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Post n°3118 pubblicato il 18 Giugno 2020 da blogtecaolivelli

Fonte: articolo riortato dall'Internet

A caccia con arco e frecce in Europa già 40.000 anni fa

di Folco Claudi

Ricostruzione di un cacciatore dell'Uluzziano mentre usa arco

e freccia (S. Ricci) Una nuova analisi delle pietre scheggiate

scoperte nella Grotta del Cavallo, in Puglia, indica che probabilmente

sono punte di frecce, retrodatando quindi l'introduzione di armi da

lancio in Europa da parte degli esseri umani

Gli esseri umani vissuti in Europa tra 45.000 e 40.000 anni fa circa

cacciavano già con archi e frecce.

Lo rivela uno studio effettuati sui reperti della Grotta del Cavallo,

un importante sito archeologico sulla costa del Salento, da una collaborazione

italo-giapponese, di cui fanno parte l'Università di Siena e l'Università di

Bologna.

Si tratta di un'importante scoperta sulla tecnologia avanzata della cultura

Uluzziana, probabilmente la più antica di Homo sapiens in Europa, che

completa il quadro delle ipotesi sulla colonizzazione del continente da

parte dei nostri antenati e sull'estinzione dell'uomo di Neanderthal.

La ricerca si è concentrata su reperti già noti, 146 piccole lame in pietra

scheggiata a forma di mezzaluna, di cui era ancora sconosciuto l'utilizzo.

"In questo studio abbiamo associato alla solita analisi tipologica di queste

semilune un'analisi tecnico-funzionale dell'usura e delle fratture che

ricorrono frequentemente in questa particolare tipologia di strumento litico", 

ha spiegato a "Le Scienze" Stefano Benazzi, paleoantropologo dell'Università

di Bologna e coautore dell'articolo pubblicato su "Nature Ecology & Evolution".

"I nostri colleghi giapponesi hanno effettuato prove sperimentali, riproducendo

le semilune con lo stesso materiale e montandole su frecce o sui cosiddetti

propulsori, aste che servivano sostanzialmente a prolungare il braccio e a

lanciare così i proiettili con più forza", ha sottolineato il ricercatore.

Le semilune realizzate ex-novo sono poi state lanciate contro pelli animali, in

modo da simulare gli impatti tipici della caccia.

"il risultato è che i segni e le fratture da impatto sono molto simili a quelle

riscontrate nei reperti della Grotta del Cavallo", ha aggiunto Benazzi.

"La difficoltà a quel punto era capire se la tecnologia usata fosse effettivamente

quella del propulsore o dell'arco e della freccia: noi propendiamo per questa

seconda ipotesi, ma non possiamo escludere completamente il propulsore".

Punta a mezzaluna con frattura da impatto scoperta nella Grotta del Cavallo

(K. Sano)
Complessivamente, i dati retrodatano di 20.000-25.000 anni l'introduzione

di armi da lancio basate su dispositivi meccanici in Europa.

L'efficienza nella caccia derivata da questa innovazione ha probabilmente

dato a H. sapiens un vantaggio enorme, permettendogli di soppiantare 

H. neanderthalensis, con il quale aveva convissuto nelle stesse regioni europee

per circa 5000 anni.

 "C'è un grande dibattito su chi sia l'artefice dell'Uluzziano: nel 2011 il mio

gruppo ha pubblicato un articolo in cui si dimostra che resti umani associati a

questa cultura sono di H. sapiens, ma a livello internazionale qualcuno critica

questa conclusione", ha sottolineato Benazzi.

"Ora la scoperta di una tecnologia così innovativa, che sappiamo essere presente

in Africa già 15.000-20.000 anni prima, va a sostegno dell'ipotesi che si sia

verificata un'ondata di colonizzazione di H. sapiens arrivati in Europa dal continente

africano con una tecnologia sofisticata".

Lo sguardo a questo punto non può che ampliarsi a tutto il continente europeo.

"Un dato importante, evidenziato anche nell'articolo, è che altri contesti in Europa,

definiti di transizione tra i Neanderthal e H. sapiens, mostrano strumenti litici molto

simili", ha concluso Benazzi.

"Speriamo che dopo il nostro lavoro, i colleghi all'estero guardino con occhi

diversi gli strumenti litici che hanno a disposizione".

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