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COSA VEDEMMO ALCUNE NOTTI
I MIEI OCCHI TI HANNO VISTA
I miei occhi ti hanno visto
I miei occhi ti hanno visto
I miei occhi ti hanno visto
Stai in piedi vicino alla tua porta
Vediamoci dentro
Mostrami qualcosa di più
Mostrami qualcosa di più
Mostrami qualcosa di più
I miei occhi ti hanno visto
I miei occhi ti hanno visto
I miei occhi ti hanno visto
Voltati e guardami con attenzione
Aggiusta i tuoi capelli
Sali le scale
Sali le scale
Sali le scale
I miei occhi ti hanno visto
I miei occhi ti hanno visto
I miei occhi ti hanno visto
Libera da ogni finzione
Fissando una città
Sotto cieli televisivi
cieli televisivi
cieli televisivi
I miei occhi ti hanno visto
I miei occhi ti hanno visto
I miei occhi ti hanno visto
Gli occhi ti hanno visto
Lasciali fotografare la tua anima
Memorizzare i tuoi meandri
Su un rullino senza fine
Rullino senza fine
Rullino senza fine
THE DOORS
POETA NERO
Ti assilla un seno di vergine,
poeta nero,
poeta inacidito, mentre la vita bolle
e la città arde,
e il cielo si riassorbe in pioggia,
e la tua penna graffia al cuore della vita.
Foresta, foresta brulicante d’occhi
sui pinoli disseminati;
chiome di bufera, i poeti
inforcano cavalli e cani.
Gli occhi si infuriano, le lingue girano
il cielo fluisce nelle narici
come un latte nutriente e azzurro;
io sono appeso alle vostre bocche
donne, aspri cuori di aceto.
ANTONIN ARTAUD
DELFINI CANTAVANO NELLA NOTTE
Dove tu luna sotto le fiamme di un eterna chimera?
Io e te correvamo, spettri che si prostrano alla vita delle nostre chiome,
le nostre vene intrecciate da un riflesso di santità con la terra,
allucinazione di Cristo!
Luna che lasci le stelle libere di sparpagliarsi per il cielo
e ognuna tiene fantasmi argentei che girano sotto i loro cappi di seta,
io e lei affamati di acrobazie soprannaturali,
distruzioni d’amore, omicidi di vene, stragi e amori universali
che stravolgono ogni riferimento mortale,
lasciandoti in balia di una resurrezione concepita,
creazione che si manifesta in una risurrezione di umiltà.
Terra; angelo fra ala atlantica e pacifica,
fiore senza stelo nell'universo,
paradiso lampante, giurato, furibondo, disarmante,
un faro rotto è come una stella nel nostro amore,
piume delle nostri frasi mai dette volano nella steppa,
come pilastri delle aurore, come sabotazioni di confini,
sazietà di leviatani, volano nella tundra, disparate,
riempiendo il nulla di sovrabbondanza; quando diremo la verità ai figli del mondo?
Come se fossimo usciti brucianti da un sogno io e lei, noi due amore,
nel silenzio di questa luna assurda,
dove si perde vita, inferno, purgatorio e paradiso per un cenno fra noi.
Erano lampanti dal canto dei delfini le parole dei pazzi.
Il mondo ha paura della resurrezione dicemmo io e lei.
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