Creato da bluestella il 28/12/2009

Pensieri in libertà

Pensieri, parole, magari qualche idea... chissà... prolissa o sintetica, riflessiva, concreta o astratta, confusa, un po' nebulosa, magari irrazionale, empatica e... chissà

 

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tra cielo e mare

Post n°158 pubblicato il 04 Agosto 2014 da bluestella

Percorriamo una strada che attraversa paesini abbastanza anonimi con i loro centri commerciali tutti uguali e i negozi di souvenir che vendono oggetti prodotti in serie.

La giornata non è delle migliori, il cielo è grigio e gonfio di pioggia e la stazione, dove dovremo aspettare un'ora e mezza il treno che ci porterà a Portonson, è una di quelle dove non vorresti mai trovarti quando fa buio: muri scrostati, un distributore di merendine che non funziona, una desolazione infinita.

Quando, un paio d'ore più tardi, finalmente scendiamo a Pontorson, sappiamo già che dovremo prendere un autobus per raggiungere la nostra destinazione, eppure rimaniamo lo stesso un po' deluse vedendo che il paesaggio che ci circonda non ci rimanda ancora il noto profilo del Monte, meta del nostro viaggio.

Chiediamo in qualche modo all'autista se il nostro hotel è lungo la strada e lui ci risponde che è sul Monte. La notizia in realtà non ci dice molto. In cuor nostro pensiamo che tutti i turisti lì diretti alloggino sul Monte: non sarà così, ma lo scopriremo in seguito.

È da un momento all'altro che vediamo, come per magia, stagliarsi davanti ai nostri occhi Mont Saint Michel. È come se all'improvviso le nebbie si fossero diradate per lasciar vedere ai più le misteriose forme di Avalon, come se una leggenda fosse diventata realtà e, quel che più conta, non ha nulla a che vedere con i paesini attraversati per arrivare fin lì.

All'inizio dei 2 km di strada che collegano il Monte  alla terraferma sono concentrati quasi tutti gli hotel che ospitano i numerosi turisti in visita, ma il nostro no. Il nostro è proprio sul Monte, appena oltre le mura che lo circondano, è ai piedi dell'abbazia che domina su tutto. L'hotel è in realtà una casa del Quattrocento, edificata in pietra, legno e preziose ceramiche. La nostra camera è una sorta di abbaino con vista sull'abbazia e sul retro dell'hotel abbiamo un minuscolo ponticello che ci porta direttamente ai bastioni da dove possiamo assistere allo spettacolo della marea (di fatto velocissima) in questa che è la più grande e sicuramente la più famosa baia d'Europa.

Ci siamo rimaste due giorni, accompagnate sempre da un forte vento che è tipico del luogo e a volte anche da qualche pioggerella, di quelle simili a sottili aghi di pini. Eppure ci tornerei ora, domani e chissà quante altre volte ancora.

L'abbazia, dominata dalla statua dorata dell'arcangelo Michele, è bella nella purezza delle sue forme gotiche, ed è incredibilmente luminosa, con quelle sottili finestre che dall'esterno quasi non si notano, ma che all'interno donano tanta serena armonia.

L'immaginazione prende il sopravvento e passa rapidamente da “Il nome della rosa” a “Narciso e Boccadoro” e poi, via via, si dipana lungo percorsi più arditi e creativi che perdono consistenza solo uscendo da lì, quando il pensiero è rapito da altre immagini e da altre sensazioni.

 

 

 

 
 
 
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