Creato da StefySelvatica il 29/01/2007
 

BULIMIA DI VIVERE

uscire dalla bulimia per tornare a vivere

 

 

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PICCOLI GESTI E CAMBIAMENTI IN UNA VITA SCONCLUSIONATA

Post n°190 pubblicato il 21 Luglio 2010 da StefySelvatica

 

Stavo pensando a quanto siano importanti nella vita le piccole cose.

In quarta ginnasio (1a superiore al liceo classico) il professore di italiano ci fece scrivere un tema su "cosa avevamo visto" nella stessa mattinata durante il tragitto tra casa e scuola.

Mi resi conto che, per mia fortuna, proprio quel giorno non mi ero chiusa mentalmente sulle interrogazioni che avrei dovuto sostenere, ma avevo osservato una passerotto che si trovava sul ramo di una pianta vicino alla strada mentre eravamo in coda con l’auto.

Lo descrissi minuziosamente nell’aspetto fisico, nel comportamento. Ne venne fuori un tema meraviglioso, sensibile, trasparente.

Quell’uccellino, nel suo piccolo, quel giorno mi rallegrò la giornata e mi diede pure una giusta ispirazione.

Concentrarsi troppo sul fine delle proprie azioni molto spesso fa tralasciare molti altri aspetti della quotidianità. Non alzare mai gli occhi da un punto fisso non permette di godere appieno dei momenti della vita, non permette di sorprendersi, non permette di ascoltare.

I piccoli passettini ai quali mi riferisco sempre quando consiglio di concentrarsi sul "poco per volta" sono proprio questi.

Autoimporsi di smettere di abbuffarsi e vomitare dal solito "domani" può sembrare un nobile proposito ma molto spesso va a gambe all’aria proprio per il fatto che si prosegue nell’ottica del tutto o niente, con il paraocchi, senza vedere invece tutto ciò che di possibile e di bello può esserci lungo la strada.

Reimparare a rallentare è importante anche in un percorso di guarigione. La frenesia della malattia molto spesso porta non solo ad agire in fretta secondo i soliti meccanismi malsani ma anche a non sentire più la propria pancia.

Si arriva a buttarsi sul cibo ed ad immettere tutto ciò che capita sotto tiro prima ancora di capire quale emozione si cerca di reprimere e poi ci si anestetizza fino a stordirsi in modo da raggiungere un solo pensiero: come liberarsi di tutto ciò che si è ingurgitato.

Tutto il resto passa in secondo piano, tutto il resto non si vede nemmeno più, rimane nascosto ed offuscato dalla solita voglia di farsi la dose perché rimane l’unico gesto eccitante in un continuo pieno di…noia!

E invece la vita per fortuna propone costantemente nuovi stimoli: sta alla persona rieducarsi a notarli.

Come fare per ricominciare? Si può partire proprio dal basso,  dalle parole che si dicono, dai piccoli gesti che si compiono, dalle micro riflessioni sui comportamenti che si tengono.

Un esempio. E’ domenica, mi sono alzata dal letto e ho appena fatto colazione. Dopo una settimana di lavoro la casa è da riordinare, bisognerebbe passare l’aspirapolvere ovunque, ci sarebbero i panni da lavare…il mio unico pensiero fisso? Piazzarmi sotto una pianta nel parco più vicino!

Da malata come agisco? Inizio pigramente a riempire d’acqua il lavandino per lavare i piatti, riempio il cestello della lavatrice per il primo carico, do una scopata al corridoio, rifaccio il letto e poi inizio a rassettare, sempre più veloce, sempre più nervosa. L’idea di andare al parco mi irrita sempre di più perché vorrei tanto raggiungere quella pianta il prima possibile ma ora la casa è ancora più in disordine ed io DEVO finire di eseguire i miei compiti altrimenti che brava bimba sarei? Faccio uno spuntino in piedi, poi bevo un po’ di succo, poi mangio ancora un biscotto poi, stoica, mi impongo di lavorare ancora almeno per un’altra ora…e ricomincio! sempre più furiosa, sempre più arrabbiata con me stessa perché non so dividere meglio i compiti durante la settimana, perché tante cose non riesco a tralasciarle, perché non mi aiuta nessuno, perchè dopo la colazione mi sono concessa un'altra colazione, perché il cielo è blu e i prati sono verdi, perchè io da piccola non potevo mai giocare e mi sento sola e triste e afflitta e ho una casa troppo grande da mantenere e poi come faccio? Etc…etc…etc…finchè?…finchè arriva l’abbuffata e arrivederci e grazie!

Da sana cosa faccio? Lascio tutto così com’è, tanto non vinco il mongolino d’oro per la rassettatrice più veloce dell’anno. Mi preparo una borsa nella quale infilo asciugamano, occhiali da sole, acqua naturale e giornale di turno. Indosso costume, copricostume, infradito sgargianti e qualche spicciolo: metti mai che mi venga VOGLIA di un gelatone? Parto col sorriso stampato in faccia e penso: "però: bello tornare a vivere!!!"

Besitooooooooos

Selvatica

 
 
 
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