Creato da carlocorallo il 08/04/2008
CONSIGLI PER SOPRAVVIVERE

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« Dio esiste...da qualche parte!

Le regole di sopravvivenza

Post n°6 pubblicato il 08 Aprile 2008 da carlocorallo

        A conclusione delle mie considerazioni forse troppo pessimistiche, probabilmente anche irreali e fuori da ogni logica, sulla base delle mie esperienze lavorative fin qui maturate, mi permetto di elencarvi una serie di regole per sopravvivere al meglio nel selvaggio e infernale mondo della dipendenza nell’azienda privata.

        Aggiungo e sottolineo che alla fine anch’io quando ho avuto una nuova occasione l’ho presa al volo senza rancori e rimpianti, abbandonando ogni idea di sopravvivenza e facendo tesoro anche di tutto ciò che vedevo in negativo, sforzandomi di guardare sempre l’altra faccia della stessa moneta. E poi come dice mia nonna: “Chiusa una porta se ne apre sempre un’altra!”.

1         AMBIZIONE    Ognuno di noi deve sempre avere delle ambizioni, delle aspirazioni, degli obiettivi da mirare. Altrimenti si finisce per vivere la quotidianità in maniera piatta. E’ buona norma porsi dei traguardi in relazione alla funzione temporale: nel breve termine, ad esempio, il traguardo da raggiungere può essere la busta-paga di fine mese; nel medio termine, si può pensare a crearsi una nicchia di competenza nel proprio campo, cercando di diventare sempre più indispensabili agli occhi del datore di lavoro; infine, nel lungo termine si può certamente aspirare a trovare un lavoro migliore e più gratificante sotto tutti gli aspetti.

2         AUTOSTIMA      Malgrado il vostro datore di lavoro farà di tutto per diminuirvelo, non abbassate mai il vostro livello di autostima. Se vi trovate a lavorare in una determinata azienda normalmente non è casuale: vi hanno selezionato fra altri candidati, vi hanno individuato per le vostre qualità e hanno fatto una scelta ponderata dei costi e benefici che ne derivano. Se al colloquio di lavoro vi hanno prospettato una mansione specifica è perché quella mansione voi la potete tranquillamente svolgere, è nel vostro curriculum-vitae. No, non fatevi ingannare da atteggiamenti fuorvianti, influenzati purtroppo da elementi esterni alle vostre reali qualità, frutto di pregiudizi e malafede.

3         AUTOCONTROLLO           Strettamente collegato ai due precedenti punti, l’autocontrollo è una qualità psico-fisica che vi servirà in abbondanza ogni giorno della vostra vita lavorativa. L’esercizio quotidiano vi aiuterà ad elevare la vostra soglia di sopportabilità portandola a livelli impensabili a priori. Non dimenticatevi mai che chi vi sta pagando in realtà pensa di strapagarvi e quindi pretende sempre di più da voi. Ma voi dovete sempre ricordarvi di dare il giusto senza strafare perché come per un’autovettura la velocità di crociera che dovete mantenere quotidianamente deve risultare circa un 20% inferiore alla massima velocità raggiungibile, in modo da tenersi sempre un margine di riserva di sfruttare in casi eccezionali, cioè quando è indispensabile spingere l’accelleratore al massimo. Se si va sempre con il piede a tavoletta si finisce per “fondere” e questo è l’obiettivo dei vostri superiori, non certo il vostro!

4         AUTONOMIA       Essere dipendenti non significa essere carne da macello o servi della gleba. Significa solamente che dipendete da un altro o da altri soggetti che a fronte di un servizio di qualità e quantità vi riconoscono un determinato compenso chiamato stipendio. E’ una classica situazione di dare-avere, costi-benefici, vale la pena-non vale la pena che ogni momento della vostra giornata lavorativa dovete tenere presente. Non ci sono sentimenti di mezzo. Non dovete per forza conquistare qualcuno o risultare simpatici, dovete solo fare il vostro dovere fino in fondo con la massima disponibilità e il massimo impegno. Ma rimanendo sempre autonomi nelle vostre scelte di vita. Ricordatevi che il mondo è fuori dall’azienda e che appena avete spento il computer del vostro ufficio ed è finalmente finita la giornata lavorativa, allora, e solo allora, inizia la vostra vita personale che vi siete scelti autonomamente e che nessuno vi potrà mai negare! C’è chi vive per il lavoro e chi lavora per sopravvivere.

5         AUTOIRONIA      Per alleviare le pene dell’inferno che quotidianamente il mondo del lavoro vi procura è buona regola possedere una giusta dose di umorismo e di autoironia per riuscire a sdrammatizzare le situazioni e a guardare ottimisticamente al futuro. D’altronde per essere ottimista basta poco: è sufficiente guardare quelli che stanno peggio di te…sempre se esistono! Un sorriso allunga la vita e non si nega a nessuno.

6         ATLETICA         Un aspetto fondamentale che aiuta a mantenere un perfetto equilibrio psico-fisico necessario a sopportare lo stress quotidiano è dato dalla condizione atletica generale. Personalmente sono da sempre un cultore della preparazione atletica: praticare abitualmente uno sport, fare jogging, palestra e tenere sotto controllo il peso con una corretta ed adeguata alimentazione sono delle prerogative irrinunciabili a tutti i livelli e a tutte le fasce di età. Dopo la fase iniziale certamente faticosa per chi non ha mai provato, fare sport regolarmente, anche 30 minuti di corsa per due volte alla settimana, diventa sempre meno stressante e addirittura non se ne può più fare a meno, come la dipendenza dalla droga. Ancora più specifiche sono alcune tecniche di relax come lo “stretching” o lo “yoga” che però vanno praticate sotto la guida di maestri.

7         ANTISTRESS     Un ultimo consiglio da sperimentare in questo percorso di sopravvivenza è dato da veri e propri atteggiamenti quasi maniacali che, ripetuti sistematicamente nel luogo di lavoro, producono dei fenomeni antistress, cioè di rilassamento dalle tensioni accumulate. Una tecnica che ho personalmente sperimentato è quella di fissare sempre un traguardo da raggiungere a breve termine in qualsiasi momento della giornata lavorativa, ripetendo lo stesso esercizio ogni giorno, nello stesso momento, nello stesso luogo: ad esempio, si possono contare ad alta voce facendosi sentire anche dai colleghi presenti, i giorni che mancano alla fine della settimana lavorativa, incominciando dal lunedì e proseguendo ogni giorno fino al venerdì. Naturalmente, assicuratevi che il vostro datore di lavoro non vi senti direttamente o comunque pur sentendovi sappia cogliere l’aspetto umoristico della situazione!

 

A questo punto vi auguro buona fortuna e non dimenticate mai di ragionare con la vostra testa, anche quando sarete costretti a fingere di pensarla come gli altri per il sano quieto vivere: la vita è unica e nessuno vi può ridare quello che è già passato  o può promettervi quello che deve ancora succedere.

 
 
 
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