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Il lato oscuro di ogni persona frivola (Carlo Martello ritorna dalla battaglia di Poitiers)

Post n°318 pubblicato il 14 Gennaio 2009 da ayrton86as

C'è un sottile filo tra l'essere divertente e l'essere ridicolo. L'essere fiero, nobile al popolo non dà per scontato il fatto di possedere un grande carattere, una nobltà d'animo o una maturità... Io da "Carlo Martello ritorna dalla battaglia di Poitiers", canzone goliardica scritta Da De Andrè assieme a Paolo Villaggio, ho colto questo senso. Che poi, se andiamo a vedere, è la rapida descrizione della maggioranza di certa gente con poco cervello. La presunzione, il fatto di nascondersi dietro un armatura di sicurezza e di allori, fa diventare l'uomo stupido ancora più stolto. O anche donna(poichè alla fine la storia racconta di Carlo Martello che va a puttane per sollazzarsi dopo una battaglia) perchè anche nel gentil sesso esistono ragazze fuori sicure di sè, divertenti, che alla fine nascondono una grande insicurezza e una debolezza d'animo e celano , in loro, un senso di ridicolo e grottesco immane...
Ecco a voi il testo Di "Carlo Martello ritorna dalla battaglia di Poitiers"

Re Carlo tornava dalla guerra
lo accoglie la sua terra
cingendolo d'allor
al sol della calda primavera
lampeggia l'armatura
del sire vincitor
il sangue del principe del Moro
arrossano il ciniero
d'identico color
ma più che del corpo le ferite
da Carlo son sentite
le bramosie d'amor
"se ansia di gloria e sete d'onore
spegne la guerra al vincitore
non ti concede un momento per fare all'amore
chi poi impone alla sposa soave di castità
la cintura in me grave
in battaglia può correre il rischio di perder la chiave"
così si lamenta il Re cristiano
s'inchina intorno il grano
gli son corona i fior
lo specchi di chiara fontanella
riflette fiero in sella
dei Mori il vincitor
Quand'ecco nell'acqua si compone
mirabile visione
il simbolo d'amor
nel folto di lunghe trecce bionde
il seno si confonde
ignudo in pieno sol
"Mai non fu vista cosa più bella
mai io non colsi siffatta pulzella"
disse Re Carlo scendendo veloce di sella
"De' cavaliere non v'accostate
già d'altri è gaudio quel che cercate
ad altra più facile fonte la sete calmate"
Sorpreso da un dire sì deciso
sentendosi deriso
Re Carlo s'arrestò
ma più dell'onor potè il digiuno
fremente l'elmo bruno
il sire si levò
codesta era l'arma sua segreta
da Carlo spesso usata
in gran difficoltà
alla donna apparve un gran nasone
e un volto da caprone
ma era sua maestà
"Se voi non foste il mio sovrano"
Carlo si sfila il pesante spadone
"non celerei il disio di fuggirvi lontano,
ma poiché siete il mio signore"
Carlo si toglie l'intero gabbione
"debbo concedermi spoglia ad ogni pudore"
Cavaliere egli era assai valente
ed anche in quel frangente
d'onor si ricoprì
e giunto alla fin della tenzone
incerto sull'arcione
tentò di risalir
veloce lo arpiona la pulzella
repente la parcella
presenta al suo signor
"Beh proprio perché voi siete il sire
fan cinquemila lire
è un prezzo di favor"
"E' mai possibile o porco di un cane
che le avventure in codesto reame
debban risolversi tutte con grandi puttane,
anche sul prezzo c'è poi da ridire
ben mi ricordo che pria di partire
v'eran tariffe inferiori alle tremila lire"
Ciò detto agì da gran cialtrone
con balzo da leone
in sella si lanciò
frustando il cavallo come un ciuco
fra i glicini e il sambuco
il Re si dileguò
Re Carlo tornava dalla guerra
lo accoglie la sua terra
cingendolo d'allor
al sol della calda primavera
lampeggia l'armatura
del sire vincitor

 
 
 

la Cima "A' cimma"...storia di un miracolo

Post n°317 pubblicato il 14 Gennaio 2009 da ayrton86as

Ti sveglierai sull’indaco del mattino
quando la luce ha un piede in terra e l’ altro in mare
ti guarderai allo specchio di un tegamino
metterai la scopa dritta in un angolo
che se dalla cappa scivola in cucina la strega
a forza di contare le paglie che ci sono
la cima è già piena è già cucita
Cielo sereno terra scura
carne tenera non diventare nera
non ritornare dura
Bel guanciale materasso di ogni ben di Dio
prima di battezzarla nelle erbe aromatiche
con due grossi aghi dritti in punta di piedi
da sopra a sotto svelto la pungerai
aria di luna vecchia di chiarore di nebbia
che il chierico perde la testa e l’asino il sentiero
odore di mare mescolato a maggiorana leggera
cos’altro fare cos’altro dare al cielo
Cielo sereno terra scura
carne tenera non diventare nera
non ritornare dura
e nel nome di Maria
tutti i diavoli da questa pentola
andate via
Poi vengono a prendertela i camerieri
ti lasciano tutto il fumo del tuo mestiere
tocca allo scapolo la prima coltellata
mangiate mangiate non sapete chi vi mangeràCielo sereno terra scura
carne tenera non diventare nera
non ritornare dura
e nel nome di Maria
tutti i diavoli da questa pentola
andate via

Questa poesia...Questa canzone la dedico a chi crede nei miracoli, a chi crede nei poeti, a chi pensa che i sogni possano diventare realtà...Questa poesia...Questa canzone la dedico ai sognatori anarchici, agli atei religiosi più di un fedele a dio, a chi non si abbatte mai, ai speranzosi, alla vita...
Questa poesia...Questa canzone è una delle opere più coinvolgenti di Fabrizio De Andrè...
Buonanotte a tutti...ai sognatori anarchici, ai religiosi senza alcuna fede, ai speranzosi, a chi ama la vita

 
 
 

Faber 09

Post n°316 pubblicato il 13 Gennaio 2009 da ayrton86as

Per una settimana su TPM.tv andranno in onda tutti gli spezzoni su Fabrizio De Andrè che ho trovato su Youtube
La programmazione (che sarà ciclica) inizia con lo speciale di "Che tempo che fa"....
per vedere TPM tv cliccate questo link: http://digilander.libero.it/ayrton86as/tpm.html

 
 
 

11 gennaio 1999...volta la carta e siamo al 2009

Post n°315 pubblicato il 11 Gennaio 2009 da ayrton86as

"La musica? Mi sedusse un pò alla volta, come una troia prudente. Cominciò con qualche mormorio fioco, poi divenne balbuzie e piano piano acquistò la franchezza di un linguaggio che, per quanto elementare, era comunque il mio. Ma la musica fu anche una necessità. In famiglia tutti si esprimevano in modo non truccato, in assoluta coerenza con le scelte di ciascuno: l'avvocatura, il management, la politica, l'insegnamento. Io non ero capace di esprimermi a quei livelli, con quel misto di vocazione genuina e, si dice oggi, di professionalità. E così scelsi la prestidigitazione. Scoprii che, se prendevo una chitarra, la suonavo meglio di tutti, e stupivo gli altri più che con un tema di classe. Ed ero esonerato dai loro cerimoniali, perchè a un musicista nessuno rimprovera di essere un tipo ruvido, chiuso in se stesso, o di mangiare con le mani. A un avvocato o a un insegnante si."
Fabrizio De Andrè
Ho voluto fare un post dedica con le sue parole....Con le parole di un cantautore...come lui si definì. A detta di tutti era superiore ad un cantautore qualsiasi, era in fin dei conti un poeta, anche se lui disse, in una delle sue rare interviste: "Benedetto Croce diceva che, fino all'età di diciotto anni, tutti scrivono poesie; dai diciotto anni in poi rimangono a scriverle solo due categorie di persone: i poeti e i cretini. Quindi io, precauzionalmente, preferirei considerarmi un cantautore."
Lui manca alla musica e alla cultura italiana come il pane...Ma forse dopo la sua morte ci si è accorto dell'immenso valore che la sua musica possedeva. E' stato geniale, trasgressivo, chiuso, molto insicuro nella realizzazione delle sue opere...Ma tutto questo insieme di sensazioni, tutto il suo carattere sempre in direzione ostinata e contraria lo ha reso un personaggio unico, talmente grande da non potergli dare una giusta misura...D'altronde era e sarà sempre Fabrizio De Andrè

 
 
 

Dieci anni senza Faber...

Post n°314 pubblicato il 03 Gennaio 2009 da ayrton86as
Foto di ayrton86as

L'11 gennaio del 1999 moriva Fabrizio De Andrè. 59 anni sono pochi...sono troppo pochi ormai per un mondo troppo vecchio. Ma Faber riuscì, in questo minuscolo lasso di tempo, a regalare delle perle musicali e non solo. Perchè la musica di De Andrè non era fine a se stessà, non erano semplici canzoni le sue...Erano delle vere proprie poesie, erano racconti di una società, di un mondo, erano passi della vita di ogni singolo uomo. De Andrè non è stato un semplice cantautore...E' stato uno dei più grandi poeti e artisti che la letteratura italiana abbia mai avuto l'onore di possedere. Da oggi vi racconterò la sua vita attraverso le sue opere. Attraverso le storie che raccontò con le sue parole intense e con la sua voce che ti annichilisce e ti fa riflettere.

 
 
 

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