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Post n°3301 pubblicato il 07 Novembre 2020 da blogtecaolivelli
Puntata 3 (parte 2) Alcuni uomini di Fontamara si fanno comprare dell'Impresario per lavorare la terra del Fucino, un altro manipolo di uomini della milizia di Avezzano si reca verso Fontamara, con il compiuto di vendicare l'offesa di Berardo. Alcuni uomini trovano donna Elvira e la violentano. Anche Berardo e i suoi compagni sono arrestati, condotti nella chiesa, e processati dai militi, nella famosa scena, tratta anche dal romanzo, del "chi evviva?". I Fontamaresi sono troppo ignoranti per comprendere di onorare il Duce, e lodano varie cose, venendo schedati come deficienti, sovversivi, insolenti, sino a che non giunge a Berardo; in quel momento delle donne urlano che delle ragazze sono state violentate e scoppia una scaramuccia, gli uomini ricacciano la milizia fuori dal paese, e Berardo soccorre e consola la povera Elvira. Berardo viene riconvocato ancora ad Avezzano per volere di don Circostanza, che dichiara di farlo partire per Roma, con la promessa di un lavoro. In realtà sarà un modo per allontanarlo dalla Marsica, affinché con le sue idee sovversive, non possa aizzare i fontamaresi contro la città. Il sacrestano, uomo mite e tranquillo, non riesce più a sopportare la condizione misera generale del suo paese, anche perché suo figlio giovane decide di abbandonare Fontamara insieme a Berardo e quella notte decide di farla finita impiccandosi alla campana maggiore. Berardo e il ragazzo giungono a Roma, commentando come nella città ci sia così lusso sfrenato, iniziando dalle fontane monumentali, mentre loro a Fontamara non possono avere nemmeno il torrente. Il giorno seguente si reca all'ufficio di collocamento con la raccomandata di don Circostanza, che lo indirizza all'ufficio dell'Aquila, senza che Berardo lo sappia perché non sa leggere. Viene deriso e deve tornare alla pensione dove alloggia sconsolato. Puntata 4 Maria Rosa sente di aver commesso un grande peccato, stando con Berardo, e decide di compiere un pellegrinaggio di penitenza. Per Berardo giungono brutte notizie, dall'avvocato che li ospita a Roma, giunge il certificato redatto qualche settimana prima dalla milizia venuta a Fontamara, che notifica la "condotta pessima dal punto di vista Nazionale", ossia che con tale fedina penale non potrà mai avere un lavoro. Il giorno seguente viene avvicinato da un ragazzo, che perla di un "solito sconosciuto" che aizza la popolazione contro il regime fascista, e pensa possa essere proprio Berardo. Sopraggiunge la milizia che arresta tutti e tre. Mentre Elvira e Maria Rosa raggiungono l'eremo di montagna e iniziano l'adorazione, Berardo si trova in carcere, e riflette sulle condizioni di differenza tra libertà di stampa, cittadini e cafoni di paese, dicendo di voler soltanto giustizia per i popolani di poter lavorare liberamente la terra senza problemi, rifiutando gli ideali di comunismo, degli interessi della collettività, e dell'orgoglio dell'amor patrio. Alla fine però Berardo si convince, volendo trovare riscatto e pace con sé stesso, e quando viene interrogato dal questore, sostiene di essere lui il "solito sconosciuto" che pubblica tra Roma e Abruzzo dei pamphlet contro il Duce, che incitano alla rivolta popolare, per questo viene picchiato selvaggiamente e torturato per avere altre confessioni più specifiche, tuttavia non avranno niente, in quanto Berardo non sa nulla di questo figuro. In Fontamara nel frattempo, all'osteria la gente propone di fondare, con la collaborazione di un anziano tipografo, un "Quotidiano dei Cafoni" per far sentire la loro voce sui vari soprusi da parte della città. Dopo altre torture subite, Berardo diventa famoso tra i circol i sovversivi comunisti, e il giornale Che fare? pubblica in prima pagina il suo nome, incitando alla lotta, che da una parte affranca lo stesso Berardo, dall'altra convince ancora di più il questore della pericolosità e sovversivismo dello stesso. Poche ore dopo, Berardo morirà per le ferite interne delle percosse subite, alla questura comunicano di diffondere la notizia che il carcerato si è ucciso per la sua causa contro il regime, lo stesso ragazzo fontamarese suo amico, è costretto a scrivere il comunicato notarile, e promette di non dire mai la verità una volta tornato in Abruzzo Riconoscimenti Nomination Migliore attore protagonista a Michele Placido Nomination Migliore scenografia a Luigi Scaccianoce Nomination Migliori costumi a Luciano Calosso Migliore attrice non protagonista a Ida Di Benedetto Nomination Regista del miglior film a Carlo Lizzani Nomination Migliore attore protagonista a
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