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« LE ONDE NON HANNO ORARIO

MAREMMA MAIALA....

Post n°25 pubblicato il 27 Ottobre 2011 da casadecolmeia
 

Una telefonata: "Maremma maiala, finalmente ti ritrovo"...una voce dal passato, un grande amico, fiorentino..anzi..florentini nationis, non moribus, come sottolineava sempre lui prendendo a prestito la frase di Dante...e la mente corre, vola, il tempo si annulla...

Mi innamorai dei campi di grano pieni di papaveri, colline e colline a perdita d'occhio, poi del sole che allietava di giallo i campi di rape ondeggianti sulle colline al sole d'aprile, del vento che pennellava di creste bianche il blu cupo del mare, dei cipressi che si alternavano ai pini lungo litorali di rara bellezza.

Prima molte ore di treno in terza classe, poi mezzora di corriera, di quelle color beige con la scala posteriore per riporre i bagagli sul tetto. Era fine giugno, iniziavano le vacanze estive, ero un ragazzino di 13 anni con la passione dei viaggi rigorosamente da solo. I miei genitori si fidavano, sempre. Stavolta era stato facile ottenere il loro permesso: uno zio si era trasferito per lavoro in Toscana, un paesino tra Pisa e Livorno, ad una decina di Km dal mare. Mi invitò, dissi ovviamente di sì, ed ecco la mia prima volta in Toscana. La casa dello zio era su una collinetta, un terrazzino che si affacciava su una pinetina dove cipressi aguzzi svettavano tra placidi pini.

Rimasi a bocca aperta la prima volta che lessi un graffito su un vecchio muro: W la topa, scritta col gesso, poi scopriì che su ogni muro muretto panchina fontana quella scritta campeggiava e dominava W LA TOPA. Ragazzino di città beneducato immaginai adulti che. di nascosto, un po' vergognosi, scrivevano sui muri la loro voglia, ma mi accorsi presto che veniva scritta da ragazzini come me. Quelli un po' più grandicelli infiorettavano o "spiegavano" il concetto: nel paesello dello zio, sul muro che costeggiava la piazzetta, tra l'osteria e il comune, di fronte alla chiesa campeggiava una frase che è mi sempre rimasta impressa: "W Silvia che cià la topa 'n fiamme".
La domenica mattina mi divertivo a guardar giocare i ragazzini "al pallone" nel campo del prete, ascoltando gli epiteti che si scambiavano: uno sgambetto non voluto? "la maiala di tu' mà" a cui l'ovvia risposta era "il bottino di tu pà" e se la cosa non finiva lì, si continuava con la "puttana della tu' sorella" fino alla parentela di terzo grado. Poi finiva la partita e i ragazzini andavano a giocare altrove, amicissimi come prima.

Mi innamorai della Toscana rossa che diventava rosa davanti a un mazzo di carte e a un bicchiere di Chianti..imparai che c'era il Chianti Classico, il Chianti dei colli senesi, il Chianti delle colline pisane, il Chianti delle terre lucchesi, quello di Terricciola e quello di Montecarlo, ogni paesino il suo Chianti, anche il vino guelfo o ghibellino. E, ragazzino astemio, imparai grazie allo zio, a gustare il sapore del vino.
C'era il circolo Arci e il circolo Acli, la Pieve e la Casa del Popolo, i paesani apparentemente divisi da un muro insormontabile..guelfi e ghibellini, sempre.

Mi innamorai del sindaco rosso di un paese costiero, un sindaco poco più che analfabeta che diceva di sè "ho fatto la terza media a spinta perchè il mi babbo era 'ontadino e portava 'r prosciutto al professore"...col quel sindaco, di rara umanità, il paese si sviluppò nel totale rispetto dell'ambiente, ad ogni elezione faceva il pieno di voti, votavano per lui democristiani e comunisti, repubblicani e socialisti, tutti l'amavano.
Ogni tanto mi chiamava (ma allora ero già all'università) e cominciava con l'immancabile frase: "te che un sei di qua, ma che hai studiato, cosa faresti te al mi posto?" ed elencava sempre gli stessi problemi a cui lui si opponeva con ostinazione: "tutti vogliono 'ostruì, te l'immagini te una fila di palazzi su il mare? e mi'a lo 'apiscano che il mare poi e un lo vedi". Oggi quel litorale grazie a lui è parco, forse il più bello della Toscana, intatto, con le dune che profumano di fiordaliso, con le spiagge in pace con l'onda che le accarezza.

Mi annamorai delle ragazze, belle, fiere, superbe, sempre pronte ad ucciderti con uno sguardo e a risponderti con una battuta al vetriolo.

Mi innamorai della cultura che trovavi in ogni più sperduto paesino, delle interminabili discussioni sulla Russia, paradiso o inferno a seconda del colore, del ballo del mattone davanti al juke box sotto il pergolato di glicine che proteggeva la balera dell'umidità della sera.

Pochi anni fa, per motivi di lavoro, ho percorso ogni angolo di litorale, e la domenica andavo all'interno, tra borghi famosi e villaggetti sconosciuti
E ciò che ho visto conferma ciò che l'amico mi ha detto per telefono.."so arrivati l'inglesi e la terra del Chianti si chiama Chiantishire, so arrivati li svizzeri ed han comprato le 'olline piene di ulivi per farci residences extralusso per turisti danarosi, unico simbolo per accedervi una freccia arancione senza scritte, so arrivati i tedeschi e si son piazzati nel volterrano dove han comprato interi borghi abbandonati e in quei borghi tu un entri perchè una sbarra impedisce l'accesso...in uno di questi c'era pure 'l cartello: "vietato l'ingresso ai non tedeschi"..e anco la Maremma..tu te la ri'ordi la maremma maiala di quando s'andava a fotografà ...e te li ri'ordi i nostri bagni alle terme che con po'i quarini ci s'aveva si pagava 'l bagno e si mangiava 'ome porci?
Già..il TG3 fa la pubblicità alle spiagge bianche di Rosignano, dimenticando che i fondali son ricchi di mercurio e che la "macchia bianca" si estende per 10-20 Km ed è visibile da satellite, le spiagge sono gremite all'impossibile, affollate di bagnanti, e dove c'è il bagnante c'è plastica, e la plastica va a finire in mare, le correnti la trascinano via, ma da qualche parte va a finire....
Molte società sportive hanno abbandonato il settore calcio: ormai la mamma non è più maiala, non ci si offende più, no. I ragazzini vestiti con divise dolce&gabbana vengono incitati dai padri a essere fallosi, a "menare", pestare le caviglie, tirare calci ma non al pallone, giovani arbitri pestati per un rigore negato a una squadra di ragazzini 8-10 anni.
Anche la topa (!!!) è scomparsa, dai muri e dalle strade...ora va di moda il viados di importazione, rigorosamente brasiliano.
E una struggente malinconia mi assale...chissà perchè penso alle antiche rotonde sul mare dove incontravi le ragazze davanti al juke box...e mi accorgo che questa era poesia, era semplicità di vita, affascinante, tenera, dolce...

Alla stazione di Firenze compro un libro da leggermi nel viaggio, un Baricco ancora non letto. Lo scorro rapido come a me piace prima di cominciare la lettura, guardo la copertina, sopra il prezzo, in ultima pagina, trovo queste parole:

...ovunque questa voce che corre: stanno arrivando i barbari. Vedi menti raffinate scrutare l'arrivo dell'invasione con gli occhi fissi nell'orizzonte della televisione. Professori capaci, dalle loro cattedre, misurano nei silenzi dei loro allievi le rovine che si è lasciato dietro il passaggio di un'orda che, in effetti, nessuno è riuscito a vedere...
....
I barbari, eccoli qua.
Ora: nel mio mondo scarseggia l'onestà intellettuale, ma non l'intelligenza. Non sono tutti ammattiti. Vedono qualcosa che c'è.
Ma quel che c'è io non riesco a guardarlo con quegli occhi lì. Qualcosa non mi torna.


E allora impreco, e spontaneo, solenne, lussurioso, prorompente mi esce dalle corde vocali un clamoroso ..Maremma maialaaaaaaaaaa....

 
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