Creato da StefySelvatica il 29/01/2007
 

BULIMIA DI VIVERE

uscire dalla bulimia per tornare a vivere

 

 

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DALL'INIZIO DELLA MIA MALATTIA...AI PRO ANA E PRO MIA PARTE II

Post n°75 pubblicato il 11 Settembre 2007 da StefySelvatica
 

Da un mio racconto in terapia: "Tentai finché non riuscii a vomitare…con mia massima soddisfazione! La prima cosa che provai, subito dopo all’euforia iniziale, fu il senso di colpa…sentii una vergogna di fondo per aver fatto una cosa consapevolmente sbagliata…Ma la bilancia segnava un kg in meno! Quello era importante!".

Troppo tardi impari sulla tua pelle ed a tuo discapito che, vista in modo unilaterale, la bulimia sembra un grande specchietto per le allodole, ma che, ben presto, essa si rivela in tutta la sua brutalità e complessità e, invece di risolverti i problemi, diventa un problema ancora più grosso ed ingestibile che finisce per annullarti ed annientarti. Troppo tardi devi ammettere che sei malata, che il tuo metodo miracoloso per star meglio non ha fatto altro che imbruttirti ulteriormente, che, alla fine, la situazione ti è sfuggita di mano, si è ribaltata e che lo stesso mezzo che hai tentato di utilizzare per raggiungere la perfezione (e che eri sicura di dominare a tuo piacimento: "tanto sono più forte…smetto quando voglio!") ti si è ritorto contro e gioca con la tua vita come un burattinaio si diverte a giocare con la sua marionetta…

…peccato che, raggiunta questa "fase", sei già nel pieno del circolo vizioso e rasenti la disperazione perché non riesci più ad uscirne!

E’ proprio qui che entra in antitesi il comportamento assunto nei blog "pro ana e pro mia" (e mi riallaccio anche al post n.68). In essi si tende a ribaltare le conseguenze causate dalla malattia da negative a positive ed a vedere tutti i danni che vengono provocati al proprio corpo come se fossero dei passaggi obbligati, delle "prove da superare" per arrivare al podio, degli ostacoli "secondari" che non devono distrarre dalla meta finale del raggiungimento della perfezione e che quindi si impone di vedere come se fossero "normali".

Ti manca il ciclo da più di un anno? Ma cosa vuoi che sia? Meglio…non avrai più la pancia gonfia!

Non riesci più a digerire? Che culo! Questo ti costringe a mangiare ancora meno…ti avvicini ad Ana…EVVIVA!

Questi blog agiscono in maniera deleteria in una fase delicatissima per la persona malata.

Dal momento in cui ci si incastra nel circolo vizioso della bulimia o dell’anoressia ci si trova di fronte a due uniche alternative:

  • da un lato si ha l’opportunità di instradarsi verso la guarigione;

  • dall’altro si ha la possibilità di avvicinarsi lentamente alla morte.

Punto.

Da quel momento, senza aspettare, bisogna intervenire in maniera corretta.

Perché? Perché la persona malata è entrata in un periodo di estrema tensione. Esaurita la fase di euforia iniziale (che dura ben poco!) entra in uno stato di paura e soprattutto di insicurezza tale che non capisce nemmeno più come si chiama, anzi...è talmente fragile ed influenzabile che possono bastare le impositive parole di conforto e rassicurazione detta anche solo da qualche ragazzina un po’ più forte o traviata di lei, che questa le segue ad occhi chiusi, fermamente convinta di essere nel giusto!

Non dimentichiamoci che anoressiche e bulimiche acquisiscono col tempo una resistenza autolesionistica che definirei sovrumana.

L’unione fa la forza in positivo, ma purtroppo anche in negativo ed è doveroso tenerne conto in questi casi.

In definitiva io non credo sia possibile non far ammalare una persona che si è convinta che, vomitando, potrà cambiare la propria condizione disagiata. Se la persona in questione è arrivata a credere una cosa simile significa che, a monte, esistevano già delle visioni distorte e dei conflitti e che, per qualche ragione, è venuta a mancare quella prevenzione necessaria a garantire il benessere del singolo (parlando di me: penso che, oltrepassato un certo limite, sarei arrivata a vomitare anche se mi avessero puntato una pistola alla testa…si doveva agire prima e non solo per evitare un possibile disturbo del comportamento alimentare!)

Credo invece fortemente che, esploso il problema ed individuatolo, sia tanto più facile aiutare un malato quanto più in fretta si riesce ad intervenire in modo adeguato!

Non certo spalleggiandolo a ricoprire d’oro malattie psicologiche così gravi da provocare una percentuale di mortalità tra le più alte fra i disturbi psichiatrici (del 5-20%).

Un forte abbraccio a tutti...

Alla prossima, besitooooooooossssssssss, Selvatica

 
Rispondi al commento:
giuliainterrotta
giuliainterrotta il 11/09/07 alle 14:17 via WEB
E' molto intenso quello che scrivi! E io trovo che l'esistenza di certi siti sia abominevole! Dovrebbero essere chiusi tutti quanti e controllare meglio chi decide di aprire un blog.
 
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