Creato da bluestella il 28/12/2009

Pensieri in libertà

Pensieri, parole, magari qualche idea... chissà... prolissa o sintetica, riflessiva, concreta o astratta, confusa, un po' nebulosa, magari irrazionale, empatica e... chissà

 

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Leggerezza ...

Post n°153 pubblicato il 22 Maggio 2014 da bluestella

Mi capita spesso di pensare alla parola leggerezza ultimamente. C'è una piccola necessaria premessa per definire la ragione di ciò. Compero spesso riviste, le compero in modo quasi compulsivo e altrettanto compulsivamente le sfoglio e le butto nel contenitore della carta da riciclare, ma conservo tutti quegli articoli che al momento, per una ragione o per l'altra, non ho il tempo di leggere. Ecco, in questi giorni ho avuto modo di analizzare quegli articoli che ho conservato e mi sono resa conto che molti di essi avevano per tema proprio la leggerezza.


Quello graficamente più bello era accompagnato dalle immagini di un gruppo di ballerine, leggere e abbigliate con tutù colorati come ali di farfalla: quale similitudine migliore per rappresentare la leggerezza ?


Il contenuto dei vari articoli, però, mi ha lasciata un po' perplessa perché sembrava quasi che i giornalisti si fossero copiati l'un l'altro: tutti, infatti, facevano riferimento a “Lezioni americane” di Italo Calvino e a “L'insostenibile leggerezza dell'essere” di Milan Kundera. Forse sono io ad essere prevenuta pensando si siano ispirati in qualche modo l'uno all'altro o, più semplicemente, questi sono i riferimenti culturali basilari della cultura italiana in merito all'argomento in questione.


Eppure la parola leggerezza, per quanto delicata e lieve possa essere, sa anche essere così ambigua nella nostra lingua... leggerezza come sinonimo di frivolezza.


Recentemente è proprio questo genere di leggerezza che mi interessa maggiormente: quella che nasce dalla libertà di poter e saper dire no, no soprattutto a se stessi e a quelle che possono essere certe illusioni della vita, alcune frivole, altre meno.


La sensazione è simile a quella della volpe che, incapace di prendere l'uva non le interessa poi così tanto. Allo stesso modo sto cominciando a pensare che, tutto sommato, non ho alcun desiderio di imparare realmente a guidare un ultraleggero e , forse forse, nemmeno leggere il “Don Chisciotte” rientra tra le mie priorità, non più. Anzi, proprio in questi giorni sto svuotando un po' la mia libreria e portando in biblioteca tutti quei libri che, comperati gli scorsi anni, non ho in realtà mai letto. Sto selezionando, sto scegliendo ciò che voglio leggere realmente e scartando quello che, a conti fatti, non mi interessa più.


Ma, allo stesso modo, mi sto appesantendo ulteriormente trattenendo alcuni di quei volumi, alcuni di quelli che, pur senza convinzione, senza soprattutto avere gli strumenti mentali sufficienti e necessari per comprenderli, mi sto ostinando a voler leggere comunque. È una fase, passerà anche questa, credo, appena avrò letto quei testi.


Saper dire di no agli altri non è mai semplice, rientra sempre quello che si chiama senso di colpa, soprattutto in certi casi. Saper dire di no a se stessi può essere, a volte, persino più difficile, ma ogni tanto bisogna imparare per ritrovare proprio quella leggerezza che diventa fondamentale alla propria sopravvivenza se non addirittura all'esistenza stessa.


Mi ero ripromessa di vivere all'insegna di uno spirito positivo, tuttavia mi rendo conto che comincio già ad inciampare nelle difficoltà quotidiane e questo nonostante i miei propositi siano molto, molto recenti.


Certo, a parole è facile dirsi che ogni arcobaleno ha bisogno di un temporale prima, ma i fatti, la realtà, sono un'altra cosa. Si tratta, però, solo di piccoli segnali negativi, niente che davvero possa farmi cambiare quello che vorrei essere il mio obiettivo primario: la quotidianità.


Sentirla, viverla, catturarla e trattenerla per un attimo tanto da assaporarla come merita, senza lasciare che sia la preoccupazione per il domani a condizionare le mie giornate.


Proprio oggi mi è stato detto che, nonostante tutto, ho un atteggiamento positivo,che sorrido sempre. Proprio oggi oggi ho ricevuto abbracci affettuosi, lacrime anche e parole affettuose e come considerare tutto ciò se non doni ? E sempre oggi ho provato nuovamente dei dolori fisici cui non pensavo più da un paio di mesi e che ritenevo di aver superato con le terapie che sto seguendo. Probabilmente si tratta solo di episodi casuali, ma quando ci si scotta con l'acqua calda, poi si teme anche quella fredda.


Ma quello che mi ha sconcertata di più è quella sorta di malinconia latente che si è nuovamente affacciata all'orizzonte, come se in qualche modo fossi diventata consapevole che le cose non si decidono a comando, che non posso decidere a tavolino di essere felice o serena. Oppure no ?


Tutto serve nella vita, tutto quello che viviamo ci porta ad essere quello che siamo e non piace che gli altri possano arrogarsi il diritto di dirmi che potrei essere diversa o affrontare le cose in modo differente. Sì, lo so che quanto ho appena scritto è una frase un po' forte, estrema, quasi. Un amico, se mi vedesse sull'orlo del baratro, non sarebbe un vero amico se non cercasse di fermarmi mentre rischio di cadere, ma se il pericolo non è reale o è solo una delle possibilità, non un dato di fatto, allora perché interferire con quelle che possono essere semplicemente delle (non) scelte ?


Gli abbracci di cui ho scritto qualche riga fa, quelli ricevuti oggi. Mi sono sentita un po' come la terra, quando non riesce ad assorbire subito tutta la pioggia che cade, quando un po' di acqua rimane in superficie per evaporare o per arricchire più lentamente quel terreno, goccia dopo goccia. Quella vena malinconica, ancora, incapace di apprezzare la ricchezza di momenti così speciali.


E ancora Nietzsche che si riaffaccia con le sue parole, col ricordarmi che tutto quello che non mi uccide mi rafforza, ed è strano, perché anche la fase Nietzsche è stata superata e tra i libri che ho regalato alla biblioteca ci sono anche i suoi, ma quella frase no, quella frase mi si sta imprimendo dentro, come e più di quanto potrebbe mai fare un tatuaggio sulla pelle... dentro di me, nella mia mente, nei miei pensieri.


È intensa e costante, come il profumo dei gelsomini in questi giorni di fine maggio.

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