io e gli altri

Terra

Scendo dall'auto per aspettarti. Chiudo la portiera e allargo il nodo della cravatta. Ho qualche minuto di attesa così mi incammino verso un giardino pubblico tra le case, un giardino dei tanti che resistono protetti tra i palazzi della periferia, un luogo che non avevo notato mai.
Non c'è molto di naturale a pensarci bene: la collinetta è artificiale, l'erba tagliata dai giardinieri, i cespugli fioriti curati ogni giorno, la siepe tenuta sotto controllo. Ma anche in questo ordine forzato, sento nelle narici violento il profumo della Terra. Mi rendo conto di quanto io viva sempre dentro torri di vetro-cemento, dentro treni che fuggono nella pianura a velocita improbabili, o sulla mia auto percorrendo autostrade che sembano non finire mai. Quasi dimentico il profumo della Terra, il profumo del tronco d'albero, il profumo della siepe. Strano desiderio di sentire il sapore amaro dell'erba.

In questo modo e facilmente riemergono i miei sensi più naturali, allargo le narici ed aspiro profondamente, avidamente. Il mio corpo, i miei sensi. Io penetro il mondo con i miei pensieri e tutto l'abbraccio, mentre il mondo penetra in me attraverso i sensi del mio corpo. Che meraviglia...

Pochi minuti ad occhi chiusi aspirando l'aria di questa stagione nuova, e sono un uomo come rinato. Dimentico di ogni esperienza passata, assaporo il profumo della Terra che mi inebria. Come se questa stagione fosse la prima stagione. Segreto di eterno incanto ed eterno entusiasmo tutto dimenticare, tutto il male. E trattenere il bene ma solo per i momenti di bisogno... lasciare anche il bene al suo nido, e cancellare tutto per fare spazio. Cancellare tutta la pagina dall'inizio perchè sia bianca per comiciare a vergare con calma e in modo nuovo.

Non dovrò aspettarti tanto e tutto colmo negli occhi, nelle narici, nelle orecchie mi manca solo la tua bocca a completare il tatto e il gusto ed il desiderio ravvivato dalla stagione di risveglio dei sensi, potrebbe dirsi soddisfatto.