Creato da StefySelvatica il 29/01/2007
 

BULIMIA DI VIVERE

uscire dalla bulimia per tornare a vivere

 

 

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COME AIUTARE...2A PARTE: CONVIVENZA E BULIMIA

Post n°86 pubblicato il 27 Ottobre 2007 da StefySelvatica
 

Mantenendo i piedi ben piantati per terra, si sa che esiste una differenza madornale tra l’essere presenti ogni tanto e condividere la quotidianità assieme…Chi, da anni, si trova a vivere sotto lo stesso tetto con una persona che soffre di bulimia può capire cosa intendo. In questi casi la frase " segui il cuore" la manderesti a farsi benedire e, in determinati momenti, ti verrebbe letteralmente da strozzare la persona malata…mi sbaglio?

E’ proprio questo l’argomento che vorrei iniziare ad affrontare in questo secondo post…

Solo una precisazione: quando parlo di convivenza mi riferisco a quella di coppia e non a quella tra genitori e figli (in questo caso le sfumature, secondo me, cambiano ulteriormente!)…mi rivolgo inoltre sempre a quelle persone che, venuta a galla una situazione del genere, non si voltano dall’altra parte facendo finta che non ci sia il problema (perché in molti casi succede anche questo! ed ai conviventi che scelgono questa strada chiedo solo: "ma ci siete o ci fate?"), ma a coloro che, vedendo soffrire chi amano, tentano di agire per arrivare a farlo star bene!

Ho descritto spesso le contorsioni mentali che possono scattare nel cervello di chi sta male e le cause che lo inducono a sfogarsi in modi così violenti come l’abbuffarsi fino a scoppiare o il provocarsi il vomito…adesso vorrei invece iniziare l’argomento convivenza focalizzando l’attenzione su un aspetto un po’ spinoso: come può essere percepita una persona bulimica da chi le vive accanto ogni giorno.

Molto spesso chi sta male, dal momento che si sente accettato, sicuro, protetto, in qualche modo confortato dalla presenza costante di un’altra persona… comincia davvero ad esternare in maniera estremamente positiva o negativa tutta la tensione che accumula dentro se stesso quotidianamente! Da qui può avere inizio il secondo circolo vizioso…quello che coinvolge anche la persona non malata.

Il problema forse più grosso diventa la comunicazione tra chi soffre e chi vive assieme a lui. L’arrivare a capire tutte le sfumature che si celano dietro ai comportamenti che vengono assunti da chi è diventato bulimico è complicato e, spesso, poco intuitivo. Chi è arrivato a trascorrere le giornate tra abbuffate e vomito inevitabilmente affronta il mondo in un modo quasi inconcepibile per chi è "sano". I suoi sentimenti appaiono altalenanti, contrastanti…può passare dal dirti che il suo colore preferito è bianco a dirti che è il nero in 3 secondi netti. Può offendersi anche solo perché hai fatto una mezza smorfia (quindi nemmeno perché hai aperto bocca) e lui l’ha interpretata come un concetto assoluto, un’offesa personale, un fatto imperdonabile. Può passare dal riso al pianto senza neanche accorgersene, è permaloso, irrascibile, aggressivo, intransigente, sensibilissimo, si offende per un nonnulla…oltre a questo ha una memoria d’acciaio per tutte le minime espressioni, parole, azioni, comportamenti, reazioni che hai assunto (volente o nolente) nei suoi confronti ed è pronto a rinfacciarteli in ordine alfabetico nel momento esatto in cui sa che ti fanno andare in bestia …per il semplice fatto che ti vuole pungolare per darti la responsabilità della sua incazzatura. Ti dice che ti vuole bene e un attimo dopo non ti può soffrire, devi sottostare a bacchetta ai suoi sbalzi d’umore ma se non hai le palle vieni considerato "moscio!". Devi ascoltarlo per ore, alla nausea, e se provi a spostare il discorso su di te diventa automaticamente irritato ed insofferente e farà di tutto per riportare la concentrazione su se stesso e, se magari tenterai di interrompere la discussione, non ti rivolgerà più la parola per ore o si abbufferà davanti a te accusandoti di avergli causato un'altra crisi… Devi essere dolce ma devi essere capace di tenergli testa. Devi essere presente ma non rompere le palle, disponibile ma non troppo, insomma ad uso e consumo dei suoi sbalzi d’umore…

Senza contare poi che i bulimici diventano dei calcolatori e dei gran bugiardi.

Calcolatori perché? Non so se molti di voi lo sanno ma, ad esempio, ci sono persone che, pur di non farsi scoprire dopo l’ennesima crisi (e quindi dimostrarvi che sono state brave!)…dopo le abbuffate (nelle quali regolarmente svuotano tutta la dispensa) ed il vomito, vanno a ricomprare esattamente tutto ciò che hanno ingurgitato e lo riposizionano precisamente negli stessi posti occupati dal cibo precedente, con la giusta inclinazione e prospettiva…ma non solo…conoscono alla perfezione i vostri orari, il suono dei vostri passi sulle scale, il tempo che ci mettete per fare una doccia o per andare a comprarvi le sigarette…perché? Perché quei momenti diventano determinanti per abbuffarsi ulteriormente o per svuotare lo stomaco senza dover rendere conto.

Bugiardi perché? Perché, sotto richiesta, se la confessione non verrà spontanea, non ammetteranno mai di aver avuto un’altra crisi, di essere ancora malati, di aver avuto una ricaduta….A meno che non lo facciano per darvi il contentino e non andare oltre! Tenete conto che questa diventa una vera e propria difesa. Si diventa bugiardi perfino con se stessi. A forza di raccontare: "sto meglio", "ho trovato la forza per guarire", "cavolo, riesco a farcela da solo" si arriva a crederci…e si arriva a nascondere la verità perfino a se stessi…perché la verità in certi momenti è inaccettabile.

Tutto o niente, nero o bianco, ti amo o mi fai schifo…sbalzi d’umore continui, ricerca di discussione continua…Chi sta male può passare dall’essere la persona più dolce di questo mondo all’impersonare un’aggressività che non potevate neanche immaginare nel tempo di un amen.

La persona bulimica sfida le persone perché ha letteralmente il terrore di esporsi, quindi tenta di allontanare anche chi ama e le parti di se stessa che vorrebbe amare perché non riesce in nessun modo a lasciarsi andare.

E ricordatevi che, in gran parte, è conscia di come si comporta ma…è come se non ne potesse fare a meno!

Ma tutto questo…come va ad impattare su chi vive assieme a lei? Immagino dall’altra parte cosa significhi convivere con una persona che si comporta in questo modo, che ti rinfaccia ogni reazione, che si mette sempre al centro dell’attenzione, che ti da la colpa anche se non ce l’hai e che, anche nei momenti belli, trova il modo per farti sentire una merda semplicemente perché (per un motivo qualsiasi e magari estraneo alla situazione in sé) si sente lei una merda ed ha bisogno di sfogarsi. Ci si sente impotenti, frustrati, inutili, non all’altezza, non si capisce più cosa sia il giusto e cosa sia lo sbagliato. E poi, parliamoci chiaro, ognuno ha i propri problemi e, per il bene che si può volere ad una persona, non si può diventare dei martiri anche perché, in questi casi, a provare a votarsi al sacrificio si producono ancora più danni.

La convivenza pian piano può diventare una vera e propria gara ad ostacoli nella quale chi sta male si trasforma, per dirla in maniera forte, in schiavo e padrone dell’altro e chi vuole aiutare si sente obbligato a "ritarare" i propri atteggiamenti in ogni momento, nel tentativo di arrivare in qualche modo a toccare i tasti giusti nella mente della persona che ama. Ma alla fine…i risultati non si raggiungono ugualmente e si esplode…con conseguenze non del tutto controllabili e spesso poco utili per entrambi.

Ricordo che una volta, a causa dell’ira accumulata in seguito ad una discussione (e soprattutto per il fatto che non avevo potuto abbuffarmi e vomitare), arrivai a tirare una gomitata in pieno sterno a Cry. Per fortuna non ci furono conseguenze, però…

In un’altra occasione Cristiano, esausto dalle mie continue promesse non mantenute, dopo che mi sorprese per l’ennesima volta con la testa chinata sul water, non ce la fece davvero più e mi urlò contro: "Beh…se vuoi morire non starò qua a guardarti!", sbattè la porta e se ne andò di casa per alcuni giorni…dopo anni che smisi di avere le crisi mi confessò che era arrivato al punto di tornare ogni sera a casa con un pensiero fisso: "la troverò viva o morta?".

Lo so, sono parole forti, scene che uno non si augurerebbe mai di vivere durante la propria vita…eppure non scegliamo di chi innamorarci. Non possiamo stabilire a priori quanto saremo pronti, adeguati, bravi a superare determinate situazioni o ostacoli. La realtà si crea e si trasforma sotto i nostri occhi giorno dopo giorno e visto che non siamo nati "imparati" non possiamo far altro che affrontarla al meglio secondo la nostra coscienza.

Dalle descrizioni che ho scritto prima inoltre sembra quasi che la convivenza con chi sta male sia impossibile…in effetti, spiattellati uno in fila all’altro, gli atteggiamenti negativi che possono essere esternati da una persona bulimica possono fare una certa impressione. Ma siamo così sicuri che si discostino poi così tanto dai comportamenti che vengono assunti anche da coloro che si ritengono "sane"? Forse sono estremizzati, ma non sono poi così "fuori dal mondo".

Il fatto è che, durante una convivenza, malattia e quotidianità si vanno inevitabilmente a confondere e diventa difficile capire se ogni minima tensione, ogni minimo comportamento, ogni problema del rapporto di coppia o della vita pratica sono conseguenza del fatto che uno dei due sta male o se era inevitabile che andasse in un certo modo!

D’altra parte comunque il problema esiste…c’è di fianco a noi una persona malata che ha bisogno d’aiuto e far finta di niente è da ipocriti.

Come fare dunque per non arrivare a gesti estremi? Come fare per tentare di avvicinarsi a chi sta male senza urtare la sua sensibilità e senza essere anche noi ingoiati nel circolo vizioso?

E’ ovvio che, non essendo fatti di pietra, è impossibile non venire in qualche modo "condizionati" dalla situazione.

A volte però certi spunti e certe riflessioni possono dare una mano a vedere la realtà sotto punti di vista differenti e a non inchiodarsi in comportamenti stereotipati o retorici.

Sia chiaro: non mi voglio ergere a psicologa, ci mancherebbe! Lascio fare questo mestiere ai veri professionisti del settore ( e, per fortuna, ce ne sono tanti!)…nel prossimo post però tenterò di elencare alcune considerazioni elaborate da me e Cry in seguito all’esperienza di coppia che abbiamo condiviso, che a noi sono in qualche modo servite e che, ci auguriamo, potranno essere d’aiuto anche per coloro che leggeranno!

Per ora vi abbraccio fortissimo,

a presto

Selvatica

P.S.: mi spiace dover "spezzettare" l’argomento così ma, purtroppo, lo spazio è questo e non mi va di sminuire certi aspetti per favorirne altri…

 
 
 
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