Creato da agentecotone il 17/03/2014
Pensa con la Tua Testa

Area personale

 
 

Archivio messaggi

 
 
 << Giugno 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
          1 2
3 4 5 6 7 8 9
10 11 12 13 14 15 16
17 18 19 20 21 22 23
24 25 26 27 28 29 30
 
 

FACEBOOK

 
 
 
 

Ultime visite al Blog

 
poeta.sorrentinoBluEyes_BlueSkyocchidicalamaroriccardoacetosiFanny_Wilmotcassetta2un_amica_per_teguitar.mandueVerainvisibileWeb_Londonagentecotonebisou_fatalnuvole_ed_orologiantropoetico
 

I miei link preferiti

 

Cerca in questo Blog

 
  Trova
 

Tag

 
Citazioni nei Blog Amici: 9
 

Ultimi commenti

 
 

Chi può scrivere sul blog

 
Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 

 

 
« Cena con sorpresa

Inizio anni '90

Post n°79 pubblicato il 12 Maggio 2015 da agentecotone
 

Germania, circuito di Hockenheim. La pista “vecchia”, quella che andava in mezzo ai boschi e non quella odierna studiata solo per esigenze televisive. All’epoca ero un ragazzo di belle speranze che tentava la carriera di pilota professionista e mi ritrovavo a correre una gara di F3 in condizioni tecniche inferiori rispetto alla concorrenza. Tutti avevano a disposizione l’ultimo modello della Dallara mentre io e un altro ragazzo irlandese avevamo tra le mani una monoposto inglese di un paio d’anni prima aggiornata. Dovevo inventarmi qualcosa per sopperire all’inferiorità tecnica e non fare la figura del “fermo”. Con il team decidemmo di stravolgere tutto l’assetto meccanico e aerodinamico perché non avevamo nulla da perdere e nessuno ci stava provando. Le prove libere diventarono un calvario perché dovevo imparare a pilotare in un modo che non avevo mai provato, ma tutto sommato il feeling aumentava giro dopo giro e i tempi lo dimostravano. Alla fine del secondo turno di prove libere ero diventato la sorpresa della gara : ottavo tempo. Non mi bastava perché sentivo che potevo ottenere di più : bastava osare. Nelle prove ufficiali lasciammo tutti sconcertati perché uscii dal box senza l’ala posteriore. Avevo solo un piccolo nolder obbligatorio per regolamento e il risultato si vide subito : ottenni la pole position. Il giorno della gara, nel warm up, qualcuno provò ad uscire senza l’ala posteriore ma io confermai la bontà delle scelte e mi trovavo sempre meglio a guidare in quel modo. Sulla linea di partenza provai una sensazione strana : era la prima volta che non avevo davanti nessuno ma ero sereno. Non mi importava nulla avere dietro una pattuglia di squali pronti a sbranarmi perché avevo fatto ogni mossa con cognizione di causa e tutto aveva funzionato a dovere. Si parte. Il semaforo si spegne e spingo più che posso. Entro in testa alla prima curva e mi inoltro nel bosco fino alla prima chicane (dove Berger sfasciò il muso della sua Ferrari), tutto bene e ancora a spingere fino alla chicane della North Kurve (dove Piquet prese a calci Eliseo Salazar). Da qui inizia il lungo rettilineo di ritorno inframmezzato da un’altra chicane dove passo senza problemi e arrivo all’ingresso del Motodrom, la parte di circuito più ostica per me perché non ho carico aerodinamico. Tutto sommato il carico di benzina mi aiuta e gli altri sono tutti dietro. Guardo il muretto dei box e faccio un cenno di “ok” con il pollice alzato (allora non esistevano le comunicazioni via radio e se c’erano…. non potevamo permettercele). Continua così per circa metà gara e vedo che il mio vantaggio aumenta e riesco a godermi la pista, la macchina e la velocità pura fino a quando vedo che il muretto si agita e mi segnala un forte calo del vantaggio sul secondo. Che succede? Gli strumenti mi dicono che è tutto a posto e quindi aumento il ritmo perché sento di avere ancora margini di miglioramento ma dal muretto vedo che il mio vantaggio è sceso ulteriormente. Guardo gli specchietti e vedo una sagoma ancora lontana mentre prima non vedevo nessuno. Aumento ancora il ritmo fino al limite ma il secondo si avvicina inesorabilmente. Me lo trovo dietro dopo un altro giro e nel rettilineo di ritorno mi affianca. Lo guardo e resto incredulo perché è impossibile che con gli alettoni così carichi riesca non solo a starmi dietro ma anche ad affiancarmi. “Ok…”, penso,  “vendiamo cara la pelle….”. Gli ultimi giri furono una battaglia senza esclusione di colpi : io me ne andavo sul dritto e lui si avvicinava nelle chicane e nel Motodrom dove dovevo contenere gli attacchi a causa della mancanza di aderenza. Forzai la macchina come mai in passato ed ero davanti, ma le gomme iniziavano a cedere perché le stavo usando oltre il limite. Ancora quattro giri…. ancora tre giri… e questo sempre, inspiegabilmente, dietro… A due giri dalla fine, nella curva di ritorno, finisco le gomme e la macchina scivola quel tanto che basta per lasciare lo spazio al mio avversario di infilarsi e passarmi. Mi incollo al suo cambio e cerco di pressarlo per indurlo all’errore e porto l’attacco all’ingresso del Motodrom dove lo ripasso ma ormai ho finito le gomme e la macchina se ne va da tutte le parti. Inizio l’ultimo giro in testa e mi ributto nel bosco per l’ultima volta. Sto chiedendo tutto il possibile a motore, gomme, cambio e freni e ancora una volta, alla curva di ritorno, le gomme mi mollano e questo riesce nuovamente a infilarsi. Mi incollo come un francobollo al mio avversario e tento la manovra del giro precedente ma ormai le gomme perdono pezzi e non so se reggeranno la staccata alla morte al Motodrom. Attacco e lo sorpasso ma senza gomme mi ripassa subito e se ne va a vincere la gara e io lo seguo a meno di un secondo….. Sono infuriato perché c’è qualcosa che non va. Il giro di rientro devi rallentare ma mentre lui festeggia e saluta il pubblico io procedo velocemente verso i box. Nel Motodrom vedo la gente che mi applaude e dovrei essere felice ma non ci riesco. Appena mi fermo sotto il podio il mio ingegnere salta sull’abitacolo e mi dice di stare calmo. Esco dall’abitacolo e mi prende il braccio per alzarlo e ricevere il saluto del pubblico. Arriva il vincitore (per la cronaca è riuscito a fare una breve apparenza in F1 perché portava tanti soldi, ma comunque era una mezza sega) e si va sul podio per la premiazione. Quella gara mi è rimasta sullo stomaco perché era impossibile che vincesse quella mezza sega con la macchina che aveva in mano. E’ come se in una gara di Ferrari vincesse….. un Apecar… Comunque…. Anche se non vinsi, quel risultato mi aprì tante porte e mi consentì di portare avanti la mia carriera.                              

La URL per il Trackback di questo messaggio è:
https://blog.libero.it/bonsoir/trackback.php?msg=13201397

I blog che hanno inviato un Trackback a questo messaggio:
>> Nostalgie sonore su BLOGGO NOTES
Ricevuto in data 21/03/16 @ 12:16
l'11 agosto del 2011 ero qui nei pressi ad ascoltare Irene Fornaciari. Audio della serata qui: pa...

 
Commenti al Post:
Nessun commento
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963