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Messaggi del 06/09/2017

NOVITA'..........

Post n°1436 pubblicato il 06 Settembre 2017 da blogtecaolivelli

da Internet

La Sabbia di Dubai è importata.

Ma c'è un perché

Per costruire la moderna cattedrale nel deserto serve più sabbia

di quella necessaria e nel mondo aumenta il commercio

illegale di materia prima

L'espansione della città e il boom edilizio a Dubai stanno

facendo emergere un problema sempre più critico: la mancanza

di sabbia. Sembra incredibile ma anche nella città sorta nel mezzo

del deserto arabico può venire a mancare questo elemento essenziale

anche per igrattacieli più esclusivi.

La sabbia fine, pulita e bianca che costituisce l'area desertica di 

Dubai con la costruzione di grattacieli ha iniziato a scarseggiare,

ed è qui che si è presentata la necessità di reperire la sabbia altrove.

Spesso si parla di erosione delle coste dovuta a fenomeni naturali,

ma non è l'unico motivo per cui la sabbia sparisce dalle coste,

sta crescendo a dismisura proprio il commercio illegale di sabbia.

Pascal Peduzzi, direttore scientifico presso le Nazioni Unite,

parla di questo e spiega alla BBC: "Ho lavorato per più di 20

anni nel settore ambientale, ma i furti di sabbia sono stati una sorpresa."

C'è un Paese al mondo che negli ultimi anni è salito agli onori della cronaca

per la perdita di ingenti quantità di sabbia, è la Giamaica.

Qui sono state sottratte intere spiagge di sabbia candida, il più

noto è l'episodio di Coral Spring, in cui ignoti criminali l'anno

scorso hanno rubato da queste incantevoli coste centinaia

di tonnellate di sabbia.

 
 
 

ALTRE METE........

Post n°1435 pubblicato il 06 Settembre 2017 da blogtecaolivelli

da Internet

Elephant Rock: l'incredibile

roccia a forma di elefante

Elephant Rock è un'incredibile roccia a forma di elefante

situata in una piccola isola in Islanda e nata dopo l'eruzione di un vulcano

Elephant Rock: l'incredibile roccia a forma di elefante

Fonte: iStock

Si chiama Elephant Rock, l'incredibile roccia a forma di elefante 

situata sull'isola Heimaey, in Islanda. Ancora una volta la natura

è in grado di sorprendere, regalandoci dei capolavori nati come

per magia. In giro per il mondo esistono moltissime rocce con

forme strane, realizzate grazie all'erosione del vento e dell'acqua.

Fra queste quella dell'elefante sulle isole Tremiti, ma anche quella

dell'orso in Sardegna e quella della tartaruga.

Tra i tanti "pachidermi naturali", c'è Elephant Rock, situato

in Islanda nell'isola più grande dell'arcipelago di Vestmannaeyjar.

L'enorme scoglio sembra un gigantesco elefante. Dalle orecchie,

alla proboscide, passando per le zampe e gli occhi: ogni dettaglio

della struttura richiamala forma dell'animale. Secondo gli

esperti la roccia è nata dopo l'eruzione del famoso vulcano Eldfell.

La lava, dopo aver raggiunto l'acqua ghiacciata, si sarebbe solidificata,

stratificandosi sino a originare la formazione rocciosa.

Il vulcano Eldfell, conosciuto anche con il nome diMontagna di Fuoco,

è celebre per le sue eruzioni violente e improvvise, che spesso vengono

bloccate proprio dalle acque fredde dell'Islanda. La più famosa è quella

del 1973, quando la terra iniziò a tremare e la lava arrivò sino al porto,

distruggendo moltissime case.

L'aspetto particolare di Elephant rock ha reso la roccia famosissima,

tanto che ogni anno migliaia di turisti arrivano in questo luogo per

fotografarla. Un vero affare per i 4mila abitanti dell'isola Heimaey,

grande appena 13 chilometri quadrati e divenuta una meta turistica

molto ambita.

Anche in Italia esistono moltissime rocce con forme particolari 

che non hanno nulla da invidiare ad Elephant Rock. Fra queste il

Pentedattilo in Calabria, che richiama una mano con cinque dita,

ma anche il polpo a La Maddalena e la tartaruga a Porto San Paolo.

La lista è decisamente lunga, le sculture sono veramente tante e

le forme, con un po' di fantasia, possono diventare centinaia.

 
 
 

IN SALENTO........

Post n°1434 pubblicato il 06 Settembre 2017 da blogtecaolivelli

da Internet

Salento, la magia dello scoglio a forma di delfino

Nello splendido Salento esiste uno scoglio che ha

una particolare forma di delfino: è situato al largo

della acque di Santa Caterina di Nardò

Salento, la magia dello scoglio a forma di delfino

Fonte: Facebook - Autore Emiliano Peluso Ph

Il Salento è una terra unica che non smette mai di stupire:

sia in estate, sia nelle altre stagioni dell'anno, la sua storia,

la cultura e i paesaggi incantano i visitatori. Poco tempo fa

era uscita la notizia che parlava di unisolotto a forma di

cuore situato al largo delle acque diPorto Cesareo, che

aveva lasciato tutti a bocca aperta per il suo romanticismo.

Ora invece è stato scoperto unoscoglio a forma di delfino 

nelle acque di Santa Caterina di Nardò, vicino al parco

regionale di Porto Selvaggio.

La magia del Salento vista attraverso i droni

In entrambi i casi, sia per l'isola a forma di cuore sia

per lo scoglio a forma di delfino, sono stati i droni 

a scattare le immagini che hanno permesso a tutta 

Italia di ammirare ancora una volta le meraviglie del

Salento. Questa volta ad immortalare la particolare

conformazione naturale è stato un fotografo originario

diPorto Cesareo, di nome Emiliano Peluso, che con tanta

pazienza ed esperienza nella guida dei droni, è stato in

grado di scoprire questo angolo di Salento. Lui stesso

ha affermato che i droni sono strumenti fantastici perché

permettono di immortalare ciò che l'occhio umano prima

non poteva vedere: il suo obiettivo ora è quello

di fotografare le bellezze della sua terra. L'isola

a forma di cuore era invece stata scoperta da 

Roberto Leone, un videomaker che stava realizzando

un video per la realizzazione di un documentario

sull'area protetta.

Nel mondo sono numerose le isole che presentano una

forma particolare, ad esempio ce ne sono circa 10 a forma

di cuore, di cui alcune in Australia, un'altra alle Maldive,

una alle Fiji e una in Venezuela. Sono stati scoperti anche

numerosi scogli e rocce con forme zoomorfe: oltre a quello

del Salento, ci sono la roccia a forma di orso in Sardegna,

lo scoglio a forma di tartaruga a Napoli e di nuovo la roccia

forma di lingua di troll in Norvegia. L'Islanda è uno dei

posti più indicati per trovareformazioni rocciose strane:

d'altronde si sa che proprio questa isola del nord nasconde

spettacoli naturali unici al mondo.

 
 
 

IN CRIMEA......

Post n°1433 pubblicato il 06 Settembre 2017 da blogtecaolivelli

da Internet

In Crimea, la laguna rossa

è meravigliosa...

ma solo da vedere

Alla scoperta del Lago di Sivaš, una laguna rossa e maleodorante tra l'Ucraina e la Crimea

Il Lago di Sivaš, o semplicemente Sivaš, ha un soprannome che racchiude la sua

(seconda) principale caratteristica: Mare Marcio. Perché, se vederlo è

uno spettacolo unico, annusarlo... non è piacevole! D'estate, infatti, con

l'alzarsi delle temperature, le acque emanano un cattivo odore, a causa

dell'elevata salinità e dell'alga che lo abita e che gli conferisce

un'originale colorazione rossa.

Più che di un mare o di un lago, in realtà, il Lago di Sivaš è un sistema

di baie dall'estesa superficie, situato ad ovest del Mar d'Azov e chiamato

a dividere la Crimea dall'Ucraina. La sua profondità è molto limitata

(3 metrinel punto più profondo, 1 di media), ha un fondale ricoperto

da uno spessissimo strato di sedimenti salini e carbonici e -

soprattutto - vanta una colorazione magica, che va dal rosa

chiaro fino al rosso vermiglio.

Se un tempo l'Unione Sovietica lo utilizzava come salina,

oggi è "solamente" uno spettacolo naturale, almeno da fotografare.

L'alga Dunaliella che lo abita - e che è caratterizzata da meccanismi

di difesa che le permettono di crescere in ambienti inospitali, protetta

da radiazioni solari e dalla pressione osmotica -  è la responsabile delle

sue sfumature, e regala al luogo un'atmosfera magica.

Con l'innalzarsi delle temperature, tuttavia, il Lago di Sivaš si

trasforma in un luogo dalla puzza sgradevole: l'evaporazione

delle acque sprigiona infatti un odore sulfureo, simile a quello

dell'uovo andato a male. Che non mina, tuttavia, la bellezza del

posto. Dove non solo si può vedere un'acqua dalla colorazione

unica, ma anche ammirare i "funghi di sale", incrostazioni saline

e a forma di fungo anch'esse dovuti all'evaporazione delle acque

e alla salinità che, in alcuni punti del lago, raggiunge l'87%.

Rendendolo di fatto del tutto inospitale.

E, proprio il suo essere inospitale, ha conferito al Lago di Sivaš

anche un significato storico. Più volte, infatti, ha fermato gli

invasori della Crimea, costringendoli a spostare le battaglie

sull'istmo di Perekop. Solo l'Armata Rossa è riuscita ad attraversalo,

percorrendo il corridoio di Tschongar, che divide il Lago in due.

Oggi, il sito è meta turistica e fa la gioia dei fotografi.

Qui le sfumature rosse regalano alle immagini un'aura magica,

facendo del Lago di Sivaš un luogo ad alto tasso di... instagrammate!

 
 
 

UN DESERTO TERRESTRE...

Post n°1432 pubblicato il 06 Settembre 2017 da blogtecaolivelli

da Internet

Nel deserto del Marocco come su Marte

E' Mars2013 il progetto che ha portato gli astronauti in Marocco,

dove c'è un terreno simile a quello del Pianeta Rosso

Nel deserto del Marocco come su Marte. Foto

Esperti astronomi si troveranno il 25 e 26 maggio 2013 per valutare

i dati raccolti durante un esperimento eccezionale. In Marocco, vicino

a Erfoud nel deserto del Sahara, è stato condotta una simulazione

diesplorazione spaziale. Alcuni astronauti, attrezzati come fossero

davvero su Marte, hanno passeggiato ed eseguitoesperimenti scientifici 

su un terreno che ha delle grosse analogie con il suolo marziano.

L'Austrian Space Forum insieme all'Ibn Battuta Center di Marrakesh

hanno seguito il progetto che mette le premesse all'atterraggio dell'uomo 

su Marte, l'incontro che si terrà per valutare le molte informazioni raccolte

serve anche per coordinare i ricercatori di varie discipline: ingegneri, astrobiologi,

geologi e geofisici. La zona vicino a Erfoud, con una certa approssimazione,

è considerata avere caratteristiche simili a Marte, per raggiungere gli obiettivi

che si sono dati ia livello scientifico. Primo, studiare l'equipaggiamento e

saperlo usare in simultanea; secondo, testare la strumentazionesul terreno

per raccogliere dati scientifici utili a scoprire se c'è stata vita; terzo,

studiare la zona desertica per le sue condizioni di vita estrema.

 
 
 

COSTA AZZURRA....

Post n°1431 pubblicato il 06 Settembre 2017 da blogtecaolivelli

da Internet

Cosa vedere a Tolone,

la prima città della Costa Azzurra

Itinerario alla scoperta di Tolone, non solo sede del porto

militare francese ma centro turistico per arte e spiagge

Tolone è la prima città a ovest della Costa Azzurra.

Considerata uno dei gioielli del sud della Francia, fa

parte della regione Provenza-Alpi-Costa Azzurra.

Toulon, come è chiamata dai suoi abitanti, è una

bellissima città che ha molto da offrire ai numerosi

turisti che la scelgono come destinazione vacanziera.

Antica città portuale, oggi a Tolone si trova il porto

militare centrale della Marina francese dove staziona

spesso la portaerei Charles de Gaulle. Visitando il Museo

nazionale della Marina si ha la possibilità di scoprire

la storia marittima locale degli ultimi 100 anni. Nel museo

sono esposti gli antichi cimeli della marina militare e i

modellini delle imbarcazioni storiche.

Oltre alla marina, vale la pena visitare il grande porto di Tolone.

Situato a sud della città storica, il porto è un centro commerciale

e turistico che ospita da una parte le grandi navi mercantili e

dall'altra le navi passeggeri. Da qui partono le numerose navi

che raggiungono le città del Mediterraneo e i traghetti che

permettono di arrivare inCorsica. Infine, una zona del porto

è riservata alle imbarcazioni private, una passeggiata sul molo

vi farà ammirare barche di ogni tipo, dai moderni e lussuosi

yacht alle tradizionali e romantiche barche a vela.

La città di Tolone vanta origini molto antiche: il nucleo originario

è antecedente l'epoca dell'occupazione romana avvenuta verso la fine

del II secolo a.C. Durante il Medioevo fu proprietà dei conti

di Provenza e divenne territorio francese dal XV secolo. Tolone

guadagnò presto un ruolo centrale tra i porti del Mediterraneo

tanto da ridestare nel corso dei secoli gli interessi degli inglesi

e dei Savoia. Qui Napoleone Bonaparte iniziò la sua carriera

interrompendo l'assedio britannico alla città.

Tolone è oggi una città viva e dinamica. Nel suo centro storico

si trova la cattedrale Notre Dame de la Sède. Classificata nel 1997

come "monumento storico" della Francia, questa chiesa si caratterizza

per i diversi stili che la contraddistinguono. Costruita nell'XI secolo,

è infatti stata rimaneggiata fino al XVIII secolo e mantiene caratteristiche

sia romaniche sia barocche. La torre campanaria, alta 36 metri, svetta

a destra della facciata e risale al XVIII secolo.

Percorrendo le vie del centro storico si incontra cours Lafayette,

una delle strade più caratteristiche di Tolone, dove si tiene ogni giorno,

ad eccezione del lunedì, il tipico mercato provenzale. A poca distanza

c'è invece place de la Liberté, la piazza principale. Il centro è ricco

di fontane che raccontano la storia della città: si dice che in tutta

Tolone ce ne siano almeno duecento. Accanto a edifici storici e

negozietti turistici, la città si evolve ed esprime se stessa nell'arte

e nella musica. Nella zona nord di Tolone, situato in una piazza

armoniosa, si trova il Teatro dell'Opera. Qui hanno sede alcuni

importanti spettacoli, ma la città ospita di frequente festival di

musica o di danza, oltre a collezioni d'arte temporanee che sono

allestiste presso l'Hotel des Arts.

In città si trovano svariati musei: oltre al già citato Museo nazionale

della Marina, in occasione di una vacanza a Tolone potrete visitare il

Museo delle belle arti, il Museo d'arte, il Museo di storia naturale e la 

Maison de la Photographie. Segnaliamo anche la Tour Royale, il forte

del XVI secolo appartenuto alla Marina nazionale. Oggi è la sede del 

Festival de Musique de Toulon che si tiene in città tra giugno e luglio,

ma se giungete a Tolone in un altro periodo non mancate di visitarlo!

Il forte offre infatti ai suoi visitatori una magnifica vista sul mare.

Le città della Costa Azzurra sono famose per il loro mare e Tolone

non è da meno. Situata a sud del quartiere di Mourillon a est della

città, la spiaggia si estende su un lungo tratto di costa. La sabbia f

inissima la rende il luogo ideale per una pausa rilassante: qui potrete

prendere il sole e fare delle tranquille nuotate. Se amate passeggiare

la Promenade Henri Fabre è quello che fa per voi, se invece siete

alla ricerca di un po' di svago lungo la costa è possibile giocare

a pallavolo, minigolf e praticare diversi sport. Nei paraggi si trovano

anche il Museo dell'arte asiatica, il Forte di Saint Louis

 e il porto militare di Tolone.

Un punto di vista decisamente unico per osservare il golfo e la città

di Tolone dall'alto è il Mont Faron. Gli amanti delle escursioni

possono raggiungerlo a piedi o in bicicletta, ma è anche disponibile

una teleferica che in pochi minuti permette a tutti di godere di una

vista eccezionale. Sul monte si trovano inoltre un piccolo zoo e il

museo commemorativo dello sbarco in Provenza. Il museo ricorda

lo sbarco degli alleati avvenuto nella notte tra il 14 e il 15 agosto

del 1944; nelle sale si possono osservare mappe storiche, fotografie

e cimeli militari dei diversi contingenti che vi presero parte.

Con la sua altezza di 584 metri, il Monte Faron non è una vera e

propria vetta, ma si staglia a nord vegliando sulla città e donandole

un doppio volto, marittimo e montano insieme. La ricchezza della

tipica vegetazione mediterranea, l'insenatura che accoglie le acque

azzurre del golfo e il Monte Faron che incornicia la città regalano a 

Tolone un'atmosfera unica e imperdibile.

 
 
 

MALTA....

Post n°1430 pubblicato il 06 Settembre 2017 da blogtecaolivelli

da Internet

Tour dell'isola di Gozo,

dai templi megalitici ai

fondali marini

Destinazione Gozo, un'isola da sogno nel cuore del Mar

Mediterraneo che attrae ogni anno tantissimi appassionati

di snorkeling, storia e archeologia.e all'arcipelago maltese,

nel cuore del Mar Mediterraneo. Con una superficie di soli

67 chilometri quadrati è la seconda per dimensione, preceduta

dall'isola di Malta e seguita da Comino, che si estende per soli

3,5 chilometri quadrati. È possibile raggiungere Gozo con i 

traghetti che impiegano meno di mezz'ora per percorrere i 4 km

che separano il porto di Mġarr dall'isola da Malta. Il tragitto è

panoramico e vi permetterà di ammirare le bellezze di Gozo dal mare.

Conosciuta in tutto il mondo per la bellezza dei suoi fondali marini,

Gozo stupisce i visitatori con il suo patrimonio archeologico.

L'isola di Gozo vanta una storia antichissima, come testimoniano

le strutture megalitiche di Gġantija. Il complesso risale al 3500 a.C.

e comprende più templi edificati in periodi diversi; in uno di questi

fu trovato il bassorilievo del serpente conservato al Museo

archeologico di Victoria, il capoluogo dell'isola di Gozo.

I templi di Gigantia furono riconosciuti patrimonio dell'umanità

dall'Unesco nel 1980, il riconoscimento fu esteso anche gli altri

cinque templi megalitici presenti a Malta solo nel 1992. Oggi

questo sito archeologico è una delle attrazioni più visitate dai

turisti che si recano a Gozo.

Le storie che più affascinano i turisti sono però le leggende

che legano Gozo a Omero; si narra infatti che Gozo sia l'isola

di Ogigia. Secondo l'Odissea di Omero qui la dea Calypso

trattenne Ulisse per sette lunghi anni, ritardando il suo ritorno

a Itaca. La grotta della dea è collocata in prossimità della spiaggia

di Ramla, dove molti dicono di sentire ancora i lamenti dello

spirito di Ulisse provenire dalla grotta.

Leggende a parte, la baia di Ramla è una delle più belle dell'isola.

Il nome significa baia sabbiosa e davvero la sabbia rossa la

caratterizza in maniera spettacolare. Poco distante si trovano

anche i resti di un'antica villa romana. Proseguendo in direzione

est si incontra San Blas Bay, una bellissima spiaggia sabbiosa

poco frequentata dai turisti. Poco distante si trova la spiaggia

Daħlet Qorrot: il luogo è decisamente suggestivo ed è circondato

da rocce di globigerina, tipica dell'isola.

All'estremità est di Gozo si trova il piccolo paese La Cala,

Il-Qala come è chiamato dai suoi abitanti; qui potrete

vedere il Ġebla l-Wieqfa, un monumento preistorico.

Il nome Qala significa porto e probabilmente si riferisce

alla vicina località di Ħondoq ir-Rummien, dove oggi si

trova una delle spiagge più amate dagli stessi gozitani.

La vista sull'isola di Comino con la sua Laguna Blu 

e l'acqua limpidissima fanno di questo luogo un punto

imperdibile del vostro viaggio.

Proseguendo in direzione ovest, si incontra Xeuchia,

 uno dei paesi più antichi di Gozo. Sceuchia è famosa

per la Rotunda, la chiesa che con la sua notevole altezza

svetta tra gli edifici circostanti ed è riconoscibile da

diverse alture in tutta Gozo. Dedicata a san Giovanni

Battista è caratterizzata dalla struttura circolare, da

cui deriva il suo nome, e dall'imponente cupola.

È possibile salire alla base del cupolone per ammirare

il suggestivo panorama.

Procedendo lungo le strade panoramiche si giunge

aXlendi, una piccola cittadina sulla costa sud-ovest.

Il luogo è famoso per le alte scogliere che incorniciano

le spiagge. All'estremità del promontorio una torre

veglia ancora oggi sulla piccola baia dove un gruppo

di antiche abitazioni custodisce tradizioni e saperi di un tempo.

All'estremità ovest dell'isola, vicino alla città di San Lorenzo,

si trova la zona di Dwejra, dove si poteva ammirare la famosa

 Finestra Azzurra. Purtroppo il grande arco di pietra è crollato

l'8 marzo 2017; nonostante questo ancora oggi numerosi turisti

si recano in questo punto panoramico per scattare le foto ricordo

delle vacanze. Qui si trova anche il famoso Mare Interno, lago

di acqua salata collegato al mare da una grossa spaccatura nella

roccia che deve la sua origine al crollo della volta di una caverna.

Nelle vicinanze si può vedere la Rocca del Generale, un massiccio

calcareo che fuoriesce dal mare per più di 50 metri. Oggi questa

roccia è un luogo protetto anche per via di una pianta rara che c

resce in cima, ma il mare qui attorno è meta di numerosi

appassionati di snorkeling.

Gozo è un vero e proprio paradiso terrestre. Questa piccola

isola è il luogo ideale se amate rilassarvi nelle acque cristalline

delle baie o fare immersioni subacquee. In numerose località

balneari dell'isola è possibile prendere lezioni o conseguire il brevetto.

Si organizzano tour guidati anche di notte per poter ammirare meglio

l'incredibile vita marina.

Percorrendo il lato nord ovest dell'isola si giunge aMarsalform,

una nota località turistica. Oltre alle splendide baie, un tratto di

costa lungo circa 3 km è caratterizzato dalle saline. La scacchiera

scavata nella roccia rende questo luogo vecchio di quasi 400 anni

decisamente suggestivo. Alcune famiglie, tramandando una

tradizione centenaria, continuano a produrre sale marino

raschiando i cristalli che poi vengono lavorati e conservati.

La scoperta dell'isola di Gozo non può che terminare aRabat, 

il capoluogo. Chiamata anche Rabatto del Castello, o Victoria

dagli inglesi, è una grande città il cui insediamento originario risale

all'età del bronzo. Per le sue strada sono passati fenici e romani

e nel luogo dove era situata l'acropoli oggi possiamo ammirare

la Cittadella. Non perdete una visita alla Cittadella:all'interno

è possibile vedere alcuni reperti storici e visitare diversi musei, 

tra questi segnaliamo il Museo di archeologia per poter

scoprire la storia antichissima di Gozo.

Inoltre, dalle fortificazioni si gode di una vista magnifica

sull'intera isola. Il centro della città è vivace e accogliente:

da vedere pjazza Indipendenza, la basilica di St. George, e

la strada principale via Repubblica. Se avete bisogno di

rilassarvi i giardini pubblici di Villa Rundle sono quello

che fa per voi: in questo storico giardino inglese potrete

godervi un po' di fresco prima di immergervi nuovamente

nella animata vita locale.


 

 
 
 

MERAVIGLIE DELLA NATURA.....

Post n°1429 pubblicato il 06 Settembre 2017 da blogtecaolivelli

da Internet

Situato a 2.214 metri di altitudine, nel Parco

naturale regionale del Queyras, in Francia

al confine con l'Italia, ilLac Miroir ('lago specchio')

riflette il paesaggio circostante che diventa un

tutt'uno nelle sue acque, confondendo lo sguardo

di chi lo osserva che non capisce più dov'è il lago

e dove sono le montagne.

Il punto di partenza per raggiungere questo luogo

incantato è il villaggio di Ceillac, un comune francese

che conta 314 abitanti situato nel dipartimento delle

Alte Alpi della regione della Provenza Alpi Costa Azzurra.

Il lago si raggiunge percorrendo il sentiero del Passet,

un cammino in mezzo al bosco lungo circa 3 chilometri

molto facile che possono fare anche i bambini.

Si attraversano il torrente di Mélezet, una cascata

e un ponticello di legno scorgendo angolini deliziosi.

Alcuni punti hanno gradini naturali, altri sono sterrati.

Ma è tutto molto semplice. Ci ri rinfresca all'ombra degli 

alberi, con le acque fresche di torrenti e ruscelli,

come il torrente della Pisse che si trova già a 2.160 metri.

Questo torrente alimenta la cascata della Pisse,

vicino al punto di partenza del percorso, nel

comune di Bourg d'Oisans, e che vale la pena vedere.

Una volta giunti al lago Miroir si può godere

della vista mozzafiato delle montagne che si

specchiano nelle sue acque limpide.

Non contenti, potete anche proseguire il percorso

che si inerpica fino al Lago Saint'Anne. Ci vuole

ancora un'ora di cammino. Altrimenti ci si riposa

sui prati dell'alpeggiodi Près de Soubeyrand e

ci si gode il panorama. Non stupitevi se, durante

il pic-nic, vedrete spuntare il musetto di qualche

marmotta curiosa. Fa parte dell'esperienza.

 
 
 

NATURA E MAGIA.....

Post n°1428 pubblicato il 06 Settembre 2017 da blogtecaolivelli

da internet

Un giardino surrealista nel cuore del Messico

Immerso nella foresta pluviale, il "Giardino

dell'Eden" voluto da Edward James è un

luogo pieno di magia

giardino surrealista nel cuore del Messico

Immerso nella foresta pluviale, poco lontano

dal villaggio di Xilitla, c'è un luogo che ha

dell'incredibile: è Las Pozas, un giardino

surrealista - un tempo soprannominato

"l'Atene di Huasteca" - che sorge nel Nord-Est

del Messico (a 7 ore di auto da Città del Messico),

al confine tra gli stati di Hidalgo, Veracruz,

Tamaulipas e San Luis Potosí. A crearlo fu

il poeta e filantropo inglese Edward James,

uno dei più eccentrici e interessanti collezionisti

d'arte surrealista del XX secolo.

Catturato dallo splendore di Las Pozas, tanto da

costruirci una casa, James decise che, proprio

il Messico, sarebbe stato il luogo perfetto in cui r

ealizzare un vero e proprio Giardino dell'Eden.

Un giardino incredibile, costruito da colui che

Salvador Dalì definiva "un uomo più pazzo di

tutti i Surrealisti messi insieme". E che, sito a

2.000 metri d'altezza, si estende oggi per

oltre 80 acri, tra foreste, cascate e pozze

d'acqua naturali (da qui il nome). Qui, il Surrealismo,

un movimento che trae ispirazione dai sogni e dal

subconscio, dà vita a un luogo sospeso

tra la realtà e la fantasia.

Secondo i piani iniziali di James, il giardino

avrebbe dovuto ospitare animali esotici e

migliaia di orchidee. Piante che, nel 1962,

un'inaspettata ondata di gelo distrusse,

spingendo l'artista a costruire sculture

surrealiste che ricordassero i fiori, come

in una sorta di giardino perenne, destinate

a cambiare per sempre la storia di questo

luogo. Un luogo che sorge in un remoto

angolo di Terra dove, tra i rami, ci sono

ora scale che diventano ponti e poi

terminano nel vuoto; enormi sfere che

definiscono il tempo e la gravità in modo

non convenzionale; colonne con capitelli

che paiono fiori giganti; costruzioni alte

anche 4 metri; e poi, tra i cancelli e gli archi,

il correre di un fiume lambito dalla folta vegetazione.

Per costruire Las Pozas, James impiegò 35

anni (dal 1949 e il 1984) e coinvolse 150

persone, diventando una fonte di reddito

per la popolazione locale. Il progetto gli 

costò 5 milioni di dollari, e lo costrinse a

vendere all'asta la sua ampia collezione

di opere surrealiste.

 
 
 

BIANCO NATALE.......

Post n°1427 pubblicato il 06 Settembre 2017 da blogtecaolivelli

da Internet

Nevica alle Hawaii.

La natura dà spettacolo

Se siete abituati a vedere le isole Hawaii con il sole

splendente e con i surfisti che cavalcano le onde, questa

immagine cambierà per sempre l'idea che vi siete fatti

neve-hawaii-402Se siete abituati a vedere le isoleHawaiicon il sole splendente e con i surfisti che

cavalcano le onde, questa immagine cambierà per

sempre l'idea che vi siete fatti di questa destinazione.

La temperatura media invernale a Big Island è di 27°C.

Ma non è detto che non scenda qualche fiocco di neve.

Quest'anno però le nevicate sono state abbondanti, tanto

che una zona dell'isola è coperta da 60 centimetri di neve.

L'inverno è precipitato su Mauna Loa e Mauna Kea.

Le cime dei vulcani hawaiani, che raggiungono i 3.900 metri,

d'inverno possono mostrare la punta innevata, ma quest'anno

la condizione meteorologica è peggio del solito.

Per via dell'altezza, Mauna Kea è considerato unecosistema

alpino e ci vivono alcune specie tipiche delle zone montuose,

così come Mauna Loa, dove crescono ben 22 specie vegetali

montane.

Un tempo la neve cadeva ogni anno su questi vulcani. Alla

fine del 1800 alcune testimonianze provano che una volta

le nevicate erano la normalità, ma a causa deicambiamenti

climatici la neve non si vedeva da anni.

Con le nevicate degli ultimi giorni anche le temperature in

pianura a Big Island si sono abbassate causando forti precipitazioni.

Potrebbe esserci un 'bianco Natale' anche alle Hawaii quest'anno,

altro che Lapponia.

 
 
 

Posti incredibili........

Post n°1426 pubblicato il 06 Settembre 2017 da blogtecaolivelli

da Internet

Posti incredibili

Alle Hawaii la scala più proibita e pericolosa del mondoAlle Hawaii esiste una scala pericolosa, ma bellissima, che regala un paesaggio mozzafiato: si tratta della Stairway to Heaven

Haiku Stairs le scale più pericolose del mondo alle HawaiiSi trova alle Hawaii ed è la scala più proibita

e pericolosa del mondo. Stiamo parlando della 

Haiku Stairs, conosciuta anche come Stairway

to Heaven, situatanell'isola di Oahu. Migliaia

di gradini che conducono verso il paradiso, in

questo angolo di mondo selvaggio e mozzafiato.

La scala, ormai da anni, è stata chiusa,

nonostante ciò centinaia di escursionisti, curiosi

e avventurieri la percorrono quotidianamente

rischiando la vita.

La scalinata in acciaio è composta da 3922

scalini ed è immersa nella foresta tropicale.

Conduce alla cima delPuu Keahi di Kahoe,

regalando una vista strepitosa e unica a 850

metri d'altezza. La scala venne realizzata nel

corso della Seconda Guerra Mondiale dai militari

della Us Navy, che piazzarono sulla cima della

montagna delle antenne. La Haiku Stairs era il

modo più veloce per raggiungere l'attrezzatura

e provvedere alla manutenzione.

Nel corso degli anni la struttura è divenuta

un'attrazione dell'isola, meta di tantissimi turisti

che la percorrevano per ammirare il panorama

dall'alto. Il governo locale ha realizzato diversi

interventi, alcuni particolarmente dispendiosi, ma

nessuno è mai riuscito a mettere davvero in

sicurezza la scala. Così oltre trent'anni fa è

stata dichiarata ufficialmente "troppo pericolosa".

Nel febbraio del 2015 una tempesta ha compromesso

unlungo tratto della salita e la scala è stata chiusa al

pubblico in modo definitivo. Questo però non ha fermato

gli escursionisti che ogni giorno sfidano il pericolo di crolli

e cadute, percorrendo la Haiku Stairs. Il Governo ha

persino previsto multe sino a 600 dollari e sei mesi

di reclusione, ma niente sembra fermare davvero

il turismo verso questa attrazione. Così tanto che

è allo studio la riapertura del sito, che potrebbe presto

diventare un'area faunistica a pagamento. In questo

modo conquistare la vetta potrebbe essere più costoso,

ma anche più sicuro. Raccogliendo abbastanza denaro

infatti sarebbe possibile mettere finalmente in sicurezza

la scala.

 
 
 

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