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Post n°428 pubblicato il 03 Aprile 2013 da sasso32

Come ti cambio la vita.....

Lo faccio entrare in uno stanzino, lui mi guarda e capisce che c'è qualcosa di strano, in genere le visite le faccio nell'ambulatorio centrale. Tengo in mano dei fogli, con l'esito dei varie esami strumentali che ha effettuato nei giorni scorsi. "Siediti per favore", gli dico. Lui si si siede e mi siedo anche io. "Allora, abbiamo avuto le risposte dagli esami...." - " E quindi?", abbozza. "E quindi c'è un problema". Mi sono preparato per ore, è una cosa che non mi capita molto spesso e anche se dovrebbe essere normale però ho un pò di timore, lui ha la mia età. Ho un collega, e amico, che fa queste cose dieci volte al giorno, lui è un oncologo e ogni giorno in centinaia di stanzette succede migliaia di volte. C'è sempre un medico che dice queste cose a un paziente, forse un giorno qualcuno lo dirà anche a me. Per me però funziona sempre allo stesso modo, ho paura all'inizio, quando incrocio per la prima volta i suoi occhi, quando poi ci si mette in marcia allora la paura passa e devi fare quello che devi fare. "Abbiamo scoperto la causa dei tuoi dolori. Hai un tumore, è in fase avanzata". Lui rimane impassibile, sembra che non abbia sentito. Passano alcuni secondi, attimi di vita che scorrono davanti ai miei e ai suoi occhi. Sono secondi importanti, in cui la vita fa un salto di qualità e quell'appuntamento così importante, a cui tutti siamo destinati, fa dei passi da gigante verso di te. Ora c'è una sistemazione fondamentale delle cose importanti della vita, Pasqua, Natale, le ferie, le vacanze, i pettegolezzi, la carriera e il bel tempo. Tutto si ferma e si sfalda come un castello di sabbia. Vorresti solo che qualcuno ti dicesse che ti vuole bene che non ti lascerà da solo. Vorresti che qualcuno condividesse una cosa così intima con te, vorresti, a momenti, bruciare le tappe e trovarti già a quel capolinea, senza sofferenze e senza problemi. Poi ci ripensi e pensi che invece la speranza non può abbondonarti -" Devo farmi coraggio, oppure no, cosa devo fare?"  - "Nei prossimi giorni farai altri accertamenti, si dovrà decidere se provare con l'intervento chirurgico oppure con la chemio, io non lo so, dovrete deciderlo con l'oncologo." Provo ad accennare una strategia e giro, giro intorno a una cosa che sembra troppo grande, troppo infinita. Lui adesso mi guarda ma sono talmente tante le cose che vuole dirmi e chiedermi che niente esce dalla sua bocca. Lui lo sa che gli sto dicendo che è finita ma non vuole sentirselo dire e io, sbagliando, non glielo dico. Anche io sono in grande diffficoltà, pensavo di gestirla meglio ma il silenzio e il gelo si impadronisce di noi. Ne esco nel modo più vigliacco - "Vabbè, adesso vai, magari ci sentiamo dopo e appena te la senti ne riparliamo" . Sto fuggendo. Fra un pò finisce il mio turno e arriva un altro collega che già ieri si era rifiutato di parlargli. C'è chi non va in guerra, come lui, c'è chi fugge, come me. C'è chi rimane e battaglia, ma non so chi è, forse il mio amico collega, consumato nel cuore e nell'anima da tutta la sofferenza che vede ogni giorno. Gli stringo la mano, tremolante e umida, mi saluta e se ne va. E io rimango da solo, in quella stanzetta. Lui se n'è andato con i suoi fantasmi. Io sono rimasto lì con i miei.       

 
 
 
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