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Messaggi del 28/08/2018

Il teletrasporto...

Post n°1704 pubblicato il 28 Agosto 2018 da blogtecaolivelli

Fonte: rivista "Le Scienze", risorse Internet.

Il teletrasporto quantistico compie vent'anni

Risale al 1997 la prima dimostrazione sperimentale

che gli stati quantistici possono essere teletrasportati

da un luogo all'altro, un risultato che ha avuto enormi

conseguenze per lo sviluppo della comunicazione

quantistica e dell'informaticadi Nicolas Gisin / Nature

Controllare l'interferenza di fotoni da atomi entangled

Un entanglement tra migliaia di atomi ultrafreddi

Una conferma spaziale per il dualismo del fotone

Entanglement da record grazie a un satellite.

La prima comunicazione quantistica via satellite

Nuovo record per l'entanglement quantistico

Test cosmico per l'entanglementTest cosmico

per l'entanglementIl teletrasporto non teme

distanze né turbolenze atmosfericheIl tele-

trasporto non teme distanze né turbolenze

atmosferichefisica delle particellefisica teorica

Chi non ha mai sognato di sperimentare il

teletrasporto? Soprattutto se ci si trova

bloccati in un ingorgo stradale. Essere

smaterializzati e ricostituiti in un luogo l

ontano suona meraviglioso e impossibile.

Ma è davvero impossibile?

È vero, un corpo fatto di materia non può

semplicemente sparire qui e ricomparire là

senza percorrere la distanza intermedia.

Ma un oggetto non è solo materia, è anche

struttura, sostanza e forma, come ci ha

insegnato Aristotele molto tempo fa; particelle

e stati quantistici, come direbbero oggi i fisici.


Vent'anni fa, Danilo Boschi e colleghi, alla

Sapienza di Roma, e Dik Bouwmeester e colleghi,

in Austria, usarono questa idea per realizzare i

primi esperimenti di teletrasporto quantistico,

che portarono a grandi progressi nell'informatica

quantistica.


Nel 1993, un gruppo di fisici teorici stava

affrontando due argomenti all'epoca piuttosto

screditati: l'entanglement e la non-località.

L'entanglement è un fenomeno in cui due o più

particelle quantistiche condividono uno stato

comune in un modo tale da impedire che ciascuna

particella posaa essere descritta in modo indipendente.

La non-località si riferisce all'osservazione che le

particelle quantistiche spazialmente separate si

comportano in modi che sfidano la nostra intuizione

sullo spazio e sul tempo.


Il teletrasporto quantistico compie vent'anni©

Science Photo Library / AGFImprovvisamente,

i teorici si resero conto che una coppia di particelle

entangled poteva essere usata per teletrasportare

uno stato quantistico da una posizione a un'altra

posizione distante, anche se il mittente non

conosceva lo stato quantistico o la posizione

del ricevente.


Durante il processo di teletrasporto, la materia

nella posizione del mittente avrebbe perso la sua

struttura, che sarebbe stata acquisita dalla materia

non strutturata nella posizione del destinatario.

Lo stato quantistico sarebbe quindi scomparso

dal mittente per riapparire dal ricevente.


Si noti che questo processo non crea una copia

dello stato quantistico perché lo stato al mittente

è distrutto, come è richiesto da un principio noto

come teorema del no-cloning quantistico.


Oltre alle due particelle entangled, il processo di

teletrasporto avrebbe richiesto che il mittente

trasmetta una piccola quantità di informazioni

classiche (non quantistiche). Nell'usuale caso

di uno stato quantistico parametrizzato da due

numeri ordinari (reali), sarebbero necessari solo

due bit  ossia una quantità di informazioni molto

minore rispetto alla descrizione classica dello stato

quantistico. Questa informazione classica avrebbe

garantito che l'intero processo non corresse più

rapidamente della velocità della luce.


I teorici coniarono il termine "teletrasporto

quantistico" (qui l'infografica di "Nature" che lo

illustra) e i giornalisti lo diffusero in tutto il

mondo. Ma ritengo che il termine non

rappresenti solo un'ottima operazione di

pubbliche relazione, bensì che descriva

fedelmente ciò che accade: un oggetto

scompare nel senso che si trasforma in una

"polvere" non strutturata, e la "polvere"

lontana acquisisce l'esatta (e forse sconosciuta)

struttura dell'oggetto.


La piena comprensione del teletrasporto

quantistico è difficile e il concetto inizialmente

ha portato a una certa confusione. Per esempio,

una volta sono stato invitato a una conferenza

su come ridurre gli ingorghi nel traffico.

Gli esperti di informazione quantistica però

hanno capito rapidamente il concetto e raccolto

la sfida di dimostrare il teletrasporto quantistico

in un esperimento.


Il problema principale da superare era la realiz-

zazione di una misurazione dello stato di Bell,

vale a dire una misurazione congiunta di due

stati quantistici: lo stato da teletrasportare e

lo stato di una delle particelle entangled.

L'obiettivo è acquisire informazioni sulla

relazione tra i due stati, senza ottenere

alcuna informazione sugli stati stessi, una

misurazione paragonabile alla misurazione

dell'angolo tra due frecce che si toccano, senza

sapere nulla sulle direzioni in cui queste frecce puntano.


Questo è possibile solo nel mondo

quantistico, sfruttando un altro aspetto

dell'entanglement. Oggi sappiamo che è 

impossibile eseguire una misurazione

completa dello stato di Bell usando solo

ottiche lineari (per le quali l'intensità della

luce non è abbastanza elevata perché si

verifichi la creazione di fotoni).

Nell 1997, quattro anni appena dopo la

scoperta teorica, due gruppi riuscirono

nell'impresa del teletrasporto quantistico.

Il primo fu quello di Danilo Boschi, allora

all'Università "La Sapienza" di Roma, e

colleghi, seguito solo pochi mesi dopo dal

gruppo di Bouwmeester, in Austria.

Sandu Popescu, dell'Università di Cambridge

e membro del team italiano, ebbe l'idea di

codificare i due stati quantistici coinvolti

nella misurazione dello stato di Bell in un

unico fotone. Harald Weinfurter, dell'Università

di Innsbruck e membro del team austriaco,

scoprì come eseguire una misurazione

(parziale) dello stato di Bell su due fotoni

indipendenti.

Il teletrasporto quantistico compie vent'anni.

Alcune delle strumentazioni utilizzate

durante un esperimento di entanglement

presso l'università di Vienna, nel 2003

(SPL/AGF)Anche se Boschi e colleghi sono

stati i primi a dimostrare il teletrasporto

quantistico, la lotteria del processo di

referaggio fece sì che il lavoro di Bouwmeester

e colleghi venisse pubblicato per primo.

Questo avrebbe potuto scatenare una feroce

battaglia, che avrebbe devastato la nascente

comunità degli informatici quantistici.

Fortunatamente, c' era abbastanza

lavoro e creatività da tenere tutti occupati.

Lo stesso anno, un gruppo di scienziati

si riunì in Finlandia avviando progetti

europei dedicati alla scienza dell'informa-

zione quantistica.

Io ero lì e potei quindi contribuire,

insieme a diversi colleghi, a questi

progetti di grande successo.

Questo lavoro ha portato all'attuale

programma di ricerca nelle tecnologie

quantistiche varato dalla Commissione

europea, che è il più grande programma

scientifico d'Europa.


Dal 1997, il teletrasporto quantistico

è diventato una parte importante della

scienza dell'informazione quantistica.

Per esempio, ci si è resi conto che il

processo poteva consentire la comunica-

zione quantistica su distanze arbitrariamente

grandi, grazie a dispositivi chiamati ripetitori

quantistici, o la comunicazione nello spazio.

Pochi mesi fa è stato dimostrato il teletrasporto

quantistico tra un satellite e una stazione

terrestre in Cina, su distanze fino a 1200

chilometri.
Nel teletrasporto quantistico ci sono tre

distanze chiave: dal mittente all'analizzatore

dello stato di Bell (il dispositivo che esegue la

misurazione dello stato di Bell), dalla sorgente

di fotoni entangled all'analizzatore dello stato

di Bell, e dalla sorgente di fotoni entangled al

ricevente.


La maggior parte degli esperimenti ha cercato

di massimizzare l'ultima di queste distanze

perché è la più facile da ottenere, anche se

un esperimento ha preso in considerazione

tutte e tre le distanze. Altri lavori hanno

suggerito di sfruttare il teletrasporto su distanze

estremamente brevi (pochi millimetri), ma

usando un gran numero di stati quantistici.

Ciò potrebbe accelerare enormemente

l'elaborazione delle informazioni nei computer

quantistici rispetto a quanto sarebbe altrimenti possibile.


A vent' anni dalle prime dimostrazioni sperimentali,

il teletrasporto quantistico è uno strumento che

permetterà alla fiorente comunità di fisici, ingegneri,

informatici e matematici di lavorare insieme per

sviluppare la prossima generazione di sistemi di

comunicazione quantistica e di computer quantistici.


------------
Nicolas Gisin è direttore di ricerca al

GAP (Group of Applied Physics)

dell'Università di Ginevra, in Svizzera.

(L'originale di questo articolo è stato

pubblicato su Nature il 6 dicembre 2017.

Traduzione ed editing a cura di Le Scienze.

Riproduzione autorizzata,

tutti i diritti riservati.) 

 
 
 

IL TURISMO SPELEOLOGICO....

Post n°1703 pubblicato il 28 Agosto 2018 da blogtecaolivelli

Da Internet

le grotte più belle d'Italia
per il turismo speleologico

Luoghi pieni di fascino, ancora lontani

dal turismo di massa, le grotte italiane 

sono in cima alla lista dei desideri dei 

turisti più esigenti, quelli che non si

accontentano delle mete tradizionali e

cercano tesori naturali negli scrigni più

segreti della Penisola.

I luoghi meravigliosi situati negli anfratti

nascosti della terra custodiscono testimonianze

di un antico passato. Spesso spelonche,

grotte e antri più nascosti ricordano le

radici stesse dell'umanità, quando nell'era

preistorica questi rifugi naturali venivano

utilizzati come dimora dagli uomini primitivi.

Oggi molte di queste meraviglie della natura

sono aperte al pubblico e non è sempre

necessario essere accompagnati da esperti

speleologi per visitarne gli angoli più affascinanti.

Sono diverse decine le grotte aperte al pubblico,

ventiquattro quelle raccomandate dall'Associazione

Grotte Turistiche d'Italia per la loro bellezza e la

facilità di accesso.

Famose, incantevoli e suggestive: ecco le grotte più belle d'Italia meta del turismo speleologico

Il tour non può che partire dal Piemonte

dove nelle profondità di Cuneo c'è la Grotta

di Bossea, luogo che custodisce l'antico

scheletro di un orso databile a 15mila anni.

L'ampiezza degli spazi e la ricchezza di cascate

e laghi sotterranei fanno di questo posto uno

degli ambienti maggiormente apprezzati dagli

esploratori amanti delle profondità.

Famose, incantevoli e suggestive: ecco le grotte più belle d'Italia meta del turismo speleologicoStalattiti e stalagmiti sono la principale

attrazione delle grotte di Toirano, gioiello

del comune di Savona, importante luogo

di attrazione turistica per la Liguria. Anche

in queste grotte si trovano resti di orsi che

evidentemente amavano andare in letargo

nelle profondità di questo ambiente che non

ha mancato di offrire anche testimonianze di

insediamenti dei primi homo sapiens, risalenti

anche a 12.000 anni fa.

Famose, incantevoli e suggestive: ecco le grotte più belle d'Italia meta del turismo speleologico

I graffiti dell'Addaura, situati a Palermo,

sono la principale attrazione delle omonima

grotta, un complesso di tre spelonche che

racchiudono testimonianza della presenza

dell'uomo attestabile tra la fine del paleolitico

e l'inizio del mesolitico, intorno al 9.000 a.C.


Le immagini stilizzate di uomini e animali sono

inconfondibili, contrastanti le opinioni su cosa

rappresenti la scena: che sia una gara

acrobatica o un rito iniziatico il fascino di queste

incisioni è indiscutibile.

Famose, incantevoli e suggestive: ecco le grotte più belle d'Italia meta del turismo speleologico

Al di sotto dell'altopiano del Carso, a poca

distanza da Trieste, si estende la grotta

più grande del mondo, ribattezzata, non

a caso, la grotta del Gigante.

La sua grandezza record è stata anche

certificata e pubblicata nei Guinness dei

Primati. La sala principale della suggestiva

cavità è alta 98,5 e lunga 167,7 metri.

Monumenti come la torre di Pisa o persino

il Big Ben di Londra non avrebbero alcuna

difficoltà a essere disposti negli spazi che

lasciano a bocca aperta i numerosi turisti

che accorrono per osservare l'incredibile

estensione di questo bellezza del sottosuolo.

 

Famose, incantevoli e suggestive: ecco le grotte più belle d'Italia meta del turismo speleologico

E quando si parla di bellezza e di anfratti

non si può certo ignorare il fascino senza

tempo della Grotta Azzurra di Capri, i cui

meravigliosi giochi di luce, che rifrangono

le più belle sfumature d'azzurro sulle pareti

della cavità, ammaliarono anche l'imperatore

romano Tiberio, che nell'isola campana passò

buona parte della propria vita. Oggi la grotta

è meta prediletta per i turisti da tutto il mondo

che sono attratti dall'unicità di un luogo che

conserva, intatto, il proprio fascino da millenni.

Famose, incantevoli e suggestive: ecco le grotte più belle d'Italia meta del turismo speleologico

Altra destinazione obbligata per gli amanti

delle escursioni sotterranee è la grotta di

Pertosa-Auletta, in provincia di Salerno.

Unico sito speleologico europeo dove si

può attraversare su apposite zattere un

fiume sotterraneo.

Qui, infatti, nasce e scorre il fiume sotter-

raneo Negro che diventano palcoscenico

naturale per rievocazioni che riportano in

vita le suggestioni narrate nell'Odissea e
dei viaggi nell'Ade di Ulisse."

 
 
 

IL PRINCIPATO DI LUCEDIO.....

Post n°1702 pubblicato il 28 Agosto 2018 da blogtecaolivelli

Che siano luoghi misteriosi e oscuri per ragioni reali o

per credenze popolari poco importa: il fatto strabiliante

è che in Italia, dal Piemonte all'Emilia Romagna, dal Veneto

fino alla Campania e alle Marche, esistono cittadine ricche

di storie incredibili. Ne abbiamo scelte alcune...

Il Principato di Lucedio e lo spartito del Diavolo

Situato a Trino Vercellese, in provincia di Vercelli, immerso

in un incantevole paesaggio, sorge la splendida costruzione

del Principato di Lucedio e, 700 metri più avanti, il cimitero

sconsacrato di Darola.

Questo è anche il luogo in cui si trova l'antichissima Abbazia

di Santa Maria di Lucedio (anch'essa sconsacrata) da sempre

pervasa da agghiaccianti leggende e fatti inspiegabili.

La chiesa un tempo era abitata da alcuni monaci benedettini

che avevano l'insana abitudine di organizzare dei sabba con le

contadine del luogo.

Questi riti demoniaci erano consumati proprio all'interno

dell'Abbazia e nel vicinocimitero di Darola (che ancora oggi

non gode di una rasserenante reputazione). A testimonianza

degli strani culti operati in questi luoghi, all'interno della Chiesa

è visibile un misterioso spartito dalle insolite caratteristiche.

La mancanza di note nella prima riga del pentagramma, ha

portato alcuni studiosi alla conclusione che in realtà lo spartito

debba essere letto dal basso verso l'alto e da destra verso sinistra.

In questo modo, la successione delle note e la loro traslitterazione

nell'alfabeto latino darebbe origine a una vera e propria invocazione

demoniaca.

Il volto oscuro della Certosa di Bologna

Non è una chiesa ma il più celebre cimitero monumentale di Bologna

 e uno dei più antichi d'Europa. Il cimitero della Certosa di Bologna 

fu realizzato nel 1801 a partire dalla struttura preesistente di un

convento certosino del XIV secolo (poi soppresso nel 1796).

Meta prediletta di alcune grandi personalità storiche

(come Lord Byron, Giosuè Carducci e Charles Dickens), il

cimitero monumentale conserva dei pregi architettonici di grande

interesse: la bellissima chiesa di San Girolamo e il Chiostro

Terzo, il vero fulcro del luogo.

È proprio qui che ha sede la tomba Legnani dove appare un'opera

inconsueta ricca di simboli tipici della cultura massonica.

Simbologia spesso ricorrente in diversi dipinti e sculture presenti

all'interno del cimitero che iniziò le sue funzioni proprio in

un'epoca in cui l'esoterismo, lo spiritismo e la massoneria erano

molto in auge. Il chiostro terzo, il portico sud del Primo Chiostro

e il chiostro nord annesso al Maggiore sono spesso teatro di

episodi paranormali: avvistamenti di fantasmi e strani

spostamenti di oggetti.

Osimo, quella misteriosa città sotterranea

Sotto la tranquilla cittadina di Osimo, in provincia di Ancona,

si cela una un tortuosolabirinto sotterraneo che collega alcuni

tra i palazzi principali della città. Questo posto, colmo di ancestrali

simboli alchemici (ancora senza spiegazione), fu sicuramente

attraversato dai Cavalieri di Malta e dai Templari che si radunavano

nelle grotte del sottosuolo per le iniziazioni dell'ordine.

Questo misterioso labirinto è inoltre popolato di strane sculture

raffiguranti divinità pagane (come Dionisio e Mitra), mostruose

creature e di particolari segni esoterici. Un'altra immagine ricorrente

nelle grotte di questo angolo segreto delle Marche è lasirena con due

code anche questa raffigurata spesso negli edifici templari.

Tantissimi, tuttavia, sono i simboli presenti nel lungo labirinto,

molti dei quali rappresentano chiaramente divinità pagane e,

per la loro particolare disposizione, potrebbero quasi rimandare

al Libro dei Morti egizio.

A Napoli, le impronte del'anima dannata

La città di Napoli è da sempre considerata come una delle città italiane

più ricca di luoghi misteriosi e alcuni di questi conservano delle

testimonianze visibili di natura soprannaturale. È il caso del 

quadro dell'anima dannata esposto nella Chiesa dei Lazzaristi.

La storia di questa tela parla di un giovane cavaliere fiorentino

e della sua relazione extraconiugale con una nobildonna della

sua stessa città.

Dopo qualche tempo, la giovane morì improvvisamente e

senza riuscire a pentirsi del male causato. Il suo amante,

distrutto dal dolore, iniziò incessantemente a pregare finché

un giorno, davanti al suo inginocchiatoio, gli apparve proprio

la donna che disse: "è per causa tua che io sono nell'Inferno!

Sta bene in guardia. Dio ha voluto che io te ne dessi l'avviso,

e perché tu non abbia a dubitare della realtà della mia

apparizione te ne lascio il segno".

E fu a questo punto che l'anima dannata toccò il quadro con le mani

, lasciandovi le impronte infuocate che ora si vedono nel dipinto.

Poveglia, isola maledetta e off-limits

Nella laguna di una delle città più romantiche d'Italia, la serenissima

 Venezia, esiste un posto che da secoli è teatro di oscure vicende.

È Poveglia, un'isolotto che si trova a sud della città, conociuto

anche come isola dei morti o isola maledetta.

L'isola, abitata fino al 1379, anno della Guerra di Chioggia fu

definitivamente abbandonata per lasciare il posto a un campo militare.

Nel settecento, tuttavia, con il diffondersi della peste,

Poveglia venne trasformata in un vero e proprio camposanto:

si conta che qui siano stati bruciati e sepolti più di 150.000 corpi.

Da allora iniziarono le cronache sulle inquietanti apparizioni di

Poveglia che si intensificarono sempre più. La storia dell'isola

riprende poi nel 1922 quando si decise di edificarvi un manicomio.

Il direttore, un folle lobotomizzatore, morì suicida gettandosi

dalla torre dell'edificio nel 1946, anno in cui Poveglia fu

definitivamente disabitata e chiusa al pubblico. Oggi l'isola è

oggetto di numerose indagini sul paranormale e, chi ci è stato,

ha riferito di aver assistito a fatti inquietanti."

 
 
 

ROMA SOTTERRANEA....

Post n°1701 pubblicato il 28 Agosto 2018 da blogtecaolivelli

DA INTERNET

"Roma è da sempre una delle città più

affascinanti del mondo per suoi incredibili

monumenti. Non tutti sanno, però, che

vi è una città sotterranea che sorge

nelle viscere della capitale.

Roma SotterraneaNel sottosuolo, vi è una Roma che

ben pochi conoscono, ma che per 

storia e fascino non ha nulla da

invidiare alla città capitale. Roma

ha origini antichissime, i primi insediamenti,

infatti, risalgono a più di 2500 anni fa.

Nel corso del tempo nuovi edifici sono

andati a sostituire, almeno in parte,

quelli più antichi. Alcuni, però, sono

rimasti immutati protetti nel sottosuolo.

La Roma sotterranea conserva basiliche

e catacombe più o meno note, ma soprat-

tutto strutture di culto antichissime

dedicate al dio Mitra, una divinità solare

persiana, il cui culto veniva celebrato il 25

dicembre all'interno di grotte o caverne,

detti mitrei. Questi spazi riproducevano

il cosmo con raffigurazioni sulle volte che

ancora oggi è possibile ammirare.

Nella Roma sotterranea vi sono la maggior

parte dei mitrei sopravvissuti fino ai nostri giorni.

Tra i meglio conservati vi è quello del Circo

Massimo, situato nei pressi della Bocca della

Verità. La bellezza di questo luogo è data

dall'altorilievo che riproduce unatauroctonia,

l'uccisione di un toro, simbolo della vittoria sulle

barbarie.

Nel sottosuolo è possibile visitare anche le

numerose catacombe, dove venivano sepolti

i pagani e poi, con l'avvento della nuova religione,

i cristiani. Per i Romani ilculto dei morti era

talmente importante che ad esso venivano

dedicati diversi giorni di festa e celebrazioni.

La vastità della Roma nascosta non è ancora

conosciuta, pur sapendo che penetra nel

sottosuolo fino a 20 metri, ma nonostante questo

un viaggio di questa Roma poco nota è di sicuro

affascinante oltre che altamente istruttivo."

 
 
 

Le città sotterranee più interessanti d'Italia....

Post n°1700 pubblicato il 28 Agosto 2018 da blogtecaolivelli

Citazioni riportate integralmente dall'Internet.
Sapevate che sotto le principali città italiane-
Roma, Milano, Napoli, Torino e Palermo -esistono
siti e costruzioni sotterranee, misteriosi e colmi
di tesori archeologici da scoprire?

Queste città sotterranee suggestive e

misteriose devono le loro origini alla

storia antichissima del nostro Paese,

che ha permesso la sovrapposizione

di architetture e la realizzazione di

strutture che si estendono anche sotto terra.

torino sotterranea

Torino, prima capitale del Regno d'Italia,

per esempio, ospita nel sottosuolo del

centro storico una rete intricata di gallerie

e camminamenti segreti, che sono spesso

la meta di percorsi e itinerari turistici

dedicati alla città sotterranea.

Tra i punti di interesse rivestono una grande

importanza le regie ghiacciaie di Porta Palazzo:

infatti alcune gallerie avevano scopi commerciali

ed erano usate per conservare il ghiaccio.

Ciò non deve stupire perché fino all'invenzione

del frigorifero il ghiaccio era un bene prezioso,

fondamentale per la conservazione del cibo.

Torino era avvantaggiata rispetto alle altre

città perché poteva sfruttare come cave i

ghiacciai della Val di Susa. Una volta tagliato

in blocchi, il ghiaccio era trasportato in sacchi

di iuta a Torino e stipato nelle ghiacciaie:

i primi locali a essere utilizzati per questo

scopo furono le gallerie tra Porta Palazzo

e il Santuario della Consolata, già attive

nel Settecento.

Molto grandi (alte circa 10 metri e larghe

altrettanto), avevano una forma tronco-coniche,

discese laterali elicoidali per i carri e la copertura

a cupola.

città sotterranee

Palermo, invece, non solo ospita nel

suo sottosuolo le catacombe e un

acquedotto arabo intatto ma anche

il Qanat. Risalente alla dominazione

araba, costituisce un gioiello di ingegneria

idraulica ed è composto da una rete di

canali il cui compito era portare l'acqua in

superficie.

Queste costruzioni si caratterizzano per

sfruttare la morfologia della roccia e la

conformazione del terreno. Un altro scopo

era quello di essere le camere dello Scirocco,

cioè ambienti che costituivano freschi rifugi

quando soffiava questo vento caldissimo

perché convogliavano l'aria.

In realtà a Palermo vi sono vari qanat,

realizzati in periodi diversi: tre sono ancora

visitabili con la guida di speologi.

napoli sotterranea

Anche Napoli ospita nel suo sottosuolo

una fittissima rete di gallerie e cunicoli

che forma una vera e propria città sotterranea

prendendo per l'appunto il nome di

Napoli Sotterranea.

Le gallerie, estese sotto tutto il centro storico,

erano nate per estrarre il tufo con cui furono

realizzati i primi edifici, poi furono trasformate

in acquedotto e infine divennero i rifugi antiaerei

della popolazione durante la Seconda

Guerra Mondiale.

Napoli Sotterranea ha numerosi accessi ma uno

dei più utilizzati si trova vicino aPiazza del Plebiscito,

nei quartieri spagnoli. Gli itinerari che si possono

percorrere sono davvero infiniti e consentono di

scoprire una storia lunga 2400 anni.

Uno dei punti più conosciuti è la Stanza di Filomena,

situata a una profondità di 20 metri di profondità

sotto Piazzetta Augusteo. Usata come rifugio di

guerra, è stata ribattezzata in questo modo perché

cela una piccola grande storia della Napoli segreta:

infatti sul muro è stato scritto il messaggio la

signorina Filomena riceve anche in questo ricovero.

milano sotterranea

Milano propone un grande numero di

itinerari e punti d'interesse: per esempio

si può percorrere uno snodo idrico a 10

metri di profondità, visitare una delle poche

antiche ghiacciaie ancora esistenti nel

 monastero degli Olivetani e nel monastero

di Sant'Ambrogio oppure ammirare il battistero

sepolto di San Giovanni alle Fonti.

Si tratta di un edificio ottagonale, costruito nel 386,

famoso per essere il luogo in cui il futuro Sant'Agostino

di Ippona venne battezzato dallo stesso vescovo

di Milano Sant'Ambrogio. Sepolto quando furono

poste le fondamenta del Duomo, è stato riscoperto

nel 1961.

Si trova 3,8 metri sotto il livello del pavimento

del Duomo, mentre la vasca battesimale ottagonale

si trova a una profondità ancora maggiore, cioè

4,50 metri. Rivestita in marmo, la vasca ha al centro

un foro da cui usciva l'acqua portata da un condotto

apposito.

Nelle vicinanze si trovano altri luoghi di culto sepolti

per far posto ad altri di epoca successiva: è il caso

della Basilica di Santa Tecla (metà del IV secolo),

di cui esistono ancora due absidi.

Dall'altro lato del Duomo vi è il battistero sepolto

di Santo Stefano, facente parte della Basilica di

Santa Maria Maggiore: quest'ultima fu poi distrutta

per erigere il Duomo.

catacombe roma

Infine Roma, che potrebbe tranquillamente

fornire materiale per riempire diversi articoli

di questo tipo, offre agli appassionati di

misteri e luoghi insoliti una fitta rete di 

catacombe, estese per 800 chilometri,

rappresentano il complesso sotterraneo

della Villa di Massenzio formato da tre edifici

siti lungo la Via Appia antica."

 
 
 

Meraviglie sotterranee.....

Post n°1699 pubblicato il 28 Agosto 2018 da blogtecaolivelli

da Internet, brano riportato integralmente.

La Galleria Borbonica di Napoli

Un viaggio nella Napoli Sotterranea,

alla scoperta della Galleria Borbonica,

tra i percorsi più suggestivi nel

sottosuolo della cittàLa Galleria

Borbonica è uno dei percorsi del

circuito della Napoli Sotterranea più

affascinanti e suggestivi della città.

Vanto dell'ingegneria civile borbonica,

il tunnel si estende sotto la collina di

Pizzofalcone, nei pressi di Palazzo Reale.

Fu il re Ferdinando II di Borbone ad

avviarne la realizzazione, nel 1853:

sebbene l'opera rientrasse nell'ambito

delle opere pubbliche, il vero fine del

traforo sotterraneo era militare.

Nelle reali intenzioni del re, infatti, la

galleria avrebbe dovuto costituire una

 rapida via di fuga, verso il mare, per

la famiglia reale in caso di tumulti e un

collegamento con la reggia per i soldati

alloggiati nelle caserme di Chiaia.

I lavori vennero affidati all'architetto

Errico Alvino, che aveva progettato una

galleria a due corsie con due marciapiedi

ai lati, che collegasse il Largo della Reggia

(l'odierna Piazza Plebiscito) a piazza Vittoria,

passando al di sotto della collina di Pizzofalcone.

I lavori, effettuati con picconi, martelli e

cunei, durarono tre anni: il Tunnel Borbonico

venne inaugurato il 25 maggio del 1855, con

il passaggio di Ferdinando II, ma restò aperto

pubblico per soli tre giorni. L'opera, che si snoda

attraverso grandi ambienti dal valore architettonico

immenso, non fu mai completata e si fermò, dopo 

431 metri, nel cortile alle spalle del colonnato di

Piazza del Plebiscito. Durante gli scavi, vennero

portati alla luce vecchie cave di tufo, imponenti

cisterne a servizio della rete idrica sotterranea

e tratti di percorso di epoca greca e romana.

Inoltre, si realizzarono pozzi verticali di ventila-

zione e un ponte lungo 20 metri e alto 10 metri.

Durante il periodo bellico, tra il 1939 e il 1945,

la Galleria fu utilizzata come rifugio antiaereo

per migliaia di napoletani e in seguito, fino agli

anni '70, come Deposito Giudiziale Comunale,

dove veniva immagazzinato tutto ciò che era

stato estratto dalle macerie a seguito dei

bombardamenti, oltre al materiale recuperato

da crolli, sfratti e sequestri.

Dal 2005 la struttura è tornata all'attenzione

dei geologi. Tra i diversi interventi che hanno

interessato la Galleria Borbonica, vi è soprattutto

quello del restauro e dell'esposizione delle auto

e moto d'epoca rinvenute sotto cumuli di detriti,

insieme a statue di epoche diverse, tra cui il

monumento funebre di Aurelio Padovani, capitano

dei bersaglieri nella Prima Guerra Mondiale.

Dopo vari lavori di scavo e messa in sicurezza,

il sito è stato aperto al pubblico dall'Associazione

Culturale "Borbonica Sotterranea" il 29 ottobre

2010 che, con il supporto di volontari, ha ripulito

dai detriti accumulati le cavità, permettendo così

di creare un percorso sotterraneo di incredibile

interesse culturale.

I PERCORSI

La Galleria Borbonica offre quattro tipologie

di percorso.Percorso Standard. Si passeggia

all'interno della Galleria, nei settori del ricovero

bellico e nelle cisterne dell'acquedotto, in un

viaggio suggestivo alla scoperta della Napoli

Sotterranea.Percorso Avventura. Permette di

ammirare cisterne del '500 e del '600 e di

navigare su una zattera all'interno di una

galleria della metropolitana abbandonata ed

invasa dall'acqua.Percorso Speleo. 

Dotati di elmetto con luce frontale come dei

novelli speleologi, tuta ed imbraco, si esplorano

i cunicoli e le cisterne dell'acquedotto, alla

ricerca di simboli realizzati nel tufo. I più

temerari possono volare con una teleferica

all'interno di un'enorme cisterna seicentesca.

Via delle Memorie. Inaugurato di recente, è

un viaggio incredibile e nostalgico nelle cave

e nelle cisterne del Palazzo Serra di Cassano

- il cui ricovero bellico fu utilizzato per diverso

tempo anche dall'allora diciassettenne Giorgio

Napolitano - con il grande cortile ottagonale e

la monumentale scala del Palazzo Sanfelice.Meraviglie sotterranee: la Galleria Borbonica di Napoli

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1 di 8Meraviglie sotterranee: la Galleria Borbonica di Napoli

 
 
 

Le meraviglie di Urbino.....

Post n°1698 pubblicato il 28 Agosto 2018 da blogtecaolivelli

Articolo riportato integralmente da Internet, da "In Italia", e-magazine.

Le meraviglie sotterranee di Urbino Ipogea

Tra antichi cunicoli e meravigliosi ipogei, il

fascino di Urbino travalica la superficie e

affonda radici fin nel sottosuoloLa città di

Urbino rappresenta un crocevia di arte storia

e cultura. Peculiarità che le sono valse il

riconoscimento a Patrimonio dell'Umanità Unesco.

Ma le magnificenze del comune marchigiano non

si limitano alla sua superficie. Anche la Urbino

Ipogea, il sottosuolo della città incastonata

nelle suadenti colline marchigiane, è ricolma di

rara bellezza.

La perla del Rinascimento, meta di studiosi e

artisti che ne hanno arricchito il complesso urbano,

nasconde nelle sue profondità un fitto dedalo di 

cunicoli e grotte artificiali, frutto del lavoro certosino

effettuato dagli antichi romani per rifornire l'antica

città di acqua. Le falde acquifere sono sempre state

insufficienti a garantire l'apporto idrico necessario

al fabbisogno dell'antico insediamento, brulicante

di vita fin dall'epoca preromana.

Gli ingegneri idraulici romani non si persero d'animo

e decisero di sconfiggere la siccità tipica del centro

antico tramite la costruzione di cisterne che

riuscirono nel prezioso intento di convogliare le acque

piovane e di raccogliere le riserve idriche presenti

nel sottosuolo. Una complessa rete di tubature 

in piombo garantì poi l'approvvigionamento d'acqua

ai cittadini che finalmente riuscirono a sconfiggere

la penuria idrica.

Gli immani lavori hanno lasciato in eredità alla bella

città, patria dei Montefeltro e dei numerosi artisti e

letterati ospitati dal mecenate Federico, una fitta

serie di opere idrauliche che si sviluppano in centinaia

di pozzi, cisterne e numerose sorgenti.

Tra queste spicca l'Acquedotto di Santa Lucia,

l'opera più importante del capoluogo marchigiano,

riscoperta solo alla fine degli anni '80,  ma non

meno suggestivi sono i cunicoli della condotta di

 Via dei Morti e della Fonte del Leone.

Il Gruppo Speleologico Urbinate ha provveduto

negli ultimi anni ad effettuare l'esplorazione delle

opere sotterranee di cui si era persa memoria.

Solo attraverso antichi documenti del XIX secolo

è stato possibile appurare l'esistenza di questo

patrimonio sotterraneo, tramite le testimonianze

degli ingegneri dell'epoca che ne hanno descritto

minuziosamente la topografia. Importanti epigrafi

 risalenti anche al 1561 testimoniano le assidue

frequentazioni di cui questi passaggi sotterranei

sono stati protagonisti nel corso dei secoli.

Agli occhi degli esploratori del sottosuolo si

aprono budelli, ipogei artificiali di meravigliosa

fattura e ricchi di storia. Una miriade di mattoni

in cotto, risalenti al periodo rinascimentale,

portano testimonianza della pregevole fattura

dell'opera che arricchisce la meravigliosa città

di Urbino di un fascino che travalica la superficie

e affonda radici fin nelle gallerie del sottosuolo.

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1 di 5Le meraviglie sotterranee di Urbino Ipogea

 
 
 

I dinosauri in dirittura di arrivo?

Post n°1697 pubblicato il 28 Agosto 2018 da blogtecaolivelli

  Rifacimento totale e riporto integrale di un articolo dal SECOLO XIX, RUBRICA CULTURA E SPETTACOLI, 29 maggio 2018.

I DINOSAURI TORNERANNO IN VITA?

Nasce la biobanca con il Dna delle specie estinte

autore:Giorgio Giordano.

A parte il riportare integralmente o quasi

gli articoli più interessanti del WEB al fine di

incoraggiare la lettura degli studenti alle

prese con le materie curricolari che non

lasciano tanto tempo alla lettura di cose

moderne ed interessanti, ho trovato un

articolo bellissimo che fa chiaramente

riferimento ad un famoso best seller di Michael

Crichton, Jurassic Park, che è anche un'opera

importante della letteratura americana

moderna.

Quando il libro apparve nelle librerie, negli

anni '90,  fu un gran successo mondiale,

anche se l'autore poteva sembrare un

visionario che previde le realtà scientifiche di

oggi della clonazione animale e dei suoi pericoli

con quasi 30 anni di anticipo.

L'autore sembrava un gran visionario perchè

descrisse nel suo romanzo la clonazione

dei dinosauri, ovvero degli esseri primordiali

vecchi di 160 milioni di anni, ormai estinti,

partendo da una goccia di sangue estratta da

un pezzettino di ambra in cui vi era

racchiuso un coleottero, forse dal lontanissimo

Giurassico.

Una teoria affascinante ed inverosimile che

sembrava uscita dalla mente di un uomo

colto, scientificamente preparato ma anche molto

originale, una teoria incredibile.

Solo che adesso leggiamo:

"Jurassic Park diventerà realtà e i mammiferi giganti

del Pleistocene ritorneranno in

vita? Un gruppo di scienziati sta realizzando una

banca del Dna che potrebbe essere

utilizzata per esperimenti al limite della fantascienza,

tutto dipende dalla disponibilità

di materiali organici da cui partire (ricordiamo il

frammento di coda di un celurosauro,

vissuto 99 milioni di anni fa, trovato nel 2016

perfettamente conservato in una goccia

di resina fossile). I ricercatori dell'Università di

Cardiff stanno sviluppando la prima

biobanca nazionale zoologica del Regno Unito,

chiamata CryoArks Biobank. Uno

strumento che darà ai ricercatori l'accesso a tessuti,

cellule e Dna di specie in via di estinzione o estinta.

Il professor Mike Bruford, che guida il progetto, ha dichiarato:

«CryoArks espanderà e collegherà collezioni di

campioni conservati da laboratori, zoo,

acquari e musei di tutto il Regno Unito, fornendo

agli scienziati un'incomparabile opportunità di gestire

e condividere al meglio questa grande quantità di materiale

genetico.

Permetterà anche a ricercatori e ad ambientalisti di

accedere a materiale che non pensavamo nemmeno

 esistesse, inclusi campioni di popolazioni selvatiche e

di animali estinti». La cosiddetta biobanca verrà aperta

nel luglio 2018, anche se non

è ancora noto a quali animali estinti appartiene

il Dna immagazzinato.

Il professor Bruford ha aggiunto: «CryoArks segna

un enorme balzo in avanti nel biobanking zoologico

del Regno Unito.

Con il mondo che deve affrontare sfide senza

precedenti per la nostra fauna selvatica,

avere accesso a questi dati ci aiuterà a trovare

soluzioni per proteggere il nostro

pianeta e le sue specie in via di estinzione».

(brano riportato integralmente dall'articolo citato)

Una teoria venuta fuori dalla mente di una persona

geniale ma originale o una

previsione assolutamente equilibrata?

 
 
 

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