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LA PROPRIA VITA NON HA PREZZO

Post n°1029 pubblicato il 20 Aprile 2013 da Convallaria_majalis
 

Il prezzo del successo? Lo paghi con una vita più breve


Un'indagine tra i necrologi del «New York Times» fa riflettere sulla vita spericolata: artisti e creativi vivono meno.

Il successo nella carriera può accorciare la vita.
È questa, in estrema sintesi, la conclusione a cui giunge uno studio appena pubblicato sulla rivista
QJM: An International Journal of Medicine dai ricercatori australiani Richard e Catherine Epstein del centro oncologico Kinghorn Cancer Centre presso il St. Vincent Hospital di Sydney.


MILITARI E ACCADEMICI
- La ricerca (il cui titolo inglese «the price of fame is a faster flame» è imperniato sul gioco di parole «il prezzo della fama è una fiamma (della vita) più veloce» (che dunque brucia più in fretta e si consuma prima) si basa sull'analisi di un migliaio di necrologi pubblicati sul New York Times tra il 2009 e il 2011 e parte da due premesse: primo, il tipo di lavoro svolto è ormai da molto tempo un parametro associato alla mortalità; secondo, i necrologi pubblicati sul NYT sono generalmente dedicati a chi ha avuto successo nella propria attività. I ricercatori hanno esperti hanno diviso il campione di defunti per sesso, età, causa di morte e tipo di lavoro, suddividendo quest’ultimo in quattro categorie: artisti e sportivi (tra cui attori, cantanti, musicisti, ballerini e sportivi); creativi (tra cui scrittori, compositori); imprenditori, militari, politici; e accademici, professionisti e religiosi.
Il maggior numero di decessi in giovane età è stato riscontrato tra artisti, sportivi e creativi (77,2 anni in media); a seguire vengono i creativi come gli scrittori (78,5 anni) e accademici (81,7 anni); mentre uomini di business, militari e politici sarebbero fra i più longevi (83 anni).

TUMORE AL POLMONE - Considerando le cause del decesso, è poi emerso che le morti premature erano state per lo più dovute a incidenti, infezioni (tra cui Aids) e certi tipi di tumore, primo fra tutti quello al polmone (che nella stragrande maggioranza dei casi è causato dal consumo di tabacco). Nello specifico, poi, le scomparse legate al cancro sono risultate più frequenti fra artisti (27 per cento) e creativi (29 per cento), meno fra gli sportivi (18 per cento).
«È possibile - spiega Richard Epstein - che le persone di successo si "consumino" precocemente perché conducono una vita più intensa o perché sono più inclini ad atteggiamenti autolesionisti con stili di vita insalubri (droga, fumo e alcol).
Viceversa, può anche essere che le persone che amano correre rischi sono pure quelle con maggiori probabilità di avere successo nella vita».

VITA SREGOLATA - «Come hanno sottolineato gli stessi autori dello studio, un’analisi retrospettiva come questa non dimostra nulla - commenta Paolo Veronesi, senologo e presidente della Fondazione Umberto Veronesi -, ma offre utili spunti di riflessione. Emerge infatti che una vita in qualche modo "sregolata", più frequente generalmente fra chi arriva al successo nel mondo dello spettacolo e in generale di artisti e creativi, tende ad essere più breve.
Del resto è stato scientificamente da più studi che intervenendo su fumo, abuso di alcol, alimentazione scorretta e sedentarietà si può ridurre anche del 50 per cento il pericolo di sviluppare un tumore.
E gli stessi fattori di rischio possono ridurre le aspettative di vita per diverse altre patologie». Insomma, le brillanti carriere dei "belli e dannati" (come ricordano le scomparse premature di tanti attori e cantanti) tendono a bruciare in fretta, sotto molti aspetti.
Anche questo va incluso nel caro prezzo del successo.



(Vera Martinella)

 
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