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Messaggi del 06/09/2017
Post n°1436 pubblicato il 06 Settembre 2017 da blogtecaolivelli
da Internet La Sabbia di Dubai è importata. Ma c'è un perché Per costruire la moderna cattedrale nel deserto serve più sabbia di quella necessaria e nel mondo aumenta il commercio illegale di materia prima L'espansione della città e il boom edilizio a Dubai stanno facendo emergere un problema sempre più critico: la mancanza di sabbia. Sembra incredibile ma anche nella città sorta nel mezzo del deserto arabico può venire a mancare questo elemento essenziale anche per igrattacieli più esclusivi. La sabbia fine, pulita e bianca che costituisce l'area desertica di Dubai con la costruzione di grattacieli ha iniziato a scarseggiare, ed è qui che si è presentata la necessità di reperire la sabbia altrove. Spesso si parla di erosione delle coste dovuta a fenomeni naturali, ma non è l'unico motivo per cui la sabbia sparisce dalle coste, sta crescendo a dismisura proprio il commercio illegale di sabbia. Pascal Peduzzi, direttore scientifico presso le Nazioni Unite, parla di questo e spiega alla BBC: "Ho lavorato per più di 20 anni nel settore ambientale, ma i furti di sabbia sono stati una sorpresa." C'è un Paese al mondo che negli ultimi anni è salito agli onori della cronaca per la perdita di ingenti quantità di sabbia, è la Giamaica. Qui sono state sottratte intere spiagge di sabbia candida, il più noto è l'episodio di Coral Spring, in cui ignoti criminali l'anno scorso hanno rubato da queste incantevoli coste centinaia di tonnellate di sabbia. |
Post n°1435 pubblicato il 06 Settembre 2017 da blogtecaolivelli
da Internet Elephant Rock: l'incredibile roccia a forma di elefante Elephant Rock è un'incredibile roccia a forma di elefante situata in una piccola isola in Islanda e nata dopo l'eruzione di un vulcano Fonte: iStock Si chiama Elephant Rock, l'incredibile roccia a forma di elefante situata sull'isola Heimaey, in Islanda. Ancora una volta la natura è in grado di sorprendere, regalandoci dei capolavori nati come per magia. In giro per il mondo esistono moltissime rocce con forme strane, realizzate grazie all'erosione del vento e dell'acqua. Fra queste quella dell'elefante sulle isole Tremiti, ma anche quella dell'orso in Sardegna e quella della tartaruga. Tra i tanti "pachidermi naturali", c'è Elephant Rock, situato in Islanda nell'isola più grande dell'arcipelago di Vestmannaeyjar. L'enorme scoglio sembra un gigantesco elefante. Dalle orecchie, alla proboscide, passando per le zampe e gli occhi: ogni dettaglio della struttura richiamala forma dell'animale. Secondo gli esperti la roccia è nata dopo l'eruzione del famoso vulcano Eldfell. La lava, dopo aver raggiunto l'acqua ghiacciata, si sarebbe solidificata, stratificandosi sino a originare la formazione rocciosa. Il vulcano Eldfell, conosciuto anche con il nome diMontagna di Fuoco, è celebre per le sue eruzioni violente e improvvise, che spesso vengono bloccate proprio dalle acque fredde dell'Islanda. La più famosa è quella del 1973, quando la terra iniziò a tremare e la lava arrivò sino al porto, distruggendo moltissime case. L'aspetto particolare di Elephant rock ha reso la roccia famosissima, tanto che ogni anno migliaia di turisti arrivano in questo luogo per fotografarla. Un vero affare per i 4mila abitanti dell'isola Heimaey, grande appena 13 chilometri quadrati e divenuta una meta turistica molto ambita. Anche in Italia esistono moltissime rocce con forme particolari che non hanno nulla da invidiare ad Elephant Rock. Fra queste il Pentedattilo in Calabria, che richiama una mano con cinque dita, ma anche il polpo a La Maddalena e la tartaruga a Porto San Paolo. La lista è decisamente lunga, le sculture sono veramente tante e le forme, con un po' di fantasia, possono diventare centinaia. |
Post n°1434 pubblicato il 06 Settembre 2017 da blogtecaolivelli
da Internet Salento, la magia dello scoglio a forma di delfino Nello splendido Salento esiste uno scoglio che ha una particolare forma di delfino: è situato al largo della acque di Santa Caterina di Nardò Fonte: Facebook - Autore Emiliano Peluso Ph Il Salento è una terra unica che non smette mai di stupire: sia in estate, sia nelle altre stagioni dell'anno, la sua storia, la cultura e i paesaggi incantano i visitatori. Poco tempo fa era uscita la notizia che parlava di unisolotto a forma di cuore situato al largo delle acque diPorto Cesareo, che aveva lasciato tutti a bocca aperta per il suo romanticismo. Ora invece è stato scoperto unoscoglio a forma di delfino nelle acque di Santa Caterina di Nardò, vicino al parco regionale di Porto Selvaggio. La magia del Salento vista attraverso i droni In entrambi i casi, sia per l'isola a forma di cuore sia per lo scoglio a forma di delfino, sono stati i droni a scattare le immagini che hanno permesso a tutta Italia di ammirare ancora una volta le meraviglie del Salento. Questa volta ad immortalare la particolare conformazione naturale è stato un fotografo originario diPorto Cesareo, di nome Emiliano Peluso, che con tanta pazienza ed esperienza nella guida dei droni, è stato in grado di scoprire questo angolo di Salento. Lui stesso ha affermato che i droni sono strumenti fantastici perché permettono di immortalare ciò che l'occhio umano prima non poteva vedere: il suo obiettivo ora è quello di fotografare le bellezze della sua terra. L'isola a forma di cuore era invece stata scoperta da Roberto Leone, un videomaker che stava realizzando un video per la realizzazione di un documentario sull'area protetta. Nel mondo sono numerose le isole che presentano una forma particolare, ad esempio ce ne sono circa 10 a forma di cuore, di cui alcune in Australia, un'altra alle Maldive, una alle Fiji e una in Venezuela. Sono stati scoperti anche numerosi scogli e rocce con forme zoomorfe: oltre a quello del Salento, ci sono la roccia a forma di orso in Sardegna, lo scoglio a forma di tartaruga a Napoli e di nuovo la roccia a forma di lingua di troll in Norvegia. L'Islanda è uno dei posti più indicati per trovareformazioni rocciose strane: d'altronde si sa che proprio questa isola del nord nasconde spettacoli naturali unici al mondo. |
Post n°1433 pubblicato il 06 Settembre 2017 da blogtecaolivelli
da Internet In Crimea, la laguna rossa è meravigliosa... ma solo da vedere Alla scoperta del Lago di Sivaš, una laguna rossa e maleodorante tra l'Ucraina e la Crimea Il Lago di Sivaš, o semplicemente Sivaš, ha un soprannome che racchiude la sua (seconda) principale caratteristica: Mare Marcio. Perché, se vederlo è uno spettacolo unico, annusarlo... non è piacevole! D'estate, infatti, con l'alzarsi delle temperature, le acque emanano un cattivo odore, a causa dell'elevata salinità e dell'alga che lo abita e che gli conferisce un'originale colorazione rossa. Più che di un mare o di un lago, in realtà, il Lago di Sivaš è un sistema di baie dall'estesa superficie, situato ad ovest del Mar d'Azov e chiamato a dividere la Crimea dall'Ucraina. La sua profondità è molto limitata (3 metrinel punto più profondo, 1 di media), ha un fondale ricoperto da uno spessissimo strato di sedimenti salini e carbonici e - soprattutto - vanta una colorazione magica, che va dal rosa chiaro fino al rosso vermiglio. Se un tempo l'Unione Sovietica lo utilizzava come salina, oggi è "solamente" uno spettacolo naturale, almeno da fotografare. L'alga Dunaliella che lo abita - e che è caratterizzata da meccanismi di difesa che le permettono di crescere in ambienti inospitali, protetta da radiazioni solari e dalla pressione osmotica - è la responsabile delle sue sfumature, e regala al luogo un'atmosfera magica. Con l'innalzarsi delle temperature, tuttavia, il Lago di Sivaš si trasforma in un luogo dalla puzza sgradevole: l'evaporazione delle acque sprigiona infatti un odore sulfureo, simile a quello dell'uovo andato a male. Che non mina, tuttavia, la bellezza del posto. Dove non solo si può vedere un'acqua dalla colorazione unica, ma anche ammirare i "funghi di sale", incrostazioni saline e a forma di fungo anch'esse dovuti all'evaporazione delle acque e alla salinità che, in alcuni punti del lago, raggiunge l'87%. Rendendolo di fatto del tutto inospitale. E, proprio il suo essere inospitale, ha conferito al Lago di Sivaš anche un significato storico. Più volte, infatti, ha fermato gli invasori della Crimea, costringendoli a spostare le battaglie sull'istmo di Perekop. Solo l'Armata Rossa è riuscita ad attraversalo, percorrendo il corridoio di Tschongar, che divide il Lago in due. Oggi, il sito è meta turistica e fa la gioia dei fotografi. Qui le sfumature rosse regalano alle immagini un'aura magica, facendo del Lago di Sivaš un luogo ad alto tasso di... instagrammate! |
Post n°1432 pubblicato il 06 Settembre 2017 da blogtecaolivelli
da Internet Nel deserto del Marocco come su Marte E' Mars2013 il progetto che ha portato gli astronauti in Marocco, dove c'è un terreno simile a quello del Pianeta Rosso
Esperti astronomi si troveranno il 25 e 26 maggio 2013 per valutare i dati raccolti durante un esperimento eccezionale. In Marocco, vicino a Erfoud nel deserto del Sahara, è stato condotta una simulazione diesplorazione spaziale. Alcuni astronauti, attrezzati come fossero davvero su Marte, hanno passeggiato ed eseguitoesperimenti scientifici su un terreno che ha delle grosse analogie con il suolo marziano. L'Austrian Space Forum insieme all'Ibn Battuta Center di Marrakesh hanno seguito il progetto che mette le premesse all'atterraggio dell'uomo su Marte, l'incontro che si terrà per valutare le molte informazioni raccolte serve anche per coordinare i ricercatori di varie discipline: ingegneri, astrobiologi, geologi e geofisici. La zona vicino a Erfoud, con una certa approssimazione, è considerata avere caratteristiche simili a Marte, per raggiungere gli obiettivi che si sono dati ia livello scientifico. Primo, studiare l'equipaggiamento e saperlo usare in simultanea; secondo, testare la strumentazionesul terreno per raccogliere dati scientifici utili a scoprire se c'è stata vita; terzo, studiare la zona desertica per le sue condizioni di vita estrema. |
Post n°1431 pubblicato il 06 Settembre 2017 da blogtecaolivelli
da Internet Cosa vedere a Tolone, la prima città della Costa Azzurra Itinerario alla scoperta di Tolone, non solo sede del porto militare francese ma centro turistico per arte e spiagge Tolone è la prima città a ovest della Costa Azzurra. Considerata uno dei gioielli del sud della Francia, fa parte della regione Provenza-Alpi-Costa Azzurra. Toulon, come è chiamata dai suoi abitanti, è una bellissima città che ha molto da offrire ai numerosi turisti che la scelgono come destinazione vacanziera. Antica città portuale, oggi a Tolone si trova il porto militare centrale della Marina francese dove staziona spesso la portaerei Charles de Gaulle. Visitando il Museo nazionale della Marina si ha la possibilità di scoprire la storia marittima locale degli ultimi 100 anni. Nel museo sono esposti gli antichi cimeli della marina militare e i modellini delle imbarcazioni storiche. Oltre alla marina, vale la pena visitare il grande porto di Tolone. Situato a sud della città storica, il porto è un centro commerciale e turistico che ospita da una parte le grandi navi mercantili e dall'altra le navi passeggeri. Da qui partono le numerose navi che raggiungono le città del Mediterraneo e i traghetti che permettono di arrivare inCorsica. Infine, una zona del porto è riservata alle imbarcazioni private, una passeggiata sul molo vi farà ammirare barche di ogni tipo, dai moderni e lussuosi yacht alle tradizionali e romantiche barche a vela. La città di Tolone vanta origini molto antiche: il nucleo originario è antecedente l'epoca dell'occupazione romana avvenuta verso la fine del II secolo a.C. Durante il Medioevo fu proprietà dei conti di Provenza e divenne territorio francese dal XV secolo. Tolone guadagnò presto un ruolo centrale tra i porti del Mediterraneo tanto da ridestare nel corso dei secoli gli interessi degli inglesi e dei Savoia. Qui Napoleone Bonaparte iniziò la sua carriera interrompendo l'assedio britannico alla città. Tolone è oggi una città viva e dinamica. Nel suo centro storico si trova la cattedrale Notre Dame de la Sède. Classificata nel 1997 come "monumento storico" della Francia, questa chiesa si caratterizza per i diversi stili che la contraddistinguono. Costruita nell'XI secolo, è infatti stata rimaneggiata fino al XVIII secolo e mantiene caratteristiche sia romaniche sia barocche. La torre campanaria, alta 36 metri, svetta a destra della facciata e risale al XVIII secolo. Percorrendo le vie del centro storico si incontra cours Lafayette, una delle strade più caratteristiche di Tolone, dove si tiene ogni giorno, ad eccezione del lunedì, il tipico mercato provenzale. A poca distanza c'è invece place de la Liberté, la piazza principale. Il centro è ricco di fontane che raccontano la storia della città: si dice che in tutta Tolone ce ne siano almeno duecento. Accanto a edifici storici e negozietti turistici, la città si evolve ed esprime se stessa nell'arte e nella musica. Nella zona nord di Tolone, situato in una piazza armoniosa, si trova il Teatro dell'Opera. Qui hanno sede alcuni importanti spettacoli, ma la città ospita di frequente festival di musica o di danza, oltre a collezioni d'arte temporanee che sono allestiste presso l'Hotel des Arts. In città si trovano svariati musei: oltre al già citato Museo nazionale della Marina, in occasione di una vacanza a Tolone potrete visitare il Museo delle belle arti, il Museo d'arte, il Museo di storia naturale e la Maison de la Photographie. Segnaliamo anche la Tour Royale, il forte del XVI secolo appartenuto alla Marina nazionale. Oggi è la sede del Festival de Musique de Toulon che si tiene in città tra giugno e luglio, ma se giungete a Tolone in un altro periodo non mancate di visitarlo! Il forte offre infatti ai suoi visitatori una magnifica vista sul mare. Le città della Costa Azzurra sono famose per il loro mare e Tolone non è da meno. Situata a sud del quartiere di Mourillon a est della città, la spiaggia si estende su un lungo tratto di costa. La sabbia f inissima la rende il luogo ideale per una pausa rilassante: qui potrete prendere il sole e fare delle tranquille nuotate. Se amate passeggiare la Promenade Henri Fabre è quello che fa per voi, se invece siete alla ricerca di un po' di svago lungo la costa è possibile giocare a pallavolo, minigolf e praticare diversi sport. Nei paraggi si trovano anche il Museo dell'arte asiatica, il Forte di Saint Louis e il porto militare di Tolone. Un punto di vista decisamente unico per osservare il golfo e la città di Tolone dall'alto è il Mont Faron. Gli amanti delle escursioni possono raggiungerlo a piedi o in bicicletta, ma è anche disponibile una teleferica che in pochi minuti permette a tutti di godere di una vista eccezionale. Sul monte si trovano inoltre un piccolo zoo e il museo commemorativo dello sbarco in Provenza. Il museo ricorda lo sbarco degli alleati avvenuto nella notte tra il 14 e il 15 agosto del 1944; nelle sale si possono osservare mappe storiche, fotografie e cimeli militari dei diversi contingenti che vi presero parte. Con la sua altezza di 584 metri, il Monte Faron non è una vera e propria vetta, ma si staglia a nord vegliando sulla città e donandole un doppio volto, marittimo e montano insieme. La ricchezza della tipica vegetazione mediterranea, l'insenatura che accoglie le acque azzurre del golfo e il Monte Faron che incornicia la città regalano a Tolone un'atmosfera unica e imperdibile. |
Post n°1430 pubblicato il 06 Settembre 2017 da blogtecaolivelli
da Internet Tour dell'isola di Gozo, dai templi megalitici ai fondali marini Destinazione Gozo, un'isola da sogno nel cuore del Mar Mediterraneo che attrae ogni anno tantissimi appassionati di snorkeling, storia e archeologia.e all'arcipelago maltese, nel cuore del Mar Mediterraneo. Con una superficie di soli 67 chilometri quadrati è la seconda per dimensione, preceduta dall'isola di Malta e seguita da Comino, che si estende per soli 3,5 chilometri quadrati. È possibile raggiungere Gozo con i traghetti che impiegano meno di mezz'ora per percorrere i 4 km che separano il porto di Mġarr dall'isola da Malta. Il tragitto è panoramico e vi permetterà di ammirare le bellezze di Gozo dal mare. Conosciuta in tutto il mondo per la bellezza dei suoi fondali marini, Gozo stupisce i visitatori con il suo patrimonio archeologico. L'isola di Gozo vanta una storia antichissima, come testimoniano le strutture megalitiche di Gġantija. Il complesso risale al 3500 a.C. e comprende più templi edificati in periodi diversi; in uno di questi fu trovato il bassorilievo del serpente conservato al Museo archeologico di Victoria, il capoluogo dell'isola di Gozo. I templi di Gigantia furono riconosciuti patrimonio dell'umanità dall'Unesco nel 1980, il riconoscimento fu esteso anche gli altri cinque templi megalitici presenti a Malta solo nel 1992. Oggi questo sito archeologico è una delle attrazioni più visitate dai turisti che si recano a Gozo. Le storie che più affascinano i turisti sono però le leggende che legano Gozo a Omero; si narra infatti che Gozo sia l'isola di Ogigia. Secondo l'Odissea di Omero qui la dea Calypso trattenne Ulisse per sette lunghi anni, ritardando il suo ritorno a Itaca. La grotta della dea è collocata in prossimità della spiaggia di Ramla, dove molti dicono di sentire ancora i lamenti dello spirito di Ulisse provenire dalla grotta. Leggende a parte, la baia di Ramla è una delle più belle dell'isola. Il nome significa baia sabbiosa e davvero la sabbia rossa la caratterizza in maniera spettacolare. Poco distante si trovano anche i resti di un'antica villa romana. Proseguendo in direzione est si incontra San Blas Bay, una bellissima spiaggia sabbiosa poco frequentata dai turisti. Poco distante si trova la spiaggia Daħlet Qorrot: il luogo è decisamente suggestivo ed è circondato da rocce di globigerina, tipica dell'isola. All'estremità est di Gozo si trova il piccolo paese La Cala, o Il-Qala come è chiamato dai suoi abitanti; qui potrete vedere il Ġebla l-Wieqfa, un monumento preistorico. Il nome Qala significa porto e probabilmente si riferisce alla vicina località di Ħondoq ir-Rummien, dove oggi si trova una delle spiagge più amate dagli stessi gozitani. La vista sull'isola di Comino con la sua Laguna Blu e l'acqua limpidissima fanno di questo luogo un punto imperdibile del vostro viaggio. Proseguendo in direzione ovest, si incontra Xeuchia, uno dei paesi più antichi di Gozo. Sceuchia è famosa per la Rotunda, la chiesa che con la sua notevole altezza svetta tra gli edifici circostanti ed è riconoscibile da diverse alture in tutta Gozo. Dedicata a san Giovanni Battista è caratterizzata dalla struttura circolare, da cui deriva il suo nome, e dall'imponente cupola. È possibile salire alla base del cupolone per ammirare il suggestivo panorama. Procedendo lungo le strade panoramiche si giunge aXlendi, una piccola cittadina sulla costa sud-ovest. Il luogo è famoso per le alte scogliere che incorniciano le spiagge. All'estremità del promontorio una torre veglia ancora oggi sulla piccola baia dove un gruppo di antiche abitazioni custodisce tradizioni e saperi di un tempo. All'estremità ovest dell'isola, vicino alla città di San Lorenzo, si trova la zona di Dwejra, dove si poteva ammirare la famosa Finestra Azzurra. Purtroppo il grande arco di pietra è crollato l'8 marzo 2017; nonostante questo ancora oggi numerosi turisti si recano in questo punto panoramico per scattare le foto ricordo delle vacanze. Qui si trova anche il famoso Mare Interno, lago di acqua salata collegato al mare da una grossa spaccatura nella roccia che deve la sua origine al crollo della volta di una caverna. Nelle vicinanze si può vedere la Rocca del Generale, un massiccio calcareo che fuoriesce dal mare per più di 50 metri. Oggi questa roccia è un luogo protetto anche per via di una pianta rara che c resce in cima, ma il mare qui attorno è meta di numerosi appassionati di snorkeling. Gozo è un vero e proprio paradiso terrestre. Questa piccola isola è il luogo ideale se amate rilassarvi nelle acque cristalline delle baie o fare immersioni subacquee. In numerose località balneari dell'isola è possibile prendere lezioni o conseguire il brevetto. Si organizzano tour guidati anche di notte per poter ammirare meglio l'incredibile vita marina. Percorrendo il lato nord ovest dell'isola si giunge aMarsalform, una nota località turistica. Oltre alle splendide baie, un tratto di costa lungo circa 3 km è caratterizzato dalle saline. La scacchiera scavata nella roccia rende questo luogo vecchio di quasi 400 anni decisamente suggestivo. Alcune famiglie, tramandando una tradizione centenaria, continuano a produrre sale marino raschiando i cristalli che poi vengono lavorati e conservati. La scoperta dell'isola di Gozo non può che terminare aRabat, il capoluogo. Chiamata anche Rabatto del Castello, o Victoria dagli inglesi, è una grande città il cui insediamento originario risale all'età del bronzo. Per le sue strada sono passati fenici e romani e nel luogo dove era situata l'acropoli oggi possiamo ammirare la Cittadella. Non perdete una visita alla Cittadella:all'interno è possibile vedere alcuni reperti storici e visitare diversi musei, tra questi segnaliamo il Museo di archeologia per poter scoprire la storia antichissima di Gozo. Inoltre, dalle fortificazioni si gode di una vista magnifica sull'intera isola. Il centro della città è vivace e accogliente: da vedere pjazza Indipendenza, la basilica di St. George, e la strada principale via Repubblica. Se avete bisogno di rilassarvi i giardini pubblici di Villa Rundle sono quello che fa per voi: in questo storico giardino inglese potrete godervi un po' di fresco prima di immergervi nuovamente nella animata vita locale.
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Post n°1429 pubblicato il 06 Settembre 2017 da blogtecaolivelli
da Internet Situato a 2.214 metri di altitudine, nel Parco naturale regionale del Queyras, in Francia al confine con l'Italia, ilLac Miroir ('lago specchio') riflette il paesaggio circostante che diventa un tutt'uno nelle sue acque, confondendo lo sguardo di chi lo osserva che non capisce più dov'è il lago e dove sono le montagne. Il punto di partenza per raggiungere questo luogo incantato è il villaggio di Ceillac, un comune francese che conta 314 abitanti situato nel dipartimento delle Alte Alpi della regione della Provenza Alpi Costa Azzurra. Il lago si raggiunge percorrendo il sentiero del Passet, un cammino in mezzo al bosco lungo circa 3 chilometri molto facile che possono fare anche i bambini. Si attraversano il torrente di Mélezet, una cascata e un ponticello di legno scorgendo angolini deliziosi. Alcuni punti hanno gradini naturali, altri sono sterrati. Ma è tutto molto semplice. Ci ri rinfresca all'ombra degli alberi, con le acque fresche di torrenti e ruscelli, come il torrente della Pisse che si trova già a 2.160 metri. Questo torrente alimenta la cascata della Pisse, vicino al punto di partenza del percorso, nel comune di Bourg d'Oisans, e che vale la pena vedere. Una volta giunti al lago Miroir si può godere della vista mozzafiato delle montagne che si specchiano nelle sue acque limpide. Non contenti, potete anche proseguire il percorso che si inerpica fino al Lago Saint'Anne. Ci vuole ancora un'ora di cammino. Altrimenti ci si riposa sui prati dell'alpeggiodi Près de Soubeyrand e ci si gode il panorama. Non stupitevi se, durante il pic-nic, vedrete spuntare il musetto di qualche marmotta curiosa. Fa parte dell'esperienza. |
Post n°1428 pubblicato il 06 Settembre 2017 da blogtecaolivelli
da internet Un giardino surrealista nel cuore del Messico Immerso nella foresta pluviale, il "Giardino dell'Eden" voluto da Edward James è un luogo pieno di magia Immerso nella foresta pluviale, poco lontano dal villaggio di Xilitla, c'è un luogo che ha dell'incredibile: è Las Pozas, un giardino surrealista - un tempo soprannominato "l'Atene di Huasteca" - che sorge nel Nord-Est del Messico (a 7 ore di auto da Città del Messico), al confine tra gli stati di Hidalgo, Veracruz, Tamaulipas e San Luis Potosí. A crearlo fu il poeta e filantropo inglese Edward James, uno dei più eccentrici e interessanti collezionisti d'arte surrealista del XX secolo. Catturato dallo splendore di Las Pozas, tanto da costruirci una casa, James decise che, proprio il Messico, sarebbe stato il luogo perfetto in cui r ealizzare un vero e proprio Giardino dell'Eden. Un giardino incredibile, costruito da colui che Salvador Dalì definiva "un uomo più pazzo di tutti i Surrealisti messi insieme". E che, sito a 2.000 metri d'altezza, si estende oggi per oltre 80 acri, tra foreste, cascate e pozze d'acqua naturali (da qui il nome). Qui, il Surrealismo, un movimento che trae ispirazione dai sogni e dal subconscio, dà vita a un luogo sospeso tra la realtà e la fantasia. Secondo i piani iniziali di James, il giardino avrebbe dovuto ospitare animali esotici e migliaia di orchidee. Piante che, nel 1962, un'inaspettata ondata di gelo distrusse, spingendo l'artista a costruire sculture surrealiste che ricordassero i fiori, come in una sorta di giardino perenne, destinate a cambiare per sempre la storia di questo luogo. Un luogo che sorge in un remoto angolo di Terra dove, tra i rami, ci sono ora scale che diventano ponti e poi terminano nel vuoto; enormi sfere che definiscono il tempo e la gravità in modo non convenzionale; colonne con capitelli che paiono fiori giganti; costruzioni alte anche 4 metri; e poi, tra i cancelli e gli archi, il correre di un fiume lambito dalla folta vegetazione. Per costruire Las Pozas, James impiegò 35 anni (dal 1949 e il 1984) e coinvolse 150 persone, diventando una fonte di reddito per la popolazione locale. Il progetto gli costò 5 milioni di dollari, e lo costrinse a vendere all'asta la sua ampia collezione di opere surrealiste. |
Post n°1427 pubblicato il 06 Settembre 2017 da blogtecaolivelli
da Internet Nevica alle Hawaii. La natura dà spettacolo Se siete abituati a vedere le isole Hawaii con il sole splendente e con i surfisti che cavalcano le onde, questa immagine cambierà per sempre l'idea che vi siete fatti
cavalcano le onde, questa immagine cambierà per sempre l'idea che vi siete fatti di questa destinazione. La temperatura media invernale a Big Island è di 27°C. Ma non è detto che non scenda qualche fiocco di neve. Quest'anno però le nevicate sono state abbondanti, tanto che una zona dell'isola è coperta da 60 centimetri di neve. L'inverno è precipitato su Mauna Loa e Mauna Kea. Le cime dei vulcani hawaiani, che raggiungono i 3.900 metri, d'inverno possono mostrare la punta innevata, ma quest'anno la condizione meteorologica è peggio del solito. Per via dell'altezza, Mauna Kea è considerato unecosistema alpino e ci vivono alcune specie tipiche delle zone montuose, così come Mauna Loa, dove crescono ben 22 specie vegetali montane. Un tempo la neve cadeva ogni anno su questi vulcani. Alla fine del 1800 alcune testimonianze provano che una volta le nevicate erano la normalità, ma a causa deicambiamenti climatici la neve non si vedeva da anni. Con le nevicate degli ultimi giorni anche le temperature in pianura a Big Island si sono abbassate causando forti precipitazioni. Potrebbe esserci un 'bianco Natale' anche alle Hawaii quest'anno, altro che Lapponia. |
Post n°1426 pubblicato il 06 Settembre 2017 da blogtecaolivelli
da Internet Alle Hawaii la scala più proibita e pericolosa del mondoAlle Hawaii esiste una scala pericolosa, ma bellissima, che regala un paesaggio mozzafiato: si tratta della Stairway to Heaven
e pericolosa del mondo. Stiamo parlando della Haiku Stairs, conosciuta anche come Stairway to Heaven, situatanell'isola di Oahu. Migliaia di gradini che conducono verso il paradiso, in questo angolo di mondo selvaggio e mozzafiato. La scala, ormai da anni, è stata chiusa, nonostante ciò centinaia di escursionisti, curiosi e avventurieri la percorrono quotidianamente rischiando la vita. La scalinata in acciaio è composta da 3922 scalini ed è immersa nella foresta tropicale. Conduce alla cima delPuu Keahi di Kahoe, regalando una vista strepitosa e unica a 850 metri d'altezza. La scala venne realizzata nel corso della Seconda Guerra Mondiale dai militari della Us Navy, che piazzarono sulla cima della montagna delle antenne. La Haiku Stairs era il modo più veloce per raggiungere l'attrezzatura e provvedere alla manutenzione. Nel corso degli anni la struttura è divenuta un'attrazione dell'isola, meta di tantissimi turisti che la percorrevano per ammirare il panorama dall'alto. Il governo locale ha realizzato diversi interventi, alcuni particolarmente dispendiosi, ma nessuno è mai riuscito a mettere davvero in sicurezza la scala. Così oltre trent'anni fa è stata dichiarata ufficialmente "troppo pericolosa". Nel febbraio del 2015 una tempesta ha compromesso unlungo tratto della salita e la scala è stata chiusa al pubblico in modo definitivo. Questo però non ha fermato gli escursionisti che ogni giorno sfidano il pericolo di crolli e cadute, percorrendo la Haiku Stairs. Il Governo ha persino previsto multe sino a 600 dollari e sei mesi di reclusione, ma niente sembra fermare davvero il turismo verso questa attrazione. Così tanto che è allo studio la riapertura del sito, che potrebbe presto diventare un'area faunistica a pagamento. In questo modo conquistare la vetta potrebbe essere più costoso, ma anche più sicuro. Raccogliendo abbastanza denaro infatti sarebbe possibile mettere finalmente in sicurezza la scala. |
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