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Post n°3277 pubblicato il 06 Ottobre 2020 da blogtecaolivelli
Fonte: articolo riportato dall'Internet Ragnarǫk Francobollo commemorativo delle Isole Fær Øer: Vǫluspá - Intro to Ragnarok, Anker Eli Petersen, 24 febbraio 2003 Ragnarǫk (in islandese moderno anche Ragnarök e Ragnarøkkr)[1] indica, nella mitologia norrena, la battaglia finale tra le potenze della luce e dell'ordine e quelle delle tenebre e del caos, in seguito alla quale l'intero mondo verrà distrutto e quindi rigenerato. Significato del termine e fonti scritte Il nome è composto da ragna, il genitivo plurale di regin (dèi-poteri organizzati), e il plurale neutro rǫk (fato-destino-meraviglie; genitivo: raka), poi confuso con røkkr (crepuscolo). Il termine probabilmente più antico è ragnarǫk, che significa "fato degli dèi".Ragnarøkkr significa invece crepuscolo degli dèi, ed è quest'ultima la denominazione più celebre dei Ragnarǫk, grazie anche all'opera di Richard Wagner Gli storici hanno corretto quest'ultima traduzione; in particolare il francese Claude Lecouteux, ha sostenuto che il significato originario sia "giudizio delle potenze". I Ragnarǫk (la parola è plurale) ci sono noti principalmente da tre fonti:
Svolgimento dei Ragnarǫk
Francobollo commemorativo delleIsole Fær Øer: Vǫluspá - The Death of Odin, Anker Eli Petersen, 24 febbraio2003 Le fonti sui Ragnarǫk, come quasi tutte quelle sulla mitologia norrena, sono frammentarie, confuse, contraddittorie, ricche di riferimenti criptici e spesso quasi incomprensibili nella loro laconicità. I Ragnarǫk verranno preceduti dal Fimbulvetr, un inverno della durata di tre stagioni senza l'estate in mezzo, dopo ci saranno altri tre inverni nell'arco di grandi battaglie in tutto il mondo. Spariranno quindi Sól (il Sole) e Máni (la Luna): i due lupi (Skǫll e Hati) che, nel corso del tempo, perennemente inseguivano i due astri finalmente li raggiungeranno, divorandoli, privando il mondo della luce naturale. Anche le stelle si spegneranno. Yggdrasill, l'albero cosmico, si scuoterà, e tutti i confini saranno sciolti: terremoti, alluvioni e catastrofi naturali. Le creature del caos attaccheranno il mondo: Fenrir il lupo verrà liberato dalla sua catena, mentre il Miðgarðsormr emergerà dalle profondità delle acque. La naveNaglfar leverà le ancore per trasportare le potenze della distruzione alla battaglia guidate da Hel. Al timone ci sarà il dio Loki. I misteriosi Múspellsmegir cavalcheranno su Bifrǫst, il ponte dell'arcobaleno, facendolo crollare. Heimdallr, il bianco dio guardiano, soffierà nel suo corno, ilGjallarhorn, per chiamare allo scontro finale Odino, le altre divinità, e i guerrieri delValhalla (gli Einherjar). Nel grande combattimento finale, che avverrà nella pianura di Vígríðr, ogni divinità si scontrerà con la propria nemesi, in una distruzione reciproca. Il lupo Fenrir divorerà Odino, che quindi sarà vendicato da suo figlio Viðarr. Týr e il cane infernale Garmr si uccideranno a vicenda. Surtr abbatterà Freyr, mentre Thor morirà dopo aver ucciso Jǫrmungand, esalando l'ultimo respiro per i veleni di quest'ultimo. L'ultimo duello sarà tra Heimdallr e Loki, che si uccideranno a vicenda, quindi il gigante del fuoco Surtr, proveniente daMúspellsheimr, darà fuoco al mondo con la sua spada fiammeggiante. Di seguito, dalle ceneri, il mondo risorgerà. I figli di Odino, Viðarr e Váli, e i figli di Thor, Móði e Magni, erediteranno i poteri dei padri. Baldr, il dio della speranza con sua moglie Nanna e Hǫðr suo fratello, torneranno da Hel, il regno della morte. Troveranno, nell'erba dei nuovi prati, le pedine degli scacchi con cui giocavano gli dei scomparsi. La stirpe umana verrà rigenerata da una nuova coppia originaria, Líf e Lífþrasir, sopravvissuti nascondendosi nel bosco di Hoddmímir o nel frassino Yggdrasill a seconda dei culti. La rinascita del mondo è tuttavia adombrata dal volo, alto nel cielo, di Níðhǫggr, la serpe di Niðafjoll, misteriosa creatura tra le cui piume porterà dei cadaveri. Il portale nord della stavkirke di Urnes (XI secolo): I serpenti e i draghi attorcigliati rappresentano la fine del mondo secondo la leggenda nordica dei Ragnarök. Interpretazioni dei Ragnarǫk L'assenza di paralleli corrispettivi escatologici nelle altre mitologie europee, cioè la mancanza di narrazioni sulla fine del mondo, ad esempio, in ambiente greco o romano, ha portato diversi studiosi a ipotizzare influssi più o meno decisi, nei Ragnarǫk, dell'immaginario cristiano, in particolare dall'Apocalisse di Giovanni. L'ipotesi sarebbe corroborata dal fatto che la mitologia norrena sia stata codificata quasi interamente in seguito all'arrivo del Cristianesimo nell'Europa settentrionale. Priva di riscontri oggettivi, la tesi è congetturale. Da parte sua, Georges Dumézil, studioso francese dei miti, ha messo in luce le forti somiglianze tra i Ragnarǫk e, nella mitologia hindu, la battaglia tra Pāndava eKaurava, così com'è narrata nel Mahābhārata. Così come il Ragnarǫk sarebbe posto nel futuro, l'analoga battaglia epocale del Mahābhārata si trova nel passato. È forse dunque possibile come corrispettivo dei Ragnarǫk in area mediterranea lagigantomachia o la titanomachia, che vedono contrapposti gli dei olimpici guidati dal loro re, Zeus, contro creature deformi e caotiche. |
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