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« IL TENENTE COLOMBO, QUAT...07 marzo 2008 - 01 marzo 2011 »

AUGURI ALLA NAVE PIU' BELLA DEL MONDO

Post n°540 pubblicato il 28 Febbraio 2011 da Convallaria_majalis
 
Foto di Convallaria_majalis

Non chi comincia ma quel che persevera: I primi 80 anni della nave più bella del mondo


«Siete la nave più bella del mondo».
Erano gli anni sessanta quando l'equipaggio della Amerigo Vespucci decodificò questo messaggio inviato con lampi di luce in alfabeto Morse.
A lanciarlo era stata la portaerei americana Forrestal che, incrociando il veliero in pieno Atlantico, salutò con quella frase la nave scuola della
Marina militare italiana. È solo uno dei numerosi episodi che testimoniano l'ammirazione suscitata, negli uomini di mare ma anche nella gente comune, dal tre alberi in legno e acciaio costruito nei cantieri napoletani di Castellammare di Stabia, simbolo ante litteram della qualità del made in Italy.

Il fascino della Vespucci, peraltro, cresce con l'accumularsi degli anni sulle assi di tek che ricoprono il ponte di coperta: la nave è giunta al suo ottantesimo compleanno, che ha festeggiato il 22 febbraio 2011 e che la rende l'unità più anziana in servizio presso la marina militare.
Viene, tra l'altro, tuttora utilizzata per lo scopo per cui fu costruita: addestrare gli allievi ufficiali dell'Accademia navale di Livorno.
A dimostrazione dell'affetto di cui questa unità è circondata, anche all'estero, il tenente di vascello Alessandro Busonero, un veterano della Vespucci, imbarcato sulla nave per quattro campagne, tra cui quella del 2002-2003 (quando il veliero fece il giro del mondo), ricorda un fan della nave, proveniente dai Paesi Bassi. «Salì a bordo – rammenta l'ufficiale - portando con sé un modellino della Vespucci, ricavato, poiché non l'aveva vista direttamente, da libri e foto. L'uomo voleva un giudizio sulla sua opera dal comandante in persona. Il modellino era davvero uno tra i migliori mai visti, preciso perfino nei dettagli. E così, per dimostrargli il nostro apprezzamento, gli abbiamo regalato una foto della nave scuola con dedica del comandante».

LA STORIA
La Amerigo Vespucci, intitolata al celebre navigatore che diede nome all'America, nasce dopo la decisione dello stato maggiore della marina militare, presa negli anni '20, di rinnovare le unità destinate all'addestramento degli allievi dell'Accademia di Livorno, puntando su navi a vela (ancorché, ovviamente, dotate di motori), nonostante lo sviluppo della nuova flotta fosse orientato sul naviglio esclusivamente a motore. L'idea, a tutt'oggi valida, era che, per gli allievi, il migliore e più "educativo" impatto con l'ambiente marino fosse quello a bordo di un veliero. Nel 1925 fu decisa, quindi, la realizzazione di due unità: la Cristoforo Colombo, che entrò in servizio nel 1928 e fu utilizzata fino al 1943 (dopo la seconda guerra mondiale venne ceduta all'Urss, come risarcimento per danni di guerra) e appunto la Vespucci, che sostituiva una nave omonima varata nel 1882.

Impostata nel 1930 e interamente costruita nel Regio cantiere navale di Castellammare di Stabia (oggi Fincantieri), la nuova Vespucci fu varata il 22 febbraio 1931. Entrò in servizio come nave scuola della regia marina il 6 giugno di quello stesso anno. E il 4 luglio 1931, al comando del capitano di vascello piemontese Augusto Radicati di Marmorito, che era stato l'ultimo comandante della precedente Vespucci, partì per la sua prima campagna di addestramento, in Nord Europa.

LO SCAFO
Si tratta, come si è accennato, di un veliero a motore con tre alberi verticali (trinchetto, maestra e mezzana), tutti dotati di pennoni e vele quadre, più il bompresso sporgente a prora, di fatto un quarto albero. Tutti, compreso il bompresso, sono costituiti da tre tronchi, i primi due in acciaio, il terzo in legno. Lo scafo è composto da tre ponti principali continui da prora a poppa, più vari ponti parziali e ha due sovrastrutture principali: il castello a prora e il cassero a poppa. Il colore bianco e nero della nave sottolinea il richiamo al passato: le fasce bianche ricordano infatti le due linee di cannoni dei vascelli sette-ottocenteschi, ai quali il progettista (il tenente colonnello del genio navale Francesco Rotundi) si è ispirato. Caratteristica della nave sono la polena di prora, che rappresenta Amerigo Vespucci, realizzata in bronzo dorato, nonché i fregi di prora e l'arabesco di poppa, in legno ricoperti di foglia d'oro zecchino.
La lunghezza della nave al galleggiamento è di 70 metri, ma tra la poppa estrema e l'estremità del bompresso si raggiungono i 101 metri. La larghezza dello scafo è di 15,56 metri, che arrivano a 21, considerando l'ingombro delle imbarcazioni che sporgono dalla murata. L'immersione massima è pari a 7,3 metri. Il dislocamento a pieno carico è di 4.100 tonnellate.

TECNICHE ANTICHE
Il fasciame, è composto da lamiere di acciaio di vario spessore (da 12 a 16 millimetri ) sovrapposte e legate tra loro con una chiodatura eseguita con perni ribattuti a caldo; una tecnica ormai desueta che serviva, però a rendere le lamiere più spesse e capaci di resistere a eventuali bombardamenti da parte di altre navi.

Com'è dura la vita a bordo della Vespucci

L'EQUIPAGGIO
L'equipaggio della Vespucci è composto da 241 membri, tra i quali 16 ufficiali. E durante le campagne di istruzione viene a tutti gli effetti integrato dagli allievi dell'Accademia navale, raggiungendo le 480 unità. Peraltro, la messa in vela completa della Vespucci, agendo contemporaneamente sui tre alberi, è possibile solo con gli allievi imbarcati.

L'ATTIVITA'
Dalla sua entrata in servizio la nave ha svolto ogni anno attività di addestramento (ad eccezione del 1940, per la guerra, e degli anni 1964, 1973 e 1997, per lavori), principalmente a favore degli allievi dell'Accademia Navale. Oltre a numerose brevi campagne in Mediterraneo, per lo più nel periodo primaverile e autunnale (dal 1931 al 2005), l'Amerigo Vespucci ha effettuato 72 campagne di istruzione a favore degli allievi: 38 in Nord Europa, 20 in Mediterraneo, quattro in Atlantico orientale, sette in Nord America, una in Sud America e due nell'ambito della circumnavigazione del globo, compiuta tra il maggio 2002 e il settembre 2003.

VITA DI BORDO
«L'Amerigo Vespucci – racconta il tenente di vascello Alessandro Busonero – è una nave faticosa da condurre. Ma lo è volutamente. Perché è nata e continua navigare per dare agli allievi l'imprinting del mare. Pochissimi di quelli che vi sono imbarcati, una volta diventati ufficiali avranno l'occasione di tornare su una nave simile, dove ancora si dorme sulle amache e si lava il ponte col "frattazzo", uno spazzolone con lunghe setole. E dove il know-how si tramanda dal più anziano, inteso come più esperto, al più giovane, per via orale. Gli allievi che si imbarcano hanno una minima preparazione teorica, più un po' di pratica fatta sul brigantino interrato dell'Accademia di Livorno. Ma devono imparare la vera vita di mare». Che vuol dire anche arrampicarsi sui pennoni durante la navigazione, col rollio del mare. «E se l'atmosfera a bordo è rigida come s'impone a una nave militare – prosegue Busonero – il rapporto è quello del fratello maggiore che insegna al fratello minore. Perché c'è la consapevolezza che ognuno è parte di un sistema e perciò importante, perfino il marinaio che mette il sale nella pasta che mangeranno 400 persone. Sono le responsabilità che variano. Gli allievi partecipano a briefing e sono previsti affiancamenti per consentire loro di imparare le operazioni da svolgere, compresa la pianificazione della rotta».

LA NAVIGAZIONE
Navigare sulla Vespucci, aggiunge Busonero, «è un'esperienza bellissima, in cui ci si trova davvero al cospetto del mare. Io ho avuto la fortuna di essere imbarcato per metà della circumnavigazione del globo fatta dalla Vespucci ma ho anche partecipato al Tall ships race da Genova a Cadice e poi verso le Bermuda. Da lì abbiamo fatto rotta su Filadelfia, New York, dove siamo entrati il 4 di luglio (festa dell'indipendenza americana, ndr), e Halifax. Poi il ritorno, con tappe a Barcellona e Casablanca. Ancora, ho partecipato alla campagna del 2004 dal Mediterraneo al Mar Nero, fino a Sebastopoli e a quella del 2005 nel Mar del Nord, fino a San Pietroburgo. Esperienze indimenticabil».


Anche perché navigare a vela (il motore della Vespucci è utilizzato soprattutto come ausilio per le manovre) è sempre una sfida col mare. La nave, che per la sua alberatura e velatura viaggia bene, con la massima portanza, quando il vento è a 45° di poppa, può arrivare a 8-10 nodi di velocità ma in traversata tiene una media di 5 nodi. «Può capitare poi – aggiunge Busonero – che, col vento contrario, si facciano 4-5 miglia in 24 ore. Ricordo, ad esempio, una risalita verso Suez con un vento di prora a 35 nodi. Non riuscivamo ad andare avanti e per due volte abbiamo deciso di tornare indietro perché, col motore al massimo, ci muovevamo di un nodo. Eravamo quasi fermi e se la nave va in stallo non è più controllabile. Solo al terzo tentativo siamo riusciti ad arrivare al canale». Racconti da vecchi lupi di mare.

 

Scheda tecnica

Impostata il:       12/05/1930 

Varata il:   22/02/1931 

Cantiere:    Castellammare di Stabia 

Dislocamento:     4146 t p.c. 

Lunghezza:         82,4 

Larghezza:          15,56 

Lunghezza da poppa a bompresso:        101 m 

Velatura:   1700 mq 

Immersione:        4,8 m 

Apparato motore:        2 gruppi diesel/dinamo Fiat B-306-ESS; 1 motore elettrico Marelli; 1 asse con elica a pale fisse 

Potenza:     1471 KW (1972,64 HP ) 

Velocità:    10 nd 

Autonomia:        5450 mg (motore elettrico) 

Equipaggio:        241 

 

 
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