Creato da augusto.galli il 21/06/2012
riflessioni
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Siamo tutti globali?
Post n°52 pubblicato il 18 Novembre 2012 da augusto.galli
Nel corso dei gloriosi anni '80 economisti, pensatori, pennivendoli e quant'altri ci spiegavano con dovizia di lezioni incomprensibili e solenni bacchettate sulla zucca quanto e come fosse indispensabile che l'Occidente andasse a nozze con la "globalizzazione", unico modo salvifico per la nostra anima capitalista e necessaria penitenza onde redimerci agli occhi del Sud-Est del mondo. Ubbidienti, abbiamo calato il ponte levatoio tra noi e il resto dell'umanità, successivamente anche i pantaloni. A distanza di venti anni o giù di lì ci ritroviamo con masse paurose di disoccupati nostrani in quanto il lavoro ( cioè la produzione manifatturiera ) è volata dove la mano d'opera costa 1/5 rispetto all'Occidente. Ma, attenzione: non è che quelle popolazioni ( leggi Indonesia, India, Vietnam, Cina, Brasile, ecc. ) vivano felicemente redente dai loro guai secolari grazie alla resa incondizionata del nostro sistema produttivo. Affatto: il lavoro che abbiamo ceduto loro ha semplicemente creato strati sempre più vasti di "nuovi schiavi" locali che per un pugno di cibo si scannano a fabbricare ciò che poi noi compreremo a prezzi "competitivi". Chi si è ingrassato ( vedi Cina ) è soltanto una fascia esigua rispetto alla popolazione totale, divenuta milionaria ( o miliardaria ) alla faccia della globalizzazione che doveva "redimere ecc. ecc.". Sono queste le cose che andrebbero spiegate ai giovani d'Europa giustamente arrabbiati per la mancanza di prospettive e futuro. Abbiamo globalizzato la miseria creando generale infelicità. |
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il 13/04/2021 alle 15:47
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il 05/06/2014 alle 23:08
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il 23/05/2014 alle 22:50
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il 25/01/2014 alle 20:31
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il 01/01/2014 alle 10:00