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Messaggi del 03/04/2020
Post n°2711 pubblicato il 03 Aprile 2020 da blogtecaolivelli
Fonte: articolo riportato dall' Internet In fuga dall'eruzione: schiacciato da un grosso blocco di pietra Nuova scoperta a Pompei 29 maggio 2019 Il torace schiacciato da un grosso blocco di pietra, il corpo sbalzato all'indietro dal potente flusso piroclastico, nel tentativo disperato di fuga dalla furia eruttiva del Vesuvio È in questa drammatica posizione, che emerge la prima vittima del cantiere dei nuovi scavi della Regio V. Lo scheletro è stato ritrovato all'incrocio tra il Vicolo delle Nozze d'Argento e il Vicolo dei Balconi, di recente scoperta, che protende verso via di Nola. Dalle prime osservazioni, risulta che l'individuo sopravvissuto alle prime fasi dell'eruzione vulcanica, si sia avventurato in cerca di salvezza lungo il vicolo ormai invaso dalla spessa coltre di lapilli. Il corpo è stato infatti rinvenuto all'altezza del primo piano dell'edificio adiacente, ovvero al di sopra dello strato di lapilli. Qui è stato investito dalla fitta e densa nube piroclastica che lo ha sbalzato all'indietro. Un imponente blocco in pietra (forse uno stipite), trascinato con violenza dalla nube, lo ha colpito nella porzione superiore, schiacciando la parte alta del torace e il capo che, ancora non individuati, giacciono a quota più bassa rispetto agli arti inferiori, probabilmente sotto il blocco litico. Le prime analisi eseguite dall'antropologa, durante lo scavo, identificano un uomo adulto di età superiore ai 30 anni. La presenza di lesioni a livello delle tibie segnalano un'infezione ossea, che potrebbe essere stata la causa di significative difficoltà nella deambulazione, tali da impedire all' uomo di fuggire già ai primi drammatici segnali che precedettero l'eruzione stessa. "Questo ritrovamento eccezionale, - dichiara Massimo Osanna, Direttore Generale del Parco Archeologico di Pompei - rimanda al caso analogo di uno scheletro rinvenuto da Amedeo Maiuri nella casa del Fabbro e oggetto di recente studio. Si tratta dei resti di un individuo claudicante, anche lui probabilmente impedito nella fuga dalle difficoltà motorie e lasciato all'epoca in esposizione in situ. Al di là dell'impatto emotivo di queste scoperte, la possibilità di comparare questi rinvenimenti, confrontare le patologie e gli stili di vita, le dinamiche di fuga dall'eruzione, ma soprattutto di indagarli con strumenti e professionalità sempre più specifiche e presenti sul campo, contribuiscono ad un racconto sempre più preciso della storia e della civiltà dell'epoca, che è alla base della ricerca archeologica." I nuovi scavi della Regio V, dove è avvenuta quest'ultima straordinaria scoperta, fanno parte del cantiere di messa in sicurezza dei fronti di scavo interni alla città antica, previsto dal Grande Progetto Pompei. Le indagini archeologiche in corso stanno interessando l'area del cosiddetto "Cuneo", posta tra la casa delle Nozze d'Argento e la casa di Marco Lucrezio Frontone. Informazioni: www.pompeiisites.org |
Post n°2710 pubblicato il 03 Aprile 2020 da blogtecaolivelli
Pompei, ecco il Narciso: un nuovo incantevole affresco torna alla luce in via del Vesuvio La Regio V di Pompei è un vero e proprio scrigno delle meraviglie. Dopo il ritrovamento dell'affresco di Leda con il Cigno, ecco portato alla luce il Narciso, su una parete dell'atrio della stessa dimora. Narciso è ripreso nell'atto di specchiarsi nell'acqua, secondo l'iconografia classica. Foto tratta da avvenire.it "La bellezza di queste stanze, evidente già dalle prime scoperte, ci ha indotto a modificare il progetto e a proseguire lo scavo per portare alla luce l'ambiente di Leda e l'atrio retrostante - spiega la direttrice ad interim, Alfonsina Russo - ciò ci consentirà in futuro la fruizione del pubblico di almeno una parte di questa domus". L'intera stanza di Leda è caratterizzata da decori in IV stile pompeiano con ornamenti floreali, intervallati da grifoni con cornucopie, amorini volanti nature morte e scene di lotta tra animali. I disegni si estendevano anche sul soffitto crollato sotto il peso dei lapilli e i cui frammenti sono stati recuperati per ricomporne la trama. Nell'atrio della domus, dove è stato ritrovato l'affresco con il mito di Narciso "tutto l' ambiente è pervaso dal tema della gioia di vivere, della bellezza e vanità, sottolineato anche dalle figure di menadi e satiri che, - racconta il direttore scientifico Massimo Osanna - in una sorta di corteggio dionisiaco, accompagnavano i visitatori all'interno della parte pubblica della casa. Una decorazione volutamente lussuosa e probabilmente pertinente agli ultimi anni della colonia, come testimonia lo straordinario stat o di conservazione dei colori." Nell'atrio è ben visibile anche traccia della scala che conduceva al piano superiore e nello spazio del sottoscala sono stati ritrovati alcuni contenitori in vetro, delle anfore e un imbuto di bronzo. Una situla in bronzo è invece stata rinvenuta accanto all'impluvio. La notizia è stata pubblicata da numerose testate nazionali il 14/02/2019. La redazione, Siti Archeologici d'Italia |
Post n°2709 pubblicato il 03 Aprile 2020 da blogtecaolivelli
Fonte: articolo riportato dall'Internet Gela, ritrovato sarcofago in terracotta del V secolo a.C. Foto tratta da www.lasicilia.it Un sarcofago con copertura a cappuccina, decorato al suo interno da due piccole colonne con capitelli ionici, è stato recentemente ritrovato a Gela, in provincia di Caltanisetta, durante gli scavi per i lavori di posa della nuova rete idrica. Il reperto, databile V secolo a.C, è stato rinvenuto nei pressi di via Cicerone nella zona di Caposoprano, già nota per la presenza di fortificazioni greche, meglio conosciute come Mura timoleontee di Caposoprano. Dopo il ritrovamento il sarcofago è stato svuotato, sollevato e trasportato al museo archeologico, dove sarà possibile procedere con il restauro. Sempre a Caposoprano, in via Genova sono state recentemente ritrovate 12 sepolture databili al V e IV secolo a.C. e un'abitazione, databile IV secolo a.C. nella quale sono stati rivenuti resti di anfore, coppe e altro materiale La notizia diffusa il 20/12 u.s. è stata successivamente ripresa da molte testate locali e nazionali. Una news che volevamo condividere con Voi! La redazione, Sitiarcheologiciditalia.it |
Post n°2708 pubblicato il 03 Aprile 2020 da blogtecaolivelli
Fonte: articolo riporato dall'Internet. Milano, l'anfiteatro rinasce "green"! Rendering del progetto. Foto tratta da UrbanFile Centinaia di piante, al posto delle pietre, posizionate in modo da ricalcare fedelmente la struttura architet- tonica dell'anfiteatro, questo il progetto di Green Archaeology, dove vegetazione e rovine vivranno in perfetta simbiosi. Mediolanum, conquistata dai Romani nel 222 a.c., visse nei primi secoli d.C. un periodo di grande splendore economico e politico. In questa città, di cui oggi Milano rappresenta l'evoluzione storica, già nel II secolo era presente un grandioso anfiteatro, il terzo per dimensioni dopo quelli di Roma e Capua L'anfiteatro con l'avvento del Cristianesimo cadde in disuso, utilizzato come cava di materiali edili sino al IV/V secolo, periodo nel quale venne costruita la Basilica di San Lorenzo, e infine demolito con l'avvento dei Goti, durante l'invasione barbarica del 539 d.C. L'area in cui sorgeva l'anfiteatro romano è oggi adibita a parco, parte dei resti archeologici si trovano sotto edifici moderni mentre quelli meglio conservati sono stati musealizzati nel Parco dell'Anfiteatro Romano. Ebbene, nel 2019, a distanza di quasi 2000 anni, questa grande struttura tornerà in un certo senso a vivere, una vita tutta nuova, nata da un'idea visionaria della Soprintendenza che da due anni sta lavorando per rendere l'area fruibile alla città. La realizzazione dell'opera partirà dalla pulitura dell'area antistante via Conca del Naviglio, attualmente infestata da vegetazione spontanea, e di quella nei pressi di via dell'Arena. Queste due aree saranno poi annesse con il retrostante parco archeologico l'area verde che andrà a connettersi in seguito con il parco delle Basiliche dove a San Lorenzo, sotto il sacello di Sant'Aquilino, si possono vedere i resti in pietra dei blocchi del rivestimento dell'anfiteatro utilizzati per le fondazioni. A febbraio cominceranno gli scavi sulle porzioni mai esplorate dell'anfiteatro. La notizia, già nei mesi scorsi parzialmente anticipata, è stata pubblicata il 24/11 su Corriere.it Milano e successivamente ripresa da alcune testate locali. Un progetto molto particolare che volevamo condividere con voi! Cosa ne pensate? La redazione, Siti Archeologici d'Italia |
Post n°2707 pubblicato il 03 Aprile 2020 da blogtecaolivelli
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