Creato da aliantelibero il 15/08/2008
ovvero il fratello dello scemo del villaggio

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PICCOLA NOTA

L'intento di questo blog è di far conoscere da un punto di vista "altro" il mondo della malattia mentale e del disagio psichico. I contenuti del blog, in bilico fra cronaca quotidiana, letteratura scientifica e presunzione letteraria affronteranno con ironia e creatività, ma pur sempre con serietà e correttezza i temi più vari che attengono alla vita delle persone con disagio psichico e i loro familiari.

I contenuti e le immagini non intendono offendere nè stigmatizzare persone con disagio psichico o loro familiari. Termini crudi e forti sono usati, e talvolta abusati, non per connotare le persone in condizione di disagio psichico, ma per sottolineare e stigmatizzare precisi luoghi comuni e stereotipi sociali di cui è spesso intriso il linguaggio e il pensiero corrente

Il blog non pretende di far divulgazione nè scientifica nè di altra natura, ma offre solo le riflessioni e gli sfoghi di una persona che nel mondo della malattia mentale, per professione e per affetti familiari, ci vive ogni giorno.

Il personaggio narrante è frutto di pura fantasia e tutte le vicende narrate, devono intendersi fortemente romanzate, senza alcun riferimento intenzionale a persone reali... in quanto ai fatti, quando sarà necessario i riferimenti saranno seri e circostanziati e sotto stretta responsabilità dell'autore.

 

Foto e video pubblicati su questo blog, laddove reperiti sulla rete, sono utilizzati in perfetta buonafede e con l'intento di divulgare un messaggio sociale di promozione dell'integrazione.

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« è sempre troppo tardiStorie di padri e figli »

La felicità perfetta

Post n°102 pubblicato il 17 Ottobre 2012 da aliantelibero
 

Ricordi che tornano a galla...

Era la sera di un giorno di Luglio del 2008, quella sera sul treno da Bari verso casa.

Ero stanco... ma mi sentivo importante...

Quello era l'ultimo tratto di un viaggio molto più lungo...

Partenza da Gerusalemme verso l'aeroporto di TelAviv alle 4 del mattino. Nella navetta dell'hotel poche persone... il mio sguardo cade su una ragazza più o meno coetanea. Stanchezza e sonno, nessuna parola.

All'aeroporto prendiamo direzioni diverse.

La ritrovo al gate d'imbarco dopo tutti gli impicci del check in. Stesso volo, direzione Praga. Siamo seduti in un posto un po' defilato della sala. Ci guardiamo e ci riconosciamo.

Scambiamo qualche parola, ma è solo circostanza... dopo pochi istanti le nostre labbra sono incollate in un bacio senza passato e senza futuro.

Lungo e dolce...  Silenzioso...

Poi l'imbarco...

Il tentativo vano di trovare il modo di sedere accanto e la promessa, mancata, di ritrovarci all'arrivo a Praga. 

Una birra solitaria per ingannare la nuova attesa e quindi l'altro volo in direzione Roma e ancora un volo per Bari. Da lì il treno, verso le 20.30 di sera.

Ero stanco... ma mi sentivo importante...

Ero stato in Israele per un progetto di contrasto alla violenza minorile nel conflitto israelo-palestinese.

Avevo incontrato il ministro dell'istruzione Israeliana...

Avevo incrociato il futuro presidente USA, Barack Obama nel suo tour internazionale pre-elezioni, e conosciuto gli agenti della sua scorta per uno stupido "equivoco fotografico"...

Ero scampato ad un attentato per sole poche centinaia di metri di distanza...

Ero stanco... ma mi sentivo importante...

Nel mio scomparto entrò un ragazzo, credo trentenne, con un bellissimo bambino di 6 o 7 anni...
ridevano e scherzavano...

il piccolo faceva le domande più strampalate...

lui rispondeva con semplicità, ma con molta attenzione e partecipazione...

si sono seduti di fronte a me e lo scricciolo si è accoccolato sul padre...

erano visibilmente e semplicemente... Felici

Li guardavo...

Ero stanco...

...e ho smesso di sentirmi importante...

Tutto il mio vanesio orgoglio non valeva quanto la felicità semplice e perfetta di quei due in quel momento...

 
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Commenti al Post:
annamatrigiano
annamatrigiano il 22/10/12 alle 18:17 via WEB
La semplicita' delle piccole cose che diventano meravigliose,.!ciao
(Rispondi)
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LA FAMIGLIA BUONOFIGLIO

Amerigo Santacroce… mio fratello.

Uno dei tanti nati verso la fine degli anni 60, quando i parti si facevano in casa e il nascituro doveva affidare la sua sorte nelle mani di qualche buona praticona...

Lui non ebbe culo: una banale complicazione, una levatrice leggermente impreparata, un principio di embolia che blocca l’afflusso d’ossigeno al cervello e… buona notte al secchio…

Ecco dunque a voi, signore e signori l’iperbolica genesi dell’attuale detentore del titolo di “scemo del villaggio” di questo ameno borgo del sud Italia.


Io.. io sono Adalberto.

Adalberto Buonofiglio per la precisione. Figlio di secondo letto di mia madre. Potete tranquillamente risparmiarvi l’ironia a buon mercato sul mio nome: la conosco da quando sono nato. Per l’esattezza 7 anni dopo. In ospedale questa volta, a scanso di equivoci…


PierManfredo Santacroce, padre d’Amerigo era un artista di quelli che la critica colta ama chiamare “eclettico”. La gente comune, più grossolanamente, “svitato”. Di origine geografica ignota, girovago fin dall’adolescenza, la leggenda narra che non abbia soggiornato in un luogo mai più a lungo di 3 anni consecutivi.

Il matrimonio e la convivenza con mamma non contraddissero questa regola. Si racconta infatti che all’alba del mille e dodicesimo giorno di stanzialità nel nostro paese raccolse i suoi vestiti ed i suoi silenzi lasciando come ricordo di se un letto vuoto, un amore interrotto ed un figlio che era il giusto frutto di cotanto genitore.


Di Antonio Buonofiglio, mio padre c’è poca storia da raccontare… Buon uomo senza arte e senza dote. Semplicemente l’unico partito per rimediare alla “bianca vedovanza” di mia madre


Su Maddalena Santacroce Buonofiglio, angelo del focolare di questa nostra laconica famiglia, concedetemidi conservare un devoto silenzio, ché gia troppe son le parole spese su di lei…

 

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