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Post N° 16

Post n°16 pubblicato il 29 Giugno 2008 da madflirt

BORN ROMANTIC AND OTHER MOVIES

 

Percorro Regent Street correndo. Il concerto dovrebbe essere già iniziato e Giovanna mi sta aspettando da più di mezz’ora. Una leggera brezza mi scompiglia i capelli e mi solleva la gonnellina rosa frou frou. Qualche passante di sesso maschile mi sorride compiaciuto. Ricambio. Stasera sono di buon umore. Se non fosse stato per il ragazzino del News Agent sarei ancora sulla Tube. Avevo dimenticato l abbonamento a casa e me ne ero accorta solo alla fermata. Avrei impiegato altri quindici minuti buoni per tornare indietro a prenderlo. Invece il ragazzino è accorso in mio aiuto. Capito il  problema, mi è andato a stampare una daily travelcard e me l ha regalata. Che dolce! Ho sempre pensato che fosse bellissimo, forse un po’ timido e magari anche minorenne. Stasera, invece, ha vinto la timidezza e la sua giovane età chiedendomi pure il numero di telefono.

“Evviva!” Penso entrando con fare grintoso nel locale, dopo averci messo almeno dieci minuti buoni a spiegare al buttafuori che ero in lista! Il concerto, per fortuna, non è ancora cominciato. Vedo subito Giovanna che mi fa segno dal bar di raggiungerla. E’ insieme ad uno dei suoi tanti amanti, Bruce credo si chiami questo. Prima ancora di poterle dire ciao si intromette fra noi un tipino scuro con un basco.

“Piacere sono Felix. E tu chi sei bellissima visione?” mi dice mostrandomi un sorriso megagalattico. Constato: il sorriso è la sola cosa decente. Lui è bassino (per i miei gusti) e per niente magro. Scuro di pelle, scoprirò poi cubano, il che si traduce in Allarme rosso per me (o AL LUPO  al LUPO) ,data la mia recentissima esperienza negativa con Jesus.

“posso offrirti un drink?” insiste Felix nonostante la mia indifferenza ed il fatto che voglio procedere per raggiungere la mia amica al bar. Per fortuna lo chiamano a suonare, così scopro che fa parte della band che si deve esibire

“dopo il concerto non mi scappi” mi dice deciso dirigendosi verso il palco e mettendomi fra le mani il suo drink ancora pieno

“guarda che fortuna!” Sopraggiunge Giovanna con fare ironico e il suo amante Jamaicano “neanche entrata e già il bicchiere in mano”

Ridiamo e ci avviciniamo al palco. Il concerto non è per niente male, e come mi spiega Gio sono una delle migliori band cubane sul mercato, sicuramente la più conosciuta nel mondo dei latini londinesi al momento.

Mentre dal palco Felix mi lancia sorrisi e fa il fenomeno dietro la sua batteria, io noto con molto interesse il tastierista. “ E’ una visione da lasciare senza fiato” dico a Giovanna che intanto struscia danzando contro il suo amante mastodontico in maniera molto sexy e provocatoria.

“si non e brutto, ma non è il mio tipo!”

“già...troppo bianco per i tuoi gusti...o troppo poco nero.”  Ridiamo. In effetti è  olivastro , e i suoi occhi verde-blu spiccano in maniera prorompente. E’ alto, fisico statuario, moro, capelli corti e ricci tenuti indietro dal gel. Esattamente il mio tipo Appena smettono di suonare e Felix mi riavvicina me lo faccio presentare e rendo palese il mio interesse per lui (e il mio non interesse per il batterista...povero!).

Ernesto (cosi si chiama il mio adone) non è molto loquace. Quando Felix si defila rimaniamo a parlare del più e del meno, insomma dell’uguale.  La conversazione si fa veramente  stentata e io mi scoccio, forse colpa della sua giovane età, in fondo ha solo 27 anni! Per fortuna mi porta a ballare un paio di salse e sulla pista ci capiamo meglio che dialogando. Strano, penso, strano. Poi arriva il dj e la musica  cambia. Io amo ballare da sola, molto più che in coppia. Con Giovanna (il cui amante ha preso la porta  per andare al lavoro...mah?!) ci scateniamo per un ora buona. Intanto Ernesto mi si avvicina e mi domanda se voglio uno strappo a casa, dato che abitiamo abbastanza vicini. Perché no? Nel frattempo anche Felix mi si avvicina e mi chiede se voglio uno strappo a casa , dato che io abito a nord e lui a sud della città, e con mio grande entusiasmo propongo che lui accompagni Giovanna visto che vivono nello stesso quartiere! “Ma pensa te il destino! E tu sei una vicina di Ernesto!” dice Felix con sarcasmo, ma accetta di buon grado che tanto Giovanna è affascinante e molto ma molto sexy . E poi per lei potrebbe persino essere abbastanza nero!!!!

Appena fuori dal locale io devo attendere Ernesto che carica gli strumenti. Intanto Giovanna si e appartata a parlare con il suo amico dj e Felix mi tiene compagnia. La temperatura è decisamente estiva; nonostante siano le due di notte fa caldo. Sarà per il fatto che la conversazione è molto più facile senza la musica e la gente, noto con piacere che Felix è simpaticissimo. Trascorriamo dei minuti veramente piacevoli, è ironico e per molti aspetti intelligente, tant’è che comincio a guardarlo con occhi completamente diversi. “forse ho sbagliato qualcosa” penso mentre mi allontano dopo essermi rifiutata di dargli il mio numero di telefono. Appena salgo sull’ auto con Ernesto e iniziamo una nuova conversazione stentata, ho la certezza di aver sbagliato tutto e, con un lampo di genio,  pongo rimedio

Mando un SMS  a Giovanna “please, dai il mio numero di telefono a quel ganzo che ti sta accompagnando a casa? Ho cambiato idea”. Sorrido  per tutto il tragitto e non ho più voglia di sforzarmi per far decollare una conversazione che non ne vuol sapere.

“sarai bellissimo, caro il mio Ernesto, ma si vede che non c’è è feeling tra noi” penso assorta nel mio mutismo. Anche lui sembra averci rinunciato e si concentra sulla guida. Appena arriviamo di fronte a casa mia mi sorprende

“allora hai detto che cerchi un tastierista.... mi fai ascoltare i tuoi pezzi...forse potrei aiutarti....?” mi dice prendendomi in contropiede. Veramente l’avevo chiesto  più di tre ore fa, appena dopo le strette di mano, quando gli avevo accennato al fatto che stavamo registrando due canzoni in studio e ci serviva un tastierista per i pezzi. Ma il suo silenzio mi aveva indotto a pensare che non fosse minimamente interessato, e del resto un professionista come lui, era quasi scontato che non lo fosse, non soltanto perché io e la mia band non siamo nessuno, ma anche perché facciamo un genere di musica completamento diverso dal suo.

“beh...si ok ...se vuoi entrare...ti posso fare ascoltare le prove...ti do gli spartiti...non so...” rispondo io confusa

“ok andiamo” e in men che non si dica siamo già nella mia stanza . Il brutto di vivere in una sharing house è di dover portare gli ospiti in camera propria alle tre di notte per non disturbare i coinquilini, specialmente quando si vuole ascoltare un po’ di musica o chiacchierare, e questo fatto potrebbe essere frainteso dall’ospite che lo prende come un palese invito al sesso.

Non saprei dire se è la vista del mio letto a far venire certi pensieri o se invece fosse già nei suoi piani  l’idea di finirci nel letto, ma in meno che non si dica Ernesto mi bacia e mi coinvolge con un ritmo molto latino e poco rock. Ed io, che non so bene cosa voglia ma di certo non me lo aspettavo, mi lascio andare in questa melodia nuova e sconosciuta, che a dire il vero è molto inebriante, anche quando interrotta per pochi secondi dal mio cellulare che squilla fastidiosamente e poi continua coi bip bip dei messaggi. Lo spengo alla veloce (ma chi sarà a quest’ora???? mi chiedo incuriosita)  non prima di essermi accertata che il messaggio e la chiamata provenivano dal buon Felix, dal tempismo perfetto.

 

Sono un poco delusa, e non me lo aspettavo. Non tanto perché mi sono giocata Felix, che mi ha cercata per tutta la settimana e io non ho mai avuto il  tempo di uscirci. Non tanto perché  Ernesto non si è più fatto sentire e sicuramente non voleva suonare con noi nella registrazione del disco (quindi mi dovrò cercare un altro tastierista). Non tanto perché avevo moltissima voglia di rivedere Felix, anche se non ho mai avuto il tempo, e non ho per niente voglia di incontrare Ernesto, che per altro non si è per niente offerto di rivederci (probabilmente concordiamo sul fatto che il sesso fra noi non è stato niente di particolare). Dicevo sono delusa non tanto da tutto quel po po di roba sopra citata, ma solo ed esclusivamente dalla mia amica Giovanna. Si proprio da lei, il mio mito, la donna di mondo che vorrei essere, l ‘esempio da prendere, che coi suoi mille e uno amanti, viene a dire a me “decidi da che parte stare, Mary! Non puoi andare a casa con uno e mandarmi un sms per dare all’altro il tuo numero di telefono”

“ma scusa Gio....mi ero sbagliata!”

 
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Post N° 15

Post n°15 pubblicato il 29 Giugno 2008 da madflirt

born romantic and other movies (seconda parte)

beh dovevi deciderti prima. Nel frattempo non ti sei posta il problema che potesse interessare anche a me Felix ? solo che io grazie al tuo messaggio non me lo sono fatta, e bada avrei potuto facilmente, Pero non mi va di litigare con un’amica per un uomo”

Io sono allibita.  “Gio, ma tu potevi starci quanto ti pareva...”

“si, e magari domani sera ci esci tu con lui...No, o io o te. E prima ne parliamo tra di noi, da buone amiche”

Non sono così concorde con questa spartizione a tavolino.

“E’ ovvio che l’uomo è uomo e si farebbe volentieri entrambe, ma perché allora non lasciare andare le cose come debbono andare, così, al naturale, senza imposizioni e discussioni? In fin dei conti perché dovremmo litigare per uno che neanche conosciamo e ...diciamocelo pure, magari ci farebbe divertire entrambe?” dico ridendo ma lo sguardo serio di Giovanna spegne di colpo la mia risata.

“ok “dice lei un po’ scocciata “ne riparleremo.”  Ma le scelte avverranno per selezione naturale e di lì a pochi giorni. Lei domenica andrà al pomeriggio di salsa nel parco di Battersea (mentre io sarò costretta a casa a preparare il mio esame di aerobica...e dico aerobica!!!!!!) e incontrerà Felix, andranno a letto insieme e io non potrò che farmi da parte. A malincuore (soprattutto quando per anni Giovanna mi ripeterà quanto Felix sia fantastico a letto, il miglior amante che lei abbia mai avuto....e lei di amanti ne ha avuti parecchi...Dio Mio, che farà mai sto Felix? I salti carpiati in aria durante l’ atto sessuale? Avrà le lucine fosforescenti collegate al pene? Oppure emette suoni strani durante l’orgasmo?  Non so...la curiosità è donna e io per anni continuerò a dirmi che ho fatto un grave, gravissimo errore.....E lui continuerà ad invitarmi...ma questa è un’altra storia. Cosi, dicevo, tanto a malincuore lei avanza ed io indietreggio. Ha ragione Gio, non si litiga con un’amica per un uomo. Peccato, dico, solo peccato non abbia voluto spartirlo!

 

Il tempo vola, siamo già in autunno e di cose ne sono successe parecchie. Era da una vita che non andavo al Momo , forse perché gli incontri fatti là non sono stati dei più fortunati  o forse perché le cose da fare sono sempre tante. Di fatto solo stasera mi sono lasciata convincere a metterci piede di nuovo, e sempre per una band latina che Gio definisce fantastica. In effetti c’è una calca enorme  noi siamo in lista e quindi ci fanno entrare, ma molte persone devono rimanere fuori dal locale, con notevole disappunto. Durante il concerto mi trovo di fianco (toh guarda il mondo quanto è piccolo), proprio Ernesto, che è venuto ad applaudire i suoi connazionali.

Ci guardiamo un poco stupiti, ci diciamo due cose li per li, da quel nostro primo incontro non ci siamo più né visti né sentiti quindi siamo imbarazzati entrambi. Finito il concerto ci incontriamo di nuovo al bar. Mi chiede del disco

“si, lo abbiamo inciso, anche se devo essere sincera, mi è stato molto sulle scatole il fatto che tu abbia usato la musica come scusante per portarmi a letto. Non si fa....io ci contavo davvero. Era importante per me

“Scusami “ mi dice “guarda che le mie intenzioni erano buone. Solo che dopo sono stato impegnato e....”

“no no....” lo interrompo io “tutto ma non le patetiche bugie ti prego. E poi ti ho già perdonato “gli dico dandogli un bacio con schiocco sulla guancia. Lui mi guarda un poco stupito, poi mi prende per mano e mi porta in pista. Balliamo davvero bene insieme, non c’è che dire, alla fine riesce anche a farmi volteggiare in aria proprio come piace a me.

“ti va se ti accompagno a casa? “ mi domanda quando ci buttiamo esausti sulle poltroncine

“si,  ma solo se mi prometti che poi non chiedi di ascoltare la mia musica!!!!”

Ridiamo. “Anzi, andiamo al Buffalo ci sei mai stata?

“no, mai ...andiamo al Buffalo dai!

Il Buffalo è un locale dove al lunedì fanno musica latina. E’ pieno di cubani, praticamente tutti suoi amici. Mi presenta un sacco di persone di cui non ricorderò ne faccia né nome nel giro di due secondi e mezzo, ma che importa? Stasera sto cosi bene con lui. Balliamo sorridendoci, poi lui mi solleva e mi bacia. E’ un bacio lento, lungo e passionale. Come se il mondo intorno non esistesse, la musica non ci fosse più e le persone fossero scomparse. Ci guardiamo negli occhi...come adoro quel verde-blu che spicca sulla sua pelle olivastra...potrei innamorarmi!

In auto mi parla di se e del suo bambino. Non rimango neanche sorpresa del fatto che abbia un figlio (come dice Gio....tutti i cubani ne hanno almeno uno) e che ora viva con la sua compagna solo per fare da genitore e riparare al fatto che per i primi due anni fosse stato assente In effetti era sposato con un’altra donna(un’ inglese, come dice lui per via del passaporto) ma poi una delle sue amanti rimase incinta  La moglie, però, gli concesse il divorzio solo dopo molto tempo (e la cittadinanza) e questo lo rese un padre negligente. Poi, una volta iniziata la sua vita di padre, ruppe anche con la nuova compagna, sempre, credo, a causa della sua mancanza di fedeltà. (leggo fra le righe), anche se continuano a giocare alla famiglia felice per via del figlio. Insomma un soggetto da premio nobel per poligamia, o meglio, come dice Gio UN CUBANOI!!!  ma a me che me frega? La sua sincerità quasi mi commuove. Almeno non finge di essere ciò che non è. Forse è per questo che stasera facciamo l’amore con tanta passione. Forse perché solo ora ci siamo detti chi siamo senza timori, raccontandoci entrambi e sentendoci. Parliamo a lungo, di noi, del presente e del passato dell’amore per la musica e la vita. Percorsi completamente diversi per arrivare ad aggrovigliarci insieme in questa notte d’autunno. Mentre ci lasciamo andare sulle nostre pelli lui mi prende il viso e mi guarda dritto negli occhi. Per lunghissimi interminabili minuti mi sta a fissare con tanta passione e dolcezza che quasi mi commuove. Poi veniamo insieme, stringendoci come per paura di perderci. E restiamo abbracciati senza staccarci, per un’altra ora mentre lui deve andare, per forza che deve ha una compagna a casa che lo aspetta, eppure non si decide e continua a tenermi fra le sue braccia. Fino alla fine mi stringe, fino alla porta, fino oltre la porta. Come mai è stato così diverso dalla prima volta mi chiedo? Come mai è stato così intenso?

E poi il suo sms “qualsiasi cosa succeda, stanotte non lo dimenticherò mai” Ed io lo so che è vero.

 

Mi chiama nel fine settimana da Birmingham. Sono andati  li a fare un concerto. E’ molto contento e io lo sono di sentirlo. Parliamo a lungo, tant’ è che sono sull’autobus e sbaglio fermata. Devo camminare per un km buono e tornare indietro. Piove, mi bagno, ma parlare con lui mi fa dimenticare tutto,  pioggia compresa. E se anche non ci diciamo quando, sappiamo che ci rivedremo

“ti penso” mi dice lui

“anche io”. Rispondo. E’ bello così.

 

Mercoledì libero. Non ci posso credere. Finalmente una serata senza scuola, senza lavoro, senza prove, senza band. Una serata per me. Ho voglia di starmene a casa a leggere un bel libro, oppure vedere un film. Ecco un film. In biblioteca vado nella sessione video e ne scelgo uno dal titolo : born romantic. Si mi piace. Combacia con il mio mood attuale. E poi amo il cinema inglese, soprattutto i film ambientati  a Londra. Il resto, trama compresa, non mi importa.

Appena a casa mi chiama Gio.

“Stasera vieni ad un concerto a Liverpool Street? Suona Felix con una band di domenicani”

“no Gio, non ho voglia di incontrare Ernesto. Ho deciso che non devo più vederlo

“come mai? Mi sembravi presa da lui l ‘ultima volta...sbaglio? la scorsa settimana...

 “Si ma dai, ha una compagna, un figlio ...insomma la razionalità mi dice che è meglio che non lo veda più...

“Comunque Ernesto non ci sarà. Lui non c’entra con questa band” aggiunge Gio

“Beh in tal caso..” Ci penso due secondi e mezzo, poi decido di andare. In fin dei conti chiodo scaccia chiodo, chissà mai chi incontrerò stasera! Guardo con rammarico il film che mi ero presa in cassetta. Born romantic...prometteva davvero bene!

 

Che arrivavo in ritardo già si sapeva, era cosa scontata. Ma non credevo di essere cosi tanto in ritardo, talmente tanto che il concerto è quasi finito. Cantano altre due canzoni e poi ci sarà da ballare. Sono davvero un disastro di donna!!! Intanto Giovanna mi viene incontro incazzata e a me viene un colpo nel vedere Ernesto sul palco, alle tastiere

 
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Post N° 14

Post n°14 pubblicato il 29 Giugno 2008 da madflirt

born romantic and other movies (terza parte)

Ma scusa Gio, mi avevi detto che non c era!”

“E infatti non ci doveva essere, ma poi l’hanno chiamato a sostituire l altro tastierista che non stava bene. Ma dai, che te frega! “

Già, dico io, che me frega? Anche lui mi ha vista, mi sorride dal palco con calore e io ricambio. Il cuore mi batte forte. Non starò mica per prendermi una cotta?

Di lì a poco siamo tutti e quattro a sedere e a berci coca e rum. Io e Ernesto giochiamo a lanciarci il drink con le cannucce, Gio e Felix ci guardano come se fossimo dei mocciosi. Poi balliamo, ridiamo, scherziamo e va da sé che è una serata piacevolissima. Anche Felix mi si avvicina e mi sussurra “tu mi piaci sempre un casino...peccato!” e a me viene quasi da ridere,  perché io invece adoro con tutta me stessa Ernesto. Allora sono grave? Diventa scontato che mi accompagna a casa lui, il mio adone dagli occhi verde-blu,  e sull’ auto scherziamo e io gli canto una canzone. Arriviamo in camera mia e iniziamo a baciarci. Poi vede la videocassetta Born romantic

“E questa dove l hai trovata?” Mi chiede

Oh ...l’ho presa oggi in biblio. Contavo di farmi una serata tranquilla, ma poi....

“pensa che ci siamo anche io e Felix in questo film. Facevamo le comparse. Ti faccio vedere

E infatti mi mostra scene in cui i due macho latini ballavano di qua e di la negli sfondi, lui addirittura coi baffi e Felix con la bandana al posto del basco attuale.  Mi fanno ridere

Mio Dio pensa te che caso! che coincidenza. Chissà che significa? Non lo so. So solo che facciamo l’ amore in maniera stupenda, che la sua pelle ha un odore cosi familiare che si confonde con il mio, che i suoi occhi a tratti incontrano i miei e mi dicono più di mille parole, esprimono più di mille pensieri e che sento con certezza assoluta che quello che provo io è esattamente ciò che prova lui.

Ci rotoliamo sulla moquette e continuiamo a giocare. Poi abbracciati ci guardiamo in silenzio.

“devi andare? “ chiedo

“si, sai che DEVO”

Invece non va. Invece rimane. E’ sbagliato ma non può che rimanere e stringermi forte forte fino all alba.

 

Sento che pensarci non è la cosa giusta, ma non posso farne a meno. Lui mi chiama ancora, io lo richiamo, ci diciamo che abbiamo voglia di stare di nuovo insieme anche se le nostre strade ci portano lontano. Forse, penso, avverrà appena abbiamo un attimo per noi. E quando Gio mi dice di un concerto al Momo, subito dopo la scuola mi precipito. E’ stata una notizia dell’ultimo minuto e di certo il messaggio mi è arrivato che ero ancora in classe, poi dovevo fare per forza l’esibizione di jazz e non sono neanche potuta andare a casa a cambiarmi. Ma mai come stasera ci tenevo ad andare al Momo, perché diciamolo pure, covo la speranza recondita, anzi palese, di rivedere Ernesto. E infatti c’è, anzi ci sono tutti; c’è persino sua moglie però. Io manco lo sapevo che fosse lei. Mi sono seduta al tavolo con loro per via di Felix e Giovanna, ho salutato tutti in maniera distaccata (compreso il mio adone) e se non fosse stato per Felix, che carinamente mi ha avvisata chiarendomi che quella era la compagna di Ernesto, avrei anche potuto fare una gaffe. Ecco, mi sento male. La mia gioia svanisce, e si tramuta in tristezza. Rimango soltanto per un’oretta, prestando poca attenzione al concerto e  alle persone che mi parlano. Tutti cubani, tutti amici loro, ed in effetti non sono per niente interessata a ciò che mi dicono. Con la coda dell’occhio osservo sempre i movimenti di Ernesto che sta pochissimo seduto con la compagna e invece si ferma a parlare coi vari amici sparsi per la sala. Studio la mia rivale cercando di capire che cosa ci ha trovato in lei Ernesto, ma magari si é solo imbruttita dopo il parto. ...non so. O forse sono io molto cattiva e cerco di sminuirla. Intanto anche lei mi scruta, mentre parla per tutta la sera con un’altra con cui ha fatto tresca,  e io sento che non posso resistere a tale serata

“mi dispiace sono stanca e vado a casa” dico a Gio e lei capisce che sto scappando da questa situazione di merda

“non ti scusare..capisco....non potevo immaginare....

“non è colpa tua Gio. Dai ci sentiamo

Mentre mi dirigo nel corridoio, al guardaroba per prendere il  cappotto, ho le lacrime che stanno per scendere. Devo trattenermi...entro in bagno mi guardo allo specchio urlando a me stessa :devo essere forte....lo sapevo lo sapevo lo sapevo....Cazzo sto piangendo!!!!!!!mi asciugo le lacrime e sono pronta per affrontare la fredda notte. Con mia grande sorpresa Ernesto è li, fuori dalla toilette, ad aspettarmi. Ho un balzo al cuore.  Ha lo sguardo triste e anche io lo sono,  ma mi fa piacere che mi abbia seguita.

“vai già a casa?” mi chiede

“si sono stanca”

“non sai quanto vorrei accompagnarti ma stasera....... non posso”

“lo so, Felix me lo ha detto...cioè so che lei è la tua compagna”

Ci guardiamo. I minuti passano e noi restiamo a fissarci negli occhi senza dirci nulla.

L’angoscia e la tristezza mi prendono, come una morsa. Vorrei, davvero lo vorrei,  poter già essere oltre. Ma ho sbagliato . ho voluto vivere i miei momenti bellissimi pur conoscendo la sua situazione e sapendo che non ci sarebbe stato futuro. Ora pago.

“penso” dico con un filo di voce e guardandolo negli occhi “che non dovremmo vederci più”

Forse speravo che mi urlasse NO non posso stare senza di te, forse ambivo ad una sua posizione di disaccordo, invece mi delude annuendo con la testa.

“si, è meglio. Altrimenti è un casino”

 Faccio per scappare verso l’uscita, ma lui mi ferma e mi abbraccia forte. Mio Dio,  potrebbe vederci la sua donna,  basterebbe che lei venisse alla toilette e chissà  che casino! Magari lo pensa anche lui, ma forse non ci importa o forse entrambi amiamo il rischio perché ci baciamo ancora, un ultima volta , con tutta la passione che ancora possiamo e la disperazione di chi ha la certezza che è finita per sempre.

“Mi spiace” mi dice quando mi distacco da lui “non sai quanto...

“Oh si, Ernesto, lo sento.  Anche a me spiace”

Ci sorridiamo prima di prendere ognuno la propria strada. Forse, mi dico affrontando il freddo della notte autunnale, un giorno lo rivedrò. Ma poi non voglio vivere con questa speranza. Scrollo le spalle. Che importa il futuro? Ciò che ho vissuto con lui è stato importante, seppure breve. L’intensità degli attimi che ci hanno coinvolto, le emozioni forti, la passionalità dei nostri corpi. E rimarranno per sempre lì, nell’album dei ricordi, racchiusi nel mio cuore.

 
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Post N° 13

Post n°13 pubblicato il 01 Maggio 2008 da madflirt

GIRL'S NIGHT OUT

Specifichiamo: non sono lesbica. E tantomeno Bisex. Mi piace l’uomo, il maschio. Mi piace fisicamente, e anche mentalmente, così diverso da me. Mi piace per il sapore forte che mi trasmette, per la carnalità quasi a tratti dura, mi piace essere penetrata sessualmente e certo, una donna come potrebbe? Non ho preconcetti, non ne ho mai avuti: vivi e lascia vivere.  E se non fossi attratta fisicamente dall'uomo per ovvi motivi fisiologici, non mi dispiacerebbe innamorarmi di una donna. Ma non è possibile. Perchè anche la mente maschile mi eccita di piu di quella femminile, per quanto in continuo contrasto con la mia.  Questo e il mio limite. E ne sono cosciente.

 

Sul treno che mi porta a Piccadilly, mi rendo conto di quanto sono in ritardo. Lo ero già da prima, anzi diciamolo pure, io sono sempre in ritardo. Mi perdo in diecimila piccole cose e parto da casa quando dovrei già essere all’appuntamento. Ma riesco sempre ad incolpare il treno, il metro, le file all’underground che vanno lente. Anche in questo caso m’aspetto che il metro faccia miracoli e mi porti indietro nel tempo, invece di metterci quei venti minuti di viaggio previsti. Del resto non è colpa mia, ma della vita frenetica. Il lavoro, la scuola, e mai un attimo di tempo. Corro dal mattino quando scendo dal letto fino alla sera quando a letto mi ci corico. E solo li, sul quel letto smetto di correre mentre la mia mente forse continua a viaggiare. Ma oggi finalmente, dopo tante sere impegnate, eccomi qua a concedermi una serata di follie. One night out, una notte di danze. Latine per la precisione. E forse me lo concedo proprio per lei, Amy, che mi aspetta da quindici minuti buoni nel luogo dell’appuntamento mentre io....sono in stramaledetto ritardo...vai treno vai

 

Amy ha gli occhi azzurri come il mare. E’ alta, bionda, bianca seppur sudafricana. E’ bella. Di una bellezza atipica. Una di quelle donne che non ti giri a guardare per strada perchè non appare ma  E’. Amy . si, alla fine se guardi bene AMY E’. E’ bella. La prima volta che la vidi, al corso di riflessologia,  mi trasmise subito quell’ondata di calore che solo poche persone possiedono e sanno dare. Energia. Ci trovammo dal primo momento in sintonia, anche se di diverse convinzioni fondamentali nella vita. Lei molto hippy, molto yoga style, persa in filosofie orientali. Io molto glamour, molto pilates style, persa nei miei sogni occidentali . Chissà che cosa ci accomunava se non questo feeling di base.

A parte il corso a cui eravamo entrambe iscritte, scoprimmo di amare tutte e due le danze latino americane. Frequentavamo gli stessi locali quando ne avevamo l opportunità, e cosi di comune accordo decidemmo di concederci una serata out insieme. Uno di questi giorni, ci dicevamo ogni settimana, mentre i mesi passavano e noi restavamo li a dirci uno di questi giorni. Finchè il giorno, anzi la sera, arrivò.

 

Amy imbronciata, come e quando se la prende con il prof per una spiegazione mancata. Solo lei sa rimproverare con lo sguardo senza dire una parola. E Questa volta sono io quella che viene sgridata.

Sotto l ‘Eros mi appaiono i suoi occhi cupi e il viso imbronciato, ma in un attimo la sommergo con un abbraccio caloroso ed i mille imprevisti che mi fanno sempre ritardare. ...mannaggia a me e al mondo! Sarà il mio sorriso smagliante o l’atteggiamento da bambina, di fatto è che l’attimo dopo siamo solo due ragazze per una notte out. Tutta ad un tratto mi soffermo sulla sua immagine che le giustificazioni per il mio ritardo avevano fatto passare in secondo piano.  Stasera non è hippy, stasera è fantasticamente femminile. Ha un abito lungo e aderante che le accentua il bellissimo fisico con uno spacco mozzafiato a rivelare-non rivelare le gambe lunghe e magre. Un paio di sandali col tacco che la rendono ancora piu alta e diciamolo, tanto ma tanto sexy.

“Amy  ma sei stupenda!!” dico affascinata. Lei arrossisce.

“Anche tu.....” controbatte “come sempre”

Beh....io sono ben poca cosa in confronto. Minuta e latina, un tipo completamente diverso. Che ci farei io in un abito del genere???

 Ridendo corriamo verso il locale,  faccio ciao con la manina al buttafuori che non so come si ricorda ancora di me (è da una vita che non venivo piu qua, ma forse è da molto meno di quanto pensassi)  e ci fa passare. Il locale è già gremito,  le coppie in pista o ai tavolini, la musica allegra e alta. In poco meno di cinque minuti Amy ha gia incontrato uno che la invita a ballare e io rimango fuori pista a guardarla. E’ divina. Lo spacco che si apre e si chiude mosso dalla grazia dei suoi movimenti.  Ha stile. Ha il ritmo. Ha tutto. SE fossi un uomo me la farei!

 

“io ho un ragazzo e tu?”

Il caffe bollente, le solite chiacchiere all intervallo. E’ la prima volta che entriamo nel personale. Poi da una riservata come Amy non mi aspettavo una domanda simile. Sarà stato il fatto che abbiamo praticato assieme oggi, lei ha fatto un trattamento di riflessologia a me e io a lei. Da studenti dobbiamo farci da cavie a vicenda. Il contatto delle sue mani calde sui miei piedi mi aveva procurato una piacevole sensazione di benessere. Energia positiva. Energia. Tutte cose belle.

“beh io esco con uno, ogni tanto. Ora non ho tempo per un ragazzo”

“Ma se t innamori?” chiede lei curiosa “cosa vuol dire non ho tempo? Se accade?”

Rido convinta “non può accadere perchè non ho tempo. Lo evito. Se non vuoi innamorarti è semplice. Basta stare distaccati. “

“Non mi sembri una distaccata. Sembri invece molto passionale” Questa volta sono io ad arrossire. E’ come se mi avesse strappato di dosso i vestiti in mezzo al corridoio del college.

“la passione si puo arginare. Poi ora la mia passione e la musica. Ho la band, il conservatorio, tutto ciò che mi passa per la testa sono le arie che devo scrivere. Il resto...non mi frega. Anzi sai che ti dico? Per me gli uomini sono solo stronzi e possono andare a quel paese!”

“Su questo ti posso solo dare ragione! Ho un ragazzo ma sono femmista al 100%” . Ridiamo. E passiamo oltre

 

Sono una difficile quando si tratta di ballare. Un po’ come con gli uomini. Sorrido a tutti ma mi concedo a pochi. Pochissimi. Quando decido di scendere in pista devo veramente essere convinta. Perche se non lo sono, dopo pochi passi mi ricredo e mollo li. Allora tanto vale non iniziare neanche.

Il tipo mi sembra credibile e carino. E’ alto e magro, capello riccio e lungo. Giovane. Sembra quasi italiano ma salta fuori che viene dal venezuela. Javier. Ci parlo quei pochi minuti per instaurare un minimo di conoscenza, ma lo avevo già osservato ballare e mi pare uno bravino. Non che io sia una Carrà dei latini, anzi...sono convinta che occorra feeling piu che tecnica,  complicità più che precisione. E soprattutto la comunicazione. Guardarsi negli occhi, sorridersi, e sapere che anche senza conoscersi ci si intende. Non e cosi semplice. Con Javier invece viene bene. Lui mi guida. Lui fa i passi semplici. Lui mi parla. Lui mi guarda. Lui mi sorride. Ma appena dice che gli piaccio si rompono le righe. Io guardo Amy che continua a piroettare come una trottola instancabile e mi sento annoiata da questa danza con Javier priva di coreografie e distacchi corporei. Forse me ne devo andare. Sarà stato quel suo “mi piaci” e percepisco che è un altro che ci prova. Lo saluto e lo lascio in pista da solo. Non posso neanche immaginare che questa sera è solo l ‘inizio di una storia passionale e controversa che poi durerà mesi, anzi anni. ...proprio con  lui,...con Javier... Se qualcuno me lo avesse detto, non ci avrei creduto

 
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Post N° 12

Post n°12 pubblicato il 01 Maggio 2008 da madflirt

girl's nights out (continua)

“Ci siamo lasciati. Adesso sono libera.” Mi dice Amy in tono quasi scherzoso ma velato da una certa tristezza.

“No...dai!!! ma come mai???”

“non ci capivamo più. Forse due anni sono tanti, troppi. Forse non ci sopportavamo più. Di fatto ha lasciato casa ieri ed è andato a stare con amici. Anzi, adesso mi toccherà cercare un appartamento piu piccolo, o una casa da condividere...”

“beh a volte fa bene il distacco per capire. Magari tornate insieme”  Sono possibilità. Cose che si dicono quando non si sa cosa dire. I cambiamenti fanno male, anche quando sono per il tuo bene. Un rapporto che si spezza e sempre il finale di qualcosa che ci toglie qualcosa dentro. Una parte di noi muore. O forse un altra rinasce? Chissa quale avra il sopravvento?

“no non credo proprio. E’ finita davvero. Adesso ho solo voglia di divertirmi. Anzi, ti va di andare a ballare venerdi?”

Non mi sembra una richiesta. Mi sembra quasi una supplica.  Il tono di finta allegria me lo conferma. E’ la forza di reazione anche quando non si ha nessuna voglia di farlo. Lo so, la conosco questa sensazione. Fingiamo con il mondo e mentiamo un poco a noi stessi. Ma vogliamo crederci

“Aggiudicato! E da una vita che non vado. Ci divertiremo un casino, vedrai”  Ci scambiamo un sorriso complice. Io so che tu sai che io so.

 

 

 

Appena si ferma e il ballerino la lascia, la raggiungo e la rapisco.

“vieni Amy, vieni con me ti devo fare vedere una cosa” e la trascino ancora tutta sudata al bar.

“ok ok” dice lei ansimante e allegra.

Ordiniamo due margherita mentre le indico il tipo che sto puntando da almeno mezz’ora

E’ stata un apparizione. Non poteva essere da meno. SE non altro per il modo stravagante in cui è vestito. Porta un kimono stile cinese nera con un drago rosso sul dorso. Pantaloni dello stesso colore e tessuto. Ma non e orientale neanche un po’. Appena riesco a stabilire un contatto diretto scopro che e messicano. Amy ride, “ma dai, non mi dire che ti piace quello! Ma avrà vent anni!!!!!”

“dici???” mi preoccupo un attimo sull’età, non ci avevo fatto caso, troppo presa dai suoi capelli e occhi corvini e dal suo look stravagante. “vabbe amy, sopra i diciotto non rischio la pedofilia no???. Ridiamo. Il secondo margherita me lo offre lui e mi invita pure a ballare. “amy mi a l occhiolino mentre sono in pista.  Non solo non mi ci trovo a ballare, ma dato che non spiaccica piu di due parole in inglese, l unica conversazione che riusciamo ad avere è quella fatta di sorrisi e di cenni col capo. O meglio: io parlo parlo parlo e lui annuisce e sorride. E urla “baila chica”. Uno sballo. Mi sento un po deficiente, del resto mi fa volteggiare come una trottola e puo darsi che sia pure un poco brilla. Di colpo senza dire nulla lo mollo in pista e torno dalla mia amica

“ma che fai????2 mi urla lei stupita per come me ne sono andata

“come che faccio? evito l ‘ennesima piroetta? Ma per chi mi ha presa quello li???? Ma lo hai visto??? Sa solo farmi girare!!!!! E non parla neanche in inglese. Ho capito solo, dato che un poco ancora con lo spagnolo me la cavo, che è un turista in giro per l’europa, fa il fotografo di professione, domani lascia londra e va a parigi, e ...amen. che altro dire?baila chica baila!!!!!

“te sei matta! Vieni che ti faccio conoscere degli amici ballerini bravi. Cosi ti fanno fare la trottola un po anche loro”

“ok, ma almeno non sempre dalla stessa parte, senno mi viene il capogiro e cado in pista”

 

Questa è la vita, ragazzi, c’è poco da fare. Quando vuoi reagire, quando vuoi una serata come dio comanda, beh vai tranquilla...sarà una serata come tante. Si balla, si ride si scherza, ma alla fine ehi? Che c’è di nuovo? Amy non sta più con il suo ragazzo, io ero in ritardo. Amy balla tutta sera, io mi stanco anche di ballare. Non sono più capace di divertirmi come una volta in questi locali. Forse l ho fatto per troppo tempo, dai vent anni ai trenti, o forse l ho fatto troppo non so. E come tutte le cose di cui abusi dopo diventi asuefatta. Non e questione di musica latina, hip hop o disco. E’ questione dei modi. I locali, la gente, la confusione. Mi piace ballare ma non e un must. E’ quello che ci si aspetta da queste serate out che non e mai all ‘altezza. Forse m’aspetto il colpo di fulmine che dico di evitare. Forse mi aspetto il tum tum del cuore, o forse più semplicemente un contatto emotivo diverso. Incontri uno che ti piace e dopo due secondo non ti piace piu. Incontri uno che non ti piace e tu piaci a lui. Incontri tanti uomini uguali che ti dicono le stesse cose ed alla fine te li confondi tutti..Incontri incontri incontri. Chiacchiere su chiacchiere per poi portare a casa il nulla...come sempre. Che sapore avrà anche questa serata? Vorrei che la vita mi sorprendesse mentre sono io che dovrei sorpendermi da sola. Forse è questo il guaio. Da quando ho altre priorità queste cose sono incapaci di stupirmi. Succede

 

La fila al guardaroba per prendere la borsa è sempre più lunga del previsto. E’ il punto dove si scambiano due chiacchiere con quelli davanti e quelli dietro e sentire le ultime note della serata. A me la musica latina non piace. Mi piace ballarla, questo si, ma da ascoltare è troppo noiosa. Eppure fingo di canticchiare

“l’hai più visto il tuo amico messicano?” mi chiede Amy

“si qua e là, mentre giravo in cerca di ballerini decenti. Ed ogni volta mi urlava “baila chica!!!!”

Ridiamo. Penso che siamo un po sbronze. Toh, si parla del lupo e spuntano le corna. Il messicano sta uscendo dalla toilette e ci passa di fianco. Si ferma

“vai a casa? 2 mi chiede in spagnole

“si “ rispondo in italiano. Abbiamo piu probabilità di capirci. Ma si è si in tutto il mondo.

Ci guardiamo “e’ stato un piacere conoscerti, muchacha bonita” Il tempo si ferma mentre mi guarda negli occhi con quei suoi occhi nero corvino che ti tagliano il cuore dal gran che entrano nel profondo.

Non so cosa accade. So che l ‘attimo dopo mi trovo con la sua bocca contro la mia, la sua lingua che gira intorno alla mia ed io che penso “TOMBOLA!!!!” Troppo breve. Un bacio da ci siamo incontrati giusto giusto al guardaroba. Bello però. Faccio appena in tempo a dire “il piacere è tutto mio” che è già andato via.

“pedofila pedofila pedofila” mi dice sghignazzando Amy. “ a ben guardare potrebbe anche essere minorenne”

“ma va!!!!! Sembra giovane dai....” ridiamo

Un ultimo saluto al buttafuori e ci lanciamo sulla strada correndo. Riusciamo a farci vendere due lattine di cider dall off licence incorruttibile che non ha potuto fare a meno di distrarsi ai nostri sorrisi (a dire il vero è una questione di soldi). Ridiamo esibendoci nelle ultime danze sulla strada, ondeggiando su musiche che sono solo nella nostra testa ormai. I clacsons  il traffico e la gente sono gli unici rumori, ma noi siamo ormai oltre. Ci sediamo ad aspettare l autobus e a guardare la fontana di Trafalgar Square. La notte ci sembra un’ottima complice ora.

“pero mi piaceva il messicano. Dovevo lasciargli il mio numero di telefono” dico in un attimo di tristezza

“ma se va via domani”

“embe...magari ripassa da londra...chissà”

“beh allora dovevi andare a casa con lui stasera”

“già....non me lo ha chiesto”

“ma dai...secondo te lo doveva chiedere? Si fa e basta”

“e già, poi al massimo ero io a doverlo chiedere a lui...sono piu vecchia...potrei essere sua madre!!!ihhh che tristezza! Torno indietro, lo vado a cercare!”

ma appena mi alzo in piedi mi gira la testa e sto per cadere. Amy mi sorregge per fortuna. Ridiamo guardandoci negli occhi. Il mio viso vicino al suo. La mia bocca vicino alla sua.

“sei bella” mi dice seria

“anche tu sei bella” rispondo.

E’ un attimo. La notte nel cuore di londra. Trafalgar square. Cosa cerchiamo se non l emozione dell attimo?

La bocca di Amy sa di margherita e zucchero. O forse è la mia? Dolce. Le accarezzo il viso e le scende una lacrima.

“che hai”” le domando

“non so” Comincia a piangere a dirotto. “forse ho bevuto troppo”

“o forse sei triste Amy” l abbraccio forte. Sembra una bimba smarrita. Le accarezzo la testa e i capelli che profumano di buono. Che belli sono i capelli delle donne. I suoi sono biondi e lisci. Ci passo in mezzo le dita, che scorrono giu dalla radice alla punta senza fermarsi neanche per un secondo.  Scorrono sulla seta

“Forse mi manca lui” mi dice fra i singhiozzi

“ci sta. Vi siete mollati da poco. Forse è giusto così”

“vorrei essere felice. Pensavo che avrei potuto esserlo stasera”

“anche io vorrei. Ed anche io pensavo. E dire che non ho nessun ragazzo lasciato alle spalle da poco”

“quindi? “

“quindi forse cerchiamo qualcosa che non c’è.”

Amy mi stringe forte. “questo mi fa paura”. Anche a me fa paura a volte. Ma non stasera.  Qui abbracciata a lei so che non sono sola. So che c’è un mondo, milioni di anime come me che vagano alla ricerca di qualcosa e a cui basta un attimo come questo per sentirsi di nuovo vivi. Non la musica, non le danze, non le chiacchiere vuote, il bacio del messicano. Solo il bacio di un’altra anima come la mia.

“senti” mi dice Amy guardandomi negli occhi preoccupata. “io....io non avevo mai baciato una donna prima e non vorrei che tu pensassi che io....cioè...come dire...”

Scuoto la testa e sorrido. “neanche io Amy, e non penso proprio nulla anzi....”

L’ accarezzo con dolcezza poi mi fermo. Ci baciamo di nuovo alla disperata ricerca di noi. Cosa troviamo invece? Un bacio fine a se stesso. Quasi una cosa che non esiste più. Una donna sensuale. Il gusto di qualcosa di nuovo.  MI chiedo salendo sul bus che mi porta a casa che cosa avrebbe potuto essere. Mi domando se accettando di andare a casa di Amy stanotte avrei invece potuto scoprire in quel corpo prorompente nelle forme,  l’energia che aveva sempre sentito avvicinandomi a lei. Se davvero è una questione di sensi o di anime. O di entrambe le cose fuse insieme.  Una donna...magari è una donna la risposta alla mie domande. O magari è solo un altro essere umano. Chissà . Salutandola invece ho chiuso la porta a tutte le risposte. Domani saremo ancora due compagne di classe e basta. Forse torneremo ancora a ballare insieme un giorno o forse non ci rivedremo mai più.  Rido da sola mentre un ragazzo con un take away fumante che sa di cinese mi guarda perplesso. La cucina orientale la si riconosce subito.

“sai qual’ è il mio difetto amico? “ gli dico mentre lui stupito mi sta pure ad ascoltare

“è che sono sempre in ritardo o sempre in anticipo. Insomma mai puntuale. E anche questo è un modo come un altro di scappare”.

 
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