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Adriano Romualdi, Michele Raffi e il silenzio dei padri

Post n°14 pubblicato il 17 Gennaio 2015 da carancini

Ho letto ieri sulla "Trilogia della Celtica" di certi dubbi sulla morte di Adriano Romualdi, figlio dell'alto dignitario missino Pino Romualdi, e ho pensato, per analogia, alla strana morte di Michele Raffi, figlio dell'alto dignitario massonico Gustavo Raffi.

Che cos'è che accomuna queste morti, ammesso che i rispettivi sospetti siano veri?

Evidentemente, il silenzio dei potenti, obbligati a proteggere il potere anche quando questo gli ammazza i figli.

Come a dire, il potere logora chi non ce l'ha, ma anche a chi ne fa parte, a volte, gli inconvenienti non mancano ...

A seguire i testi di Nicola Rao e di Paolo Franceschetti.

Dalla TRILOGIA DELLA CELTICA di Nicola Rao, Milano 2014, p. 470:

Voci di dentro, confidenze e mezze verità

Accanto alle indagini - per così dire - ufficiali (interrogatori, pedinamenti, intercettazioni telefoniche e ambientali autorizzate dal magistrato), durante l'inchiesta di Salvini, tra il 1993 e il 1995, il capitano Massimo Giraudo e i suoi uomini del reparto eversione del Ros dei carabinieri, come abbiamo visto, faranno il giro del mondo neofascista, dentro e fuori i penitenziari, cercando spunti, elementi, suggerimenti, soffiate e dritte sulle stragi.

Nella stragrande maggioranza dei casi, i sondati rifiuteranno di verbalizzare le loro confidenze, rendendole perciò inutilizzabili dal punto di vista processuale. Ma in alcuni casi il valore giornalistico e storico di queste chiacchierate è notevole.

Prendiamo, per esempio, i numerosi colloqui con Nico Azzi. Che il 12 ottobre 1994 confessa a Giraudo:

"In carcere, con Giannettini eravamo arrivati alla conclusione che la morte del figlio di Pino Romualdi non fosse stata accidentale, come si è sempre sostenuto, ma fosse legata alla strage di piazza Fontana. Romualdi era il vero leader ideologico del gruppo veneto fino alla sua morte. A quel punto lo sostituì Freda come guida culturale e politica. Romualdi era morto in uno strano incidente stradale".

Che Adriano Romualdi morì la notte del 12 agosto 1973 probabilmente per un colpo di sonno, sembra un fatto abbastanza certo. Così come, però, è altrettanto vero che il trentatreenne figlio di Pino fosse in quegli anni uno dei principali punti di riferimento culturali della destra radicale. Allievo prediletto di Evola, amico intimo di Pino Rauti, con ottimi rapporti anche con Freda.

E se Giannettini avesse davvero rivelato a Nico Azzi una verità inconfessabile? E se sul serio Romualdi junior fosse venuto a sapere qualcosa di troppo sulla strage e fosse stato ucciso, simulando un incidente, per evitare che parlasse? Probabilmente non lo sapremo mai.

Dal sito di Paolo Franceschetti:

Il tranquillo lavoro dell'avvocato

http://paolofranceschetti.blogspot.it/2014/01/il-tranquillo-lavoro-dellavvocato_31.html

"29.5.2013. Viene trovato morto il figlio di uno degli uomini più potenti d'Italia: l'avv. Michele Raffi, figlio dell'avvocato Gustavo Raffi, Sovrano Maestro Venerabile del Grande Oriente d'Italia, l'obbedienza massonica più numerosa in Italia, quella cui appartennero Garibaldi, Mazzini e Cavour. "Suicidato con un'arma bianca", liquidano i giornali. Non una parola di spiegazione. Non una domanda, un dubbio, un approfondimento, che sarebbero più che legittimi in un caso di tanta importanza. Lo capiscono tutti che è un omicidio e in certi ambienti la cosa si dà per scontata, senza neanche "ipotizzare" che sia un reale suicidio. Ma nessun giornale o nessuna tv ne accenna".

FINE DEL TESTO DI PAOLO FRANCESCHETTI

ADDENDA

  • Sulle morti sospette seguite alla strage di Piazza Fontana

La giornalista Mary Pace ha pubblicato nel 2008 un interessante libro su Piazza Fontana riproducendo materiali fornitigli da Guido Giannettini. Il libro si intitola PIAZZA FONTANA - L'inchiesta: parla Giannettini.

A p. 100 c'è un elenco di 12 testimoni "deceduti in circostanze poco chiare", tra i quali Giannettini ribadisce il nome di Adriano Romualdi:

«Giuseppe PINELLI, Cornelio ROLANDI, Alberto MURARO, Vittorio AMBROSINI, Armando CALZOLARI, Dante BALDARI, Angelo CASILE, Gianni ARICÒ, Annalisa BORTH, Mario DELLA SAVIA, Edgardo GINOSA, Adriano ROMUALDI ... ».

  • Per capire chi era Pino Romualdi

Da Vincenzo Vinciguerra, CAMERATI, ADDIO - Storia di un inganno, in cinquant'anni di egemonia statunitense in Italia[1]:

Come afferma Vinciguerra: «Il Movimento Sociale Italiano nasce con il fine di imprigionare la massa dei reduci fascisti, spegnendone le velleità rivoluzionarie, in una gabbia dalla quale indirizzarli elettoralmente e, se e quando necessario, fisicamente e militarmente, contro i 'bolscevichi senza Dio' di Palmiro Togliatti e del Fronte Popolare.»

Il Msi viene creato ad arte con la collaborazione dello Stato Maggiore badogliano e dei servizi di sicurezza; nella sua creazione fu attivamente partecipe il S.I.M. [Servizio informazioni militare] con la supervisione dell'OSS, il servizio statunitense antesignano della Cia.

Durante questa fase embrionale rilevante fu il ruolo ricoperto da Pino Romualdi che, già negli ultimi giorni di guerra, si prodigò ad interagire con i servizi di sicurezza alleati i quali auspicavano un 'recupero' dei 'fascisti meno ideologizzati' nella battaglia anticomunista.

Già nella fondazione dei F.A.R. emerge l'ottica di una strategia politica funzionale alla stabilizzazione dell'ordine atlantico occidentale.

Con i F.A.R. «la lotta politica non si potrà più mantenere sul piano parlamentare, ma trascenderà in disordini di piazza, in violenze e in una tensione generale. [...] Si tratta insomma di creare nel paese una psicosi anticomunista. [...] È chiaro infatti che il potere politico avrebbe tollerato o agevolato l'iniziativa solo nel caso in cui i responsabili del nuovo movimento fossero stati in grado di assicurare una linea di destra, espressione di un anticomunismo di servizio. Ma nell'immediato Romualdi e Turati, che pure si erano perfettamente subordinati a questo aut-aut, non potevano essere utilizzati, dal momento che uno era condannato a morte e l'altro penalizzato per aver ricoperto la carica di segretario nazionale del PNF. [...] In questa situazione riuscì ad affermarsi Giorgio Almirante, allora tanto sconosciuto ed insignificante da non essere neppure ricercato come ex funzionario della RSI. In tutti i casi Almirante si era dato ad una volontaria militanza, rimanendo in apnea a Milano fino al varo dell'amnistia. Al Nord era stato ospitato da un certo Levi [nome non proprio ariano] che, durante la RSI, Almirante aveva a sua volta nascosto. [...] Sono peraltro noti i rapporti diretti fra il Viminale e gli organizzatori del MSI tramite il generale dei carabinieri Giuseppe Piéche, ex capo della 3a sezione del S.I.M. e, nel dopoguerra, incaricato da Scelba a riorganizzare i servizi segreti italiani.»

Come spiegarsi altrimenti la piena assoluzione di Pino Romualdi in sede processuale presso il Tribunale di Macerata, con il contributo di testimonianze rese da tale Gianni Madotti, agente del SIM e del cappellano partigiano don Giulio Anelli, agente dell'OSS operante a Parma? «Tenuto conto dei precedenti, per quanto ci riguarda, incliniamo a credere che Romualdi sia stato invece ripagato dai vari servizi segreti italiani e segreti, per il suo operato, sia durante l'ultima fase della RSI che successivamente. La nascita del Msi ottemperava infatti alle strategie politiche interne ed a quelle connesse alla spartizione dell'Europa[2]. [...] Nel contempo veniva eliminato il fascismo clandestino ed in tal modo i neofascisti potevano essere controllati ed eventualmente ingaggiati per bassi servizi. Nel quadro internazionale si dovevano poi convertire gli ex repubblichini alle posizioni filoatlantiche di supporto della NATO, facendo loro accantonare - e poi dimenticare - l'originale pregiudiziale anti-plutocratica, e ciò in nome di una Patria [che era più la loro] da proteggere dal comunismo, peraltro già escluso dal potere in Italia in virtù degli accordi di Yalta. [...] Si mira così ad inalveare le forze ex fasciste entro il giuoco politico democratico ed a tenerle prigioniere in esso, fino alla loro liquidazione, si mirava a sviare il carattere vero del Fascismo, parimenti avverso alla plutocrazia ed al comunismo, alle potenze occidentali ed all'U.R.S.S., formando un neofascismo ad intonazione solo anticomunista e quindi non più bandiera della lotta per l'indipendenza nazionale dalle ingerenze della Gran Bretagna e dagli USA.».

  • Per capire chi è Gustavo Raffi

Dal blog Letter from Washington DC:

«Il Grande Oriente d'Italia e' l'unica Obbedienza italiana riconosciuta negli Stati Uniti dalla Grand Lodge of Washington DC e da altre grandi Logge. Gustavo Raffi oltre ad una intensa azione di risanamento domestico ha impostato una consistente diplomazia internazionale. A Washington e' stato uno dei Padri Fondatori di Italia Lodge 2001 che nel breve volgere di alcuni anni e' diventata il ponte diplomatico massonico tra la Capitale degli Stati Uniti e il Grande Oriente a Roma».

http://oscarb1.blogspot.it/2009/03/gustavo-raffi-rieletto-gran-maestro-del.html

 


[1] Trapani 2000, pp. 9-11 (dalla Nota introduttiva della Comunità Politica di Avanguardia e, in particolare, dalla citazione di: Nome: Msi. Paternità: S.I.M., scritto di Franco Morini, Parma).

[2] Grassetti miei.

 

 

 
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