Creato da bluestella il 28/12/2009

Pensieri in libertà

Pensieri, parole, magari qualche idea... chissà... prolissa o sintetica, riflessiva, concreta o astratta, confusa, un po' nebulosa, magari irrazionale, empatica e... chissà

 

BISCOTTI ALLA CANNELLA

Post n°164 pubblicato il 25 Giugno 2019 da bluestella

Scappa, scappa, sale il vento, libera la notte, densa è l'aria cupa.

Sale, sale, scappa la luna, dorme la formica, il cielo una ciminiera.

Chi è il pittore dell'infinito grigio,

del silenzio urlato, della buia notte ?

Corre, corre, corre la cicala

dentro una farfalla

nell'oscura pancia

la paura è tanta,

la vita una battaglia.

Pensa, pensa, non temer la fine

in mezzo si gioca la partita

della tua esistenza

dell'infinita mia pazienza.

Gioca, gioca, realizza l'armonia,

cerca la tua via, respira la pazzia

perchè è una briciola, un nulla,

ma è anche l'esistenza,

un biscotto alla cannella

la vita: 

un tuffo e nulla più.

 
 
 

München, 22. Juli 2016

Post n°163 pubblicato il 23 Luglio 2016 da bluestella

Questo scellerato responsabile della strage di Monaco sembra, per l'ennesima volta, un disadattato "vittima" di bullismo e quant'altro (certo che se ogni persona che ha subito qualche angheria si mette a fare una strage, stiamo freschi); poi , nei prossimi giorni, scopriremo che aveva fatto dei sopralluoghi nel fast food e che così improvvisata la cosa non era. In ogni caso, qualunque sia la verità, rimane la realtà delle persone morte, di una città messa in scacco da una singola persona, di un'illusione di integrazione ancora ben lontana dall'essere realizzata e realizzabile. Io mi reputo, tutto sommato, una famigerata buonista, ma non possiamo sempre mettere in discussione noi stessi per quanto accade nelle nostre città, fermo restando che condanno i nostri politici e le loro interferenze nelle politiche estere, quelle interferenze che hanno portato alle guerre in corso nelle quali , ogni giorno, muoiono migliaia di innocenti, ma non è che, poichè siamo governati da avidi decerebrati, noi dobbiamo pagare il prezzo delle loro scelte impopolari. Non è così che si risolvono i problemi del mondo. Personalmente sono sempre più convinta che ci siano dei manovratori occulti alle spalle di tutto quanto sta accadendo e che noi, tutti noi, ci lasciamo manovrare da questo spregevole grande fratello per i suoi fini illeciti ( lobby delle armi ? altro ? non saprei, ma della sua esistenza non dubito), credo che l'informazione sia molto manipolata dai piani alti e che questo accada a tutte le latitudini, anche nei nostri "liberi" paesi occidentali (e gli ultimi accadimenti lo dimostrano ampiamente) e penso anche , da cattolica, che sia ora di vivere un nuovo Illuminismo ( o di viverlo ex novo, se ci è sfuggito ) e di lasciare spazio alla razionalità, non fosse altro che per convenienza personale ( vedere alla voce: uomo = unica specie capace di autodistruggersi).

[...] E' solo studiando la psicologia della folla che si può comprendere che le azioni della legge e delle istituzioni su di loro sono insignificanti, che loro [i popolani] sono incapaci di sostenere un'opinione qualunque se non quelle che gli vengono imposte, e che non è con le leggi basate sulle teorie della pura eguaglianza che essi vanno guidati, bensì con lo studio di ciò che li impressiona e li seduce. " _______________________ Gustave Le Bon

 
 
 

God bless Europe

Post n°162 pubblicato il 24 Giugno 2016 da bluestella

I Britannici si sono mai sentiti realmente parte dell'Unione Europea ? A giudicare dalle loro scelte, in primis quella di difendere la loro sino ad oggi potente valuta, direi di no. Non sono in grado di valutare le conseguenze della Brexit ( a parte il fatto che nell'immediato, vista la svalutazione della sterlina, potrebbe essere un'ottima idea concedersi un fine settimana a Londra ), ma come troppo spesso accade in simili frangenti, ciò che si percepisce è solo quello che si vuole lasciar trapelare. Ben chiaro è l'aspetto di un' "Europa matrigna" che mette all'angolo e tormenta i propri figlioli improbi, una matrigna il cui nome fa troppo spesso rima con Germania. Sull'altro versante, però, si tralasciano gli aspetti economici primari, quelle che sono,almeno a mio modo di vedere, le vere ragioni di questa fuga: uscire dal patto, rifiutando gli immigrati poveri, quelli che possono portare solo disagio e problemi (ma non certo gli "altri immigrati", vedasi alla voce sceicchi e magnati russi) e isolarsi per diventare a tutti gli effetti un paradiso fiscale che il rischio di normative bancarie unificate potrebbe mettere a repentaglio. Gli inglesi sono ufficialmente, da oggi, extra-comunitari, come gli svizzeri. Mi piacerebbe portare il discorso su un piano ideale, immaginare un'Europa in grado di alleggerirsi , democraticamente, senza guerre e questo è già un aspetto positivo, ma ancora incapace di un vero progetto di allargamento equilibrato dei propri confini nel tentativo di creare un vero mercato europeo equo e capace di conciliare veramente le economie delle singole nazioni. Quest'Europa ingrigita, polverosa, farraginosa nelle sue mosse aveva sicuramente bisogno di essere scossa (non ricordo: accadde lo stesso quando se ne andò la Groenlandia circa vent'anni fa ?) . Nessuno salga sul carro dei vincitori, non ce ne sono; nessuno si senta perdente, tutti si mettano in discussione per correggere gli errori lì dove si è fallito e per creare un progetto realmente europeo. God bless Europe, ne abbiamo bisogno.


 

 
 
 

crayons ...

Post n°161 pubblicato il 10 Gennaio 2015 da bluestella

"Certo, sì, mi dispiace, ma se solo non avessero disegnato quelle vignette..." Già, se solo non le avessero disegnate tutto questo non sarebbe successo e si andrebbe avanti con i pensieri di tutti i giorni.

Ma quelle vignette esistono e hanno portato a conseguenze drammatiche.

La satira è un diritto ? Sì, probabilmente lo è, come lo è la libertà d'espressione, eppure...

Il RISPETTO , ecco, io mi sono sempre fatta scudo con questa parola affermando che esso è qualcosa di importantissimo, che travalica ogni religione e credo, qualcosa che ci è dovuto e che dobbiamo agli altri e continuo a pensarlo, ma...

Ma oggi penso che la LIBERTÀ sia altrettanto importante, che sia un valore irrinunciabile, che libertà non sia solo vivere la propria vita come meglio si crede, ma esprimetre il proprio pensiero (che non è necessariamente la verità, ma è comunque libertà d'espressione) anche quando questo è scomodo. 

La satira, creatura scomoda, incompresa, sin dall'antichità, sin da quando nacque, in tempi ormai remoti. Un merito, però, le va indubbiamente riconosciuto: crea il dibattito ed è attraverso il dibattito che nascono e crescono le idee.

Talvolta si confonde la satira con l'offesa fine a se stessa, ma non vi è corrispondenza tra le due. La prima è un'interpretazione libera e provocatoria di un avvenimento, la seconda è volontà di colpire e ferire qualcuno e mi vien da domandarmi quanti, di fronte ad un'offesa, sceglierebbero di vendicare il torto subito con la morte del responsabile: credo pochi, spererei nessuno.

E poi c'è questa grande incognita che è il modo in cui ciascuno persegue il proprio credo religioso. Gli estremismi sono sempre pericolosi, qualcuno sostiene che la religione stessa sia implicitamente un rischio, un pericolo, un azzardo. Certo, in suo nome sono stati compiuti molti misfatti, ma è un dato oggettivo che oggi non è nel nome del cristianesimo che vengono compiuti reali abominevoli, reati che hanno come vittime non solo cattolici, ma anche appartenenti alla stessa fede professata dagli estremisti.

La religione è stata definita in molti modi, è stata esaltata, apprezzata, rinnegata, disprezzata, rifiutata, ma in fondo fa comodo attribuirle le responsabilità degli avvenimenti più atroci, così da prendere le distanze dai suoi seguaci. Si commettono azioni in suo nome, si agisce nel nome di un credo che rappresenta un comodo rifugio alle proprie manie, follie, aberrazioni, ma la realtà è che ciascun individuo ha in se stesso le motivazioni ai propri comportamenti. Non si può attribuire alle società le responsabilità degli individui in esse formatisi o il mondo sarebbe manicheamente diviso tra buoni e cattivi, secondo standard predefiniti e modelli etici comunemente condivisi. No, troppo facile, troppo banale.

Ciascuno cela in se stesso la responsabilità del proprio operato e questo è quanto (e forse si tratta di una soluzione di comodo, di una risposta semplice ad una realtà troppo spesso distorta).

 

 
 
 

Sto finendo di leggere (e mi č piaciuto molto) ...

Post n°160 pubblicato il 04 Gennaio 2015 da bluestella

Volevo vuotarmi di tutto quello con cui nel mondo giù a valle ci si ingozza e ci si distrae: le notizie, i desideri, le speranze, le chiacchiere. Lassù, senza elettricità, senza telefono, senza giornali, senza niente e nessuno di cui tener conto era facile fare un po' di vuoto. Appena ci si stacca dalla routine, ci si accorge di quanta poca libertà, anche interiore, si ha nella vita di tutti i giorni e di come quel che solitamente facciamo e pensiamo è spesso frutto di semplici automatismi. Diamo per scontati i ragionamenti della ragione, le nozioni della scienza, le esigenze del nostro corpo e quelle della logica e con ciò ci impediamo di vedere il mondo e noi stessi in modo diverso dal solito.

Anch'io quante idee e convinzioni, quanto "sapere" avevo accumulato nella mia vita! E non sarebbe stato bello tornare a essere un foglio bianco su cui scrivere qualcosa di completamente nuovo?

...

 
 
 

Sto leggenndo ...

Post n°159 pubblicato il 04 Agosto 2014 da bluestella

" Ah, sì, alla fine ti accoppierai con qualche bellissimo e serioso maschio alfa dalle basette argentee, uno che forse non saprà chiederti se non ti senti rovesciare lo sromaco alla vista di un bel tramonto, o nell'ascoltare una poesia di Pablo Neruda, ma il tuo futuro al suo fianco sarà garantito e solido per l'eternità. Perchè ho il sospetto, mia doppia Orah, che dentro la tua anima illuminata  e bella (da me molto amata, non c'è bisogno che te lo dica) ci sia un qualche buio angolo piccolo borghese (come talvolta si trova nelle drogherie, dove si accatastano le vecchie scatole di conserva), ed è anche un'anima, scusami se te lo dico, dagli orizzonti un po' limitati nelle questioni amorose, e mi riferisco al vero amore. Quindi tu, probabilmente, farai la tua scelta facendomi precipitare in un'afflizione eterna, non ho dubbi, e  già filosoficamente considero tale tristezza una mia condizione permanente, una specie di malattia cronica di cui soffrirò tutta la vita, perciò puoi pure smettere di avere reazioni tanto isteriche ogni qualvolta vi faccio riferimento!

...

 

 
 
 

tra cielo e mare

Post n°158 pubblicato il 04 Agosto 2014 da bluestella

Percorriamo una strada che attraversa paesini abbastanza anonimi con i loro centri commerciali tutti uguali e i negozi di souvenir che vendono oggetti prodotti in serie.

La giornata non è delle migliori, il cielo è grigio e gonfio di pioggia e la stazione, dove dovremo aspettare un'ora e mezza il treno che ci porterà a Portonson, è una di quelle dove non vorresti mai trovarti quando fa buio: muri scrostati, un distributore di merendine che non funziona, una desolazione infinita.

Quando, un paio d'ore più tardi, finalmente scendiamo a Pontorson, sappiamo già che dovremo prendere un autobus per raggiungere la nostra destinazione, eppure rimaniamo lo stesso un po' deluse vedendo che il paesaggio che ci circonda non ci rimanda ancora il noto profilo del Monte, meta del nostro viaggio.

Chiediamo in qualche modo all'autista se il nostro hotel è lungo la strada e lui ci risponde che è sul Monte. La notizia in realtà non ci dice molto. In cuor nostro pensiamo che tutti i turisti lì diretti alloggino sul Monte: non sarà così, ma lo scopriremo in seguito.

È da un momento all'altro che vediamo, come per magia, stagliarsi davanti ai nostri occhi Mont Saint Michel. È come se all'improvviso le nebbie si fossero diradate per lasciar vedere ai più le misteriose forme di Avalon, come se una leggenda fosse diventata realtà e, quel che più conta, non ha nulla a che vedere con i paesini attraversati per arrivare fin lì.

All'inizio dei 2 km di strada che collegano il Monte  alla terraferma sono concentrati quasi tutti gli hotel che ospitano i numerosi turisti in visita, ma il nostro no. Il nostro è proprio sul Monte, appena oltre le mura che lo circondano, è ai piedi dell'abbazia che domina su tutto. L'hotel è in realtà una casa del Quattrocento, edificata in pietra, legno e preziose ceramiche. La nostra camera è una sorta di abbaino con vista sull'abbazia e sul retro dell'hotel abbiamo un minuscolo ponticello che ci porta direttamente ai bastioni da dove possiamo assistere allo spettacolo della marea (di fatto velocissima) in questa che è la più grande e sicuramente la più famosa baia d'Europa.

Ci siamo rimaste due giorni, accompagnate sempre da un forte vento che è tipico del luogo e a volte anche da qualche pioggerella, di quelle simili a sottili aghi di pini. Eppure ci tornerei ora, domani e chissà quante altre volte ancora.

L'abbazia, dominata dalla statua dorata dell'arcangelo Michele, è bella nella purezza delle sue forme gotiche, ed è incredibilmente luminosa, con quelle sottili finestre che dall'esterno quasi non si notano, ma che all'interno donano tanta serena armonia.

L'immaginazione prende il sopravvento e passa rapidamente da “Il nome della rosa” a “Narciso e Boccadoro” e poi, via via, si dipana lungo percorsi più arditi e creativi che perdono consistenza solo uscendo da lì, quando il pensiero è rapito da altre immagini e da altre sensazioni.

 

 

 

 
 
 

alba veneziana

Post n°157 pubblicato il 01 Agosto 2014 da bluestella

Il viaggio era cominciato la sera prima, in vespa. Come si usava in quegli anni, papà guidava, mamma era seduta dietro con le gambe di lato, a sinistra, e io in piedi, davanti, protetta tra le braccia di papà. Sembra un altro mondo osservato con gli occhi di oggi, ma era un'esperienza comune a molte più famiglie di quanto si potrebbe credere ai nostri giorni in un paese popolato da suv e automobili a disposizione di ogni componente del nucleo familiare.

Partimmo che era già sera, attorno alle 21.00. Mamma aveva la mia borsa della piscina, bianca, a righe incrociate azzurre e blu usata, quella volta, per scarpe e vestiti. Agganciata alla vespa c'era un borsone in tessuto imbottito dalle sfumature gialle e arancioni e lì c'era tutto il necessario per quei pochi giorni che avremmo trascorso dagli zii, dalla sorella di mamma, a Udine.

 

 

Papà non sarebbe venuto: ci stava accompagnando alla stazioncina del nostro paese e da lì avremmo preso il treno per arrivare in città. La stazione centrale di Milano ha un fascino tutto suo, un lascito bello di un periodo triste quale fu quello fascista.

All’epoca non era strano essere di notte in stazione per una giovane donna con la figlia di sei anni. Sì, c’era povertà ed emarginazione anche allora, i senza tetto e qualche ubriaco che cercavano riparo al sicuro di quella struttura imponente, ma mancava la sensazione di paura che troppe volte ci accompagna in questi giorni.

Mancavano ancora due ore alla partenza del nostro treno, così girammo un po’ per la stazione fino a scoprire che questa ospitava un museo delle cere oggi, credo, chiuso. Decidemmo di visitarlo e fu lì, molto prima dei cartoni animati di Lady Oscar e dei libri di scuola, che mi imbattei nella Rivoluzione Francese. Vivido è ancora il ricordo della statua di cera della regina Maria Antonietta chiusa all’interno di una cella dalla cui finestra si scorgeva un’alba di un azzurro lattiginoso, simile al colore del suo abito di velluto e, visibile sullo sfondo, l’immagine della ghigliottina che avrebbe decretato la sua fine di lì a poche ore. I bianchi capelli sciolti sulle spalle nulla toglievano alla sua elegante bellezza, velata dalla rassegnazione di una fine ormai prossima.

Poco dopo essere salite sul treno, attorno alla mezzanotte, mi addormentai con la testa appoggiata sulle ginocchia di mamma. Non so se lei dormì, se riuscì a riposare quella notte, ma io sì, dormii alcune ore, fino a quando non ci approssimammo a Venezia. Una laguna è qualcosa di particolare, è l’uomo che sceglie  se salvarla, se darle vita e magari farne un piccolo gioiello come è accaduto a Venezia, o se lasciarla imputridire e abbandonarla al proprio destino.

Mamma mi svegliò perché non voleva perdessi l’alba sulla laguna, col rientro dei battelli dei pescatori e delle loro reti colme di pesci e ancora oggi non posso che ringraziarla per quel risveglio perché, a distanza di decenni, rimane una delle immagini più belle della mia memoria, con i colori della notte stemperati dalla luce del mattino e quelle imbarcazioni ormai prossime alla riva.

Non ho ricordi specifici di quella breve vacanza, non ricordo i giorni passati in famiglia, i giochi con mia cugina, i pranzi immancabili nel periodo pasquale, ma quell’alba veneziana resterà una delle gemme più belle della mia memoria.

 
 
 

PUNTINI

Post n°156 pubblicato il 14 Luglio 2014 da bluestella

Pensieri vaganti... pensavo... ecco... punti, piccoli punti inutili, persi e vaganti nell'universo che, a sua volta, altro non è se un assembramento di altri punti in fondo irrilevanti nell'economia universale, eppure... Mi viene in mente la sabbia, quella che scorre in una clessidra, quella che scivola tra le dita, quella sulla quale cammino in riva al mare... ecco, il mare, per l'appunto... altra somma di entità infinite seppur minuscole. E il cielo, il cielo magico di una notte stellata cosa non è se non un insieme di puntini luminosi che, magari, nemmeno esistono più ? I quadri realizzati con la tecnica del puntinismo, così espressivi nella loro meravigliosa, apparente semplicità. I fili d'erba di un prato. Molto di ciò che ci circonda è formato da insiemi che, presi singolarmente, poco sarebbero e varrebbero, è il loro insieme che dà loro forza, bellezza, potenza.

Abbiamo valore perché a nostra volta siamo parte di un tutto oppure il nostro valore scaturisce dall'individualità, dall'essere distintivo rappresentato da chi ciascuno di noi è?Probabilmente non è possibile scindere una cosa dall'altra.

La personalizzazione portata all'estremo ha forse prodotto tanti danni quanto la massificazione. Un individuo analizzato e protetto in tutte le sue manifestazioni ed esternazioni rischia di perdersi in una ricerca estrema del sé, delle proprie peculiarità, di un'essenza che, inevitabilmente, porta a prendere sempre maggior coscienza di un IO ricco e frammentario perché composto da tanti elementi spesso usati come giustificazioni per ogni comportamento divergente dalla norma.

Ecco, la norma, la regola, la rappresentazione stessa dell'educazione portata verso la massificazione. Necessaria, inevitabilmente, per armonizzare tutto il vasto mondo, ed i suoi miliardi di abitanti, offrendo loro equilibrio e sicurezza.

Società, regni, imperi, sono nati, si sono sviluppati, qualcuno ancora esiste, sulla scia di questi presupposti, a volte privilegiando l'uno, spesso dando maggior rilievo alla globalità, all'appartenenza ad un'entità riconosciuta (territorio, lingua) piuttosto che all'individualità di ciascuno. È solo in tempi relativamente recenti che l'individuo sta prepotentemente cercando il proprio posto, il proprio ruolo in ambito sociale, affrancandosi dalla società cui appartiene per affermare se stesso e forse è proprio questa affannosa ricerca di affermazione che porta tanta incertezza perché la conoscenza del sé porta ad esplorare sempre più a fondo, arrivando anche a quello che viene chiamato il lato oscuro insito in ciascuno.

Si dice, sì, almeno nella morale cattolica, di arrivare ad amare gli altri come se stessi, ma quanto è profondo questo amore, quanto si riesce a voler bene a se stessi tanto da poter poi apprezzare anche gli altri? Forse anche qui esistono troppi estremismi: chi si sopravvaluta e chi non ha alcuna stima di sé e poi ci sono tante vie di mezzo che sono forse apprezzabili, ma che probabilmente conducono poco lontano nel cercare di trovare un senso o un percorso articolato verso una ricerca di significato.

L'individualismo può essere a sua volta pericoloso e costruttivo. Ci regala illusioni di cui, forse, abbiamo bisogno per sentirci più forti e affrontare il cammino della vita, ci offre un'idea di libertà e di indipendenza che è solo relativa in quanto tutti, consapevoli o meno, siamo inglobati in società che determinano i nostri pensieri e le nostre convinzioni. Temiamo ancora ciò che non si confà alle nostre aspettative, alle nostre credenze, portiamo avanti convinzioni determinate da quella che è la nostra formazione socio-culturale senza, magari, nemmeno comprendere che le nostre idee spesso non ci appartengono realmente, ma scaturiscono, inevitabilmente, dal nostro percorso di vita.

In fondo viviamo di illusioni, di convinzioni, di certezze o almeno ci proviamo, ne abbiamo bisogno, per fornire un equilibrio a quella che, altrimenti, altro non è se non una costante ricerca di senso per la nostra stessa esistenza.

Fortunati coloro che riescono a trovare tale equilibrio, offrendo finalmente un riparo sicuro alla delicata fragilità dei propri, vaganti, pensieri.

"SLEEPING GIRL" di Roy LICHTENSTEIN

 
 
 

today

Post n°155 pubblicato il 10 Luglio 2014 da bluestella

GIRASOLE sul balcone

 DIE SONNENBLUME, Gustav KLIMT

La locandina della bella mostra visitata oggi

 
 
 
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