenta la probabilità

di venire esposti al virus e contrarlo», afferma Bromage.

CORI. Una situazione a cui difficilmente si pensa è quella dei cori:

l'esempio viene ancora una volta dagli Stati Uniti, dallo Stato di

Washington, dove un coro locale è diventato il primo focolaio della

contea di Skagit.

Nonostante i 60 coristi abbiano osservato tutte lemisure (pulizia delle

mani con disinfettanti, niente contatti, rispetto delle distanze...), non

è bastato: due ore e mezza chiusi nello stesso ambiente, seppure

ampio quanto un campo da pallavolo, cantando (espirando cioè a forza

e a lungo), hanno fatto sì che 45 persone venissero contagiate.

Erin Bromage conclude il suo post con un monito importante, che

riprendiamo e facciamo nostro: 

fate la vostra parte: indossate la mascherina per ridurre la diffusione

di goccioline nell'ambiente, ricordate sempre di lavarvi le mani e non

toccatevi la faccia!

16 MAGGIO 2020 | CHIARA GUZZONATO

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