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« CongoTurismo responsabile? »

Bauxite

Post n°12 pubblicato il 13 Ottobre 2010 da casadecolmeia
 

Son tornato in Italia, mi documento su ciò che è avvenuto in questi giorni, leggo questa notizia: "Disastro ecologico in Ungheria: l’avvelenamento è dovuto allo sversamento di fanghi rossi, ossia residui tossici della bauxite utilizzata per la produzione di alluminio. Nel disastro, almeno 8 persone sono rimaste uccise e 150 ferite, dopo essere entrate in contato con i fanghi tossici.  In ospedale sono ricoverate ancora 45 persone. I liquami sono defluiti anche nelle acque di alcuni affluenti del Danubio, uno dei quali, il Marcal, è ormai considerato morto dagli esperti.
Allora mi ricordo un vecchio post...lo ripropongo qui.

Il faro è stato costruito dagli olandesi nel 1817. E' alto 31 m. E' monumento nazionale. E' il punto di riferimento delle navi che dall'Atlantico entrano nel fiume Demerara.
Non è particolarmente bello, tantomeno elegante; è dipinto a strisce verticali bianche e rosse e convive con una vecchia palma ormai spelacchiata che tenta disperatamente di raggiungere l'altezza del faro.
Voglio salirci. "Sorry, it's impossible sir", ma la testardaggine a volta è utile...unico divieto: non andare sul terrazzino, è in restauro.

M'affaccio cosi all'ultima finestra, nel caldo umido opprimente, fradicio di sudore dopo aver salito scalini malmessi. Sotto di me il Demerara scambia le sue acque fangose e turbolente con quelle dell'Atlantico ugualmente fangose. Più a nord l'Essequibo con il suo maestoso estuario di larghezza spropositata punteggiato di isole verdeggianti che pochi giorni fa ho attraversato timoroso in piroga, a ovest la "rain forest", la foresta pluviale dei miei sogni di bimbo. Amazzonia, e la mente scivola via, voglio imprimere nel cervello ogni dettaglio, ogni colore, ogni profumo, qualunque sfumatura. Difficile ipotizzare un mio ritorno in questo territorio, voglio perciò assaporare, gustare, guardare, memorizzare, capire. 
Mi vengono a cercare preoccupati che è ormai il tramonto...il funzionario del porto è scuro in volto, mi tratta male. Poi ricorda "Chi" mi ha fornito il permesso e subito ridiventa gentile.
Lo invito a venire con me. Gli regalo una bottiglia di rum locale, l'El Dorado, vecchio di 15 anni, uno dei più buoni rum che producono in zona, e subito diventiamo amici per la pelle. Mi racconta del suo lavoro, delle sue responsabilità, delle difficoltà di accesso al porto fluviale a causa dei banchi di fango che intasano la foce, delle navi di bauxite che fanno la spola tra il porto e le cave a cielo aperto. Alle mie curiosità su queste cave, s'infiamma improvvisamente al pensiero che dopo l'estrazione dello strato di bauxite, rimane una depressione priva di ogni vegetazione che interrompe la continuità del territorio, dell'impatto ambientale - dice proprio cosi "environmental impact"- che l'estrazione determina nell’alterazione della morfologia e della difficoltà di recupero del sistema ecologico pre-esistente.
Sorrido e gli verso un altro po' di rum, si rasserena.Chiacchera ancora a lungo, è ormai buio quando ci lasciamo. Torno nella mia camera d'albergo per godere di un po'di refrigerio prima di cena, mi sdraio sul letto.
Sono in uno dei paesi più poveri del mondo. Un modesto funzionario di un porto fluviale mi parla di impatto ambientale e della foresta che viene sciupata.. ne parla con passione e irruenza, anche se la bauxite è l'unica loro ricchezza, l'unico modo per far entrare nel paese un po' di cosiddetta valuta pregiata.

Oggi, dopo 15 anni, ho ritrovato casualmente una diapositiva molto datata e un po' sbiadita: un vecchio faro a strisce bianche e rosse, povero come la gente che l'ha costruito, ma che con dignità ha sempre fatto il proprio dovere. Sono andato subito in rete, basta cliccare sul portatile e son tornato laggiù in un attimo, ho sentito l'esigenza di rivedero: eccolo all'imboccatura del fiume, ancora accompagnato dalla sua palma sempre più spelacchiata. Sembra quasi ringiovanito...eccolo lì, riferimento certo per chi entra e per chi esce. Sorrido ai ricordi che il faro ha innescato: impatto sull'ambiente! e lo chiamiamo terzo mondo...e mi rendo improvvisamente conto che a quell'epoca la maggior parte di noi non conosceva nemmeno il significato del termine!

Un faro biancorosso, pieno di dignità, che ha il sapore del rum bevuto in compagnia...si può voler bene a un faro? 

Dicembre 2008

Per chi non lo sapesse...

La Guyana esporta circa 1600 tonnellate /anno di bauxite, una roccia sedimentaria che costituisce la principale fonte per la produzione dell'alluminio. E' una roccia di colore che va dal rosso bruno al giallo caratterizzata dalla presenza di diverse specie mineralogiche tra cui prevalgono gli ossidi e gli idrossidi di alluminio e di ferro. In particolare, è ricca in metaidrossido d'alluminio ed in ortoidrossido. La quantità di idrossido di alluminio varia nei differenti depositi tra il 30 e il 75%. Da 4 tonnellate di bauxite si estrae una tonnellata circa di alluminio, ma il processo è energeticamente costoso: per una tonnellata di alluminio serve un'energia di 14.000 KWh.
Nel processo vengono prodotti residui fangosi tossici, i cosiddetti fanghi rossi, il cui trattamento costituisce ancora un problema.

Ho letto anche questo:
In India i Dongria Kondh, una tribù di circa 8.000 persone quasi tutte analfabete, sono riusciti ad avere la meglio sul colosso minerario Vedanta, una società da 8 miliardi di dollari che voleva sviluppare una miniera di bauxite nel territorio della tribù, nel suo luogo più sacro. La distruzione della foresta avrebbe portato con sè la scomparsa dello stile di vita e della cultura dei Dongria Kondh.
Survival International, movimento che si batte per i popoli tribali del mondo, riferisce che hanno inscenato numerose proteste e che due loro leader sono stati sequestrati e picchiati in un clima di crescente violenza.
Ora il ministro per l’Ambiente e le Foreste dello Stato di Orissa ha stabilito che il progetto di Vedanta per la miniera non può andare avanti.

Una grande vittoria, una piccola speranza....
 

 
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