Creato da casadecolmeia il 17/08/2010
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« BuongiornoLa mia baia »

La tenda

Post n°2 pubblicato il 20 Agosto 2010 da casadecolmeia
 

La tenda attraverso cui si accede all'osteria di frasche è quella tipica dei paesini mediterranei, paesi dalle casupole bianche strette l'una all'altra in un abbraccio a picco sul mare, una porta-tenda fatta di tappi  a corona delle bibite infilati in cordicelle colorate...ci sono i colori della birraperoni, dell'aranciata e del chinotto sanpellegrino, ci sono i gialli della cedratatassoni e i bianchi delle gazzose...una leggera brezza, una minima differenza di temperatura, una bava di vento, e la tenda oscilla e il  moto genera un suono impalpabile e languido, una leggera vibrazione che si propaga nella calura e invoglia al torpore, un suono monotono che risponde alle mille cicale che imperversano sull'isola nelle ore più calde dei lunghi giorni estivi.            
                                                                          
Al tramonto di un giorno d'agosto una giovane donna scende al porticciolo. Accompagna un'amica che ha un fiore rosso  tra i capelli di grano maturo, una ragazzona procace che va ad incontrare un tipo alto  e magro che scende da una piccola nave sulla quale è impresso in grande "Research Vessel".....una nave di ricerca che ogni tanto approda al porticciolo dell'isola per acquisire dati scientifici da una stazione meteomarina  che la ragazzona bionda gestisce nella sua terrazza sul mare.                                               
La giovane donna che accompagna l'amica è bruna, solare... femminilità prorompente, classe  innata e naturale, corpo armonioso e sensuale, viso da antica madonna mediterranea. E' vestita semplicemente con un paio di pantaloni celesti stretti sul bacino e sulle cosce, larghi dal ginocchio alla caviglia, secondo la moda di quegli anni. Una camicia troppo ampia, a righe bianco-blu, annodata sulla vita sottile esalta ciò che  dovrebbe invece coprire ed evidenzia l'ombelico furtivo.                  
Lascia l'amica sola agli abbracci del ragazzo alto e magro, fa per appoggiarsi  alla ringhiera azzurra che costeggia il molo, ma la ringhiera è rovente. Si guarda un po' intorno...il mare caldo dell'isola vulcanica.....osserva la capanna di frasche, la scritta "Osteria" incisa malamente  su legno di un azzurro sbiadito, vede la misera tenda che nasconde l'interno ombroso. E' una povera porta-tenda realizzata con i tappi a corona delle bibite infilati in cordicelle consunte: ci sono i tappini della birraperoni, dell'aranciata e del chinotto sanpellegrino ci sono quelli gialli della cedratatassoni  quelli bianchi delle gazzose. La tenda oscilla dolcemente nella calura del pomeriggio e invita a entrare. L'amica sta baciando il ragazzo alto e magro con passione...la donna bruna si gira, percorre un breve tratto del molo e si avvicina alla parete di frasche, sfiora la tenda, l'apre con un morbido moto del braccio abbronzato.                                                                
                                                                          
Il giovane uomo è sceso dalla nave di corsa, non ne poteva più dopo una settimana di burrasche e di duro lavoro, percorre il molo con passo deciso, arriva alla piccola osteria di frasche dove l'attende un bicchiere di bianco freschissimo, sposta la tenda come mille altre volte. Il vecchio gli regala un sorriso sdentato, la coppola ostinata sul capo...un bicchiere di dubbia pulizia, l'uomo non ci fa caso, sa che il vino è buono e l'ombra lieve, sa che a quell'ora l'osteria è un deserto, nessuno disturba i suoi pensieri felici. Lentamente sposta la sedia verso il lato che dà sul mare, una povera sedia impagliata anch'essa di un antico azzurro. La sedia è scomoda, trova una posizione migliore appoggiando i piedi sulla ringhiera che costeggia il mare. Il fresco del bicchiere nella sua mano destra si propaga a tutto il corpo, un brivido di piacere che fa sognare...il mare blu del mediterraneo, il solo blu che conosca, il caldo dell'estate del sud, un lavoro meraviglioso che ha scoperto di amare. Sa che finita la campagna dovrà recarsi in nuovi paesi che sogna da bambino...pian piano si rilassa, si sente fortunato, entra in quella fase di beatitudine possibile solo alle persone in pace con se stesse.                                                                             
Giocherella con il bicchiere, un sorso di vino che intorpidisce appena appena...guarda i piedi sporchi, i jeans luridi, sente la barba ispida, il salmastro nei capelli non lavati: deve farsi una doccia urgente! Ma è bello sognare all'ombra delle frasche...la maglietta bianca striata di grasso, il verricello accidenti a lui...deve cambiarsi, ripulirsi, farsi una dormitina prima di cena, no meglio sistemare subito i correntometri, le batterie da cambiare, i dati da scaricare, meglio farlo subito e non pensarci più...certo. Ma non c'è fretta, si può fare anche dopo, con comodo. Osserva l'onda che la scia di una barca striata di rosso  genera  all'interno del porticciolo facendo dondolare le tante misere imbarcazioni colme  di reti e di sogni...ora l'onda si propagherà solitaria  verso il molo, verrà riflessa e tornerà indietro smorzata.Ormai vede nel mare ogni più piccola sfumatura, ha imparato a conoscerlo a capirlo a interpretarlo, lui che ha visto il mare la prima volta  a cinque anni e quasi ci annegava, lui che aveva paura dell'acqua salata...sorride senza accorgersene, gira la testa infastidito da  una mosca che si è innamorata della sua guancia.
S'intravvede qualcuno attraverso la vecchia tenda di tappi a corona delle bibite infilati in cordicelle bisunte  e lise, birraperoni, aranciatachinottosanpellegrino cedratatassoni...colori noti che come pendoli oscillano nell'aria immota del meriggio d'agosto dell'isola antica, producono un suono tenue e persistente che si propaga nella calura e scorre lento sul mare.                    
Qualcuno si avvicina alla capanna di frasche, sfiora la tenda, l'apre con un lento  movimento del braccio abbronzato.                                                   
                                                                          
La Ragazza del Mediterraneo si ferma a metà della tenda, il sole aceccante che riflette sul bianco delle casupole abbracciate la rende per un attimo cieca all'ombra lieve dell'osteria di frasche...chiude e riapre gli occhi velocemente per adeguarsi alla tenue luce dell'osteria...
Gli occhi sono fari che accendono il mare e infuocano il cuore.
Un vecchio seduto in fondo al tavolo che dorme tranquillo sulla sedia di paglia...e un giovane uomo semisdraiato su una sedia, i piedi nudi sulla ringhiera, un bicchiere di vino in mano...il viso nero di barba e forse di sporco: è il viso stanco di un uomo sereno. L'uomo è immobile, i suoi occhi dietro le lenti sono spalancati e sorpresi, la fissano, la trapassano, lanciano frecce ardenti...quegli occhi immobili trasmettono candore, trasmettono vita, trasmettono speranza...sì speranza... i capelli arruffati...ha bisogno urgente di una doccia e si nota.
Non riesce a distogliere gli occhi la giovane donna, un sottile impalpabile filo che si dipana nell'aria, delicato come la tela di un ragno, la avvolge con dolcezza infinita.     
Resta lì e lo guarda negli occhi, attratta da un incantesimo improvviso...incosciamente sorride, non sa perchè, meravigliata di se stessa...ma sorride, sorride alla speranza...e il cuore accelera.   
Lascia andare la tenda...ci ripensa...si sofferma...un piccolo cenno di saluto con la mano, diretto all'uomo immobile che la guarda negli occhi rapito...poi se ne va nel sole ancora violento, va a raggiungere l'amica...una assurda speranza nell'anima...ed è pura felicità.          
                                                                          
Una tenda si è aperta, una tenda si è chiusa...pochi eterni attimi di luce...il giovane uomo ha visto il sole il mare la luna e le stelle...galassie di soli..ammassi di stelle ...nel mare immoto della sera un'ondata gigantesca gli frange addosso con infinita violenza e gli svuota la mente. Non ha più idee nè pensieri volati via alti nel cielo...non sa rendersi conto dell'affanno, del cuore che vibra impazzito, del sangue che scorre violento nelle vene che pulsano a frequenze inaudite...la gola secca  bruciante impedisce il respiro...una sigaretta...le sue mani cercano il pacchetto che non c'è...l'arsura ..deve bere...sveglia il vecchio quasi con cattiveria, lo scuote...un altro bicchier di vino che rinfresca la gola...torna un po' di salivazione...avverte ogni  singola goccia del vino che scende lungo l'esofago a sciogliere il nodo che ha bloccato lo stomaco...qualcosa sta cambiando...i sensi impazziti scoordinati slegati sensazioni travolgenti...cosa succede...sposta la tenda che divide l'ombra dalla luce...fuori il sole dardeggia  implacabile sul mare. Si avvia lento verso la nave, entra nel laboratorio, apre un correntometro, gesto ormai meccanico, abituale, toglie il nastrino magnetico, cambia le batterie, richiude il tutto...un flash: una boa gialla nel blu...è successo davvero...e tutta  l'angoscia d'improvviso si trasforma in incredulità, consapevolezza, gioia...trattiene il respiro, si rilassa..ed è pura felicità.          
                                                                          
Una povera vecchia tenda lisa e bisunta che oscilla nella calura: e la vita cambia, viene travolta, nulla più nulla è come prima...di colpo, senza senso apparente, senza logica alcuna il confine è stato varcato, impossibile il ritorno. Il presente è ormai futuro radioso, la foglia verde esiste davvero!              
Il vento caldo asciuga la pietra, le onde cantano, i pescatori tirano le reti brulicanti d'argento.

Io, accanto alla donna che mi tiene per mano, davanti al panorama indescrivibile che Pantelleria ci regala, guardo con occhi nuovi quello spazio liquido immenso di  blu che è divenuto la mia vita, il Mediterraneo vivo e vero delle muse e delle sirene, il Mediterraneo aspro delle burrasche d'inverno,  il Mediterraneo inebriante di luce e di sole che rivive senza posa,  il Mio Mediterraneo: unico testimone dei giorni bella della vita. 
 

Ho voluto riproporre questo racconto, scritto 35 anni fa....perchè volevo iniziare il blog con una storia d'amore...la mia

 
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Commenti al Post:
Strega_Morgause
Strega_Morgause il 20/08/10 alle 19:41 via WEB
Che bellissima storia , querido...e Pantelleria poi che mi è rimasta nel cuore. La bella ragazza mi ha ricordato la splendida giovanissima Cucinotta de "Il postino", anche per l'osteria, non so , mi è arrivata la folgorazione. E' un gran bel racconto e anche il nuovo blog mi piace assai: ottimi gusti riveli, "vecchiomare". Mi ripeto ma sono felicissima di averti -anche - qui. Lo sai che ho due blog su libero , vero? ora sono la strega di "LeRougeEtLenoir":-); ti metto subito nei blog amici, in tutti e due. baciotti -otti, strega
(Rispondi)
magdala806
magdala806 il 20/08/10 alle 23:06 via WEB
Al profumo di nostalgia e di Mediterraneo questo bel racconto casadecolmeia; sì scrivi davvero bene, un piacere averti conosciuto. saluti M.
(Rispondi)
CoMizia
CoMizia il 21/08/10 alle 00:10 via WEB
Colori,odori,sapori,visioni,tutto è vivido, acceso come lo è il paesaggio mediteraneo ; sai renderlo benissimo ed esaltarlo con sapienti tocchi da pittore,ma anche con parole avvincenti che fanno venir voglia di sapere ,di continuare il racconto appena iniziato.Aspetto la seconda puntata allora,per ora i miei sinceri complimenti e a rileggerti,presto Lety^__^
(Rispondi)
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