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Post N° 11

Post n°11 pubblicato il 01 Maggio 2008 da madflirt

                                                   Loving Ben

Io e David verso il pub facendo a gara in bicicletta.  E’ estate, la luce del giorno risplende fino a tardi e Londra si fa ammirare dal ponte sul Tamigi.  Volo tutti i giorni per  la città con la mia bici,  rifiutando gli autobus e il metro, con il casco in testa ma le cuffie alle orecchie e la musica alta, come una scriteriata, incurante del traffico e del resto del mondo. Ansimanti e sudati ci mettiamo a sedere e prendiamo due birre, mentre aspetto di esibirmi. Ho trascinato  David    al Three stags, all'apertura  del “songwriter night” ,  la prima di una lunghissima serie di serate che mai avrei pensato di frequentare. C’ è un sacco di gente che conosco dal college e dalle notti jazz, e così mi perdo fra i tavoli a chiacchierare. David mi guarda a tratti cupo; lo so che vorrebbe la mia attenzione ma non ci riesco. E’ proprio un tipo strano, non so neanche come mai gli sono amica. La sua musica è da psicotico, i suoi video che fan paura, ed il tutto basterebbe a farmi correre lontano. Invece ogni tanto ci esco assieme, così, per un drink, e poi mi accorgo che non riesco neanche a parlarci per più di mezz’ora senza pensare che è una barba. Ma cosa abbiamo in comune? La musica e basta. E in più devo destreggiarmi fra le avances che ogni tanto mi lancia e che fingo di non cogliere. Sottigliezze.

D’un tratto la musica del ragazzo che si sta esibendo raccoglie tutta la mia attenzione. Non so, sarà la sua voce bellissima e sexy, saranno le parole o il fatto che suona divinamente bene e con passione e carpisce tutto il mio interesse. Lo ascolto come immersa in un altro mondo,  continuando a guardarlo estasiata. Lui, esteticamente, non è che un tipo semplice, anzi molto normale, insomma per niente il mio. Occhiali, capelli corti, uno come tanti.  O come diranno le mie amiche uno con la  faccia da ingegnere. Ma c’è qualcosa nell'insieme, qualcosa di speciale.... Quando finisce di cantare la magia si ferma ma il mio sguardo continua a seguirlo.   E’ facile fare amicizia, ci si conosce tutti in questi posti raccolti e vivaci. A maggior ragione se lui si chiama Ben Cosh ed è uno degli organizzatori della serata. Mi guarda con interesse quando canto io, anche se la mia performance da aggressiva fa sorridere persino me...living in danger, è questo che voglio? Recito bene la mia parte.  Poi ritorno a sedere e i nostri sguardi continuano ad  incontrarsi  troppe volte durante la serata. Lo so, è come una premonizione in fondo al cuore. Quando lascio il locale con David  e Ben mi dice “arrivederci” ...si lo so...è solo l’inizio di qualcosa di grande. Queste cose si sentono sempre.

 

Tre mesi di assenza da Londra sono tanti ma basta un attimo e tutto torna come prima. Le giornate sono piu corte d ‘inverno ma la vita ha gli stessi sapori di sempre. La metro, il lavoro, la scuola, tutto si accavalla ma io vivo solo per il martedì. Dopo quella sera che lo avevo visto per la prima volta sapevo che sarebbe diventato importante. Anche dopo tre lunghi mesi, mi è bastato un incontro, ieri sera, a far esplodere il mio cuore. E ora aspetto con impazienza il prossimo martedì per rivederlo ancora, al Three stags, alla serata song writers.

Ieri sera...Silvia mi prendeva in giro “Non ti piacerà mica quel cesso li con quella camicia da boscaiolo?” mi continuava a dire allibita, mentre io ridevo come una pazza e ribadivo il concetto che si, mi piaceva eccome. E lui continuava a venire al nostro tavolo a parlare con noi. La differenza da quella prima sera stava nel fatto che non ero con David ma con Silvia, e lei, oltre che donna, è pure carina. Ma io non aveva dubbi, Ben Cosh veniva al tavolo per me. Lo sapevo da come mi guardava

Forse ha ragione Silvia a dire che sono affrettata.  E’ bastato ieri  ed ho subito scaricato Unique.

“Non potevo continuare ad andare a letto con lui e pensare a Ben. Che senso avrebbe?”

“Si ma che senso ha troncare per uno con cui hai scambiato due parole? E poi Unique ti piaceva no?  “ ribadisce lei. Fino a ieri sera  ero convinta che mi piacesse tantissimo Ma poi è cambiato tutto.  Si,  sono stata affrettata, ma non ce l’ho fatta.

Unique è  l’uomo più mastodontico che abbia mai avuto, e magari che  abbia mai visto. Un vero armadio. Infatti fa il bouncer. Anche Silvia si è stupita quando gliel ho presentato “Ma a letto ti stritola....!” mi aveva sussurrato in un orecchio facendomi ridere. Di diverso parere era Giovanna che si era messa a puntarlo al Bar salsa, dove lui lavora come buttafuori.  Io probabilmente non l’avrei neanche notato se non fosse stato per lei. Certo che Giovanna ha occhio per gli uomini. A lei piacciono proprio quelli cosi,  grandi e di colore. Se Jamaicano persino meglio. Poi il fatto che avesse le treccine era la ciliegina sulla torta. Non so come è successo che lui abbia chiesto a me il numero di telefono. Il caso. Mi ero accorta solo alla fermata del bus che avevo perso il mio abbonamento ed ero tornata  nel locale a cercarlo. Unique mi aveva scortata fin giu, e mi aveva aiutata nella perlustrazione. L’avevamo trovato subito, con mia grande gioia e sollievo, e alla fine lui mi aveva offerto da bere. Da li il passo e stato breve. Mi cominciò a chiamare sin dal giorno seguente e stavamo molto tempo a chiacchierare. Ero un poco restia ad uscirci per via di Giovanna, ma da donna di mondo qual è,  lei mi disse che di uomini ne aveva anche troppi al momento .Cosi col suo benestare,  lo comincia a frequentare. La prima  notte che venne a trovarmi  la spendemmo a parlare di noi, sul pavimento di camera mia, bevendo vino fino all ‘alba. Fu cosi strano. Unique...che fa paura e lavora di giorno coi bambini dislessici. Unique che sembra minaccioso ed è tanto dolce. Unique che sembra tenebroso ed ha tante cose da dire.  E poi ci addormentammo abbracciati. O meglio, io persa fra le sue braccia. Fu una notte tenera, e la prima di altre, certo più focose e più movimentate, ma qualcosa era cominciato e sembravamo entrambi presi. E poi?  Come potevo spiegargli che cosa era accaduto? Era tutto perfetto fino a  ieri sera,  quando ho rivisto Ben, lì, al pub, a suonare il piano e a sorridermi. Ed è entrato nel mio cuore in maniera definitiva, irreparabilmente. Cosi stasera non me la sentivo d’incontrare Unique, di farci l’amore o anche solo di starci insieme. Non avevo voglia di lui. Sono andata a cena da amici, a Walthomstow, e per tutto il tempo ho tenuto il cellulare spento sapendo che Unique mi avrebbe cercata. Non pensavo di trovarmelo sulla porta di casa, al mio rientro, ad aspettarmi. Non so se ero più irritata che sorpresa

“Non eravamo d’accordo di vederci, ti ho detto che ti avrei chiamato” ho sottolineato con ardore facendolo entrare in casa

“si ma il cellulare era staccato, ho pensato di venire di persona.”

“scusa, avevo una cena...e ora sono stanca”

Gli ho offerto una tazza di caffè  e non sapevo  neanche io cosa dire. Quando mi ha trascinato di forza sulle sue ginocchia e mi ha stretto a sè, cercando di baciarmi, non me la sono proprio sentita. Nella mia mente solo un nome, Ben, e il suo sguardo, il suo sorriso. Solo lui. 

“Senti Unique...è tutto cambiato. Mi sono innamorata di un altro e non posso stare con te”

Lui mi ha guardata stupito. Interdetto

“Ma...siamo stati insieme domenica e oggi è solo mercoledì....E’ successo cosi in fretta?.”

Cazzo.....a pensarci sembra una barzalletta. Farebbe ridere anche me.

 

 

Lacrime che scorrono giù, lacrime che non si fermano, lacrime calde e salate che non trattengo neanche in mezzo alla folla sul metro. Ma chi se ne frega...lascia che guardino!!! E’ tutto finito,  un click sul computer, la posta si apre, tutto finito. Non ha neanche avuto il coraggio di mandarmi un sms o che so, telefonarmi, sarebbe anche stato più sensibile. Invece solo quelle parole fredde via e mail. Un disastro, un colpo al cuore, dopo una settimana di paradiso totale. Se ci penso... come posso essere stata così stupida ...Ero talmente felice e per cosa? Per nulla! Tutto nella mia testa.

Un sogno durato poco più di una settimana, un’illusione. Finalmente c’ero riuscita, avevo preso coraggio ed alla fine della serata al pub avevo chiesto a Ben di accompagnarmi alla fermata. Lui, che era in auto con un suo amico, mi aveva fatta salire con loro e poi portata alla stazione del metro di  Waterloo, dove, arrivati,  mi aveva aperto la portiera, fatta scendere e poi, improvvisamente baciata. IDILLIO TOTALE.  Cosi, in quei pochi secondi o forse minuti, non so, si era fermato il mondo e tutto era diventato paradiso, Cosi  in mezzo alla strada, al freddo, al rumore del traffico e al clacson dell amico che suonava per chiamarlo. Cosi il mio cuore aveva preso il volo verso mondi talmente lontani che non saprei neanche descrivere. E poi era risalito in auto dicendomi “ti chiamo” mentre io interdetta avevo preso a correre dentro la stazione. E se anche non si era più fatto sentire, per una intera settimana il mio sogno mi aveva accompagnata rendendomi la vita più dolce e più bella. E con un sorriso ebete e il pensiero costante di lui avevo vissuto dei giorni paradisiaci.  Un sogno che si è frantumato  oggi, su queste  parole sullo schermo di un computer, e che  si sono insidiate  nel mio cuore,  distruggendolo.

“mi spiace” dice Ben Cosh nella sua mail “ non avrei dovuto baciarti. Sono legato sentimentalmente ad un altra persona e quella sera era un poco ubriaco. Ti chiedo scusa......” Non ti bastano,  caro Ben,  tutte le scuse di questa terra. Non puoi sapere quanto male mi hai fatto, quanta angoscia mi hai regalato oggi. E domani è già martedi.

 
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