Creato da augusto.galli il 21/06/2012
riflessioni
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Per quanto ancora?
Post n°69 pubblicato il 09 Dicembre 2012 da augusto.galli
Il ceto medio che rappresenta oltre il 50% delle famiglie sta subendo un netto declassamento, retrocede. Come una roccia ridotta ad ammasso di ghiaia "smotta" verso una quota più bassa. I suoi redditi si contraggono, la ricchezza posseduta diminuisce, il posto di lavoro salta. Sotto i colpi della crisi la società, dunque, subisce un profondo mutamento. I commercianti abbassano le saracinesche, gli artigiani non ce la fanno a reggere l'urto della recessione e delle tasse, il management intermedio è il primo a pagare le politiche di ristrutturazione aziendale, i piccoli professionisti viaggiano spaesati. Il fenomeno non è unicamente italiano, tocca tutti i Paesi sviluppati. Attenzione, nello "smottamento a valle" entrano anche sommovimenti verso il basso delle componenti socio economiche e demografiche: l'innesto, legale e non, nel tessuto dei Paesi occidentali di nuclei familiari provenienti da regioni del mondo più sfortunate determina un diffuso scadimento della capacità di reddito e risparmio, oltre ad un immediato aumento delle risorse che la collettività deve offrire per il loro welfare. Si sta materializzando un effetto "clessidra" che vede nella parte alta dell'ampolla i ceti benestanti sempre più arroccati nei loro privilegi, nella parte inferiore crescere nuove povertà. Dal collo centrale, sempre più stretto, defluiscono verso il basso i ceti medi. Per quanto ancora? |
Inviato da: cassetta2
il 13/04/2021 alle 15:47
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il 05/06/2014 alle 23:08
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il 23/05/2014 alle 22:50
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il 25/01/2014 alle 20:31
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il 01/01/2014 alle 10:00