Creato da cercandomi1987 il 28/07/2007
autobiografia e dintorni di un geometra (gay) strappato (per fortuna) alla scrittura...
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"... perchè noi siamo liberi di fare quello che vogliamo, di uccidere stuprare rapinare e vomitare critiche insensate, parlare e dire solo e sempre inutili cazzate..."
about me..
Il mio nome non ha importanza.. sono un comune ventenne lavoratore, che ha studiato tredici anni, ha intrapreso l'università per poi cedere al mondo del lavoro... niente di più normale... ora capisco di aver nascosto troppo a lungo la mia essenza e non voglio perdere altro tempo... voglio dialogo, conoscere, sapere, addentrarmi nel mondo gay, non mi interessa se siete depilati, scolpiti o super dotati, non me ne faccio nulla di tutto ciò... anche se non escludo assolutamente nulla... mai dire mai è il mio motto, provato sulla mia stessa pelle...
a presto, Già
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non avevo mai vissuto prima di allora un terremoto. nemmeno mi immaginavo come fosse. capivo soltanto che aveva a che fare con un movimento della terra, ma la storia delle placche terrestri me la spiegarono dopo, cogliendo l'occasione di quel venerdì 26 settembre 1997. son già passati dieci anni, son tanti, un ottavo della vita media di un comune mortale, un decimo della mia vita, voglio campare cento anni e due giorni.. la scossa della notte non la sentii per niente, dormo poco, ma dormo pesante. mi svegliai la mattina nel frastuono di telegiornali e famiglia in subbuglio. ero nel lettone dei miei, mia madre ordinò a mio padre di prendermi e portarmi in camera con loro. io non mi accorsi di nulla, of course. mia madre era agitata, mio padre impassibile come sempre, i telegiornali passavano scene di morte, pianti singhiozzanti, case crollate; mio fratello mi raccontava che per alzarsi dal letto, complici la scossa e l'agitazione, cadde sull'armadio della camera, ma non si fece nulla.. smaltito il grosso della paura, me ne andai a scuola e le maestre ci spiegarono il sisma.. della serie: poniamo delle soluzioni una volta successo il danno... come sempre... verso le undici andammo a vedere un film, non ricordo che film.. trrrrrr... una breve scossa di assestamento.. "Maestra, il terremoto"; disse qualcuno.. "è solo una scossetta di assestamento, non preoccupatevi". rispose lei.. ed io? cocciuto come non mai, non mi ero accorto ancora di nulla. a questo punto mi ero incuriosito, anche un pò eccitato all'idea di questo terremoto, earthquake, lo chiamano quelli d'oltre oceano.. il destino volle che, a distanza di pochi minuti, il tempo necessario a tornare in classe, arrivasse la batosta, la scossa delle 11.42, la scossa che non scorderò mai.. l'edificio delle scuole elementari è una struttura completamente in acciaio e pannelli di cemento armato, per cui non è difficile credere al fatto che, dal centro dell'aula al terzo piano, riuscii a vedere le auto parcheggiate sul piazzale sottostante..
ero eccitato, sorpreso, impaurito, agitato.. ci fecero uscire dall'aula e mi misi a piangere, quel pianto mi costò parecchio per essere un bambino di dieci anni.. me lo rinfacciarono in molti, anche le maestre che nel frattempo ci avevano portato nel piazzale della chiesa, lo stesso piazzale dove anni prima incendiammo l'alto fantoccio di carnevale.. poi mi venne a prendere mio padre, tutto vestito a puntino, abito scuro, cravatta.. ancora me la ricordo la scena.. ci comunicarono che il provveditore aveva chiuso le scuole per la giornata successiva.. bene, pensai. il giorno dopo era il compleanno di papà.. almeno stiamo un pò insieme, pensai..
il terremoto divenne il mio peggior nemico, l'unico mio nemico, pe ri sette otto mesi a segire, periodo in cui le scosse erano all'ordine del giorno. lo spavento fu tanto che non riuscivo più a dormire tranquillo, come sentivo il silenzio turbato da strani rumori, allarmi, finti boati, abbai e ululati prolungati di cani, cominciavo ad agitarmi e non mi addormentavo più. strana esperienza quella del terremoto, paurosa ed affascinante nel contempo... eravamo su tutte le cronache, "l'umbria che piange le vittime del terremoto", "l'umbria devastata dal sisma" vennero il papa, ministri, presidenti di ogni cosa possbile ed immaginabile.. si parlava di ricostruzione, la destra sfidava la sinistra allora al governo sui tempi di ricostruzione.. ancora oggi se ne parla, si fanno dibattiti.. oggi non ho più paura del terremoto, l'ho avvertito tempo fà mentre stavo sul letto a leggere.. mi son messo a ridere, "Mamma, il terremoto!" "dove, quando?" si è subito agitata lei...
Già
puntualizzazione: questo post è stato già pubblicato da me in un altro mio blog ed oggi in occasione del decennale, mi son lititato al semplice adattamento temporale..
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amo e odio
amo camilla, vivere, il bello, tutto quello che mi comunica serenità, i ricordi, fare l'amore, fare sesso, i bei ragazzotti, fare casino, fumare un toscano in tutta tranquillità, guidare quando sono rilassato, sorseggiare un amaro, il caffèèèèèèèèèèèèèèèèèè, i thè, stare seduto davanti ad un camino, fare la doccia, mare e montagna....
odio chi si trascura, chi arriva in ritardo, chi non ha rispetto, la confusione, le discoteche, i fighetti, i brutti ragazzi, guidare quando sono incazzato, essere stanco ed incazzato, chi mi rompe i maroni, i supercoolici, chi mi prende per il culo, la fretta, le insistenze, prendere medicine...
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“…L’amo con passione, la Vita, mi spiego? Sono troppo convinta che la vita sia bella anche quando è brutta, che nascere sia il miracolo dei miracoli, vivere il regalo dei regali. Anche se si tratta d’un regalo molto complicato, molto faticoso. A volte, doloroso. E con la stessa passione odio la Morte.la odio più d’una persona da odiare, e verso chi ne ha il culto provo un profondo disprezzo. Anche per questo ce l’ho tanto coi nostri nemici. Coi tagliatori di teste, coi kamikaze, coi loro estimatori. Il fatto è che pur conoscendola bene, la Morte io non la capisco. Capisco soltanto che fa parte della Vita e che senza lo spreco che io chiamo Morte non ci sarebbe la vita.”
O. Fallaci, Oriana Fallaci intervista se stessa, 2004, p.156