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Le eco-piastrelle con la gomma delle scarpe



A Opera un giardino realizzato partendo da un'idea di Marco Marchei e Nicolas Meletiou.

Duecentomila scarpe da corsa «esauste», riciclate e trasformate nel pavimento anti-caduta di un parco giochi.

È nato dall’intuizione green di un manager appassionato di maratona, il «Giardino di Betty» a Opera, alle porte di Milano, il primo parco giochi d’Europa con pavimentazione anti-choc ecologica, interamente realizzata dal riciclo delle scarpe da ginnastica.
Tutto è iniziato da uno scambio di battute tra runner.

«Che cosa ne facciamo delle decine di scarpe da corsa vecchie stipate nel ripostiglio di casa? Invece di buttarle non c’è un modo per riutilizzarle?».

La domanda, posta da Marco Marchei, maratoneta olimpico e direttore della rivista sportiva Runner’s World Italia, all’amico Nicolas Meletiou, maratoneta amatoriale e managing director di un’azienda che si occupa proprio di trattamento dei rifiuti, la Eso di Opera, ha trovato presto una risposta.
«Il riciclo delle tomaie delle scarpe era già una realtà – spiega Nicolas Meletiou -, noi volevamo trattare e riutilizzare anche la gomma e le parti esterne. Dopo mesi di studio sulle nuove lavorazioni abbiamo trovato il modo per farlo».
Così è partito il progetto Esosport-«Recycle your shoes, repave your way», che inizia dai punti di raccolta delle scarpe vecchie nei negozi sportivi (uno si trova all’interno del Museo della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci di Milano).

Le scarpe vengono inviate in uno stabilimento in Abruzzo che separa la canapa dalla gomma, si occupa della triturazione e poi seleziona di nuovo il prodotto.
Il materiale granulare ottenuto dalla triturazione della gomma di riciclo delle vecchie scarpe ha permesso di produrre piastrelle per pavimentazioni anti trauma ad assorbimento di impatto.
Una gomma adatta per le aree giochi dei bambini (che non conduce elettricità, oltre ad essere atossica e resistente alla corrosione di oli, luce e acqua).
Una rinascita ecologica e innovativa per le scarpe da ginnastica che, se abbandonate nel terreno, impiegherebbero circa 250 anni per degradarsi.

La gomma contenuta in dieci paia di scarpe da running produce circa un chilo di materiale granulare.
Questo significa che 10.000 km percorsi da atleti sensibili alle tematiche ambientali, hanno possono dare vita a un decimetro quadrato di pavimentazione.
Non male se si considera che ogni anno in Italia vengono acquistate due milioni di scarpe sportive.
Il pavimento del parco, realizzato grazie alla collaborazione dell’amministrazione comunale di Opera a cui è stato donato, è il primo esempio.
Con la stessa tecnica la Eso (già vincitrice dell’Award Ecohitech) ha realizzato una pista di atletica itinerante di 100 metri che verrà messa a disposizione dei podisti per testare le proprie performance prima delle gare in tutta Italia.
«La nostra è un’iniziativa di corporate social responsability, quindi senza alcun scopo di lucro», precisa Meletiou che ha voluto intitolare il parco alla moglie Elisabetta, morta di tumore nel 2011, tra le prime sostenitrici del progetto.



(Olivia Manola)

 

 
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