Creato da carlocorallo il 08/04/2008
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Un mestiere chiamato "Ra... »

Il modello di vita

Post n°1 pubblicato il 08 Aprile 2008 da carlocorallo

 

Ognuno di noi ha una propria filosofia di vita, degli ideali, una morale in cui crede fermamente e che ogni giorno prova a seguire e a rispettare. Magari non sempre ci riesce, ma almeno ci prova perché è sempre meglio avere una propria idea anche se controcorrente, fuori dal coro, che invece non averne nessuna e limitarsi a seguire gli altri solo per debolezza o pigrizia.

La complessa realtà della vita quotidiana di noi esseri umani “medi” viene vissuta nel quotidiano grazie ad una serie di modelli comportamentali che ognuno di noi si è creato nel tempo, grazie o per colpa delle proprie esperienze e di quelle delle persone a noi più vicine e più care, sotto l’influenza naturalmente di tanti fattori a volte anche casuali.

E’ chiaro che, man mano che aumenta il tenore di vita, il modello di comportamento inevitabilmente subisce delle variazioni, anche se non è detto che possa crescere proporzionalmente anche la qualità della vita.

E’ anche chiaro che il fattore ambientale e familiare specialmente nella nostra infanzia ci segna inevitabilmente e produce quello che alcuni definiscono “la fortuna geografica”: il bambino nato e cresciuto nella zona più depressa e arretrata dell’Italia vivrà infinitamente meglio del bambino nato nel Africa Centrale!

Anche chi nega di avere un modello comportamentale prefissato in realtà sta comunque ammettendo di aver scelto un modello: quello della “casualità”.

Ogni modello naturalmente ha delle imperfezioni, proprio perché è la riproduzione in scala della complessa realtà; non sto dicendo, badate bene, che il modello di comportamento da me scelto sia anche quello più giusto da seguire per gli altri.

Voglio solo sottolineare che il modello di comportamento da me scelto è il più giusto per me, in base alle mie esperienze e alle mie conoscenze maturate; in buona sostanza, io non intendo lasciarmi influenzare da niente e da nessuno e continuerò con tenacità (e testardaggine) a seguirlo fino a quando non ne troverò altri migliori.

Saper scegliere in ogni situazione la cosa migliore da fare richiede una netta distinzione fra “l’essere” e “l’apparire”, fra ciò che noi siamo veramente e ciò che invece ci conviene mostrare. C’è chi è bravo ad apparire più di quanto in realtà lo è, c’è invece chi lo è meno di quanto riesce ad apparire. Generalmente, ognuno di noi ha dei punti deboli che tende a mascherare e dei punti di forza che tende ad esaltare. Fatta eccezione per quei casi di personalità completamente piatta e quindi interamente visibile da tutti, quando osserviamo un’altra persona dobbiamo immaginarci di trovarci di fronte ad una sfera di cui riusciamo a vedere solo una parte della sua superficie e quindi la nostra abilità sta nel riuscire a scoprire anche il lato oscuro.

A trentacinque anni compiuti, con diverse esperienze positive e negative che la vita mi ha dato, credo di aver raggiunto una certa maturità psico-fisico che mi permette di guardare tutto quello che accade attorno a me con il giusto equilibrio: non mi esalto ma non mi deprimo mai troppo; non mi sento un genio ma non credo di essere un “coglione” qualsiasi; mi piace guardare e programmare il futuro ma senza perdere la cognizione della realtà quotidiana; credo ottimisticamente in un futuro migliore ma non mi dimentico purtroppo che tutto dipende dalle decisioni che altre persone più influenti di me prenderanno anche per me!

Quando arriva il momento di andare a letto, mi piace addormentarmi riavvolgendo velocemente tutto il film della giornata appena trascorsa e provo una grande gioia quando posso dire di aver fatto tutto quello che era nelle mie capacità, senza aver tralasciato niente al caso e avendo agito in buona fede anche verso chi non la pensa proprio come me o addirittura la pensa all’opposto.

Non fa niente. Non mi arrendo. Anzi, provo a riderci su! E domani è già un altro giorno!

    

 

 

 

 

 

 
 
 
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