Creato da blogtecaolivelli il 04/03/2012

blogtecaolivelli

blog informazione e cultura della biblioteca Olivelli

 

Messaggi di Giugno 2019

I misteri di Mitra

Post n°2272 pubblicato il 29 Giugno 2019 da blogtecaolivelli

Fonte: Le Scienze

Le disuguaglianze nella distribuzione

della ricchezza fra i membri di una

società hanno iniziato a diventare

rilevanti durante il Neolitico, con l'avvento

dell'agricoltura e dell'allevamento.

A parità di sviluppo economico, le antiche

culture del Nord e Centro America erano

però più ugualitarie di quelle del Vecchio

Mondo.

archeologiaecomomia 

Nella storia dell'umanità, le disuguaglianze

nella distribuzione della ricchezza hanno

iniziato ad accentuarsi durante il Neolitico

e sono generalmente aumentate con la

domesticazione di piante e animali e con

la complessità delle strutture sociali.

Queste disuguaglianze, inoltre, sono state

decisamente più marcate nelle società

euroasiatiche che in quelle dell'America

settentrionale e centrale.

A stabilirlo è lo studio di un gruppo di

ricercatori diretto da Timothy A. Kohler

della Washington State University a

Pullman, negli Stati Uniti, che ne

riferiscono su "Nature".

Le disparità economiche risalgono al Neolitico

Uno dei più antichi insediamenti agricoli

nella cosiddetta mezzaluna fertile,

nell'attuale Siria, risalente all'8000 a.C. 

Gli archeologi si interrogano da tempo

sulle differenze di accesso alle risorse

nelle società più antiche, ma si sono

scontrati con la difficoltà di individuare

variabili che riflettessero la condizione

economica delle famiglie e  al tempo stesso

permettessero un confronto fra culture ed

epoche diverse.

(Le offerte collocate nelle tombe, per esempio,

non sono un buon parametro, dato che le tumula-

zioni che  possiamo ritrovare oggi erano

riservate in genere a persone di stato sociale

elevato e non sono rappresentative di tutta

la popolazione.)

Kohler e colleghi hanno ora mostrato che un

parametro relativamente semplice e universale

della capacità economica di una famiglia sono

le dimensioni delle case all'interno di una

comunità.

Nelle società in cui gran parte delle persone

hanno una posizione economica simile,

le abitazioni tendono ad avere le stesse

dimensioni.

Ma per i gruppi in cui alcuni hanno una

ricchezza maggiore di altri, si osserva di

solito la coesistenza di case piccole e

grandi.

Le disparità economiche risalgono al Neolitico

Una famiglia delle cultura BaYaka, dell'Africa

centrale, ancora oggi prevalentemente

dedita alla caccia e raccolta. (Cortesia Gul

Deniz Salali)Sulla base dei dati raccolti i

ricercatori hanno rilevato una maggiore

disparità economica nei siti agricoli rispetto

a quelli occupati da cacciatori-raccoglitori o

da popolazioni con un'economia "mista" (

costituite da piccoli gruppi che integravano

piccole colture con le risorse ottenute con la

caccia o la pesca), e questa disparità era

tanto maggiore quanto più era importante

la domesticazione di grandi mammiferi e

l'estensione delle coltivazioni agricole. 

A questo si sovrappone poi il livello di

strutturazione e complessità della società,

con la creazione di élite politiche.

I risultati hanno mostrato che i siti eurasiatici

avevano raggiunto livelli di disuguaglianza

significativamente più elevati rispetto a quelli

nordamericani, anche quando le rispettive

economie agricole erano durate per periodi

di tempo equivalenti.

Per realizzare i confronti i ricercatori hanno

adattato un classico strumento socioeconomico,

il cosiddetto indice di Gini, sviluppato più di un

secolo fa dallo statistico e sociologo italiano

Corrado Gini.

In teoria, un paese in cui vi è una distribuzione

della ricchezza perfettamente equa avrebbe

un indice di Gini pari a 0, mentre un paese in

cui tutta la ricchezza è concentrata in una sola

famiglia avrebbe un indice pari a 1.

Le disparità economiche risalgono al NeoliticoT

Terracotte pueblo rinvenute a Pueblo Bonito,

nel New Mexico, risalenti a 1000 anni fa circa.

I ricercatori hanno scoperto che l'indice di Gini

delle società di cacciatori-raccoglitori è tipicamente

0,17, il che segnala una bassa disparità nella

distribuzione delle risorse, coerente con

l'elevata mobilità che rende difficile l'accumulazione

della ricchezza.

Nel caso delle antiche economie miste, l'indice s

ale a 0,27 e cresce ulteriormente - in media a 0,35

- nelle società in cui l'agricoltura predominava

nettamente. Questa media nasconde però forte

differenze: se nel Nuovo Mondo l'indice difficilmente

superava lo 0,3, nel Vecchio Mondo si raggiunge

anche un indice pari a 0,59.

Per dare un'idea più concreta del significato di

questi valori, l'articolo riporta anche alcuni

esempi dell'indice di Gini di paesi contemporanei:

l'indice di Gini attribuito alla Grecia di oggi è

0,56 e quello della Spagna 0,58 (l'Italia è a 0,59):

valori decisamente elevati, ma ancora ben

inferiori a quelli attribuibili alla Cina (0,73) e

agli Stati Uniti (0,80).

 
 
 

Le origini della cultura megalitica in Europa

Post n°2271 pubblicato il 29 Giugno 2019 da blogtecaolivelli

Fonte: Le Scienze

12 febbraio 2019

Le origini della cultura megalitica in Europa

Le origini della cultura megalitica in Europa

L'analisi comparata delle datazioni di

oltre 2000 dei 35.000 megaliti diffusi 

in tutta Europa e delle loro caratteristiche

costruttive indica che la tradizione megalitica

ha avuto origine nella Francia nord occidentale

per poi diffondersi lungo rotte marittime.

La scoperta smentisce sia l'ipotesi che la

cultura megalitica provenisse dal Vicino

Oriente, sia quella di una sua nascita

indipendente nelle diverse regioni

archeologiaLa cultura dei megaliti europea

sarebbe nata verso la metà del V millennio

a.C. nella Francia nord occidentale per poi

diffondersi sulle coste atlantiche del continente

e del Mediterraneo lungo rotte marittime.

Il risultato - ottenuto dalla ricercatrice all'Università

di Göteborg, in Svezia, Bettina Schulz Paulssonin,

e illustrato sui "Proceedings of the National

Academy of Sciences" - smentisce entrambe le

principali teorie finora in campo sulla storia

dell'edificazione di queste strutture.


Le origini della cultura megalitica in Europa

Il Dolmen di Sa Coveccada in Sardegna.

Fra menhir, dolmen, cerchi di pietre, allineamenti

e altri edifici o templi megalitici, in tutta Europa

sono note circa 35.000 strutture di questo tipo,

la maggior parte delle quali risale al Neolitico e

all'età del Rame e si concentra nelle zone costiere.

Queste strutture megalitiche condividono

tutte caratteristiche architettoniche simili

se non spesso addirittura identiche; per

esempio, l'orientamento delle tombe è

costantemente orientato verso est o sud-

est, nella direzione da cui sorge il sole.

Ciò ha indotto gli archeologi, fin dalla

metà del XIX secolo, a ritenere che la

loro costruzione fosse legata a una

religione che si sarebbe diffusa dal Vicino

Oriente prima nel Mediterraneo e quindi

sulle coste atlantiche della Spagna, della

Francia e della Gran Bretagna, a seguito

della migrazione di membri della casta

sacerdotale.

Questa ricostruzione resistette incontrastata

fino ai primi anni settanta del secolo scorso,

quando le prime datazioni al radiocarbonio

la misero fortemente in dubbio, portando

la maggior parte degli studiosi verso l'ipotesi

di una nascita indipendente nelle diverse

regioni e imputando le somiglianze alla

relativa "semplicità" delle strutture

architettoniche.

Da allora le datazioni al radiocarbonio dei

megaliti si sono moltiplicate a dismisura, 

ma senza che si tentasse di tracciare un

quadro cronologico complessivo su cui

testare l'ipotesi della nascita indipendente.

Le origini della cultura megalitica in Europa

Tomba megalitica a Haväng, in Svezia.

Ora Bettina Schulz Paulssonin ha analizzato

2410 datazioni al radiocarbonico relative a siti

megalitici e pre-megalitici e a siti non megalitici

coevi di tutta Europa.

L'analisi ha mostrato che le prime strutture -

piccole costruzioni chiuse o dolmen realizzati

con lastre di pietra solo in superficie e coperti

da un cumulo di terra o di pietra - sono emerse

nella seconda metà del quinto millennio a.C.

(la struttura più antica è databile fra il 4794 e

il 4770 a.C.), diffondendosi nel giro di 200 o

300 anni dalla Francia nord occidentale alle

isole del Canale, alla Catalogna, alla Francia

sud occidentale fino alla Corsica e alla Sardegna.

A questa prima ondata sono poi seguite altre

due principali, rispettivamente fra il 4000 e il

3500 a.C. e nel mezzo millennio successivo,

caratterizzate da altrettante variazioni strutturali

delle costruzioni megalitiche, che hanno portato

alla massima diffusione di questa cultura.

L'ultimo episodio di espansione, minore, si

verificò infine fra il 2500 e il 1200 a.C. con la

comparsa di megaliti alle Baleari, in Sicilia e in

Puglia.

Strutture di questo periodo si trovano anche

in Sardegna, che però era stata interessata

in misura molto significativa anche dalle espansioni

precedenti.

 
 
 

Un antico Hashtag.

Post n°2270 pubblicato il 29 Giugno 2019 da blogtecaolivelli

Fonte: Le Scienze

13 settembre 2018

Somiglia a un hashtag il più antico disegno di Homo sapiens

Somiglia a un hashtag il più antico disegno di Homo sapiens

Scoperto nella Grotta di Blombos, in Sudafrica, risale a

73.000 anni fa: si tratta di uno schema grafico di linee

ottenute con uno strumento di ocra su una superficie di pietra.

Il ritrovamento dimostra che il disegno faceva parte del

repertorio comportamentale delle popolazioni di Homo

sapiens che abitavano in Africa in un'epoca molto antecedente

a quella stimata sulla base di analoghi manufatti in altre parti

del mondo.

arteantropologiaarcheologia

La grotta di Blombos, lungo la costa meridionale del Sudafrica,

a est di Cape-Town, è un sito archeologico che ha restituito

alcune delle più antiche prove di un'attività culturale degli

esseri umani moderni.

Lì sono infatti stati scoperti collane di conchiglie, ossa e

utensili in pietra incisi inequivocabilmente con intenzione

decorativa e datati tra 70.000 e 100.000 anni fa, vale a dire

a un periodo che precede di alcune decine di migliaia di anni

i manufatti dello stesso tipo prodotti dagli esseri umani in

qualsiasi altra parte del mondo.

Ma quello scoperto da Christopher Henshilwood e colleghi

descritto sulle pagine di "Nature" è destinato a essere ricordato

come il pezzo più significativo: è infatti il primo disegno

noto della preistoria, realizzato applicando un pigmento

su una superficie, e graficamente ricorda molto il simbolo

"#" dell'attuale hashtag usato sui social network.

Somiglia a un hashtag il più antico disegno di Homo sapiens

Il frammento di silcrete con il motivo grafico segnato

con l'ocra scoperto nella grotta di Blombos

Si tratta di un frammento roccioso di silcrete nero, una

concrezione di sabbia e ghiaia, cementata da silice disciolta

e poi indurita. Sulla superficie levigata di questo frammento

c'è un motivo grafico in rosso, intenzionalmente tracciato

secondo uno schema sei per tre di linee incrociate.

La brusca interruzione delle linee sul bordo del frammento

suggerisce che lo schema originariamente copriva una

superficie più ampia e forse era nella sua interezza era

anche più complesso. 

Le analisi chimiche e microscopiche confermano che le

linee sono composte da una polvere ricca di ematite,

comunemente chiamata ocra.

Grazie a una serie di simulazioni condotte in laboratorio,

Henshilwood e colleghi sono risaliti anche al probabile

strumento usato per l'incisione: si tratta di un attrezzo

ocra con una punta di circa 1-3 millimetri di larghezza.

Che l'antico artista abbia scelto di usare con ocra rossa

non è una sorpresa per i ricercatori.

Il minerale, in gran parte costituito da ossido di ferro, è

stato usato come pigmento da tempo immemorabile.

Ed è fuori di dubbio che i primi abitanti moderni della

Grotta di Blombos e altri siti vicini lo conoscessero:

sono numerosi i reperti di ocra incisi scoperti nella

zona e risalenti fino a 100.000 anni fa.

Fondamentale infine la datazione del disegno di Blombos:

le tecniche utilizzate dagli autori dello studio indicano

che risale a circa 73.000 anni fa.

Disegni figurativi e astratti sono stati scoperti in numerosi

siti archeologici ma, le precedenti documentazioni

preistoriche di tecniche di disegno riguardano siti molto

più recenti, come la grotta di Chauvet, in Francia,

considerato il più antico esempio di arte preistorica del

mondo, quella di El Castillo, in Spagna, quella di Apollo

11, in Namibia, e infine in quella di Maros, in Indonesia.

Il nuovo reperto della grotta di Blombos dimostra

dunque che il disegno faceva parte del repertorio

comportamentale delle popolazioni di Homo sapiens 

che abitavano in Africa circa 73.000 anni fa.

E dimostra anche la loro capacità di applicare disegni

su differenti supporti usando tecniche diverse. 

 
 
 

I primi ominidi e la nascita dell'industria litica

Post n°2269 pubblicato il 29 Giugno 2019 da blogtecaolivelli

Fonte: Le Scienze

04 giugno 2019

I primi ominidi e la nascita dell'industria litica

 Il sito di Bokol Dora, in Etiopia, ha restituito

pietre scheggiate che risalgono a più di 2,58

milioni di anni fa, epoca in cui sarebbe avvenuta

una svolta importante nella produzione di

strumenti in pietra.

Ma l'uso di rudimentali strumenti litici è emerso

con specie di primati ancora più antichi, in diverse

occasioni e in diversi luoghiI nostri antenati

usavano utensili in pietra in modo sistematico

già prima di 2,58 milioni di anni fa.

Ma l'uso di rudimentali strumenti litici è iniziato

in un'epoca ancora più remota, in diverse

occasioni e in diversi luoghi, in specie di primati

più antiche.

È quanto raccontano le pietre scheggiate

scoperte a Bokol Dora, un sito archeologico

in Etiopia, secondo l'analisi pubblicata sui

"Proceedings of the National Academy of Sciences"

 da un gruppo internazionale di ricerca guidati

da Christopher Campisano, dell'Arizona State

University.

La scoperta aggiunge un nuovo importante

tassello al complesso puzzle dell'origine del

genere Homo in Africa e in particolare della

nascita dell'industria litica.

Il problema per gli scienziati del settore è

dover comporre un quadro coerente dei

diversi ritrovamenti umani e litici, ognuno con

la propria datazione.

I paleoantropologi hanno posto un primo

punto fermo nel 2013, quando hanno scoperto

il più antico fossile attribuito al genere Homo:

una mandibola risalente a 2,78 milioni di anni

fa, rinvenuta nel sito di Ledi-Geraru, nella

regione di Afar, non lontano da Bokol Dora.

Uno degli strumenti litici scoperti a Bokol Dora

(David Braun/George Wadshington University)

Gli scavi effettuati nel 2011 nel sito di Lomekwi,

in Kenya, avevano però riportato alla luce

percussori risalenti a 3,3 milioni di anni fa, che

rappresentano i più antichi strumenti in pietra

mai scoperti.

Questi strumenti sono quindi indizio di una più

antica origine del genere Homo, oppure del fatto

che la produzione di utensili non è esclusiva del

genere umano, ma è anche attribuibile ad

antenati più antichi di altri generi, come si

può argomentare sulla base della constatazione

che anche scimpanzé e altri primati fanno un

uso rudimentale di attrezzi.

Queste scoperte recenti sono poi da mettere in

relazione con le acquisizioni ormai storiche del

complesso industriale olduvaiano, un insieme di

utensili risalenti a circa 2,5 milioni di anni fa che

prende il nome dalla gola di Olduvai, nel nord

della Tanzania, dove sono stati scoperti.

Sempre all'industria olduvaiana sono attribuiti

gli strumenti scoperti nel giacimento archeologico

di Gona, in Etiopia, datati a 2,58-2,55 milioni

di anni fa.

Ora arrivano i dati di Bokol Dora. Campisano e

colleghi hanno effettuato la datazione dei reperti,

basata in parte sull'analisi delle ceneri vulcaniche

presenti nei sedimenti e in parte sulla "firma"

magnetica dei sedimenti stessi, che conservano

una registrazione dell'inversione della polarità

del campo magnetico terrestre, avvenuta 2,58

milioni di anni fa. Gli autori hanno scoperto che

i sedimenti del sito di Bokol Dora hanno una

polarità "normale", tipica del periodo precedente

l'inversione, differente dalla polarità dei reperti

di altri siti vicini, tipica del periodo successivo

all'inversione. Le caratteristiche delle schegge,

inoltre, sono molto lontane da quelle di Lomekwi

e di quelle dei primati non umani.

La conclusione degli autori è dunque che gli

utensili di  Bokol Dora siano in continuità con

l'industria olduvaiana, mentre mancano indizi

che possano indicare una connessione con

quelle precedenti dell'industria lomekwiana.

L'ipotesi è che l'uso di utensili sia un tratto

generalizzato di molti primati, compresi gli

antenati degli esseri umani, ed è emerso

diverse volte nel nostro lontano passato.

Tuttavia, gli strumenti dell'industria olduvaiana

segnano una svolta epocale, avvenuta

probabilmente in risposta a una trasformazione

dell'ambiente di grandi proporzioni.

"Dato che le specie di primati di tutto il

mondo usano abitualmente utensili di pietra

per cercare nuove risorse, sembra altamente

probabile che in tutta l'Africa differenti antenati

abbiano trovato nuovi modi di usare strument

i litici per estrarre risorse dal proprio ambiente",

ha sottolineato David Braun, archeologo della

George Washington University e autore principale

dell'articolo.

"Se la nostra ipotesi è corretta, ci aspetteremmo

di trovare un qualche tipo di continuità in forma

di artefatto dopo 2,6 milioni di anni fa, ma non

prima di questo periodo di tempo: per una conferma,

abbiamo bisogno di trovare altri siti e altri utensili". 

 
 
 

Un acquario di nome Terra

Post n°2268 pubblicato il 29 Giugno 2019 da blogtecaolivelli

Fonte:Le Scienze

Il Pianeta Selvaggio (1973), premio speciale al XXVI

Festival di Cannes, è considerato il primo film che rovescia

il paradigma per cui la specie umana sarebbe la più evoluta

e importante tra tutte le specie dell'Universo.

In questo nostro universo sconfinato, non è strano che la

vita sia apparsa solo sulla Terra? Come mai nessuno risponde

ai messaggi lanciati nello Spazio? Per il METI, controparte

attiva del SETI (che si occupa solo di osservazione),

è possibile, e forse addirittura probabile, che ET ci stia

osservando di nascosto. Il Messaging ExtraTerrestrial

Intelligence (METI) si è riunito a Parigi per discutere di

questa misteriosa mancanza di alieni: perché i miliardi

di mondi intorno a noi sono tutti silenziosi?

Bisogna dire che anche nel mondo accademico le ipotesi

sono tante e variegate: c'è chi ritiene che abbiamo aspettative

esagerate e che gli alieni, semplicemente, non esistano; c'è chi

pensa che si siano ibernatiin attesa che il Cosmo si raffreddi

un po', e anche chi si spinge a ipotizzare che si siano già estinti.

Al convegno del METI ha avuto un inatteso successo la

cosiddetta ipotesi dello zoo.

THE BIG ALIEN BROTHER IS WATCHING YOU. 

Secondo questa ipotesi, elaborata per la prima volta nel 1973

da John Ball dell'MIT, gli alieni sono vivi e vegeti, e sono ben

attenti a non farsi notare mentre ci osservano.

La Terra sarebbe quindi la nostra gabbia, in una sorta di zoo

cosmico, e a farci da custode/carceriere ci sarebbe una civiltà

alienaspaventosamente più avanzata della nostra.

Tuttavia, se ET si comporta da antipatico è perché cerca di

salvaguardarci: secondo alcuni esponenti del METI, la Terra è

in quarantena perché non siamo pronti per la verità. In definitiva,

gli alieni si nasconderebbero per lo stesso motivo per cui, nei film

di fantascienza (o nelle teorie complottiste), i governi li nascondono

a noi:scoprire un'intelligenza aliena sarebbe distruttivo per la

nostra cultura.

 

TRADIZIONI INTERSTELLARI.

 Il ragionamento può sembrare paranoico, e anche

un po' presuntuoso: in fondo, come possiamo

pensare di interpretare il volere di un'intelligenza

tanto superiore alla nostra? (Se vi sembra di averla

già sentita, questa cosa, avete ragione.)

Comunque, in effetti forse c'è una chiave di lettura.

Per gli astrobiologi dell'Università di Cambridge, la

vita, ovunque nell'Universo, si può evolvere solo

seguendo le leggi dell'evoluzione, che in estrema

sintesi possiamo riassumere in "ciò che è adatto,

sopravvive". Ne consegue che ogni organismo 

adatto che riuscirà a riprodursi, cercherà di instradare

la sua discendenza lungo lo stesso cammino, sia

biologico sia culturale.

Il nostro fratello maggiore alieno potrebbe insomma

volerci instradare nel suo stesso cammino culturale,

ambientato in un universo inizialmente disabitato.

Peraltro, questo significherebbe che il nostro

corrente guardiano alieno sia la prima intelligenza

ad essersi sviluppata nella Galassia, o nell'intero

Universo, oppure che abbia ricevuto questo

stesso trattamento del silenzio da chi è venuto

prima di lui e che ora stia portando avanti il

testimone con noi.

Se io sostenessi che tra la Terra e Marte c'è una

teiera di porcellana in rivoluzione attorno al Sole

su un'orbita ellittica, nessuno potrebbe contraddire

la mia ipotesi purché io avessi la cura di aggiungere

che la teiera è troppo piccola per essere rivelata

persino dal più potente dei nostri telescopi... 

(Bertrand Russell)

UN TÈ CON RUSSELL.

 Il perché gli alieni siano tanto bendisposti nei

nostri confronti e vogliano proteggerci, rimane

insondabile.

Inoltre, l'intera ipotesi dello zoo, per sua stessa

natura, non può essere verificata: non c'è modo

di provare che gli alieni si stiano nascondendo o

stiano controllano la nostra posta spaziale.

Ma, non sorprendentemente, allo stesso modo

non è possibile provare che non sia così: ecco

dunque pronta la teiera di Russell per il consueto

tè delle 5 della storia dell'umanità.

Il dibattito sugli alieni continua, raggiungendo

le frontiere più paranoiche, esotiche e affascinanti

del possibile.

 
 
 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Giugno 2019 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
          1 2
3 4 5 6 7 8 9
10 11 12 13 14 15 16
17 18 19 20 21 22 23
24 25 26 27 28 29 30
 
 

AREA PERSONALE

 

FACEBOOK

 
 
Citazioni nei Blog Amici: 1
 

ULTIME VISITE AL BLOG

prefazione09m12ps12vittorio.59dony686miriade159tirchio2000blogtecaolivelliellistar2012Draiostre.sa47bibanna545annamatrigianoLoneWolf1822Miele.Speziato0
 

CHI PUŅ SCRIVERE SUL BLOG

Solo l'autore puņ pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
I messaggi e i commenti sono moderati dall'autore del blog, verranno verificati e pubblicati a sua discrezione.
 

CERCA IN QUESTO BLOG

  Trova
 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Giugno 2019 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
          1 2
3 4 5 6 7 8 9
10 11 12 13 14 15 16
17 18 19 20 21 22 23
24 25 26 27 28 29 30
 
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
Citazioni nei Blog Amici: 1
 

TAG CLOUD

 
Citazioni nei Blog Amici: 1
 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Giugno 2019 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
          1 2
3 4 5 6 7 8 9
10 11 12 13 14 15 16
17 18 19 20 21 22 23
24 25 26 27 28 29 30
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963